— Oh, per il Sole Oscuro — esplose infine il bardo. — Non ho mai saputo che Lovva avesse avuto un figlio da me!
— Non trovi che sia davvero ironico? — scoppiò a ridere Calonderiel. — Di certo ho scelto il bardo più indicato a dare una risposta alla mia domanda. Hai davvero una strana passione per le donne con gli orecchi arrotondati, amico mio.
— Non sono poi state così tante!
Quando Calonderiel scoppiò a ridere, il bardo accennò ad assestargli un pugno.
— Smettila di ululare come un orchetto! Voglio sapere tutto su questo mio figlio, ogni dettaglio che riesci a ricordare.
Non molti giorni più tardi, Rhodry costituì l’argomento di un’altra discussione, che si svolse però nel Bardek, al di là del Mare Meridionale. In una stanza al piano superiore di una villa isolata, nelle profondità di una zona collinosa dell’isola principale, due uomini seduti su un divano color porpora erano intenti ad osservarne un terzo che sedeva invece ad un tavolo coperto di libri e di rotoli di pergamena. Il terzo uomo era disgustosamente grasso, floscio e grinzoso come una vecchia e lacera palla di cuoio, e sul suo cranio dalla pelle scura rimanevano soltanto pochi ciuffi di capelli bianchi; ogni volta che sollevava lo sguardo, le palpebre gli si abbassavano in maniera incontrollabile, nascondendo parzialmente gli occhi castani. Quell’uomo si era immerso così totalmente e così a lungo nello studio del dweomer oscuro che non aveva più neppure un nome: adesso era soltanto il Vecchio.
I due visitatori seduti sul divano erano entrambi originari di Deverry. Alastyr, che dimostrava cinquant’anni ma che era in effetti vicino alla settantina, era un individuo robusto con il volto squadrato e i capelli grigi; a prima vista, aveva il tipico aspetto dei mercanti di Cerrmor, con i calzoni a scacchi e la camicia ricamata, e in effetti badava sempre a recitare con cura quella parte. Il suo compagno, Sarcyn, aveva appena compiuto i trent’anni; con i capelli biondi, gli occhi di un azzurro intenso e i lineamenti regolari, sarebbe apparso attraente se non ci fosse stato qualcosa nel modo in cui sorrideva e nell’espressione rovente dei suoi occhi, che induceva la gente a trovarlo repellente.
Entrambi i visitatori rimasero in assoluto silenzio fino a quando il Vecchio non sollevò lo sguardo, piegando la testa all’indietro in modo da poterli vedere bene.
— Ho riesaminato tutti i calcoli principali — affermò, con voce che somigliava al rumore di due rami secchi sfregati uno contro l’altro. — Qui c’è all’opera qualcosa di nascosto che non riesco a capire… un segreto, o forse una forza messa in opera dal Destino, che ha interferito con i nostri piani.
— Non si potrebbe essere trattato semplicemente dell’intervento del Maestro dell’Aethyr? — domandò Alastyr. — Loddlaen se la stava cavando in maniera splendida finché non è entrato in gioco lui.
Il Vecchio scosse il capo e raccolse un fascio di pergamene.
— Questo è l’oroscopo di Tingyr, il padre di Rhodry. La mia arte è molto complessa, piccolo Alastyr, e un singolo oroscopo rivela pochi segreti.
— Capisco. Non me ne ero reso conto.
— Non ne dubito, perché pochi conoscono le stelle bene quanto me. Ora, la maggior parte della gente pensa che quando un uomo muore il suo oroscopo non serva più, ma l’astrologia è l’arte dello studio degli inizi, e qualsiasi sia il modo in cui un uomo inizia la sua vita… come figlio, per esempio… l’influenza delle sue stelle continua anche dopo la morte. Quando ho correlato questo oroscopo con certi transiti di stelle, è parso chiaro che quest’estate Tingyr avrebbe perso un figlio mediante un inganno da parte di qualcuno. Dal momento che le carte astrali dell’altro fratello indicavano che lui non correva pericolo, era quindi ovvio che il figlio destinato a morire fosse Rhodry.
— L’anno non è ancora finito, e sarebbe facile mandare un assassino a dargli la caccia.
— Facile e del tutto inutile. I presagi indicano con chiarezza che lui morirà in battaglia. Hai forse dimenticato tutto quello che ti ho insegnato?
— Ti porgo le mie umili scuse.
— Inoltre, l’anno di Deverry termina con Samaen, quindi ormai ci resta meno di un mese. No, è come ho detto io: qui è all’opera qualche fattore nascosto. — Il Vecchio lasciò indugiare lo sguardo sul tavolo carico di carte, poi riprese: — Tuttavia, mi sembrava di possedere tutte le informazioni necessarie, e questo potrebbe presagire male… per tutti noi. No, Alastyr, non manderemo nessun assassino e non useremo nessun mezzo drastico fino a quando non avrò districato questo enigma.
— Faremo come desideri, naturalmente.
— Naturalmente. — Il Vecchio raccolse uno stilo d’osso e batté con esso qualche colpetto su un’altra pergamena. — Anche questa donna mi lascia perplesso… invero Jill mi sconcerta molto, perché nei presagi non c’era nulla che parlasse di una donna capace di combattere come un uomo. Vorrei raccogliere maggiori informazioni sul suo conto, se possibile perfino la sua data di nascita, in modo da poter analizzare le sue stelle.
— Farò ogni sforzo per portarti al mio ritorno ciò che ti serve. Con un cenno di approvazione che fece tremare i suoi molteplici menti, il Vecchio spostò la propria mole sulla sedia.
— Manda il tuo apprendista a prendere il mio pranzo — ordinò.
Alastyr rivolse un cenno a Sarcyn, che si alzò con pronta obbedienza e lasciò la stanza; quando fu uscito, il Vecchio indugiò per qualche momento a contemplare la porta chiusa.
— Quell’uomo ti odia — affermò infine.
— Davvero? Non me ne ero reso conto.
— Senza dubbio sta facendo di tutto per nasconderlo. Ora, è giusto e normale che un apprendista sia in lotta costante con il suo maestro, perché in quale modo può l’uomo imparare al meglio se non lottando per acquisire il sapere? Ma l’odio è una cosa molto pericolosa.
Alastyr si chiese se il Vecchio avesse scorto un presagio indicante che Sarcyn costituiva una concreta minaccia, ma sapeva che il maestro non lo avrebbe mai detto, se non dietro pagamento di un prezzo considerevole: il Vecchio era il maggiore esperto vivente di quella particolare branca del dweomer oscuro che consisteva nello strappare accenni di eventi futuri ad un universo restio a rivelarli.
La sua personale versione distorta dell’astrologia rientrava in quell’arte, che richiedeva molta meditazione e una pericolosa forma di esplorazione astrale; dal momento che era prezioso e a suo modo scrupolosamente onesto, il Vecchio godeva di un rispetto e di una lealtà che erano una cosa rara fra coloro che possedevano il dweomer oscuro ed era, in senso limitato, ciò di più simile ad un capo che la loro «confraternita» avesse mai avuto.
Poiché la sua età e la sua mole lo costringevano a restare confinato in quella villa, Alastyr aveva stipulato con lui un accordo in base al quale si era accollato quella parte del lavoro del Vecchio che richiedeva viaggi e spostamenti in cambio di un aiuto nei propri progetti.
Alcuni minuti più tardi Sarcyn tornò con un vassoio su cui era posata una ciotola, e dopo aver deposto il tutto davanti al Vecchio tornò a sedersi accanto ad Alastyr. La ciotola conteneva carne fresca di un animale appena ucciso, mescolata con il sangue ancora caldo… un cibo necessario per gli anziani maestri delle arti oscure. Il Vecchio immerse con delicatezza un dito nella ciotola e lo leccò.
— Ora, veniamo al tuo lavoro — disse. — I tempi sono ormai maturi per ottenere quello che cerchi, ma dovrai essere molto cauto. So che hai preso parecchie precauzioni, ma ricorda la cura con cui abbiamo lavorato per eliminare Rhodry… e tu sai bene quanto me come sono andate a finire le cose.
— Ti garantisco che sarò costantemente sul chi vive.
— Bene. La prossima estate una certa configurazione di pianeti sarà ostile nell’oroscopo del Sommo Re di Deverry, e questo raggruppamento sarà a sua volta influenzato da sottili fattori che esulano dalla tua comprensione. Tutti questi presagi esaminati complessivamente indicano che il re potrebbe perdere un potente custode, se qualcuno decidesse di operare per sottrarglielo.