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— La via tracciata dall'inchiostro non ha fine — mi spiegò il Maestro Ultan. — Lo ha detto un saggio… molto tempo fa; e cosa direbbe se vivesse ora? Un altro ha detto: Un uomo è disposto a dedicare la propria vita a una collezione di libri, ma sarei lieto di conoscere l'uomo capace di dedicarsi a questa, su qualsiasi argomento.

— Stavo osservando le rilegature — dissi. Mi sentivo piuttosto stupido.

— Sei fortunato. Comunque sono contento per te. Io non posso più vederle, ma rammento bene il piacere che mi davano. Avvenne subito dopo che ero diventato maestro bibliotecario. Dovevo avere circa cinquant'anni. Ero rimasto apprendista molto a lungo.

— Veramente, sieur?

— Sì. Il mio maestro si chiamava Gerbold e per decenni pareva non avere la minima intenzione di morire. Gli anni passavano e io continuavo a leggere… penso che ben pochi abbiano letto quanto me. Iniziai, come la maggior parte dei ragazzi, scegliendo solo i libri che mi divertivano. Ma ben presto mi resi conto che questa selezione limitava il mio piacere e che perdevo molte ore nella ricerca dei testi; così mi fissai un piano di studi basato sulle scienze oscure dagli albori della conoscenza fino al presente. Poi terminai anche quelle e ripartii nuovamente dal grande scaffale d'ebano posto al centro della sala che la biblioteca conserva da trecento anni per il ritorno dell'Autarca Sulpicius (nella quale logicamente non entra mai nessuno). Lessi ordinatamente gli altri libri per quindici anni e talvolta terminavo due volumi in un solo giorno.

Alle nostre spalle, Cyby bisbigliò: — Incredibile, sieur. — Immagino che avesse ascoltato già molte volte quella narrazione.

— Poi successe l'inaspettato. Il Maestro Gerbold morì. Trent'anni prima io sarei stato veramente adatto a sostituirlo, grazie ai miei interessi, alla mia istruzione, esperienza, giovinezza, stato di famiglia e ambizione; ma quando infine presi il suo posto, nessuno sarebbe potuto essere meno indicato di me. Avevo aspettato talmente tanto tempo che la mia mente comprendeva solo l'attesa ed era appesantita dal fardello di fatti inutili. Comunque, mi sforzai di assumermi questa responsabilità e trascorsi molto più tempo di quanto tu possa immaginare nel riportare alla memoria i piani e i principii che tanti anni prima avevo fissato per la mia nomina.

Tacque, e io capii che stava vagando in una mente più complessa e più oscura della biblioteca stessa. — Ma la passione per la lettura continuava a ossessionarmi. Dedicavo ai libri giorni o addirittura settimane che avrei invece dovuto riservare a quelle attività della nostra istituzione che richiedevano la mia attenzione. Poi, improvvisa come il rintocco di un orologio, mi prese una nuova passione che scalzò la vecchia. Credo che avrai già capito di cosa si trattasse.

Risposi di no.

— Ero intento a leggere, o almeno così credevo, vicino alla finestra del quarantanovesimo piano che si affaccia… non lo ricordo più, Cyby. Dove si affaccia?

— Sul giardino dei tappezzieri, sieur.

— Ah, sì, adesso ricordo… quel piccolo riquadro verde e marrone. Penso che lo usino per far asciugare il rosmarino da mettere nei cuscini. Come ho già detto, ero seduto lì da vari turni di guardia quando mi resi conto che non leggevo più. Ci misi un po' a capire cosa avessi fatto. Mi ritrovai a pensare solo a certi odori e colori e a sensazioni tattili che non avevano niente a che vedere con gli argomenti trattati nel volume che tenevo tra le mani. Alla fine capii che al posto di leggerlo, avevo osservato il libro solo come oggetto fisico, per cui il rosso che avevo in mente era in realtà il colore del segnalibro. Il contatto tattile che mi solleticava ancora la mano era quello con la carta stampata, mentre l'odore nelle mie narici era quello del cuoio che aveva ancora un vago sentore dell'olio di betulla. Solo in quel momento, quando vidi tutti questi libri, iniziai a capire cosa volesse dire averne cura.

La sua pressione sulla mia spalla si accentuò.

— Qui ci sono libri rilegati in pelle di echidna, di kraken e di animali estinti da talmente tanto tempo che secondo gli studiosi hanno lasciato traccia di sé solo nei fossili. Noi possediamo libri rilegati in leghe metalliche sconosciute o tempestati di gemme; abbiamo volumi racchiusi in legni profumati arrivati fin qui attraverso l'abisso di incomprensione che separa le creazioni delle varie epoche… volumi doppiamente preziosi perché su Urth nessuno è capace di decifrarli.

«Conserviamo libri le cui pagine sono state ricavate da piante ricche di strani alcaloidi, tali che fanno nascere nel lettore bizzarre fantasie e sogni chimerici; libri le cui pagine non sono di carta ma di delicatissima giada bianca, d'avorio o di madreperla; e altri fatti con le foglie essiccate di piante sconosciute. Ancora, possediamo dei libri che non sembrano affatto tali: rotoli, tavolette e registrazioni su cento materiali diversi. Abbiamo un cubo di cristallo — sebbene non saprei dirti dove sia stato riposto — grande meno della prima falange del tuo pollice che racchiude più opere dell'intera biblioteca. Sebbene una cortigiana potrebbe appenderselo all'orecchio come ornamento, in tutto il mondo non esistono volumi bastanti a eguagliarne il contenuto. Io scoprii tutto questo e feci della salvaguardia dei libri lo scopo della mia esistenza.

«Mi applicai a tale compito per sette anni; poi, proprio quando i problemi più urgenti e pratici della conservazione erano stati risolti e ci appressavamo a iniziare la prima ispezione generale della biblioteca dall'epoca della sua fondazione, i miei occhi cominciarono a spegnersi. Colui che mi aveva affidato la custodia di tutti i libri mi rese cieco, in modo che mi ricordassi del custode di noi custodi.

— Se non sei in grado di leggere la lettera che ti ho portato, sieur, lo farò volentieri io — dissi.

— Hai ragione — bisbigliò il Maestro Ultan. — Me ne ero dimenticato. La leggerà Cyby… sa leggere bene. Ecco, Cyby.

Io presi il candeliere e Cyby aprì la pergamena frusciante, quindi la sollevò come se si trattasse di un proclama e iniziò a leggerla. Eravamo tutti e tre nel piccolo cerchio di luce, avvolti da quella marea di libri.

— Il Maestro Gurloes dell'Ordine dei Cercatori della Verità e della Penitenza…

— Come? — disse il Maestro Ultan. — Sei un torturatore, giovanotto?

Risposi di sì, dopodiché ci fu un silenzio talmente lungo che Cyby riprese la lettura: — Il Maestro Gurloes dell'Ordine dei Cercatori…

— Ferma — disse Ultan, e Cyby s'interruppe nuovamente. Io continuavo a sorreggere il candeliere, mentre il sangue mi affluiva al volto.

Finalmente il Maestro Ultan riprese a parlare, con lo stesso tono tranquillo che aveva usato per dirmi che Cyby sapeva leggere bene.

— Non ricordo chiaramente il momento in cui venni ammesso nella corporazione. Immagino che tu conosca il nostro sistema di reclutamento.

Confessai di non conoscerlo.

— Secondo un antico precetto, in ogni biblioteca c'è una sala riservata ai bambini. In essa sono contenuti libri con illustrazioni colorate, quali generalmente piacciono ai fanciulli, e racconti semplici pieni di meraviglie e di avventure. In quella sala entrano molti piccoli visitatori e nessuno si interessa di loro finché restano lì dentro.

Ebbe un attimo di esitazione e, nonostante il suo viso non esprimesse alcun sentimento particolare, mi sembrò che temesse di poter addolorare Cyby con quello che stava per dire.

— Di tanto in tanto, però, un bibliotecario nota un bambino solitario che abbandona quella stanza… e finisce per disinteressarsene completamente. Alla fine, quel bambino trova su uno scaffale basso ma nell'ombra Il libro d'oro. Tu non lo hai mai visto e non lo vedrai mai, perché hai superato l'età giusta.