Raggiunta la pecora, Rick si chino, cercando tastoni nel fitto vello bianco - la lana almeno era autentica - finche non trovo quello che cercava: il pannello di controllo nascosto con i comandi della macchina. Sotto lo sguardo di Barbour, apri di colpo il coperchio del pannello, rivelandone la presenza. «Vedi?» disse rivolto al vicino. «Capisci adesso perche mi interessa tanto il tuo puledro?»
Dopo un certo lasso di tempo Barbour disse, «Oh, poverino! Ma e sempre stata finta?»
«No», rispose Rick, richiudendo il coperchio del pannello della pecora elettrica; si raddrizzo e guardo in faccia il vicino. «Avevo una pecora vera, all'inizio. Ce la lascio mio suocero quando emigro. Poi, piu o meno un anno fa, ti ricordi quella volta che l'ho portata dal veterinario... eri quassu quel mattino quando l'ho trovata coricata su un fianco senza che riuscisse ad alzarsi».
«Ma la rimettesti in piedi», disse Barbour, annuendo nel ricordarsene. «Certo, riuscisti a farla alzare, ma poi dopo un minuto o due che camminava ricadde a terra».
Rick disse, «Le pecore prendono delle strane malattie. O per dirla in altre parole, le pecore si prendono un sacco di malattie diverse ma i sintomi sono sempre gli stessi; l'animale non riesce ad alzarsi e non c'e modo di stabilire quanto sia grave, se si tratta cioe solo di una zampa slogata o se sta morendo di tetano. Cosi e morta la mia: tetano».
«Quassu?» chiese Barbour. «Sul tetto?»
«Il fieno», spiego Rick. «Quella volta non avevo levato tutto il fil di ferro dalla balla, ne lasciai un frammento e Groucho - allora la chiamavo cosi - ci si graffio e cosi contrasse il tetano. L'ho portata dal veterinario ed e morta; io ci ho pensato un po' su e mi sono deciso a chiamare una delle ditte che producono animali artificiali. Ho mostrato loro una fotografia di Groucho. Mi hanno costruito questa». Indico l'animale meccanico che accucciato continuava intento a ruminare, ancora all'erta per individuare un qualsiasi indizio della presenza dei fiocchi d'avena. «Hanno fatto un gran bel lavoro, roba di qualita. E io ci ho messo tanto tempo e attenzione per accudirla; tanto quanto ne mettevo per Groucho. Pero...» Alzo le spalle.
«Non e la stessa cosa», concluse Barbour.
«Comunque, ci manca poco. Accudendola, si provano le stesse sensazioni; bisogna tenerla d'occhio proprio come quando era davvero viva. Perche potrebbe guastarsi e allora tutti nel palazzo capirebbero. L'ho portata in riparazione sei volte, per lo piu per piccole disfunzioni, ma se qualcuno se ne fosse accorto - per esempio una volta si e guastato il nastro-voce e non la smetteva piu di belare - avrebbe capito che si trattava di un guasto meccanico». Aggiunse: «Naturalmente il furgone delle riparazioni porta la scritta "Ospedale degli Animali Tal dei Tali" e l'autista e vestito come un veterinario, tutto in bianco». D'improvviso guardo l'orologio, ricordandosi dell'ora. «Devo scappare al lavoro», disse a Barbour. «A stasera».
Mentre si dirigeva alla macchina, Barbour gli grido dietro: «Ehm, non ti preoccupare, non lo diro a nessuno qui nel palazzo».
Rick si fermo e stava per ringraziarlo. Ma poi qualcosa di simile alla disperazione di cui aveva parlato prima Iran venne come a toccarlo sulla spalla e allora rispose: «Non so; forse non fa nessuna differenza».
«Ma ti guarderanno dall'alto in basso. Non tutti, ma qualcuno di sicuro. Lo sai cosa ne pensa la gente di chi non si prende cura di un animale; lo considerano immorale e antiempatico. Cioe, da un punto di vista tecnico non e piu un crimine, com'era subito dopo l'Ultima Guerra Mondiale, ma di fatto la gente lo reputa ancora tale».
«Perdio», disse adagio Rick, agitando le mani vuote. «Io voglio un animale; cerco in continuazione di comprarne uno. Ma con il mio stipendio, con quello che guadagna un dipendente comunale...» Se, penso, tornassiadavere fortuna nellavoro. Come due anni fa quando riuscii a beccare quattro droidi in un mese. Se l'avessi saputo allora, penso, che Groucho mi moriva... ma fuprima del tetano. Prima di quei cinque centimetri di fil di ferro, acuminati come un ago ipodermico.
«Potresti comprarti un gatto», propose Barbour. «I gatti sono a buon mercato; guarda sul catalogo».
Rick disse calmo: «Non voglio un animale da tenere in casa. Voglio quello che avevo, un animale di grande taglia. Una pecora o, se metto insieme i soldi, una mucca, un bue o uno come il tuo, un cavallo». Si rese conto che la ricompensa per l'eliminazione di cinque droidi sarebbe bastata. Mille dollari l'uno, oltre il mio stipendio. Allora, da qualche parte, potrei trovare da qualcuno quello che voglio. Anche se la voce nel Catalogo degli Animali e degli Uccelli era in corsivo. Cinquemila dollari - ma, penso, prima i cinque droidi devono venire sulla Terra da uno dei pianeti colonizzati; io non posso farci nulla, non posso mica costringerne cinque a venire proprio qui, e anche se potessi, ci sono altri cacciatori di taglie appartenenti ad altre agenzie di polizia di tutto il mondo. I droidi dovrebbero proprio venire a stabilirsi nella California settentrionale, e il piu anziano e autorevole cacciatore di taglie della zona, Dave Hodden, dovrebbe morire o andare in pensione.
«Comprati un grillo», gli consiglio per scherzo Barbour. «O un topo. Ehi, con venticinque dollari ti compri un topo adulto!»
«Guarda che anche la tua cavalla potrebbe morire, come e morto Groucho, senza alcun preavviso. Quando rientri dal lavoro stasera potresti trovarla sdraiata sulla schiena, zampe all'aria, come uno scarafaggio. O come hai detto tu, come un grillo». Se ne ando, con le chiavi dell'auto gia in mano.
«Scusa se ti ho offeso», disse Barbour, nervoso.
In silenzio Rick Deckard apri la portiera della sua aereomobile. Non aveva altro da dire al vicino; la sua mente era gia rivolta al lavoro, alla giornata che lo attendeva.
CAPITOLO SECONDO
All'interno di un gigantesco edificio vuoto e cadente, in cui un tempo avevano abitato migliaia di persone, un unico apparecchio televisivo gracchiava dentro una stanza deserta. Prima dell'Ultima Guerra Mondiale, questo rudere ormai senza padroni aveva goduto di cure e lavori di manutenzione. Qui un tempo sorgeva la fascia suburbana di San Francisco; dal centro era un breve tragitto sulla monorotaia del sistema di trasporto rapido; l'intera penisola gorgheggiava come un uccello canterino, piena di vita e di opinioni e dispute, ma ormai gli accorti proprietari erano tutti morti oppure emigrati su un pianeta colonizzato. Per lo piu erano morti; era stata una guerra disastrosa nonostante le predizioni spavalde del Pentagono e del suo tronfio vassallo scientifico, la Rand Corporation - che, anzi, aveva sede proprio da queste parti. Come i proprietari degli appartamenti, anche quell'azienda se n'era andata, evidentemente senza intenzione di tornare. Nessuno ne sentiva la mancanza.
Inoltre, nessuno oggi si ricordava del perche ci si fosse trovati in guerra, ne chi avesse vinto, ammesso che qualcuno avesse vinto. La polvere che aveva contaminato la maggior parte della superficie del pianeta non aveva avuto origine in una nazione particolare, e nessuno, nemmeno il nemico al tempo di quella guerra, l'aveva prevista. Dapprima, stranamente, erano morte le civette. A quel tempo era stato quasi buffo: gli uccelli, imbottiti nella loro lanugine chiara, giacevano stecchiti qua e la, nei giardini e lungo le strade. Dato che uscivano dal nido solo dopo il crepuscolo, secondo quelle che erano le loro abitudini prima di estinguersi, di solito le civette sfuggivano all'osservazione. Le pestilenze medievali si erano manifestate in modi simili, con morie di moltitudini di topi. Questa epidemia, invece, era calata dall'alto.
Dopo le civette, naturalmente, caddero gli altri uccelli, ma a quel punto il mistero era stato compreso e svelato. Uno stentato programma di colonizzazione era gia stato avviato prima della guerra, ma ora che il Sole aveva cessato di splendere sulla Terra la colonizzazione era entrata in una nuova fase, del tutto diversa. Contemporaneamente, un'arma da guerra - il Combattente per la Liberta Sintetico - era stata modificata; in grado di funzionare su un mondo alieno, il robot umanoide -in senso stretto, l'androide organico - era divenuto il fattore trainante del programma di colonizzazione. Ai sensi di una legge dell'ONU, ogni emigrante aveva diritto al possesso di una sottospecie di androide a sua scelta e nel 1990 l'assortimento dei modelli aveva superato ogni possibile immaginazione, piu o meno come nel caso delle automobili americane degli anni sessanta.