Rinuncio; il gatto finto aveva intanto smesso di funzionare, evidentemente il cortocircuito - se era davvero quello il problema di quell'affare — aveva scaricato le batterie e bloccato il motore centrale. Riparare questo coso costera un bel po', penso pessimisticamente. Be', si vede che il tizio non gli ha fatto fare la pulizia e la lubrifcazione quadrimestrale preventiva, perche a farla si vede davvero la dffferenza. Magari - ora che ci aveva sbattuto il muso - il proprietario avrebbe imparato qualcosa.
Ritorno carponi al sedile di guida e mise il volante in posizione di ascesa, quindi sibilo di nuovo in aria e riprese il volo di ritorno verso l'officina.
Almeno cosi non sentiva piu l'angosciante ansimare di quel coso; poteva rilassarsi. Che strano, penso; anche se da un punto di vista razionale so che e tutto finto, il rumore di un animale meccanico a cui si stanno bruciando le batterie e il motore per me e come un pugno nello stomaco. Mipiacerebbe, penso accorato, trovare un altro lavoro. Se non mi avessero bocciato a quel test per il quoziente intellettivo non mi troverei ridotto a svolgere questi compttf ignominiosi e a sopportarne anche gli strascichf emotivi. D'altro canto, il dolore meccanico degli animali finti non dava fastidio ne a Milt Borogrove, ne al loro principale, Hannibal Sloat. Forse sono io, si disse John Isidore. Forse, piu si regredisce lungo la scala dell'evoluzione, come e successo a me, piu si sprofonda nell'abietto abisso del mondo della tomba... hmmm, meglio abbandonare questa linea di ricerca. Nulla lo deprimeva di piu dei momenti in cui confrontava le sue attuali facolta mentali con quelle di cui disponeva in passato. Ogni giorno la sagacia e il vigore diminuivano. Lui e le altre migliaia di speciali del pianeta Terra erano tutti destinati a confluire nel mucchio della spazzatura. A trasformarsi in palta vivente.
Per sentirsi un po' in compagnia accese l'autoradio e si sintonizzo sul programma radiofonico di Buster Friendly che, come la versione televisiva, andava in onda ventitre ininterrotte roventi ore al giorno... mentre l'altra ora era occupata da una sigla di fine-delletrasmissioni di carattere religioso, seguita da dieci minuti di silenzio e poi da una sigla di ripresa-delle-trasmissioni sempre di carattere religioso.
«...contento d'avervi di nuovo all'ascolto e in visione», stava dicendo Buster Friendly. «Allora, Amanda; sono due giorni interi che non veniamo a trovarti. Hai in programma qualche nuovo film, cara?»
«Eppene, io folevo antare a fare film ierri, ma penza, loro folere me partire a le zette...»
«Le sette del mattino?» la interruppe Buster Friendly.
«Ciusto, tel matino, Buuster; a le zette!» Amanda Werner scoppio nella sua famosa risata, imitata quasi quanto quella di Buster. Amanda Werner e varie altre belle ed eleganti signore straniere dal bel seno conico, provenienti da vaghi paesi mai specificati, piu alcuni cosiddetti umoristi bucolici, costituivano il nocciolo duro delle perpetue repliche di Buster. Le donne come Amanda non facevano mai film, non avevano mai parti in teatro; vivevano le loro stravaganti belle vite come ospiti nello spettacolo senza fine di Buster, comparendo sullo schermo - Isidore una volta l'aveva calcolato - anche la bellezza di settanta ore a settimana.
Come faceva Buster Friendly a trovare il tempo di registrare sia lo spettacolo radiofonico che quello televisivo? A Isidore sarebbe piaciuto saperlo. E come faceva Amanda Werner a trovare il tempo di fare l'ospite un giorno si e l'altro no, mese dopo mese, anno dopo anno? Come facevano a parlare in continuazione? Non si ripetevano mai, per quanto poteva accorgersene lui. Le loro battute, sempre sagaci, sempre nuove, non le provavano. La chioma di Amanda risplendeva, gli occhi le luccicavano, i denti brillavano; non calava mai di tensione, non si stancava mai, non si trovava mai disorientata quando doveva escogitare una battuta spiritosa in risposta alla continua raffica di frizzi e lazzi, facezie e arguzie di Buster. Il Buster Friendly Show, audioteletrasmesso via satellite su tutta la Terra, si riversava anche sugli emigranti dei mondi colonizzati. Alcune trasmissioni sperimentali erano state lanciate anche verso Proxima, nel caso la colonizzazione umana fosse arrivata tanto lontana. Se il Salander 3 fosse giunto a destinazione, i membri dell'equipaggio avrebbero trovato il Buster Friendly Show ad attenderli. E loro ne sarebbero stati contenti.
Ma c'era qualcosa in Buster Friendly che indispettiva John Isidore, un particolare inquietante. In modo subdolo, quasi senza dare nell'occhio, Buster ridicolizzava le scatole empatiche. E non una volta sola, di continuo. Infatti, lo stava facendo proprio adesso.
«...non troverai segni di sassate sul mio corpo», ciangottava Buster con Amanda Werner. «E se proprio devo scalare il fianco di una montagna, voglio portarmi dietro almeno un paio di bottiglie di birra Budweiser!» Il pubblico in studio scoppio a ridere, e Isidore senti uno scroscio di applausi. «E rendero pubblica la mia denuncia, minuziosamente documentata, da lassu — l a rivelazione che avra luogo esattamente tra dieci ore!»
«Fenco angh'io, tezoro!» proruppe Amanda. «Pottami con te! Io fenire con te, quanto loro tirare noi pietra io proteccere te!» Il pubblico esplose un'altra volta, e John Isidore si senti deriso e provo una rabbia impotente salirgli nel petto fin quasi a sgorgare. Perche Buster Friendly continuava a prendere in giro il Mercerianesimo? La cosa non sembrava dar fastidio a nessun altro; perfino l'O.N.U. approvava. Eppure sia la polizia americana che quella sovietica avevano dichiarato pubblicamente che il Mercerianesimo riduceva il tasso di criminalita, rendendo i cittadini piu consapevoli delle condizioni del proprio prossimo. L'umanita ha bisogno di maggior empatia, aveva dichiarato piu volte Titus Corning, il Segretario Generale delle Nazioni Unite. Forse Buster e geloso, i potizzo Isidore. Certo, potrebbe essere una spiegazione; lui e Wilbur Mercer sono in concorrenza l'uno con l'altro. Ma in concorrenza per cosa?
Per le nostre menti, concluse. Litigano per il controllo della nostra psiche; la scatola empatica da un lato, gli sberleffi e le allusioni maligne di Buster dall'altro. Devo dirlo a Hannibal Sloat, si disse risoluto. Devo chiedergli se e vero; lui lo sapra senz'altro.
Parcheggiato il furgone sulla terrazza della Clinica per Animali Van Ness, Isidore porto subito la gabbia di plastica con il finto gatto ormai esanime giu nell'ufficio di Hannibal Sloat. Quando entro, il signor Sloat sollevo lo sguardo da una pagina di un catalogo di componenti e il volto grigio e segnato dall'eta gli si increspo come acqua percorsa dal vento. Troppo vecchio per emigrare, Hannibal Sloat, anche se non era uno speciale, era destinato a guadagnarsi a fatica il resto della vita sulla Terra. La polvere, per anni, l'aveva logorato; gli aveva fatto divenire i lineamenti grigi, i pensieri grigi; l'aveva ingobbito, gli aveva indebolito le gambe rendendogli malfermo il passo. Hannibal vedeva il mondo attraverso lenti letteralmente ispessite dalla polvere. Per chissa quale motivo, Sloat non si puliva mai gli occhiali. Era come se si fosse arreso; aveva accettato le scorie radioattive che avevano gia da molto tempo intrapreso l'impresa di seppellirlo. Intanto, gli avevano gia oscurato la vista. Nei pochi anni che gli restavano la polvere gli avrebbe degradato anche gli altri sensi fino a che alla fine gli sarebbe rimasta solo la voce stridula da uccello, e poi se ne sarebbe andata anche quella. «Che cos'hai chiese il signor Sloat.