— Non si tratta di un furto vero e proprio. La nave è di mio padre, e lui non è in grado né di opporsi né di dare il suo consenso. Io non temo il giudizio di nessuno, ad An. Ma so che voi date molta importanza al dovere e all’onore.
— È proprio il senso dell’onore che mi muove. Sono della Guardia della Morgol da sette anni, e a Corona ho trenta ragazze sotto il mio comando. Ma devo confessare che abbandonare la Morgol a questo modo va contro ogni addestramento e ogni principio. È una cosa senza precedenti.
— Alla Scuola sarà al sicuro.
— Lo so. Ma mi chiedo cosa penserà di me.
Dove la strada sfociava sui moli fecero rallentare i cavalli, e poco più avanti videro la nave del Re di An che oscillava ormeggiata al molo, sotto la luce della luna. Nella cabina di poppa era accesa una lanterna. Sul ponte ci fu il tonfo di una sacca che veniva scaricata da qualcuno salito a bordo proprio allora, e una delle ragazze sussurrò:
— Quelli devono essere i libri del Nobile Rood. Se non ci ritroveremo tutte quante a leggerli in fondo al mare, giuro che me ne mangierò uno intero, copertina di ferro compresa.
— Io avrei preferito bere qualcosa di forte — brontolò Goh. — Allora, quali sono le istruzioni?
Lyra le fece scendere da cavallo, poi confabulò un poco con loro. Quando il marinaio che aveva portato la sacca scese sul molo, fece un gesto e due delle ragazze gli si misero alle calcagna in perfetto silenzio. Le altre, Raederle compresa, la seguirono in punta di piedi su per la passerella. L’unico rumore era quello dello sciabordio delle onde e del sartiame. In quel silenzio lunare Raederle fu costretta a farsi forza e si guardò attorno, rabbrividendo come se sentisse intorno a sé la presenza di oscure ombre sbucate dalle acque del mare. Una delle guardie si appostò sul ponte, le altre due scesero svelte con Lyra sottocoperta. Raederle attese alcuni minuti per dar loro il tempo di fare quel che avevano progettato, quindi si mosse verso la cabina di poppa ed entrò. Bri Corbett era seduto al tavolo insieme a un mercante, e i due chiacchieravano sottovoce davanti ai loro boccali di vino. Il comandante accolse l’ingresso di lei con un sorrisetto perplesso.
— Siete un poco in anticipo, signora. Vi attendevo dopo cena. Il Nobile Rood sta portando i cavalli a bordo?
— No. Lui non verrà.
— Non ha intenzione di imbarcarsi? Allora cosa desidera che ne facciamo della sua roba? — Si accigliò, insospettito. — Non se ne sarà andato da qualche parte con i suoi mezzi, come vostro padre?
— No. — La ragazza aveva la gola secca. Deglutì saliva. — Sono io ad andarmene. Viaggerò fino al Monte Erlenstar. Voi mi porterete fino al porto di Kraal. Se vi rifiutate, sono certa che il comandante della nave della Morgol accetterà di condurre in mare questa nave.
— Cosa? — Corbett si alzò, inarcando le grigie sopracciglia fin quasi all’attaccatura dei capelli. Il mercante stava sogghignando. — Un estraneo dovrebbe prendere il comando di una nave del Re? Passando sulle mie ossa morte e bruciate, forse. Mia cara ragazza, mettetevi a sedere e fatemi il favore di non… — La voce gli si bloccò: Lyra era scivolata dentro silenziosa come un fantasma, con la lancia puntata contro di lui. Raederle lo udì ansimare di sorpresa. Il mercante aveva smesso di sorridere.
— L’equipaggio era quasi tutto di sotto — disse Lyra. — Imer e Goh li stanno tenendo a bada. C’è stato un piccolo malinteso quando un paio di loro hanno pensato che le mie ragazze puntassero gli archi per scherzo, e così abbiamo dovuto dare una piccola dimostrazione… i due non sono feriti. Comunque, pare che il vostro barile di vino si sia rotto. Il cuoco lo ha sfondato con la testa mentre cercava di disarmare Goh.
— Era la loro razione di vino per il viaggio — borbottò Corbett. — Buon vino di Herun. — Il mercante si alzò in piedi; Lyra lo fissò, senza spostare la lancia, e l’uomo restò immobile dov’era.
Raederle disse: — Due guardie hanno seguito l’uomo sceso poco fa a terra; ritroveranno il resto dell’equipaggio. Tuttavia, Bri, voi volevate andare al Monte Erlenstar. Lo avete detto voi stesso.
— E voi… volete dire che mi avete preso sul serio?
— Non so fino a che punto eravate serio. Io lo sono.
— Ma vostro padre! Mi strapperà i denti uno ad uno con le sue mani, quando scoprirà che ho acconsentito di portare la sua Erede e l’Erede di Herun in un balordo… in un viaggio non autorizzato e pericoloso. E la Morgol sarebbe capace di mettere in armi Herun!
— Se non volete comandare la nave troveremo qualcun altro che lo farà. Le taverne e i moli sono piene di marinai competenti, disposti ad accettare un buon premio d’ingaggio. Se volete, faremo in modo che vi trovino legato da qualche parte, insieme a questo mercante, così potrete dimostrare la vostra completa innocenza.
— Sbattermi fuori dalla mia stessa nave? — ringhiò l’uomo, irritato.
— Ascoltatemi, Bri Corbett — disse lei con calma. — Io ho perduto un amico che amavo, l’uomo che avrei potuto sposare, lassù in qualche luogo fra Passo Isig e Monte Erlenstar. Volete dirmi per quale motivo dovrei tornare a casa mia? Altri interminabili silenzi e altre attese ad Anuin? Coi nobili di tutto il regno che mi ciondolano in casa e litigano per ottenere la mia mano, mentre il mondo si sta spaccando in due com’è successo alla mente di Morgon? Con Raith di Hel che…
— Lo so. — Corbett mosse una mano verso di lei. — Vi capisco. Ma voi non potete fare questo.
— Avete affermato che sareste stato capace di portare questa nave fin davanti alla dimora del Supremo, se mio padre ve l’avesse chiesto. Non avete mai pensato che mio padre potrebbe trovarsi presto nello stesso pericolo che ha irretito Morgon? Volete navigare tranquillamente verso Anuin e lasciarlo da solo là nel nord? Anche se voi riusciste in qualche modo a scacciarci da questa nave, noi viaggeremo con altri mezzi. E ve la sentireste di tornare ad Anuin e di portare a Duac questa notizia, oltre a quello che è già capitato? Io ho delle domande da fare. E voglio le risposte. Io andrò al Monte Erlenstar. Intendete governare la nave per noi, o dovrò trovare un altro comandante?
Bri Corbett aveva i pugni stretti. Li poggiò sul tavolo e li fissò per qualche momento, rosso in faccia e muto. Poi risollevò lentamente la testa, fissando Raederle come se la ragazza fosse entrata dalla porta in quel momento ed egli avesse dimenticato perché. — A Kraal avrete bisogno di un’altra nave adatta al fiume. Ve l’ho detto, questo.
— Lo so. — La voce di lei ebbe un tremito, quando vide lo sguardo di Corbett.
— Posso portarvi a Kraal, ma solo a un patto: mi permetterete di portarvi anche su per il corso del Fiume Inverno?
— Io preferirei… preferirei voi a chiunque altro.
— Non abbiamo abbastanza rifornimenti per arrivare a Kraal. Dovremo fermarci a Caerweddin, forse, o a Hlurle.
— lo non ho mai visto la città di Caerweddin.
— È una città piacevole. Da Kraal a Isig sono bei posti. Non vado lassù da… mmh, bene. Avremo bisogno di altro vino. Gli uomini dell’equipaggio sono a posto, i migliori con cui io abbia mia navigato, ma pretendono roba genuina per sciacquarsi via il salmastro dalla gola.
— Io ho del denaro, e alcuni gioielli. Penso che ne avrete bisogno.
— L’avete detto. — Emise un lungo sospiro. — Voi mi ricordate sempre più qualcuno. Quella persona contorta e incomprensibile che ben conoscete. — Il mercante fece per protestare qualcosa, e Bri Corbett annuì verso di lui. Poi si volse a Lyra, rispettosamente. — Cosa intendete fare col nostro ospite? Se potrà scendere a terra, correrà a bussare alla porta della Scuola prima che questa nave sia fuori dal porto.
Lyra osservò il mercante. — Potremmo legarlo e lasciarlo sul molo. Qualcuno lo troverà, domattina.