Quel che soprattutto irritava Terry era che lui non avrebbe dovuto trovarsi in una simile situazione. Comunque nemmeno il più capace, il più competente tecnico elettronico avrebbe potuto prevedere i suoi guai. Terry conosceva a fondo il suo mestiere. Una specializzazione in elettronica aveva rappresentato il suo ideale e il suo obiettivo per tutti gli anni d’università. Presa la laurea, era stato “intervistato” dai selezionatori di almeno tre grandi industrie, di quelle che vanno a cercare i “quadri” sui gradini della scuola. Terry aveva chiesto se fossero in molti, in America, a saper fare quello che sapeva fare lui. Quando uno dei tre gli aveva risposto che solo la sua azienda ne impiegava diecimila, Terry aveva rinunciato immediatamente. Non intendeva far parte di una squadra di migliaia di membri. Voleva lavorare, ma in un posto dove potesse distinguersi. Più piccola è la società più soddisfazioni personali ci sono. Sì, forse avrebbe guadagnato di meno, però…
E poi era tutta questione di logica. Se si trovava meglio in una ditta piccola, figuriamoci in proprio. E Terry c’era quasi riuscito, facendo società con Jimenez. Jimenez rappresentava l’organizzazione commerciale, Terry la produzione. A Manila c’era una buona piazza per gli apparecchi elettronici: “especialidades electronicas y fisicas”, anche cominciando con poco, quasi senza capitali, nel giro di pochi mesi avrebbe dovuto sistemarsi bene. C’erano gli impianti per i radiofari, gli impianti antifurto nelle ville e nei negozi, e installazioni di vario tipo da progettare e costruire; insomma le sue speranze s’erano dimostrate ben fondate. Chi avrebbe potuto immaginare il guaio provocato dallo straordinario successo de “La Rubia”? Era assurdo che una cosa del genere dovesse avere conseguenze disastrose proprio per Terry che non c’entrava per niente. Eppure, era andata così.
Ma, a parte questi motivi d’ordine più generale, Terry era indignato perché la ragazza era entrata in negozio sapendo già tutto di lui. Probabilmente sapeva anche che il suo ricevitore subacqueo era un ottimo apparecchio effettivamente orientabile. Eppure lo aveva fatto parlare, gli aveva rivolto qualche domanda apparentemente interessata, l’aveva preso in giro. E alla fine aveva fatto la cosa più esasperante di tutte, cioè l’aveva pagato per una cosa che lui si era rifiutato di fare, costringendolo in tal modo ad accettare l’ordinazione.
Da strozzarla. Aveva bisogno di denaro, sì, ma quel trucchetto non gli era piaciuto per niente.
Ritornò al suo inutile inventario. Il tempo passava. Non capitava nulla. In negozio non si vedeva nessuno. La polizia aveva agito con molta fermezza nei riguardi degli uomini de “La Rubia” che avevano minacciato Terry. E con altrettanta fermezza aveva trattato quelli che l’avevano controminacciato. Così nessun cliente occasionale entrò in negozio quel giorno. Trascorsero due ore.
Alle quattro la porta si aperse con il solito tintinnio di campanello e apparve il capitano di polizia, Felicio Horta.
— Buenas tardes — disse cordialmente.
Terry borbottò qualcosa.
— Ho sentito che lasciate Manila — disse Horta.
Terry gli chiese, calmo: — È un modo per consigliarmi di affrettare la partenza?
— Pero no! Por supuesto no! — protestò Horta. — Ma mi hanno detto che avete nuovi progetti.
— E cosa ne sapete voi? — disse Terry, brusco.
Il capitano Horta non perse la sua cordialità. — Ufficialmente non ne so niente. In via privata sappiamo che intendete aiutare certi ricos americanos nelle ricerche di… si dice oceanografia? Insomma su questioni oceaniche. E sappiamo che avete accettato di controvoglia, anzi che state pensando di cambiare idea. E che siete furibondo.
La ragazza, naturalmente, che doveva aver dedotto ogni cosa vedendolo correre nella strada con i soldi in mano, troppo tardi per bloccare il tassì. Terry scattò ugualmente: — Ma chi diavolo ve lo ha raccontato?
Horta si strinse nelle spalle.
— Voci che corrono. Spero che non siano vere.
— Che non sia vero che parto o che non parto?
— Spero — continuò benevolmente Horta, — che farete come preferite. In questo momento non sono in servizio. Ho la macchina fuori. Mi metto a vostra disposizione: vi posso accompagnare fino al porto, al primo piroscafo che parte dove volete voi. Se invece non volete andare in nessun posto, allora tolgo il disturbo. Senza impegno e senza… rancore — concluse. — Amici come prima.
Terry lo guardò. Il capitano Horta era un uomo onesto e ragionevole. Sapeva che Terry aveva dato qualche noia alla polizia, ma involontariamente. Non era tipo da serbare rancore.
— Perché vi siete offerto per accompagnarmi? — chiese Terry pesando le parole. — C’è un motivo speciale perché io debba lasciare la città?
— No — disse Horta. — Sarebbe auspicabile che voi seguiste una certa… linea di condotta. Questo sì. Ma non è perché vi si vuole allontanare di qui. Piuttosto, perché la vostra presenza sarebbe gradita in un certo altro posto. È una faccenda collegata con “La Rubia”, ma non potete neanche lontanamente indovinare come. Del resto siete perfettamente libero, potete agire come meglio credete. Desidererei soltanto che la cosa… si risolvesse con vantaggio di tutti. Solo questo.
Si interruppe e Terry lo fissò, aggrottando la fronte. Horta tentò ancora:
— Diciamo che l’oceanografia m’interessa molto, e che mi piacerebbe veder condotte a termine certe ricerche.
— Ricerche riguardanti naturalmente il modo di attirare il pesce — disse Terry, scettico. — Si direbbe che voi agite in via ufficiosa per ottenere qualcosa di cui ufficialmente non siete autorizzato a parlare.
Horta gli rivolse un caldo sorriso.
— Questa — dichiarò, — è una conclusione molto logica.
— Ma qual è l’oggetto di queste… ricerche? E perché avete pescato proprio me? Horta si strinse nelle spalle senza rispondere.
— Non potete dirmelo?
— Amigo — disse Horta, — non chiederei di meglio. Mi piacerebbe moltissimo vedere la vostra reazione. Ma sarebbe un disastro: mi credereste un pazzo, me e tanti altri personaggi importanti. Ma me in particolare.
Fu la volta di Terry di alzare le spalle. Attese un lungo momento, esitando. Se Horta avesse tentato di far pressione su di lui, Terry si sarebbe immediatamente irrigidito. Ma non c’erano state pressioni nel vero senso della parola. Sia la ragazza, sia, adesso, Horta, cercavano tutti e due di attirarlo con un’aria di mistero e con vaghi accenni a personaggi importanti.
— E “La Rubia” è coinvolta in questa faccenda? — domandò Terry.
— Involontariamente — rispose subito Horta. — Come voi.
— Grazie per la fiducia nella mia innocenza — disse Terry in tono ironico.
— Bene, allora. Ormai ci sono dentro. Vediamo se, andando fino in fondo, riuscirò a venirne fuori dall’altra parte. Tornò nel retro del negozio, trovò delle cassette per raccogliere i suoi arnesi e gli innumerevoli pezzi per gli antifurto, i ricevitori subacquei e vari apparecchi elettronici che il mondo moderno giudica indispensabili. Si mise a imballarli e Horta, cosa strana, gli diede una mano. Chi ha sangue spagnolo nelle vene è piuttosto suscettibile di fronte al lavoro manuale. Se poi ha una posizione ufficiale, diventa suscettibilissimo. Invece Horta non soltanto aiutò Terry a riempire le sue cassette, ma gli diede persino una mano a portarle fino alla strada e a sistemarle sulla macchina.
Terry girò la chiave nella serratura e la tese al capitano insieme con l’inventario quasi completo del negozio.