E incredibile, penso, che la polizia non possa fare niente. Non riesco a crederlo. Questa gente deve aver fatto qualcosa. Forse sono tornati sulla Terra illegalmente. Ci dicono sempre - in televisione - che dobbiamo denunciare qualsiasi astronave che atterri fuori dalle rampe autorizzate. La polizia deve tenere gli occhi aperti per cose del genere.
Ma anche cosi, nessuno era piu ucciso in maniera tanto deliberata. Era contrario ai principi del Mercerianesimo.
«Il cervello di gallina», disse Pris, «ha un debole per me».
«Pris, non chiamarlo cosi», la rimprovero Irmgard; lancio a Isidore un'occhiata piena di compassione. «Pensa a come potrebbe chiamare te». Pris non rispose. La sua espressione si fece enigmatica.
«Io vado a preparare la ricetrasmittente», annuncio Roy. «Allora, siamo intesi: Irmgard e io rimaniamo in questo appartamento; Pris, tu vai dal... signor Isidore». Si avvio verso la porta, con passo sorprendentemente agile per un uomo cosi robusto. In un lampo spari dalla porta che sbatte con forza alla parete quando lui l'apri. In quell'attimo Isidore ebbe una strana allucinazione momentanea: gli parve di vedere una sagoma di metallo, una piattaforma piena di pulegge, circuiti, batterie, torrette e ingranaggi - poi la goffa sagoma di Ray Baty si sovrappose alla visione come una dissolvenza d'apertura. Isidore senti una risata sorgergli dal fondo dello stomaco; innervosito, cerco di soffocarla. Era tutto cosi confuso!
«Ecco un vero uomo d'azione», disse Pris con un certo distacco. «Peccato pero che non sia tanto capace di usare le mani, a fare cose meccaniche».
«Se ci salveremo», la redargui Irmgard in tono severo, «sara tutto merito di Roy».
«Ma ne vale poi la pena?» chiese Pris, piu che altro a se stessa. Poi alzo le spalle e fece un cenno a Isidore. «E va bene, J.R., verro da lei, cosi potra proteggermi».
«V-v-vi proteggero tutti», s'affretto a precisare Isidore.
Con una strana vocetta solenne e formale, Irmgard Baty gli disse: «Voglio che lei sappia che le siamo molto grati, signor Isidore. Lei e il primo amico che abbiamo incontrato sulla Terra. E molto gentile da parte sua e forse un giorno potremo ricompensarla». Gli scivolo a fianco e gli diede un colpetto affettuoso sul braccio.
«Non avreste dei libri pre-coloniali da farmi leggere?» le chiese Isidore.
«Prego?» Irmgard Baty rivolse un'occhiata perplessa a Pris.
«Sai, quelle vecchie riviste...» disse Pris; intanto aveva raccolto alcune delle sue cose e Isidore le tolse il fardello dalle mani, illuminandosi tutto per la soddisfazione di aver raggiunto un suo scopo. «No, J.R., non ce le siamo portate dietro, per i motivi che le ho spiegato».
«Allora d-d-domani vado in biblioteca», le disse lui, uscendo. «E ne p-p-prendero in prestito qualcuna per lei e per me, cosi avra qualcosa da fare oltre che aspettare».
Accompagno Pris di sopra, nel suo appartamento, scuro, vuoto, soffocante e tiepido com'era; nell'atto di portare le cose della ragazza nella camera da letto, riusci ad accendere contemporaneamente le luci, il riscaldamento e l'unico canale del suo televisore.
«E carino qui», disse Pris, ma nello stesso tono distante e distaccato di poco prima. Vago un po' nell'appartamento, con le mani sprofondate nelle tasche; sul volto le si fece strada un'espressione severa, quasi altera nel suo livello di disapprovazione. In netto contrasto con quello che aveva appena detto.
«Che c'e?» chiese lui, posando i suoi averi sul divano.
«Niente». Si fermo davanti alla finestra panoramica, scosto di lato le tende e si mise a fissare fuori con aria imbronciata. «Se ha paura che la cerchino...» comincio a dire Isidore. «E solo un sogno», disse Pris. «Indotto dai farmaci che Roy mi ha dato». «P-p-prego?»
«Ma crede davvero che esistano i cacciatori di taglie?» «Il signor Baty ha detto che hanno ucciso i vostri amici».
«Roy Baty e pazzo come me. Il nostro viaggio e stato da un manicomio della costa orientale a qui. Siamo tutti schizofrenici, soffriamo di disfunzioni alla nostra vita emotiva appiattimento di affetti, si chiama. E inoltre soffriamo di allucinazioni collettive».
«Mi pareva che non potesse essere vero», disse lui con evidente sollievo.
«E perche mai?» Si volto di colpo per fissarlo negli occhi", il suo sguardo era cosi intenso che Isidore si senti arrossire.
«P-p-perche cose del genere non possono accadere. Il g-g-governo non ammazza mai nessuno, per nessun crimine. E il Mercerianesimo...»
«Ma vede», lo interruppe Pris, «se uno non e umano, allora e tutta un'altra storia».
«Non e mica vero. Perfino gli animali, perfino le anguille, le talpe, le serpi e i ragni... sono considerati sacri».
Pris, senza staccargli gli occhi di dosso, ripete: «E cosi, non e possibile, eh? Come dice lei, anche gli animali sono protetti dalla legge. Ogni forma di vita. Qualsiasi cosa organica che striscia, si agita, si rintana, vola, sciama o deposita uova o...» S'interruppe, perche Roy Baty era apparso improvvisamente, spalancando la porta dell'appartamento e facendo il suo ingresso seguito da un lungo filo elettrico.
«Gli insetti», disse, senza mostrare alcun imbarazzo per il fatto di aver ascoltato la loro conversazione, «sono considerati particolarmente sacri». Stacco un quadro dalla parete del soggiorno e appese un minuscolo congegno elettronico al chiodo; quindi fece un passo indietro, lo scruto criticamente e rimise al suo posto il quadro. «E ora il sistema d'allarme». Tiro a se il filo elettrico, all'altro capo del quale c'era una complessa apparecchiatura. Con il suo solito sorriso stonato, lo mostro a Pris e Isidore. «Questo e il sistema d'allarme. I! filo va sotto il tappeto. Fa da antenna. Capta i segnali di un...» esito un attimo, «di un'entita mentazionale», bofonchio ermeticamente, «che non sia uno di noi quattro».
«E allora che fa, si mette a suonare?» chiese Pris. «E poi, che succede? Sara armato. Non possiamo mica saltargli addosso e azzannarlo a morte».
«Quest'apparecchiatura», continuo Roy, «contiene un'unita Penfield. Quando l'allarme scatta comincia a irradiare uno stato d'animo di panico verso... l'intruso. A meno che non sia rapidissimo, cosa peraltro possibile. Un panico massiccio; ho tarato il diffusore al massimo. Nessun essere umano puo rimanere nel suo raggio d'azione piu di qualche secondo. E nella natura del panico indurre a movimenti circolari a casaccio, a fughe senza scopo e spasmi neuro-muscolari». Quindi concluse, «il che ci dara la possibilita di sopraffarlo. Forse. Dipende da quanto e in gamba».
«Ma l'allarme non influenzera anche noi?» chiese Isidore.
«Giusto», disse Pris, rivolta a Roy Baty. «Influenzera anche Isidore».
«E allora?» disse Roy. Quindi si concentro di nuovo sull'installazione. «Allora vorra dire che si metteranno tutt'e due a scappare da qui in preda al panico. Ci dara lo stesso il tempo di reagire. E poi, a Isidore non faranno niente; non e mica sul loro elenco. Ecco perche possiamo usarlo come facciata».
«Non ti viene un'idea migliore, Roy?» chiese brusca Pris.
«No. In questo momento no».
«Domani saro in grado di p-p-procurarmi un'arma», disse Isidore. «Ma sei sicuro che la presenza di Isidore non fara scattare l'allarme?» chiese Pris. «Dopo tutto, lui e... sai?»
«Ho tarato l'apparecchio per compensare le sue emanazioni encefaliche», spiego Roy. «La loro somma non fara scattare un bel niente; ci vorra un altro umano. Un'altra personam Scuro in volto, lancio un'occhiata a Isidore, consapevole di quello che aveva appena detto.