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«Non possiamo perdere tempo con questi giochetti», ribatté Falcón. «Ogni ora che passa ci allontana dal momento della morte di suo marito e queste sono ore importanti; contano più di quelle, diciamo, dei prossimi tre o quattro giorni.»

«È separato da sua moglie?»

«Doña Consuelo…»

«Sarò breve», lo interruppe lei, scacciando con la mano il fumo tra loro.

«Ci siamo separati.»

«Dopo quanto tempo?»

«Diciotto mesi.»

«Come l'aveva conosciuta?»

«È un pubblico ministero, ci siamo incontrati al palazzo di giustizia.»

«Un'unione tra cercatori della verità, allora», commentò lei e Falcón cercò dell'ironia nella sua osservazione.

«Non stiamo facendo progressi, Doña Consuelo.»

«Io credo di sì.»

«Può darsi che io stia soddisfacendo la sua curiosità, ma…»

«È più che curiosità.»

«Lei sta ribaltando la procedura. Sono io che devo informarmi su di lei.»

«Per scoprire se ho ucciso mio marito. O se l'ho fatto uccidere.»

Silenzio.

«Vede, Inspector Jefe, lei verrà a sapere tutto di noi, scaverà nella nostra esistenza, scoprirà ogni cosa sugli affari di mio marito, frugherà nella sua vita privata, tirerà fuori le sue piccole miserie, i suoi filmetti a luci rosse, le sue puttane da quattro soldi, le sue sigarette da poco prezzo.»

Si sporse in avanti, prese il pacchetto di Celtas e lo fece scivolare sulla superficie della scrivania mandandolo a cadere in grembo a Falcón.

«E non mi lascerà in pace, sarò io la sua principale sospettata. Lei ha visto quella cosa orribile», soggiunse la signora Jiménez accennando al televisore alle sue spalle.

«Calle Río de la Plata 17?»

«Esattamente. Il mio amante, Inspector Jefe. Senza dubbio parlerà anche con lui.»

«Come si chiama?» domandò Falcón, tirando fuori la penna e il taccuino, per la prima volta finalmente convinto di essere al lavoro.

«È il terzo figlio del Marqués de Palmera. Si chiama Basilio Tomás Lucena.»

Aveva avvertito una punto di orgoglio nella risposta? Falcón prese nota.

«Quanti anni ha?»

«Trentasei, Inspector Jefe. Ma io non avevo ancora finito di spiegarle…»

«Però stiamo facendo progressi.»

«Aveva conosciuto un altro?»

«Chi?»

«Il suo pubblico ministero.»

«Questo non è…»

«L'aveva conosciuto?»

«No.»

«Dev'essere dura», affermò la donna, «credo che sia molto più dura.»

«Che cosa?» domandò Falcón, pentendosi subito di essere caduto nella trappola.

«Essere lasciato perché lei preferiva stare da sola.»

La risposta lo trapassò come un ago incandescente. Lentamente Falcón rialzò la testa.

La signora Jiménez si guardava intorno come se non fosse mai stata lì.

«Sapeva che suo marito faceva uso di Viagra?»

«Sì.»

«Il suo medico lo sapeva?»

«Immagino di sì.»

«Lei deve essere stata consapevole dei rischi, per un uomo di più di settant'anni.»

«Era forte come un toro.»

«Aveva perso peso.»

«Ordini del dottore. Colesterolo.»

«Doveva essere una persona molto attenta alla sua salute.»

«Lo ero io per lui, Inspector Jefe.»

«Come ristoratore, con tutto quel cibo in giro, avrei creduto che…»

«Assumo e dirigo io tutto il personale dei ristoranti», lo interruppe la donna. «Erano minacciati di licenziamento in tronco, nel caso gli avessero dato anche soltanto una briciola.»

«È stata costretta a licenziarne molti?»

«Sono sivigliani, Inspector Jefe, e, come probabilmente sa, i sivigliani raramente prendono qualcosa sul serio. Ne abbiamo persi tre prima che capissero.»

«Io sono sivigliano.»

«Allora deve aver vissuto altrove a lungo per acquistare la sua… severità.»

«Sono stato dodici anni a Barcellona, quattro a Saragozza e quattro a Madrid prima di tornare qui.»

«Non sembra una promozione.»

«Mio padre si era ammalato. Ho chiesto il trasferimento per stargli vicino.»

«Si è ripreso?»

«No. Non è riuscito ad arrivare al nuovo millennio.»

«Ma noi ci siamo già conosciuti, Inspector Jefe», disse la donna, spegnendo il mozzicone di sigaretta.

«Allora non lo ricordo.»

«È stato al funerale di suo padre. Stiamo parlando di Francisco Falcón, non è così?»

«Non riusciva a crederci, vero?» ribatté Falcón, pensando: vediamo se questo ti fa cambiare tono.

«Era lui che cercava nelle foto?» domandò la donna e l'uomo annuì. «Non lo troverà. Non era il genere di celebrità di Raúl. Non frequentava mai i nostri ristoranti, dubito che si conoscessero. Sono stata al funerale perché io lo conoscevo. Possiedo tre dei suoi dipinti.»

Falcón cercò di immaginare suo padre con Consuelo Jiménez. Gli erano sempre piaciute le donne attraenti, specialmente se compravano i suoi stupidi quadri… ma questa? Forse, però, si sarebbe interessato a quella creatura che vestiva in modo vagamente eccessivo, con un rasoio al posto della lingua e una buona capacità di intuizione. La gente che comprava i suoi quadri in genere cercava di dire qualcosa di «intelligente». Come se ci fosse stato qualcosa di intelligente nella sua pittura. Consuelo Jiménez no. Lei avrebbe trovato parole diverse da dire a suo padre, avrebbe forse fatto un'osservazione personale, perfino tentato di scoprire il suo gioco, cosa che gli altri, sotto il riflesso abbagliante della sua fama colossale, non avrebbero mai osato fare. Sì. Suo padre sarebbe stato attratto da lei. Senza alcun dubbio.

«Così era completamente coinvolta nell'attività di suo marito?» domandò.

«Che cosa ne è stato della casa in calle Bailén?»

«Ci vivo io. E lei lo saprebbe certamente se suo marito avesse qualche nemico, non è vero?»

«Ci vive da solo?»

«Proprio come mio padre», rispose Falcón. «Suo marito… deve aver calpestato parecchie persone prima di raggiungere la vetta. Probabilmente molti là fuori sarebbero…»

«Sì, molti sarebbero contenti di vederlo morto, specialmente quelli che lui aveva corrotto e che ora sono liberi dal peso dei loro obblighi.»

Un'unghia indicò con derisione l'estremità della galleria fotografica, quella dei funzionari.

«Se è al corrente di qualcosa… potrebbe essere d'aiuto.»

«Non mi dia retta, sto scherzando», disse Consuelo Jiménez. «Se ci fosse stata corruzione io non lo avrei saputo direttamente. Io dirigevo i ristoranti, curavo l'arredamento, mi occupavo delle decorazioni floreali, controllavo che i prodotti della cucina fossero di prima qualità. Ma, come può immaginare anche senza aver conosciuto mio marito, non sono entrata mai in contatto nemmeno con una peseta di denaro vero e nemmeno ho mai trattato con la gente di potere, legale o no, che ha permesso a Raúl di costruire, che gli assicurava le licenze e che faceva in modo che non vi fossero… imprevisti.»

«Perciò è possibile che…»

«Molto improbabile, Inspector Jefe. Se c'è qualcosa di marcio in quel settore, nei ristoranti lo si avverte subito e nessun cattivo odore ha mai raggiunto il mio naso.»

Falcón decise di aver dato mano libera a quella donna troppo a lungo. Era venuto il momento che si rendesse veramente conto di ciò che era accaduto in quella stanza, che smettesse di considerarla una notizia che non la toccava personalmente. Era tempo di farle cambiare idea.

«In questo istante stanno eseguendo l'autopsia sul corpo di suo marito. Dovremo poi recarci all'Instituto Anatómico Forense in modo che lei possa identificare il cadavere. Potrà rendersi conto che l'assassinio di suo marito è stato del tutto insolito, il più insolito che io abbia mai visto nella mia carriera.»