CAPITOLO QUINTO
Il sottile fascio di luce bianca rimaneva fisso nell'occhio sinistro di Rachael Rosen, mentre la piastra con il fascio di fili le aderiva alla guancia per mezzo di una ventosa. La ragazza pareva calma.
Seduto in modo da poter vedere le misurazioni sui due quadranti dell'apparato per il test di Voigt-Kampff, Rick Deckard disse: «Le descrivero un certo numero di situazioni. Lei dovra reagire nel modo piu veloce possibile. Naturalmente prendero il tempo di reazione».
«E naturalmente», disse Rachael con tono distaccato, «le mie risposte verbali non contano nulla. Utilizzera come indici soltanto le reazioni dei muscoli oculari e dei capillari. Ma rispondero lo stesso; voglio sottopormi a...» S'interruppe. «Proceda pure, signor Deckard».
Rick, scelta la domanda numero tre, disse: «Per il suo compleanno le regalano un portafoglio di cuoio». Entrambi i quadranti registrarono una risposta che superava il settore verde e arrivava nel rosso; gli aghi sventagliarono con violenza e poi si fermarono.
«Non l'accetterei», disse Rachael. «E poi denuncerei alla polizia la persona che me l'ha dato».
Dopo aver buttato giu un appunto Rick continuo, passando all'ottava domanda del questionario di Voigt-Kampff. «Suo figlio le mostra una collezione di farfalle, e anche il barattolo che usa per ucciderle».
«Lo porterei dal dottore». La voce di Rachael era bassa ma ferma. Di nuovo le due lancette registrarono una risposta, ma stavolta non andarono altrettanto lontano. Annoto anche questo.
«Sta guardando la TV», continuo, «e all'improvviso s'accorge che una vespa le si e posata sul polso».
«L'ammazzerei subito», rispose pronta Rachael. Le lancette, stavolta, non registrarono quasi nulla: solo un debole tremore di un attimo. Lui l'annoto e scelse con molta attenzione la domanda successiva.
«Su una rivista trova un fotocolor a piena pagina di una ragazza nuda». Fece una pausa.
«E un esame per scoprire se sono un androide», chiese Rachael, acida, «o se sono omosessuale?» Le lancette non si mossero.
Rick continuo: «A suo marito la fotografia piace». Le lancette ancora non indicavano alcuna reazione. «La ragazza», aggiunse, «e sdraiata a pancia sotto su una grande, bellissima pelle d'orso». Le lancette rimasero inerti, e Rick si disse: Tipica reazione da androide. Non coglie l'elemento piu importante, la pelliccia dell'animale morto. La mente della ragazza - o della cosa - si concentra su altri fattori. «Suo marito appende la fotografia a un muro dello studio», concluse, e stavolta gli aghi si mossero.
«Di sicuro non glielo lascerei fare», disse Rachael.
«OK», disse lui, annuendo. «Vediamo quest'altra. Sta leggendo un romanzo scritto ai vecchi tempi, prima della guerra. I personaggi sono al Fisherman's Wharf di San Francisco. Hanno fame e cosi entrano in un ristorante famoso per il pesce. Uno di loro ordina un'aragosta, e lo chef tuffa il crostaceo in una pentola d'acqua bollente sotto gli occhi di tutti».
«Oddio!» esclamo Rachael. «Che orrore! Facevano davvero cosi? Che perversi! Ma davvero, un'aragosta viva?» Le lancette, pero, non reagirono. Dal punto di vista formale, una risposta esatta. Ma simulata.
«Affitta una casa in montagna», disse Rick, «in una zona ancora verde. E costruita in travi di pino rustiche e ha un enorme camino».
«Va bene», disse Rachael, annuendo impaziente.
«Alle pareti sono state appese delle vecchie carte geografiche, delle stampe di Currier e Ives, e sopra al camino e stata messa la testa di un cervo, un maschio adulto dalle corna ramificate. Alle persone che sono con lei l'arredamento piace e decidete...»
«Non con quella testa di cervo», interruppe Rachael. Le lancette, pero, oscillarono solo nel settore verde.
«Rimane incinta», continuo Rick, «di un uomo che le ha promesso di sposarla. Ma costui se ne va via con un'altra donna, la sua migliore amica; lei abortisce e...»
«Non abortirei mai», disse Rachael. «E comunque non si puo. C'e l'ergastolo e la polizia vigila continuamente». Stavolta entrambi gli aghi sventagliarono violentemente fino al rosso.
«Che ne sa?» le chiese Rick, curioso. «Di quanto e difficile abortire?» «Lo sanno tutti», rispose Rachael.
«Mi sembrava che lei parlasse per esperienza personale». Si concentro sulle lancette; di nuovo oscillarono per quasi tutta l'ampiezza del quadrante. «La prossima. Una sera esce con un uomo che le chiede di andare nel suo appartamento. Le offre da bere. Mentre gli porge il bicchiere coglie uno scorcio della camera da letto; e abbellita da manifesti che annunciano una corrida, e lei entra nella stanza per vederli un po' piu da vicino. Lui la segue e chiude la porta. Le cinge le spalle e dice...»
Rachael lo interruppe: «Cos'e il manifesto di una corrida?»
«Sono disegni, di solito a colori e molto grandi, di un torero con la cappa e di un toro che tenta di incornarlo». Era sconcertato. «Quanti anni ha?» chiese; l'eta poteva essere un fattore di rilievo.
«Diciotto», disse Rachael. «Va bene, allora il tipo chiude la porta e mi mette il braccio sulle spalle. Cosa dice?» Rick disse, «Sa come andava a finire una corrida?» «Immagino che qualcuno finiva per farsi del male».
«Il toro, alla fine, veniva sempre ammazzato». Attese, fissando i due aghi. Palpitavano senza posa, ma niente piu. Praticamente non segnavano nulla. «L'ultima domanda», annuncio. «E in due parti. Sta guardando un vecchio film alla TV, un film di prima della guerra. Siamo nel pieno di un banchetto e gli ospiti degustano ostriche crude».
«Che schifo!» esclamo Rachael; gli aghi scattarono veloci.
«Il piatto principale», continuo Rick, «era cane bollito con ripieno di riso». Gli aghi si mossero di meno stavolta, meno di quanto s'erano mossi per le ostriche crude. «Per lei le ostriche crude sono piu accettabili di una piatto di cane bollito? Evidentemente no». Ripose la matita, spense il fascio di luce, le tolse la ventosa dalla guancia. «E un androide», disse. «L'esame e finito: questa e la conclusione del test», comunico alla ragazza - o, piuttosto, alla cosa - e a Eldon Rosen, che lo guardava con estrema preoccupazione; la faccia del vecchio si deformo, in preda all'ira e alla preoccupazione. «Ho ragione, no?» chiese Rick. Nessuno dei due Rosen rispose. «Sentite», disse conciliante. «Non c'e conflitto d'interesse; per me che il Voigt-Kampff funzioni e importante quasi quanto lo e per voi».
Il maggiore dei Rosen disse, «Non e un androide».
«Non ci credo», ribatte Rick.
«Perche dovrebbe mentire?» intervenne Rachael. «Caso mai mentirebbe nell'altro senso».
«Voglio che su di lei venga effettuata un'analisi del midollo osseo», le disse Rick. «Lo si puo determinare da un punto di vista organico se lei e un androide o no; richiede tempo e provoca dolore, lo ammetto, ma...»
«Da un punto di vista legale», disse Rachael, «non mi si puo costringere a sottoponili all'analisi del midollo osseo. E gia stato stabilito in giudizio; costituirebbe un atto di autoincriminazione. E comunque, su un soggetto vivente - non sul cadavere di un androide ritirato - ci vuole troppo tempo. Lei ha la possibilita di somministrare il dannato test di Voigt-Kampff per via degli speciali; quelli bisogna sottoporli di continuo a vari esami, e mentre il governo si occupava di questa faccenda, voi poliziotti siete riusciti a far passare l'uso del Voigt-Kampff anche per altri scopi. Ma sono d'accordo con quello che ha detto prima. L'esame e finito». Si alzo, si allontano da lui, e rimase in piedi con le mani sui fianchi, volgendogli la schiena.
«Il punto non riguarda la legalita dell'analisi del midollo osseo», disse roco Eldon Rosen. «Il punto e che il suo test per la determinazione dell'empatia con mia nipote ha fatto cilecca. Le posso spiegare perche il risultato e simile a quello che avrebbe potuto ottenere un androide. Rachael e cresciuta a bordo del Salander3. Ci e nata. Ha passato quattordici dei suoi diciott'anni nutrendosi della videoteca e di quello che gli altri nove membri dell'equipaggio, tutti adulti, sapevano della Terra. Poi, come sapra, la nave ha invertito la rotta dopo aver percorso un sesto del tragitto verso Proxima. Altrimenti Rachael non avrebbe mai visto la Terra - comunque non fino a che sarebbe stata molto piu avanti con gli anni».