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Ma non è a niuno de' sopra detti inferiore per ingegno, virtù e merito Maso Mazzuoli, detto Maso da San Friano, giovane di circa trenta o trentadue anni, il quale ebbe i suoi primi principii da Pierfrancesco di Iacopo di Sandro nostro accademico, di cui si è in altro luogo favellato. Costui, dico, oltre all'avere mostro quanto sa e quanto si può di lui sperare in molti quadri e pitture minori, l'ha finalmente mostrato in due tavole con molto suo onore e piena sodisfazione dell'universale, avendo in esse mostrato invenzione, disegno, maniera, grazia et unione nel colorito. Delle quali tavole in una, che è nella chiesa di Santo Apostolo di Firenze, è la Natività di Gesù Cristo. E nell'altra, posta nella chiesa di San Piero Maggiore, che è bella quanto più non l'arebbe potuta fare un ben pratico e vecchio maestro, è la Visitazione di Nostra Donna a Santa Lisabetta, fatta con molte belle considerazioni e giudizio; onde le teste, i panni, l'attitudini, i casamenti et ogni altra cosa è piena di vaghezza e di grazia. Costui nell'esequie del Buonarruoto, come accademico et amorevole, e poi nelle nozze della reina Giovanna in alcune storie si portò bene oltre modo.

Ora perché non solo nella vita di Ridolfo Ghirlandaio si è ragionato di Michele suo discepolo e di Carlo da Loro, ma anco in altri luoghi, qui non dirò altro di loro ancor che sieno de' nostri accademici, essendosene detto a bastanza.

Già non tacerò che sono similmente stati discepoli e creati del Ghirlandaio, Andrea del Minga, ancor esso de' nostri accademici, che ha fatto e fa molte opere, e Girolamo di Francesco crucifissaio, giovane di ventisei anni, e Mirabello di Salincorno pittori, i quali hanno fatto e fanno così fatte opere di pittura a olio, in fresco e ritratti che si può di loro sperare onoratissima riuscita. Questi due fecero insieme, già sono parecchi anni, alcune pitture a fresco nella chiesa de' Scapuccini fuor di Fiorenza, che sono ragionevoli. E nell'esequie di Michelagnolo e nozze sopra dette si fecero anch'essi molto onore. Ha Mirabello fatto molti ritratti e particolarmente quello dell'illustrissimo Prencipe più d'una volta, e molti altri che sono in mano di diversi gentiluomini fiorentini. Ha anco molto onorato la nostra Accademia e se stesso Federigo di Lamberto d'Asterdam fiammingo, genero del padoano Cartaro, nelle dette esequie e nell'apparato delle nozze del Prencipe; et oltre ciò ha mostro in molti quadri di pitture a olio grandi e piccoli et altre opere, che ha fatto buona maniera e buon disegno e giudizio. E se ha meritato lode in sin qui, più ne meriterà per l'avenire, adoperandosi egli con molto acquisto continuamente in Fiorenza, la quale par che si abbia eletta per patria, e dove è ai giovani di molto giovamento la concorrenza e l'emulazione.

Si è anco fatto conoscere di bello ingegno et universalmente copioso di buoni capricci Bernardo Timante Buonacorsi, il quale ebbe nella sua fanciullezza i primi principii della pittura dal Vasari, poi continuando ha tanto acquistato, che ha già servito molti anni e serve con molto favore l'illustrissimo signor don Francesco Medici principe di Firenze. Il quale l'ha fatto e fa continuamente lavorare, onde ha condotto per sua eccellenza molte opere miniate, secondo il modo di don Giulio Clovio, come sono molti ritratti e storie di figure piccole, condotte con molta diligenza.

Il medesimo ha fatto con bell'architettura ordinatagli dal detto Prencipe uno studiolo con partimenti d'ebano e colonne di elitropie e diaspri orientali e di lapislazzari, che hanno base e capitelli d'argento intagliati, et oltre ciò ha l'ordine di quel lavoro, per tutto ripieno di gioie e vaghissimi ornamenti d'argento, con belle figurette. Dentro ai quali ornamenti vanno miniature, e fra' termini accoppiati figure tonde d'argento e d'oro, tramezzate da altri partimenti di agate, diaspri, elitropie, sardoni, corniuole et altre pietre finissime, che il tutto qui raccontare sarebbe lunghissima storia. Basta che in questa opera, la quale è presso al fine, ha mostrato Bernardo bellissimo ingegno et atto a tutte le cose; servendosene quel signore a molte sue ingegnose fantasie di tirari per pesi d'argani e di linee, oltra che ha con facilità trovato il modo di fondere il cristallo di montagna e purificarlo e fattone istorie e vasi di più colori, che a tutto Bernardo s'intermette, come ancora si vedrà nel condurre in poco tempo vasi di porcellana, che hanno tutta la perfezzione che più antichi e perfetti; che di questo n'è oggi maestro eccellentissimo Giulio da Urbino, quale si trova appresso allo illustrissimo duca Alfonso Secondo di Ferrara, che fa cose stupende di vasi di terre di più sorte, et a quegli di porcellana dà garbi bellissimi, oltre al condurre della medesima terra duri e con pulimento straordinario quadrini et ottangoli e tondi per far pavimenti contrafatti che paiono pietre mischie, che di queste cose ha il modo il Principe nostro da farne.

Ha dato sua eccellenzia principio ancora a fare un tavolino di gioie con ricco ornamento per accompagnarne un altro del duca Cosimo suo padre, finito non è molto col disegno del Vasari, che è cosa rara, commesso tutto nello alabastro orientale e ne' pezzi grandi di diaspri e chiropie, corgnole, lapislazzari et agate con altre pietre e gioie di pregio che vagliono ventimila scudi; questo tavolino è stato condotto da Bernardino di Porfirio da Leccio, del contado di Fiorenza, il quale è eccellente in questo, che condusse a Messer Bindo Altoviti parimente di diaspri un ottangolo commessi nell'ebano et avorio col disegno del medesimo Vasari, il quale Bernardino è oggi al servigio di loro eccellenzie.

E per tornare a Bernardo dico che nella pittura il medesimo mostrò altresì, fuori dell'aspettazione di molti, che sa non meno fare le figure grandi che le piccole, quando fece quella gran tela, di cui si è ragionato, nell'essequie di Michelagnolo. Fu anco adoperato Bernardo con suo molto onore nelle nozze del suo e nostro Prencipe, in alcune mascherate, nel Trionfo de' Sogni, come si dirà, negl'intermedii della commedia, che fu recitata in palazzo, come da altri è stato raccontato distesamente. E se avesse costui quando era giovinetto (se bene non passa anco trenta anni) atteso agli studii dell'arte, sì come attese al modo di fortificare, in che spese assai tempo, egli sarebbe oggi per aventura a tal grado d'eccellenza che altri ne stupirebbe, tuttavia si crede abbia a conseguire per ogni modo il medesimo fine, se bene alquanto più tardi, perciò che è tutto ingegno e virtù. A che si aggiugne l'essere sempre esercitato et adoperato dal suo signore et in cose onoratissime.

È anco nostro accademico Giovanni della Strada fiammingo, il quale ha buon disegno, bonissimi capricci, molta invenzione e buon modo di colorire. Et avendo molto acquistato in dieci anni che ha lavorato in palazzo a tempera, a fresco et a olio, con ordine e disegni di Giorgio Vasari, può stare a paragone di quanti pittori ha al suo servizio il detto signor Duca. Ma oggi la principal cura di costui si è fare cartoni per diversi panni d'arazzo, che fa fare pur con l'ordine del Vasari il Duca et il Principe di diverse sorte, secondo le storie che hanno in alto di pittura le camere e stanze dipinte dal Vasari in palazzo, per ornamento delle quali si fanno, acciò corrisponda il parato da basso d'arazzi con le pitture di sopra. Per le stanze di Saturno, d'Opi, di Cerere, di Giove e d'Ercole ha fatto vaghissimi cartoni per circa trenta pezzi d'arazzi. E per le stanze di sopra, dove abita la Principessa, che sono quattro dedicate alla virtù delle donne, con istorie di Romane, Ebree, Greche e Toscane, cioè le Sabine, Ester, Penelope e Gualdrada, ha fatto similmente cartoni per panni bellissimi, e similmente per dieci panni d'un salotto, nei quali è la vita dell'uomo. Et il simile ha fatto per le cinque stanze di sotto, dove abita il Principe, dedicate a Davit, Salamone, Ciro et altri. E per venti stanze del palazzo del Poggio a Caiano, che se ne fanno i panni giornalmente, ha fatto con l'invenzione del Duca ne' cartoni le cacce che si fanno di tutti gl'animali et i modi d'uccellare e pescare, con le più strane e belle invenzioni del mondo. Nelle quali varietà d'animali, d'ucelli, di pesci, di paesi e di vestiri, con cacciatori a piedi et a cavallo, et uccellatori in diversi abiti e pescatori ignudi, ha mostrato e mostra di essere veramente valent'uomo e d'aver bene appreso la maniera italiana con pensiero di vivere e morire a Fiorenza in servigio de' suoi illustrissimi signori, in compagnia del Vasari e degl'altri accademici.