«Ecco la sua borsa», disse il funzionario, porgendogliela. «Venga nel mio ufficio... Vorrei parlare ancora un po' con lei». Si avvio per un corridoio laterale; Rick lo segui. A un
certo punto il funzionario si fermo e, voltandosi, si presento: «Mi chiamo Garland». Gli porse la mano e Rick, rapidamente, gliela strinse. «Si accomodi», disse Garland appena aperta la porta dell'ufficio; poi s'infilo dietro una grossa scrivania ordinatissima.
Rick si sedette davanti a lui.
«Questa prova di Voigt-Kampff», comincio Garland, «di cui mi stava parlando». Fece un cenno della testa verso la borsa di Rick. «Tutto quel materiale che si porta dietro». Si riempi la pipa, se l'accese e comincio a fumare. «E uno strumento analitico per smascherare i droidi?»
«E la nostra arma fondamentale», disse Rick. «L'unica che usiamo in questo momento. Perche e l'unica in grado di smascherare il nuovo modello Nexus-6. Non ne ha mai sentito parlare?»
«Ho sentito parlare di diverse scale per analisi di profilo che si usano con gli androidi. Ma non di questa». Continuo a scrutare attentamente Rick, con la faccia sempre piu congestionata; Rick non riusciva a capire cosa passasse per la testa di Garland. «Quelle veline tutte sbaffate», continuo il funzionario, «che ha nella borsa. Polokov, la signorina Luft, insomma, le sue... prede. La prossima dovrei essere io».
Rick lo fisso sorpreso, poi apri subito la borsa.
Dopo un attimo le copie carbone erano sparse davanti a lui. Garland aveva detto la verita; Rick lesse attentamente il foglio che lo riguardava. I due uomini - o meglio, Rick e l'altro - rimasero a lungo in silenzio; alla fine Garland si schiari la voce e tossi nervosamente.
«E una sensazione molto spiacevole», disse. «Scoprire all'improvviso di essere la preda assegnata a un cacciatore di taglie. O di qualsiasi cosa sia lei, Deckard». Premette un tasto dell'interfono e disse: «Mandate qui uno dei nostri cacciatori di taglie: uno qualsiasi. Va bene, grazie». Lascio andare il tasto. «Tra un minuto o poco piu arriva Phil Resch», disse a Rick. «Prima di andare avanti voglio vedere l'elenco che ha lui».
«Secondo lei, potrei essere su quell'elenco?» chiese Rick. «E possibile. Lo sapremo presto. Meglio esser sicuri in queste questioni importanti. Meglio non affidarsi alla sorte. Questo bollettino che mi riguarda», indico la velina tutta sbaffata, «non dice che sono un ispettore di polizia; con molta imprecisione sostiene che sono un agente di assicurazioni. Per il resto le indicazioni sono giuste: la descrizione fisica, l'eta, le abitudini personali, l'indirizzo di casa. Si, sono proprio io. Guardi pure». Spinse il foglio verso Rick, che lo prese in mano e lo rilesse.
La porta dell'ufficio si apri e apparve un uomo alto e scarno, dai lineamenti scavati, con gli occhiali e un pizzetto alla Vandyke. Garland si alzo e indico Rick.
«Phil Resch, Rick Deckard. Siete tutti e due cacciatori di taglie e forse e ora che vi conosciate».
Stringendogli la mano, Phil Resch disse a Rick: «In quale citta lavora?»
Garland precedette Rick, «San Francisco, proprio qui. Dia un'occhiata al suo programma. Questa e la prossima preda». Porse a Resch il foglio che Rick aveva appena riletto, quello contenente la sua descrizione.
«Ehi, Garland», esclamo Phil Resch. «Ma questo e lei!»
«E non e finita qui», aggiunse Garland. «Sul suo elenco di androidi da ritirare ha anche Luba Luft, la cantante lirica e Polokov. Se lo ricorda Polokov? Be', ormai e morto; questo cacciatore di taglie o androide o quello che e l'ha beccato e ora stiamo facendo fare un'analisi del midollo osseo giu al laboratorio. Per vedere se c'e qualche minima base per...»
«Con Polokov ci ho parlato», disse Phil Resch. «Non e quella specie di grosso Babbo Natale della polizia sovietica?» Ci penso su per un po', tirandosi la barbetta arruffata. «Secondo me e una buona idea far fare l'analisi del midollo osseo».
«E perche?» chiese Garland, visibilmente contrariato: «E solo per eliminare qualsiasi base legale alle pretese di questo Deckard di non aver ammazzato nessuno; secondo lui "ha solo ritirato un androide"».
«Polokov mi ha dato l'impressione di un uomo molto freddo. Un essere estremamente cerebrale e calcolatore; molto distaccato».
«Un sacco di poliziotti sovietici sono cosi», disse Garland, sempre piu irritato.
«Luba Luft non l'ho mai incontrata», continuo Phil Resch. «Pero ho sentito dei dischi registrati da lei». Poi, rivolto a Rick, disse: «L'ha sottoposta a qualche prova?»
«Avevo cominciato a farlo, ma non sono riuscito a ottenere un risultato chiaro e poi lei ha chiamato un agente di pattuglia e cosi non ho potuto portare a termine la prova».
«E Polokov?» chiese Phil Resch. «Non sono riuscito a sottoporre alla prova neanche lui». Quasi rivolto a se stesso, Phil Resch mormoro: «E presumo che non abbia avuto la possibilita di sottoporre alla prova neanche l'ispettore Garland, qui».
«Certo che no!» intervenne Garland, il volto alterato dall'indignazione; le sue parole prorruppero amare e taglienti.
«Che prova adopera?» chiese Phil Resch.
«La scala Voigt-Kampff».
«Non la conosco». Sia Resch che Garland sembravano assorti in una profonda riflessione professionale, ma ognuno per conto suo. «Ho sempre sostenuto», continuo dopo qualche istante, «che il miglior posto per nascondersi per un androide sarebbe una grande organizzazione di polizia come la W.P.O. Dalla prima volta che l'ho incontrato, ho sempre avuto voglia di mettere alla prova Polokov, ma non si e mai presentata l'occasione. Ne si sarebbe mai presentata... questo e uno dei vantaggi che una copertura come questa avrebbe per un androide intraprendente».
Garland si alzo lentamente in piedi e affronto Phil Resch. «E voleva sottoporre alla prova anche me?»
Un sorriso timido attraverso la faccia di Resch: fece per rispondere, ma poi si strinse nelle spalle e non disse niente. Non sembrava avesse alcun timore del suo superiore, nonostante l'ira di Garland, ormai palpabile.
«Secondo me lei non si rende ben conto della situazione», disse Garland. «Quest'uomo - o questo androide - insomma, Rick Deckard ci arriva da un'organizzazione di polizia fantasma, frutto di allucinazioni, in quanto non esistente che, a suo dire, ha sede nel vecchio quartier generale del dipartimento su a Lombard Street. Sostiene di non aver mai sentito parlare di noi e noi non abbiamo mai sentito parlare di lui - eppure, a quanto pare, lavoriamo entrambi dalla stessa parte. Per di piu, usa un test di cui non sappiamo niente. L'elenco che si porta dietro non e composto da androidi, ma da esseri umani. Ha gia ucciso una volta - almeno una volta. E se la signorina Luft non fosse arrivata a un telefono, con ogni probabilita, sarebbe stata uccisa anche lei e alla fine si sarebbe messo sulla mia pista per braccarmi». «Uhmmm», mugolo Phil Resch.
«Uhmmm», lo canzono Garland, irritatissimo. Sembrava ormai sull'orlo di un colpo apoplettico. «Questo e tutto quel che ha da dire?»
Si accese l'interfono e una voce femminile disse: «Ispettore Garland, e arrivato il rapporto del laboratorio sul cadavere del signor Polokov».
«Penso che dovremmo sentirlo», disse Phil Resch.
Garland gli lancio un'occhiata piena di furia a stento repressa. Poi si chino, tenne premuto il pulsante dell'interfono e disse, «sentiamolo, signorina French».
«L'analisi del midollo osseo», disse la signorina French, «rivela che il signor Polokov era un robot umanoide. Vuole anche gli altri particolari...»
«No, basta cosi». Garland si lascio cadere sulla poltrona, scrutando con aria cupa la parete di fronte; non disse niente, ne a Rick ne a Phil Resch.
Fu quest'ultimo a rompere il silenzio. «Su cosa si basa la sua prova di Voigt-Kampff, signor Deckard?»
«Sul responso empatico. Misurato sulla base di diverse situazioni. La maggior parte delle quali hanno a che fare con gli animali».
«Il nostro test molto probabilmente e piu semplice», disse Resch. «Il responso dell'arco di riflesso nei gangli superiori della colonna spinale dura diversi microsecondi di piu nei robot umanoidi rispetto al sistema nervoso umano». Allungo una mano verso la scrivania dell'ispettore Garland e prese un blocchetto di carta; con una penna a sfera butto giu uno schizzo. «Usiamo un segnale audio oppure un lampo di luce. Il soggetto deve spingere un pulsante e noi misuriamo l'intervallo tra lo stimolo e il responso. Naturalmente, facciamo diverse prove. Il tempo d'intervallo varia tra i droidi e gli umani. Una volta che abbiamo registrato dieci reazioni, riteniamo di avere un'indicazione affidabile. E poi, come nel caso di Polokov, l'analisi del midollo osseo ci da la conferma».