«Lei vince il confronto con la Schwarzkopf» esordi Rick.
«Ma lei chi e?» Il suo tono aveva in se un freddo riserbo e quell'altra freddezza, che lui aveva gia riscontrato in tanti androidi. Sempre lo stesso: un grande intelletto, la capacita di conseguire traguardi importanti, ma anche questa freddezza. La deplorava. Eppure, senza di essa, non sarebbe riuscito a identificarli.
«Sono del Dipartimento di Polizia di San Francisco», disse.
«Davvero?» I grandi occhi intensi non si mossero, non risposero in alcun modo. «Che ci viene a fare qui?» Il suo tono, stranamente, pareva cortese.
Sedendosi su una sedia vicina apri la valigetta. «Sono stato mandato a somministrarle un normale test sul profilo della personalita. Ci vorranno solo alcuni minuti».
«E proprio necessario?» Fece un cenno indicando la grossa partitura rilegata, «Ho un sacco da fare». Ora aveva iniziato a sembrare un po' in apprensione.
«E necessario». Estrasse gli strumenti per il Voigt-Kampff, e comincio a sistemarli.
«E un test per il quoziente intellettuale?»
«No, per l'empatia».
«Devo mettermi gli occhiali». Allungo la mano per aprire una cassetto della toletta.
«Se e in grado di annotare la partitura senza occhiali puo anche fare il test cosi com'e. Le faro vedere delle fotografie e le faro alcune domande. Intanto...» Si alzo e le si avvicino e, chinatosi, le applico la ventosa con i sensori sulla guancia alquanto colorita. «E poi questa luce», disse, regolando l'angolazione del sottile raggio, «e siamo pronti».
«Crede che io sia un androide? E per questo, no?» La voce le era quasi del tutto scomparsa. «Non sono un androide. Non sono mai nemmeno stata su Marte; un androide non l'ho mai nemmeno visto!» Le lunghe ciglia vibrarono involontariamente; Rick si rese conto che la cantante tentava di mantenere la calma. «Vi hanno informato che c'e un androide nella nostra compagnia? L'aiuterei con piacere, e le pare che se fossi un androide avrei piacere ad aiutarla?»
«A un androide», le disse, «non importa nulla di quello che succede a un altro androide. Questa e una delle indicazioni che cerchiamo di identificare». «Allora», disse Miss Luft, «lei deve essere un androide». La battuta lo fece fermare all'istante; la guardo.
«Perche», continuo, «il suo compito e quello di ucciderli, non e vero? Lei e uno di quei...» Cercava di ricordarsi.
«Cacciatori di taglie», disse Rick. «Ma non sono un androide».
«Il test a cui vuole sottopormi,» la voce adesso aveva cominciato a tornarle, «lei l'ha superato?»
«Si», annui Rick. «Tanto tanto tempo fa; quando ho cominciato a lavorare con il dipartimento»
«Forse e un falso ricordo. Non e vero che qualche volta gli androidi hanno dei falsi ricordi?»
Rick disse, «I miei superiori sanno tutto del test. E obbligatorio».
«Forse una volta e esistito un umano che aveva il suo stesso aspetto, e a un certo punto lei l'ha ucciso e ne ha preso il posto. E i suoi superiori non lo sanno». Sorrise, come invitandolo a darle ragione.
«Su, procediamo con il test», disse Rick prendendo in mano il questionario.
«Faccio il test», disse Luba Luft, «se lo fa prima lei».
Di nuovo la fisso stupito, preso in contropiede.
«Non crede che sarebbe piu giusto?» chiese. «Allora sarei sicura di chi e lei. Non so, lei sembra cosi singolare, cosi duro e strano». Ebbe un brivido, ma sorrise ancora, fiduciosa.
«Lei non sarebbe in grado di sottopormi al Voigt-Kampff. Ci vuole parecchia esperienza. Adesso mi ascolti con attenzione. Le domande riguardano un certo numero di situazioni in cui lei potrebbe venirsi a trovare; da lei voglio una frase in risposta alla situazione, mi deve dire quello che farebbe. E voglio che lei risponda nel modo piu rapido possibile. Uno dei fattori che mi interessano e il tempo di reazione». Scelse la prima domanda. «Guarda la TV, e all'improvviso s'accorge che una vespa le si e posata sul polso». Controllo l'orologio, contando i secondi. E controllava anche i due quadranti.
«Cos'e una vespa?» chiese Luba Luft.
«Un insetto volante che punge».
«Oh, che strano». Gli enormi occhioni le si dilatarono con fiducia infantile, come se le avesse rivelato il mistero centrale del creato. «Ne esistono ancora? Non ne ho mai visto nemmeno una».
«Sono morte per via della polvere. Davvero non sa cos'e una vespa? Doveva essere al mondo quando c'erano ancora le vespe; era soltanto...» «Mi dica la parola in tedesco».
Cerco di ricordarsi il vocabolo tedesco per "vespa", ma non ci riusci. «Lei parla perfettamente la mia lingua», le disse incollerito.
«Il mio accento», lo corresse, «e perfetto. E necessario che lo sia, per i ruoli in Purcell, Walton, Vaughan Williams. Ma il mio vocabolario non e molto ampio». Gli lancio una timida occhiata.
«Wespe», disse Rick, rammentandosi della parola tedesca.
«Ach, si; eine Wespe». Rise. «E qual era la domanda? Me la sono gia dimenticata».
«Proviamone un'altra». A quel punto era impossibile registrare una risposta significativa. «Guarda un vecchio film alla TV, un film di prima della guerra. Siamo nel pieno di un banchetto; il piatto principale», aveva saltato la prima parte della domanda, «era cane bollito con ripieno di riso».
«Nessuno ucciderebbe un cane per mangiarselo», disse Luba Luft. «Valgono un patrimonio. Ma mi sa che era un cane finto, un surrogato. Giusto? Ma i surrogati sono fatti di cavi e motori; non li si puo mangiare».
«Prima della guerra», gracchio irritato.
«Prima della guerra non ero al mondo».
«Ma avra visto dei vecchi film in TV!»
«Il film era ambientato nelle Filippine?»
«Perche?»
«Perche», disse Luba Luft, «una volta nelle Filippine mangiavano il cane lesso con il ripieno di riso. Ricordo di averlo letto». «Ma come risponde?» le chiese. «Mi dia la sua reazione emotiva, morale, sociale». «Al film?» Ci penso su. «Cambierei canale e mi metterei a vedere Buster Friendly». «Perche cambierebbe canale?»
«Be'», disse vivace, «chi mai se ne starebbe a guardare un vecchio film ambientato nelle Filippine? Cos'e mai successo nelle Filippine a parte la Marcia della Morte Bataan, e chi la guarderebbe quella?» Lo guardo con furia, indignata. Sui quadranti le lancette sventagliavano in tutte le direzioni.
Dopo una pausa, Rick riprese a interrogarla, con la massima attenzione, «Affitta una casa in montagna...»
«Ja». Faceva cenno di si con la testa. «Continui pure; sto aspettando».
«In una zona ancora verde».
«Pardon?» Si porto la mano all'orecchio. «Non ho mai sentito questo vocabolo».
«Vuoi dire che ci crescono ancora alberi e cespugli. La casa e costruita in travi di pino rustiche e ha un enorme carnino. Alle pareti sono state appese delle vecchie carte geografiche, delle stampe di Currier e Ives, e sopra al camino e stata messa la testa di un cervo, un maschio adulto dalle corna ramificate. Alle persone che sono con voi l'arredamento piace e...»
«Non capisco Currier ne Ives ne arredamento», disse Luba Luft; sembrava, pero, che si sforzasse di cogliere il significato dei termini. «Aspetti». Alzo la mano, tutta seria. «Si mangia con il riso, come il cane. Il currier e quello che serve per fare il riso al currier. In tedesco si dice Curry».
Rick non riusciva proprio a rendersi conto, con tutta la buona volonta, se la fumosita semantica di Luba Luft aveva uno scopo preciso. Dopo un breve consulto con se stesso, decise di provare un'altra domanda; che altro poteva fare? «La sera esce con un uomo che le chiede di andare nel suo appartamento. Una volta accettato...»