Выбрать главу

— E dove diavolo avete scovato quei pezzi?

— Questo — disse Davis, — fa parte del mistero che vi piace così poco.

— Infatti — ribatté Terry. — Non mi va per niente, e credo che tornerò a terra con il motoscafo.

— Fermo! — disse Davis. Ma parlava all’uomo della lancia. Nick stava sollevando la prima valigia, Davis gli fermò il gesto.

— Mi spiace — disse a Terry.

— Rimarremo all’ancora qui. Se cambiate idea, la lancia vi riporterà a bordo quando vorrete.

Terry tirò fuori il fascio di banconote che la ragazza gli aveva lasciato in negozio e gliele tese. Lei si mise le mani dietro la schiena e scosse la testa.

— Vi abbiamo dato tante seccature — spiegò, — e non siamo stati leali con voi: consideratelo come un risarcimento.

— Non intendo accettare — disse Terry deciso.

— Nemmeno noi — disse Davis.

Terry si sentì ridicolo. Non poteva posare il denaro e andarsene: c’era troppo vento. E la ragazza lo guardava con aria contrita.

— Mi rincresce davvero — disse lei. — Sono stata io a progettare tutto questo. Voi siete esattamente la persona di cui abbiamo bisogno, e avevamo deciso di aggregarvi a noi. Non potevamo spiegarvi tutto. Così abbiamo chiesto in giro, e ci hanno detto che non siete il tipo che prende i soldi, fa quel che gli si dice, e non fa domande. Il capitano Horta ci ha detto che siete una persona per bene. Così, siccome non potevamo chiedervi di fare di vostra volontà una cosa alla cieca, abbiamo cercato di “attirarvi” con il fascino dell’avventura. Non è andata bene. Pazienza.

Terry ebbe la certezza che la ragazza diceva la verità. Era molto carina, ma non si serviva dei suoi begli occhi per convincerlo. Parlava col tono di chi ha deciso di mettere le carte in tavola.

Senza volerlo cominciò ad addolcirsi un po’.

— Sentite — disse, — stavo per lasciare Manila. Ho bisogno di andarmene per un po’, poi tornerò qui. Per qualche settimana, anche per un paio di mesi posso fare tutto quello che mi pare. Ma se c’è una cosa che mi da fastidio è d’essere preso in giro.

La ragazza gli sorrise.

— Va bene, mi tengo i soldi.

Il sorriso della ragazza si fece più aperto: — Signor Holt, partiamo per una crociera. Faremo scalo in vari porti. Pensiamo che vi troverete bene in nostra compagnia. Vi invitiamo a partecipare a questa crociera come nostro ospite. Ci darete o no una mano, come preferirete. E noi non tenteremo di pagarvi!

Davis annuì. Terry aggrottò la fronte. Poi parlò con una certa difficoltà:

— Ho il dono di rendermi ridicolo — disse sconsolato. — Ad ogni modo, se le cose stanno così, accetto. Però mi riservo il diritto di tirare a indovinare.

— Benissimo! — disse Davis con calore. — Se scoprirete quel che non vi abbiamo detto, capirete anche il perché del nostro silenzio.

Fece un cenno a Nick e al marinaio della lancia. Le scatole e i bagagli furono deposti sul ponte dell’“Esperance”. Terry prese una delle cassette e guardò la scritta sul fianco.

— Non capisco — disse ancora più sconsolato. — Avrei giurato che questi tubi si trovano solo da Schenectady, a New York. Invece li avete scovati a Manila nel giro di pochi minuti. Come avete fatto? La ragazza rise.

— Facilissimo! — disse. — Ve lo spiegherò solo quando saremo in mare.

2

Il sole toccò l’orizzonte e scomparve. In cielo, colori meravigliosi che le onde del porto riflettevano in una miriade di tinte. L’“Esperance’’ si dondolava agli ormeggi. In pochi minuti due uomini dell’equipaggio levarono le ancore, con gesti rapidi e sicuri. Poi, uno scese sottocoperta e il motore dell’“Esperance” cominciò a pulsare. Davis prese il timone e il minuscolo yacht si diresse verso il mare aperto, mentre Nick puliva l’ancora prima di assicurarla al ponte. In breve il crepuscolo tropicale divenne notte, e varie luci brillarono, a riva e sull’acqua.

Terry si sentiva un po’ ridicolo. La ragazza vicino a lui gli disse allegramente:

— Mi chiamo Deirdre, caso mai non lo sapeste ancora.

— E io Terry, come voi sapete già.

— Infatti — rispose lei. — Per quel che mi riguarda vi dirò che sono la cuoca di bordo. Posso aggiungere che i ragazzi non sono marinai di mestiere, e che mio padre non è…

— Non è interessato a questa storia per denaro, ma per altri motivi — completò Terry. — Non credo che si tratti di un tesoro nascosto o cose simili.

— Niente di così sensazionale — riconobbe lei. — Adesso, se volete fare un turno di guardia, bene. Se non volete, fa lo stesso. La vostra cabina è quella piccola, a babordo. Siete nostro ospite, sull’“Esperance”, e se avete bisogno di qualcosa, chiamate. Io scendo a preparare il pranzo.

E se ne andò. Lui esaminò di nuovo il ponte, poi tornò vicino a Davis seduto tranquillamente al timone.

— Ora che siete dei nostri — disse Davis, pensoso, — mi chiedo in che modo io possa giustificare tutto il mistero di cui ci siamo circondati. In parte è stata una idea di Deirdre. Credeva che così la proposta vi sarebbe parsa più allettante. Ma adesso, all’idea di dovervi spiegare tutto, sono tentato di arrendermi.

Terry sedette accanto a Davis. L’“Esperance” filava sull’acqua, e la prua si alzava e si abbassava. Il mare non era più uno specchio piatto. Da terra si era levata una leggera brezza.

— Cominciamo con “La Rubia” — riprese Davis, a disagio. — Le avete fornito ricevitori sottomarini e radar. Nient’altro?

— No — disse Terry brevemente. — Nient’altro.

— Prende sempre una quantità enorme di pesce — continuò Davis. Aggrottò la fronte. — E pesci strani. Non ne avete mai sentito parlare?

— No, mai — rispose Terry.

— Non vorrei espormi al ridicolo — disse Davis. — Però mi piacerebbe essere nella testa del comandante di quel peschereccio. Può anche darsi che si ritenga semplicemente fortunato. E chi sa che non abbia ragione!

Terry aspettava. Davis tirava boccate dalla pipa. Poi, di colpo riprese: — Voi siete abile a fabbricare aggeggi vari. Per il momento limitiamoci a questo.

Il mare era sempre meno calmo. Si sentiva il frangersi delle onde contro la prua dello yacht. Il ronzio delle macchine era appena percettibile. La brezza aumentava di intensità. E sembrava che Davis non avesse altro da dire, per il momento. Terry si mosse.

— Volete che vi costruisca un apparecchio per guidare i pesci — disse poi.

— Potete darmi qualche altro particolare?

Davis ci pensò su. Qualche spruzzo di spuma arrivò dai fianchi dell’“Esperance”.

— No — disse Davis. — Non ancora. C’è appena una possibilità che serva, e mi piacerebbe averne uno, nella speranza che funzioni. “La Rubia” possiede, una sonda di profondità per la quale non so cosa darei. Quello strumento invia un impulso sonoro sul fondo e calcola l’eco di ritorno. Somiglia molto al radar, come funzionamento. O al sonar.

Terry annuì. Non c’era niente di misterioso negli scandagli di profondità e nel radar.

— Noi a bordo abbiamo uno scandaglio. Seguendo una rotta precisa e tenendolo sempre in funzione si otterrebbe il profilo del fondo marino. Avendo poi una intera flotta adeguatamente equipaggiata e che facesse la stessa cosa potremmo tracciare una carta completa del fondale.

— Esatto — commentò Terry.

— Ecco — continuò Davis, — quello che vorrei avere è una sonda che lanciasse impulsi come il radar, ma impulsi sonori e controllati. In modo da poter scrutare il fondo marino, esattamente come si scruta il cielo con il radar. In tal modo si potrebbe ottenere il grafico del fondo, con depressioni e bassifondi, e il rilievo esatto delle montagne sottomarine. Potreste costruirmi uno strumento del genere?