— Nient’altro da comunicare, allora. Arriveremo laggiù dopo il tramonto — ripeté Davis, — e vedremo se nella laguna ci sono novità.
Nick si avviò verso la sua cabina radio, ma fatti pochi passi si fermò. — Dimenticavo! — esclamò. — Il radiotelegrafista mi ha detto che alla stazione sono tutti scombussolati. Un’ora fa hanno saputo che è stato avvistato un terzo meteorite. Pare che sia stato localizzato a un’altezza superiore alla solita: diecimila metri.
Davis rispose con un cenno, e Nick sparì sottocoperta.
Un branco di focene comparve a poppa dello yacht e ne accompagnò la corsa per qualche minuto, con grandi balzi, poi scomparvero in lontananza. Si comportavano come chi vuoi dar l’impressione di aver fatto qualcosa d’importante.
— Si dice che l’intelligenza delle focene sia paragonabile a quella dell’uomo — commentò Terry. — Se è vero, rimpiango che non sappiano parlare. Forse potrebbero raccontare fatti interessanti sul problema che ci ossessiona!
— Io mi occupo di questa faccenda da mesi — mormorò Davis. — Eppure da quando siete arrivato voi ho scoperto più cose incomprensibili di quante potessi immaginare.
Davis si allontanò, pensoso. Deirdre sorrise a Terry.
— Forse non ve ne siete accorto — disse, — ma con quelle parole, mio padre ha voluto esprimervi la sua gratitudine. — Poi aggiunse: — Noi abbiamo sprecato un sacco di tempo. Abbiamo chiacchierato spesso, ma non abbiamo mai parlato di cose importanti.
— Cioè? — domandò Terry.
— La schiuma, ad esempio — rispose Deirdre. — Quei grossi banchi di schiuma che galleggiano sul mare. Anche loro, guarda caso, compaiono nella zona della Fossa di Luzon. Li ha fotografati un aereo meno di un mese fa, e i pescatori li hanno avvistati più spesso di quanto pensiate. Senza contare il veliero letteralmente sprofondato in una di quelle formazioni. Che ne direste di parlarne un po’?
Sedettero sulla ringhiera del boccaporto e cominciarono a discutere dei banchi di schiuma, misteriosi quanto il resto. A un certo punto Deirdre disse che da bambina restava affascinata quando suo padre si faceva la barba. La schiuma del sapone la incantava. Così, a poco a poco, il discorso si spostò dall’argomento iniziale a tutt’altra cosa, e dopo un’ora i due giovani avevano completamente dimenticato l’intenzione di parlare di “cose importanti”, come aveva detto Deirdre.
Più tardi tornò Davis.
— Ho appena parlato con Morton — disse. — È preoccupatissimo per quel bolide avvistato dall’osservatorio di Palomar. Terry aspettò, in silenzio, il seguito.
— Morton vorrebbe che lo fotografassimo quando cadrà — riprese il padre di Deirdre. — Dai suoi calcoli pare che finirà esattamente nel punto in cui si trovava il “Pelorus” questa mattina.
Terry lo guardò, attento. Le stelle cadenti non sono un fenomeno molto raro. Se si osserva il cielo a lungo, in una notte d’estate, può capitare di vederne parecchie. I bolidi sono stelle cadenti di tipo non molto frequente. Ciò nonostante molta gente ne ha visti almeno due o tre nella sua vita. Nessuno però ha mai pensato di osservare da vicino la caduta di un meteorite in mare o sulla terra. Anche perché l’avvicinarsi troppo al punto di caduta potrebbe essere pericoloso.
— Ritorneremo in quel punto e vedremo di fare qualcosa di buono — riprese Davis. Ma era alquanto imbarazzato. — Morton sostiene che in fondo è un’idiozia, e che se anche riuscissimo a scattare delle fotografie nessuno ci crederebbe.
Dal suo tono di voce mi è parso seriamente preoccupato. Mi ha persino chiesto se potevo ottenere che Manila mandasse un aereo per assistere alla caduta del bolide. Vedrò se mi sarà possibile. — Poi, sempre più impacciato, aggiunse: — Naturalmente nessuno mi darebbe retta se spiegassi per quale motivo voglio l’aereo. Dovrò dire che secondo me è il caso di tener d’occhio la zona perché potrebbe accadere qualcosa di insolito. In tal modo la mia richiesta non sembrerà tanto strana, perché il “Pelorus” deve aver riferito che da quelle parti succedono effettivamente cose strane.
Terry diede l’impressione di voler dire qualcosa, ma poi evidentemente ci ripensò.
— Stavate per parlare — osservò Deirdre quando Davis si fu allontanato. — Cosa vi è passato per la mente?
— Pensavo al capitano Horta — rispose Terry. — Un brav’uomo, ma senza la più pallida nozione scientifica. Gli esperti non crederebbero una parola di ciò che possiamo raccontare noi, ma se ne parlo con Horta e lo prego di riferirlo a qualcuno che come lui non se ne intende di scienza, sono sicuro che la nostra storia verrebbe ad avere il massimo credito. Ad ogni buon conto avremmo degli ottimi testimoni: nel caso in cui le previsioni di Morton si avverassero. E se Morton si sbagliasse… — Terry si strinse nelle spalle — be’, io non ho una reputazione di scienziato da salvare!
— Magnifico — approvò Deirdre. — Mi occupo subito del vostro progetto.
La ragazza scomparve nel boccaporto. Pochi minuti più tardi l’“Esperance” compiva un’ampia virata e invertiva la rotta puntando nella direzione da cui proveniva. Deirdre rimase assente per parecchio tempo. Tornò infine per dire a Terry che Nick, incollato alla trasmittente, si era messo in contatto con la portaerei di stanza a Manila, la quale a sua volta si era messa in contatto con la centrale di polizia della città, e che stavano cercando il capitano Horta perché lui potesse parlargli.
Era quasi il tramonto quando la voce di Horta risuonò nella cuffia che Terry si era infilato appena sceso nella cabina radio del panfilo.
— Vi devo chiedere un favore — cominciò Terry. — Vorrei che un certo numero di persone di Manila venissero informate che questa notte succederà qualcosa di straordinario in mare. Queste stesse persone verranno in seguito chiamate a testimoniare di essere state informate in precedenza di quello che stava per accadere. Potete farlo?
— C’è bisogno di domandarlo? — ribatté la voce del capitano. — Siamo amici, no? Allora qual è l’avvenimento e a chi lo devo dire?
— L’avvenimento è questo — rispose Terry. — Alle ventuno e dodici un meteorite cadrà in mare esattamente nel punto in cui “La Rubia” va a pescare quando torna stracarica di pesce… No, è meglio che non diciate così. Aspettate un attimo che vi do le coordinate.
Davis, seduto accanto a lui, scrisse su un foglietto i gradi di latitudine e di longitudine comunicatigli da Morton, e glieli passò. Terry lesse le cifre al microfono.
— Avete preso nota, capitano? — chiese poi.
— Certo — rispose Horta, tranquillo come sempre. — Farò in modo che anche gli altri si segnino i dati. A quanta gente lo devo dire? Oh, sentite, ho notizie per voi. Jimenez…
— State bene attento, capitano — lo interruppe Terry. — Dovete farlo sapere a tutti quelli che si sono occupati de “La Rubia”. Mi interessa che qualcuno provi una certa incredulità, in modo da essere tentato di controllare per poter poi cantare vittoria su coloro che si sono dimostrati troppo creduloni.
— Ma allora la faccenda diventa complicata! — ribatté Horta. — Volete ripetere, per favore?
— Alle ventuno e dodici di questa sera — ripeté Terry lentamente, — una specie di stella cadente precipiterà nel mare nella posizione esatta che vi ho comunicato prima, e cioè nel punto in cui va a pescare “La Rubia”.
— Una stella cadente? — chiese Horta. — Ma come si fa a sapere dove cadono, quelle?