— Tu sei quella che dovrà lavorarci sopra. Come puoi indovinare il nome che i Signori della Terra avevano messo su quell’oggetto? Non è per noi o per la nave che temo, ma per la tua mente…
— Sono forse io che vengo da te a chiedere consiglio? — la interruppe Raederle.
— No — ammise Lyra, riluttante. — Ma quando io faccio qualcosa so ciò che sto facendo.
— Certo. Stai per essere ammazzata da una stregoneria. Ma io mi tiro forse indietro?
— No, ma… — sospirò lei. — E va bene. Ora non resta che dire a Bri Corbett dove andrà la nave, perché pensi a come procurarsi le provviste. E dobbiamo rimandare Tristan a casa sua. Tu riesci a immaginare un buon modo per farlo?
Le due ragazze restarono lì sedute a pensarci sopra. Un’ora dopo Lyra scivolò senza farsi vedere fuori dal palazzo, raggiunse il molo e informò Corbett di prepararsi a far rotta verso il nord; Raederle andò in sala del trono per parlare a Hereu Ymris.
Lo trovò circondato dai suoi nobili e occupato a discutere la situazione che s’era sviluppata a Meremont. Sulla soglia del vasto locale esitò, incerta, ma appena il Re notò la sua presenza si alzò e sfoggiando una doverosa cortesia s’affrettò a raggiungerla. Incontrando il suo sguardo limpido e diretto Raederle rifletté che Lyra aveva intuito giusto: sarebbe stato più facile ingannare lui che Astrin. E fu lieta che il sensitivo Erede di Ymris non fosse lì. Il Re sorrise. — C’è qualcosa che io possa fare per voi? Se è così, non avete che da darmi i vostri ordini.
Raederle era abituata alle galanterie. Annuì. — Gradirei parlare con voi un momento, se non disturbo.
— È un piacere.
— Potreste… avreste la possibilità di fare a meno di una delle vostre navi da guerra per riportare Tristan a casa sua? Bri Corbett dovrà fermarsi a Caithnard per sbarcare Lyra e prendere a bordo mio fratello. Tristan è irragionevolmente decisa a recarsi al Monte Erlenstar, e se a Caithnard potesse trovare il modo di sfuggire a Corbett non esiterebbe. Vuole andare nel settentrione, non importa se a piedi o via nave, e questo la riporterebbe nel mezzo dei vostri campi di battaglia.
Il Re inarcò un sopracciglio. — È una che non cambia idea, eh? Come Morgon.
— Già. E se lei… se le accadesse qualcosa, per il popolo di Hed sarebbe una tragedia. Corbett potrebbe sbarcarla a Hed prima di portarci a Caithnard, è vero, ma non si fida a navigare in quelle acque. Athol e Spring di Hed furono fatti misteriosamente naufragare proprio là, dove anche Morgon per poco non affogò. Mi sentirei più tranquilla se a proteggerla ci fosse qualcosa di meglio che poche ragazze e dei marinai.
Lui rifletté un attimo. — A questo non avevo pensato. Comunque soltanto cinque delle navi sono addette al trasporto di truppe; due sono più leggere e adibite alla sorveglianza costiera. Potrò incaricare della missione una di queste. Se potessi le invierei tutte quante con voi a Caithnard. Per esser franco, mai ho visto un tale insieme di persone del vostro rango imbarcarsi in un viaggio così… sconsiderato, se mi è permesso dirlo.
Lei arrossì lievemente. — Lo so. Abbiamo fatto un errore a portare con noi Tristan così lontano.
— Tristan! E che mi dite di voi e dell’Erede della Morgol?
— Per noi è diverso.
— Diverso come, in nome di Yrth?
— Se non altro, noi sappiamo che c’è un mondo di distanza fra Hed e il Supremo.
— Sicuro — borbottò lui. — E non è un posto adatto a voi, di questi tempi. Ho constatato che il comandante della vostra nave se ne rende conto. Ma ancora non capisco cosa gli è preso di salpare da Caithnard con tutte voi.
— Non è stata colpa sua. Non gli abbiamo lasciato scelta.
— Mi chiedo con quali argomenti siate riuscite a costringerlo. Le guardie della Morgol sono addestrate all’uso delle armi, ma non sono certo irragionevoli. E avreste potuto incontrare ben di peggio che le mie navi da guerra sulla costa di Ymris. Ci sono momenti in cui penso di combattere soltanto contro i ribelli, ma in altri l’intera guerra sembra cambiare forma sotto ai miei occhi, e allora non sono neppure certo di poterla contenere, e mi domando fin dove potrà estendersi. Per quanto il conflitto sia ancora circoscritto, ha un potenziale terribile. Bri Corbett non avrebbe potuto scegliere un periodo peggiore per far rotta così vicino a Meremont con voi a bordo.
— Lui non sapeva che vi fosse una guerra in atto.
— Se sulla sua nave ci fosse stato vostro padre, avrebbe provveduto a informarsi doverosamente. Ho dovuto annotargli questa sua mancanza. E lo stesso ho fatto con Astrin, che oggi vi ha portata a Pian Bocca di Re… una grossa sciocchezza! — L’uomo tacque, e Raederle lo vide portarsi una mano agli occhi quasi a mascherare la tensione che gli aveva irrigidito il volto. La fanciulla abbassò gli occhi, deglutendo saliva.
— Gli avete parlato di questo?
— Sì. E ha dovuto darmi ragione. Questo non è il momento migliore perché gente di buonsenso, come voi, Astrin e Corbett, si permetta di rinunciare al raziocinio. — Le poggiò una mano su una spalla, e la sua voce si raddolcì. — Io capisco ciò che desiderate fare, e ne capisco il motivo. Ma lasciate che di questo compito s’incarichi qualcuno più capace e più esperto.
Lei mormorò un vago assenso e chinò il capo, ingoiando senza replicare anche quell’ultima frase. Poi riuscì a sorridergli. — Vi ringrazio per la nave. Lo direte voi a Tristan, domattina?
— La scorterò a bordo io personalmente.
Raederle incontrò di nuovo Lyra più tardi, in un corridoio, mentre si recavano a cena nel salone. La bruna le si accostò. — Corbett ha discusso un po’, ma io gli ho giurato su ciò che resta del mio onore che non sarà costretto a farsi inseguire dalle navi da guerra. La cosa non lo ha entusiasmato, però sa cosa sei capace di fare con alcuni fili intrecciati. Dice che qualunque cosa tu abbia studiato per domani sarà meglio che funzioni, perché non gli piacerebbe doversi trovare di nuovo faccia a faccia con Hereu Ymris dopo uno scherzetto del genere.
Raederle ebbe un fremito a quel pensiero. — Non piacerebbe neppure a me — mormorò. Tristan scese giusto allora dalla sua camera, a disagio e un po’ stordita come se si fosse svegliata da poco. Nel vederle il suo volto si schiari subito in un sorriso, e davanti alla fiducia che le brillava negli occhi Raederle sentì una fitta di rimorso. La prese per mano. — Hai fame? Stiamo andando nel salone reale per la cena.
— Cenare, dinnanzi a tutta la corte? — Con un ansito ebbe il gesto istintivo di stirarsi il vestituccio malandato. Girò lo sguardo sui mosaici scintillanti delle pareti, sulle torce di bronzo, sugli scudi intarsiati d’argento sopra cui erano appese armi antiche e ingioiellate. Poi mormorò: — Morgon è stato in questa casa! — Raddrizzò le spalle e seguì le altre due ragazze nella grande sala.
Il giorno successivo vennero svegliate da una cameriera prima dell’alba. Indossarono le ricche vesti che Hereu Ymris aveva fatto preparare per loro, poi uscirono a cavallo con il Re, Astrin, i nobili di Umber e di Tor, e seguite da trecento uomini armati sfilarono nelle silenziose strade di Caerweddin. Qua e là videro aprirsi le fessure debolmente luminose di finestre e porte, e qualche faccia sporgersi a osservare la rapida e silenziosa marcia dei guerrieri. Ai moli gli intrecci dei pennoni e del sartiame si stagliavano neri contro la parete di nebbia perlacea che aleggiava sull’estuario; le voci e i passi sembravano rumori scorporizzati in quel grigiore antelucano. Gli uomini ruppero le file e salirono sul ponte delle navi. Bri Corbett scese dalla passerella incontro a Raederle, e prima di condurre a bordo il cavallo di lei la salutò con un borbottio duro e preoccupato. Le guardie della Morgol lo seguirono tirandosi dietro per le briglie i loro animali.
Sulla banchina Raederle si accostò a Hereu giusto in tempo per sentire che l’uomo annunciava a Tristan: — Signora, è mia intenzione rimandarvi a casa vostra sulla nave da guerra al comando di Astrin. Con lui sarete al sicuro, e i suoi uomini hanno l’ordine di proteggervi. È una nave veloce, e sarete a casa in breve tempo.