Accidenti a lei, si disse. Rischio la vita, ma a che serve! Non le importa nulla se riusciamo a comprarcf uno struzzo meno, nulla la tocca. Vorref averla lasciata due anni fa, quando stavamo pensando di separarci. Posso ancora farlo, pero, ricordo a se stesso.
Incupito, si abbasso a raccogliere sul fondo della macchina le carte scompigliate, tra cui gli appunti su Luba Luft. Nessun aiuto, si disse. La maggior parte degli androidi che ho conosciuto hanno piu vitalita e desiderio di vivere di miti moglie. Non ha nulla da darmi.
Questo gli fece ritornare in mente Rachael Rosen. Il suoparere sulla mentalita del Nexus-6, si rese conto, si e rivelato esatto. Purche non mi chieda parte della taglia, forse mi potrebbe essere utile.
L'incontro con Kadalyi-Polokov aveva modificato radicalmente il suo modo di vedere.
Sferzando deciso il motore dell'aereomobile sfreccio come se nulla fosse nel cielo, diretto al War Memorial, il vecchio teatro dell'opera dove, secondo gli appunti di Dave Holden, a quell'ora avrebbe trovato Luba Luft.
Comincio, allora, a fantasticare anche su di lei. Alcune androidi femmine gli erano sembrate carine; diverse di loro gli avevano fatto provare un'attrazione fisica che gli era parsa una ben strana sensazione, sapendo a mente fredda che si trattava di macchine, per quanto fossero in grado di avere delle reazioni emotive.
Rachael Rosen, ad esempio. No, concluse; troppo magra. Senza nulla di davvero interessante, specialmente il busto. Una figura da bambina, scialba e piatta. Poteva chiedere di meglio. Quanti anni aveva Luba Luft, secondo le informazioni disponibili? Guidando riprese in mano gli appunti, ormai tutti stropicciati, e trovo la cosiddetta "eta" della Luft. Ventotto, dicevano le note. A giudicare dalle apparenze, che - con i droidi - era l'unico criterio di qualche utilita.
Meno male che me ne intendo abbastanza di lirica, penso Rick. E un altro vantaggio che ho rispetto a Dave, ho un po'piu di interessi culturali.
Prima di chiedere a Rachael di aiutarmi, ci provo con un altro droide, decise. Se la signorina Luft si rivela tremendamente difficile... - ma qualcosa gli diceva che non lo sarebbe stata. Polokov era il piu duro; gli altri, non sapendo che c'era qualcuno che dava loro la caccia, sarebbero caduti uno dopo l'altro, impallinati come anitre in volo.
Mentre scendeva di quota, calandosi verso l'ampia terrazza decorata del teatro dell'opera, Rick cantava ad alta voce un pot-pourri di arie, con parole pseudoitaliane che si inventava al momento; anche senza il modulatore d'umore Penfield sottomano si senti lo spirito illuminarsi di ottimismo, e di una famelica e gioiosa sensazione di attesa.
CAPITOLO NONO
All'interno dell'enorme pancia della balena d'acciaio e pietra modellata a formare il teatro dell'opera costruito per resistere a lungo, Rick Deckard vide che avevano luogo delle prove rumorose che riecheggiavano piuttosto malcerte. Entrando riconobbe la musica: Il Flauto Magico di Mozart, le scene finali del primo atto. Gli schiavi del moro - in altre parole, il coro - avevano attaccato la loro parte con una battuta d'anticipo, rovinando completamente il ritmo semplice delle campanelle magiche.
Che piacere, Il Flauto Magico gli piaceva da morire. Si sedette in una poltrona della prima galleria (nessuno parve notarlo) e si mise comodo. Ora Papageno con il suo fantastico piumaggio si era unito a Pamina per cantare parole che riuscivano sempre a far salire lacrime agli occhi di Rick, quando e se gli accadeva di ricordarsele.
Konnte jeder brave Mann solche Glockchen finden, seine Feinde wurden dann ohne Muhe schwinden.
Be', penso Rick, nella vita vera non esistono campanelle magiche del genere, che fanno scomparire i nemicisensialcuno sforzo. Peccato. E Mozart, non molto tempo dopo aver finito Il Flauto Magico, era morto - a soli trentacinque anni - di una malattia ai reni. Ed era stato sepolto in una fossa comune, come un povero senza nome.
Seguendo questi pensieri si chiese se Mozart avesse avuto qualche intuizione del fatto che il futuro non esisteva, che aveva gia usato tutto il poco tempo che gli spettava. Forse l'ho usato tutto, anch'io, penso nel guardare le prove che procedevano. Queste prove fniranno, lo spettacolo finira, i cantanti moriranno, con il tempo anche l'ultimo spartito verra distrutto, in un modo o nell'altro; infine il nome "Mozart" scomparira e la polvere avra vinto. Se non su questo pianeta, su un altro. Possiamo sfuggirle per un po'. Come i droidi riescono a sfuggirmi e a sopravvivere un po'piu a lungo, ma sempre per un tempo comunque deffnito. Perche poi li prendo io, o li prende qualche altro cacciatore di taglie. In un certo senso, penso, faccio parte anch'io delprocesso dell 'entropia che distrugge tutto. Quelli dell'Associazione Rosen creano e io distruggo. O cosi almeno loro devono vedere la questione.
Intanto, sul palcoscenico, Papageno e Pamina erano impegnati in un dialogo. Interruppe la riflessione introspettiva e si mise ad ascoltare. Papageno: «Figlia mia, cosa dovremmo dire ora?» Pamina: «La verita. Questo diremo».
Chinandosi in avanti e scrutando con attenzione, Rick studio Pamina agghindata in abiti pesanti ed elaborati, con il soggolo che le reggeva il velo sulle spalle e sul volto. Rilesse il foglio informativo e si appoggio allo schienale, soddisfatto. Ho visto il mio terzo androide Nexus-6, riflette. Luba Luft. Un po' ironico, il sentimento che suscita il suo ruolo. Per quanto vitale, attivo e di bell'aspetto, un androide in fuga non potrebbe certo dire la verita; riguardo a se stesso, perlomeno.
Sul palcoscenico Luba Luft cantava, e Rick rimase sorpreso dalla qualita di quella voce; era al livello delle migliori, anche di quelle famose nella sua collezione di registrazioni storiche. L'Associazione Rosen l'aveva costruita bene, doveva ammetterlo. E di nuovo vide se stesso sub specie aeternitatis, i l distruttore della forma evocato da cio che sentiva e vedeva li. Forse, quanto meglio funziona, quanto piu lei sa cantare bene, e tanto piu c'e bisogno di me. Se gli androidi fossero rimasti su standard inferior, come i vecchi q-40 costrutti dalla Derain Associates, il problema non esisterebbe e non ci sarebbe bisogno di quello che so fare io. Mi chiedo quando dovrei farlo, si disse. Il piu presto possible, probabilmente. Appena fintta la prova, quando rientra in camerino.
Alla fine dell'atto la prova venne temporaneamente sospesa. Sarebbe ripresa, disse il direttore d'orchestra in inglese, francese e tedesco, dopo un'ora e mezza. Il direttore d'orchestra quindi usci di scena; gli orchestrali posarono gli strumenti e se ne andarono anch'essi. Alzatosi, Rick si diresse sul retro del palcoscenico, verso i camerini; segui gli ultimi della compagnia che stavano uscendo, senza fretta, decidendo sul da farsi. Emeglio cosi, meglio chiudere immediatamente la questione. Cerchero di passare il minor tempo possible a parlarle e a somministrarle il test. Appena ne sard sicuro... - ma tecnicamente non poteva avere certezze prima della fine del test. Forse Dave si e sbagliato sul suo conto, i potizzo. Spero di si. Ma in realta ne dubitava. Istintivamente, la sua professionals aveva gia reagito. E finora non s'era mai sbagliato... in tutti gli anni passati al dipartimento.
Fermo una comparsa e gli chiese qual era il camerino della signorina Luft; la comparsa, truccato e vestito da soldato egiziano, gli fece un cenno. Rick arrivo alla porta che gli era stata indicata, dove c'era affissa una nota scritta in inchiostro che diceva MISS LUFT NON DISTURBARE, e busso.
«Avanti».
Entro. La donna era seduta alla toletta con una partitura rilegata, evidentemente alquanto usata, aperta sulle ginocchia annotava qua e la la partitura con una penna a sfera. Indossava ancora il costume, tranne il soggolo che aveva sistemato su una rastrelliera, e non si era ancora tolta il trucco.«Si?» disse, alzando lo sguardo. Il trucco di scena le rendeva gli occhi pii grandi: enormi, color nocciola, lo fissavano senza alcun tentennamento. «Ho da fare, come puo vedere». La sua voce non tradiva alcun residuo d'accento straniero.