«In teoria, se Mesaana aveva questo flusso attivo, avrebbe potuto prendere il Bastone dei Giuramenti e giurare qualunque cosa avesse voluto. "Giuro che mentirò ogni volta che mi piacerà", per esempio. Il Bastone dei Giuramenti l’avrebbe vincolata con quel voto, ma i flussi avrebbero cambiato i suoni nell’aria mentre superavano le sue labbra. Noi l’avremmo udita pronunciare i giuramenti giusti.»
Egwene digrignò i denti. Aveva presunto che sconfiggere il Bastone dei Giuramenti sarebbe stato difficile. Eppure ecco un semplice flusso in grado di compiere quell’impresa. Avrebbe dovuto saperlo: non usare mai un macigno quando basta un ciottolo, come diceva sempre sua madre.
«Con questo» disse Egwene «avrebbero potuto infiltrare Amici delle Tenebre fra le Aes Sedai per anni.»
«Improbabile» disse Saerin. «Nessuna delle Sorelle Nere che abbiamo catturato sapeva di questo flusso. In caso contrario, avrebbero cercato di usarlo quando le abbiamo costrette a pronunciare di nuovo i giuramenti. Sospetto che, se Mesaana conosce davvero questo trucco, se lo sia tenuto per sé. La sua utilità sarebbe scomparsa una volta che troppe persone ne fossero venute al corrente.»
«Comunque sia» disse Egwene. «Cosa facciamo? Sapendo del flusso, probabilmente potremmo trovare un modo per controllare se viene usato... ma dubito che le Sorelle sarebbero disposte a passare di nuovo attraverso il procedimento di contrarre da capo i giuramenti.»
«E se riuscissimo a prendere una dei Reietti?» chiese Yukiri. «Potrebbe valere la pena di arruffare qualche piuma per prendere la volpe che si nasconde nel pollaio.»
«Non si lascerebbe catturare» disse Egwene. «Inoltre, non sappiamo se sta usando uno di questi metodi. La logica di Seaine suggerisce che sia possibile — senza troppo fastidio — sconfiggere il Bastone dei Giuramenti. Il vero metodo usato da Mesaana è meno importante della possibilità di tale azione.»
Seaine lanciò un’occhiata a Yukiri. Nessuna delle tre aveva messo in discussione il fatto che Egwene sapesse che una dei Reietti era nella Torre Bianca, ma lei sapeva che erano state scettiche. Be’, almeno ora capivano che era possibile sconfiggere il Bastone dei Giuramenti.
«Voglio che continuiate il vostro lavoro» disse Egwene. «Voi e le altre siete state efficaci nel catturare diverse Sorelle Nere e nello stanare i furetti. Questa è più o meno la stessa cosa.» Soltanto molto, molto più pericolosa.
«Tenteremo, Madre» disse Yukiri. «Ma una Sorella tra centinaia? Una delle creature più ingegnose e malvagie mai vissute? Io dubito che lascerà molti indizi. Le nostre indagini sui delitti finora hanno dato pochissimo in termini di risultati.»
«Continuate comunque» “ disse Egwene. «Saerin, tu cos’hai da riferire?»
«Racconti, dicerie e sussurri» disse Saerin con una smorfia. «Probabilmente conosci le storie più famose riguardo Mesaana: come gestiva le scuole nelle terre conquistate dall’Ombra durante la Guerra del Potere. A quanto posso capire, quelle leggende sono piuttosto vere. Mairsim di Manetheren parla di ciò in dettaglio nei suoi Annali nelle ultime notti, e lei è spesso una fonte affidabile. Alrom ha raccolto un rapporto piuttosto completo del suo periodo trascorso in una di quelle scuole, e frammenti di esso sono sopravvissuti.
«Mesaana desiderava essere una ricercatrice, ma fu respinta.
I dettagli non sono chiari. Sovrintendeva anche alle Aes Sedai che passavano all’Ombra, a volte guidandole in battaglia, se si può credere al resoconto di Alrom. Io non sono convinta che sia affidabile: ritengo probabile che la capacità di comando di Mesaana fosse più che altro simbolica.»
Egwene annuì lentamente. «Ma la sua personalità? Chi è lei?»
Saerin scosse il capo. «I Reietti sono più mostri nella notte che vere 'personalità’ agli occhi di molti, Madre, e parecchio è stato perduto o male interpretato. Da quanto riesco a capire, tra i Reietti si potrebbe pensare a lei come alla realista: quella che, invece di sedere in alto su un trono, si fa avanti e si sporca le mani. In Vedere attraverso la Frattura, Elandria Bomdat insiste che, a differenza di Moghedien e Graendal, Mesaana fosse disposta a prendere le redini direttamente.
«Non è stata mai nota come la più abile o potente dei Reietti, ma era estremamente capace. Elandria spiega che quello che faceva era ciò che andava fatto. Quando altri stavano complottando, lei costruiva attentamente difese e addestrava nuove reclute.» Saerin esitò. «Lei... be’, suona molto simile a una Amyrlin, Madre. L’Amyrlin dell’Ombra.
«Luce» disse Yukiri. «Non c’è da meravigliarsi che si sia sistemata qui.» La Grigia pareva molto turbata da quello.
«L’unica altra informazione rilevante che sono riuscita a trovare, Madre,» disse Saerin «è stata un curioso riferimento da parte della studiosa dell’Azzurra Lannis, che indicava che Mesaana era seconda solo a Demandred per pura rabbia.»
Egwene si accigliò. «Io penserei che tutti i Reietti siano pieni di odio.»
«Non odio» disse Saeirin. «Rabbia. Lannis pensava che Mesaana fosse arrabbiata verso sé stessa, verso il mondo, verso gli altri Reietti — perché non era uno di quelli di primo piano. Questo poteva renderla molto pericolosa.»
Egwene annuì lentamente. È un’organizzatrice, pensò. Un’amministratrice che odia essere relegata a quella posizione.
Era questo il motivo per cui era rimasta nella Torre dopo che le Sorelle Nere erano state scoperte? Desiderava portare qualche grande risultato al Tenebroso? Verin aveva detto che i Reietti erano accomunati da una caratteristica: il loro egoismo.
Ha cercato di consegnare una Torre Bianca spezzata, pensò Egwene. Ma in quello ha fallito. Probabilmente faceva parte anche del tentativo di rapire Rand. Un altro fiasco. E le donne mandate a distruggere la Torre Nera?
Mesaana avrebbe avuto bisogno di qualcosa di grandioso per compensare così tanti fallimenti. Uccidere Egwene avrebbe funzionato. Quello avrebbe potuto far piombare la Torre Bianca di nuovo nella divisione.
Gawyn era stato mortificato quando lei gli aveva detto che poteva usare sé stessa come esca. Osava farlo? Strinse il parapetto, lì in piedi in cima alla Torre, sopra la città che dipendeva da lei, guardando un mondo che aveva bisogno di lei.
Bisognava fare qualcosa; Mesaana doveva essere stanata. Se quello che Saerin diceva era vero, allora la donna sarebbe stata disposta a combattere direttamente: non si sarebbe nascosta per dare colpetti dalle ombre. Il compito di Egwene, perciò, era di tentarla con un’opportunità, una che non sembrasse ovvia, una a cui non avrebbe potuto resistere.
«Venite» disse Egwene, dirigendosi verso la rampa che scendeva dentro la Torre. «Ho dei preparativi da fare.»
16
Shanna’har
Faile camminava per l’accampamento nella luce sempre più fioca della sera, dirigendosi verso la tenda del furiere. Perrin aveva mandato i loro gruppi di esploratori attraverso un passaggio a Cairhien; sarebbero tornati il mattino successivo.
Perrin stava ancora rimuginando sui Manti Bianchi. Nel corso degli ultimi giorni, i due eserciti si erano scambiati diverse lettere, con Perrin che cercava di indurli a un secondo incontro più formale mentre i Manti Bianchi insistevano per una battaglia. Faile aveva dato a Perrin degli ammonimenti espliciti sull’andare a incontrarsi furtivamente con i Manti Bianchi senza di lei.
Perrin rimaneva in stallo mentre lasciava che Elyas e gli Aiel effettuassero ricognizioni sui Manti Bianchi per provare a trovare un modo per far sgattaiolare fuori la loro gente, ma era improbabile che fosse stata una possibilità. Ci era riuscito nei Fiumi Gemelli, ma lì si era trattato solo di una manciata di prigionieri. Adesso erano centinaia.