Rick assaggio un sorso di bourbon; la potenza, l'autorita insita nel sapore e nell'aroma del liquore, gli erano diventati quasi sconosciuti ed ebbe qualche difficolta a mandarlo giu. Rachael, invece, sembrava non aver problemi con il suo.
Si sedette sul letto e si mise a lisciare le coperte con fare distratto; ora la sua espressione pareva immalinconita. Rick poso il bicchiere sul comodino e le si accomodo al fianco. Il letto cedette un po' sotto il suo peso e Rachael fu costretta a cambiare posizione.
«Che hai?» le chiese di nuovo. Allungo un braccio e le prese una mano: era fredda, ossuta, un tantino sudata. «Che cos'e che t'ha sconvolto?»
«Quell'accidenti dell'ultima Nexus-6», disse Rachael, con qualche sforzo, «e dello stesso mio modello». Abbasso lo sguardo sulla coperta, trovo un filo lento e comincio ad appallottolarlo tra le dita. «Non hai letto la sua descrizione? E identica alla mia. Magari ha un altro taglio di capelli e indossa vestiti diversi - puo anche darsi che si sia comprata una parrucca. Ma quando la vedrai, capirai subito che cosa intendo». Scoppio in una risatina sardonica. «Meno male che l'Associazione ha ammesso che io sono una droide; altrimenti forse saresti uscito di testa appena messi gli occhi su Pris Stratton. O avresti pensato che fossi io».
«E perche questa cosa ti sconvolge tanto?» «Diamine, ci saro anch'io quando la ritirerai!» «Forse no. Magari non la trovo».
«Conosco bene la psicologia dei Nexus-6. Ecco perche sono qui e posso esserti d'aiuto. Se ne stanno rintanati tutti insieme, quegli ultimi tre. Tutt'intorno a quel pazzo che si fa chiamare Roy Baty. Sara lui a dirigere la loro ultima, cruciale, disperata difesa». Le labbra le si contorsero in una smorfia. «Gesu!» esclamo.
«Su con la vita!» le disse Rick, prendendole il piccolo mento aguzzo in una mano e alzandole la testa in modo che lo guardasse negli occhi. Chissa che effetto fa baciare un androide, si chiese. Poi, chinandosi un po', la bacio sulle labbra asciutte. Non ci fu alcuna reazione: Rachael rimase impassibile. Come se la cosa non la riguardasse. Eppure, Rick ebbe un'impressione diversa. Magari, pero, stava solo proiettando i suoi desideri.
«Mi sarebbe piaciuto saperlo prima di partire», disse Rachael. «Cosi non sarei venuta per niente. Mi sa che mi stai chiedendo un po' troppo. Lo sai che cosa provo verso questo androide Pris?»
«Empatia?» chiese lui.
«Qualcosa del genere. Un senso d'identificazione; ecco li me stessa che se ne va. Dio mio! Puo anche darsi che finisca cosi. Nella confusione ritirerai me invece di lei. E magari lei se ne tornera a Seattle a vivere la mia vita. Non mi sono mai sentita cosi. Dopo tutto, noi siamo davvero macchine, fatte con lo stampo, come i tappi delle bottiglie. Il fatto che io esista veramente - io come persona - non e altro che un'illusione; non sono altro che un esemplare di un modello di androide». Rabbrividi.
Rick non pote fare a meno di essere un po' divertito; Rachael era diventata cosi morbosamente tetra. «Le formiche non provano mica la stessa cosa», le disse, «eppure anche loro sono tutte identiche».
«Le formiche non provano, punto e basta».
«I gemelli umani identici. Loro mica...»
«Pero s'identificano l'uno nell'altro; mi risulta che abbiano un legame speciale di empatia». Si alzo e si diresse verso la bottiglia di bourbon, barcollando leggermente; si riempi di nuovo il bicchiere e lo butto giu tutto d'un fiato. Per un po' gironzolo per la stanza, la fronte cupamente accigliata, poi, come se capitasse vicino a lui per caso, si sedette di nuovo sul letto. Quindi tiro sulle gambe e si sdraio, appoggiandosi ai grossi cuscini. Sospiro. «Dimentica quei tre droidi». La voce le si era riempita di stanchezza. «Mi sento esausta, immagino sia per via del viaggio. E per tutte le cose che ho appreso oggi. Ho solo un gran voglia di dormire». Chiuse gli occhi. «Se muoio», mormoro, «forse, chissa, rinascero appena l'Associazione Rosen ristampera la prossima unita del mio sottotipo». Riapri gli occhi e gli rivolse un'occhiata inferocita. «Ma lo sai perche sono venuta qui in realta? Perche Eldon e gli altri Rosen - quelli umani, intendo - hanno voluto che ti accompagnassi?»
«Per osservare», rispose lui. «Per riferire esattamente che cosa fanno i Nexus-6 per tradirsi con il test di Voigt-Kampff».
«Non solo con il test. Qualsiasi cosa che gli dia una qualita di diversita. E quando faro il mio rapporto, l'Associazione apportera qualche lieve modifica ai parametri dei suoi bagni di zigote DNS. E cosi avremo i Nexus-7. E quando anche quelli saranno identificati, apporteremo altre modifiche e alla fine l'Associazione avra un tipo di androidi che non possono essere identificati».
«Conosci il test dell'arco di riflesso Bonelli?» le chiese.
«Anche noi stiamo lavorando sui gangli spinali. Un bel giorno il test di Bonelli scomparira nel bianco sudario dell'oblio spirituale del passato». In contrasto con le sue parole, le labbra accennarono un sorriso innocente. A questo punto Rick non riusciva piu a capire fino a che punto parlava sul serio. Era un argomento che avrebbe fatto tremare il mondo, eppure lei lo trattava come una facezia. Forse e una caratteristica tipica degli androidi, penso. Non ha alcuna consapevolezza emotiva, nessuna percezione sensibile del vero significato di quello che sta dicendo. Solo la vuota definizione formale e intellettuale dei singoli termini.
Quel che era piu importante era che Rachael aveva cominciato a prenderlo in giro. Impercettibilmente era passata dalle lamentele sulla propria condizione a una velata sfida nei suoi confronti. «Accidenti a te», le disse.
Rachael scoppio a ridere. «Sono ubriaca. Non posso venire con te. Se tu te ne vai...» Fece un gesto di congedo. «Io rimarro qui a dormire e magari dopo puoi venire a raccontarmi cos'e successo».
«Solo che non ci sara un dopo perche Roy Baty m'inchiodera».
«Ma io non ti posso aiutare comunque perche sono ubriaca. E poi, tu ormai la sai la verita, conosci bene la superficie scabra e scivolosa della verita, dura come un mattone. Io non sono altro che un'osservatrice e non interverro per salvarti la pelle; non me ne frega niente se Roy Baty t'inchioda o meno. Mi frega solo che non sia inchiodata io». D'un tratto spalanco gli occhi stupiti. «Oh Cristo, sto provando empatia verso me stessa! Allora, capisci, se andassi in quel condapp di periferia semidistrutto...» Allungo una mano e si mise a giocherellare con un bottone della camicia di Rick; con lente e agili torsioni comincio a sbottonarlo. «Non ho il coraggio di venire perche gli androidi non hanno alcun senso di solidarieta tra loro e so che quella stramaledetta Pris Stratton mi distruggera e prendera il mio posto. Hai capito? Togliti questa giacca».
«Perche?»
«Cosi possiamo andare a letto», disse Rachael.
«Ho comprato una capra nubiana nera», spiego, «percio sono costretto a ritirare gli altri tre droidi. Devo portare a termine il mio compito e tornare a casa da mia moglie». Si alzo, fece il giro del letto e ando a prendere la bottiglia di bourbon. Rimase in piedi a versare con cura il secondo bicchiere; noto che le mani gli tremavano solo un tantino. Probabilmente dalla fatica. Siamo tutti e due stanch, si rese conto d'un tratto. Troppo stanchiper metterci a braccare tre droidi, per di piu con quello peggiore di tutti e otto che controlla il campo.
Si rese conto, d'un colpo, di aver sviluppato un aperto e incontrovertibile senso di paura verso il capo degli androidi. Dipendeva tutto da Baty - sin dall'inizio era dipeso tutto da lui. Fino a quel momento si era scontrato e aveva ritirato incarnazioni via via piu minacciose di Baty. Ora era arrivato il momento di affrontarlo in persona. Mentre lo pensava, sentiva la paura montare; lo avvolse del tutto nei suoi lacci, ora che l'aveva lasciata affiorare nella sua coscienza. «Ormai non posso andare senza di te», disse a Rachael. «Non posso neanche muovermi di qui. Polokov mi ha attaccato; in pratica, anche Garland mi e venuto a cercare».