Выбрать главу

«Compresa quella storia del whisky?»

Mercer sorrise. «Si, era vero. Hanno fatto un ottimo lavoro e dal loro punto di vista la rivelazione di Buster Friendly era molto convincente. Avranno molti problemi a capire come mai non e cambiato nulla. Come mai tu sei ancora qui e anch'io sono ancora qui.». Con un ampio gesto del braccio Mercer indico l'erta spoglia del monte, quel luogo cosi familiare. «Ti ho appena tirato fuori dal mondo della tomba e continuero a tirarti fuori finche non perderai interesse e vorrai smettere. Ma sarai tu a dover smettere di cercarmi, perche io non smettero mai di cercarti».

«Quella storia del whisky non mi e piaciuta mica», si lamento Isidore. «E degradante».

«Solo perche tu sei una persona di elevati principi morali. Io, invece, no. Io non giudico nessuno, neanche me stesso». Mercer gli porse una mano chiusa, con il palmo in alto.

«Prima che mi dimentichi, ho qualcosa qui che ti appartiene». Dischiuse le dita. Sul palmo della mano c'era il ragno mutilato, solo che ora aveva di nuovo le zampe che gli erano state tagliate.

«Grazie». Isidore prese il ragno. Fece per aggiungere qualcos'altro... Un campanello d'allarme si mise a suonare come impazzito.

Roy Baty ringhio: «C'e un cacciatore di taglie nell'edificio! Spegnete tutte le luci. Staccate quel cretino dalla scatola empatica; deve essere pronto alla porta. Forza... levatelo di

CAPITOLO DICIANNOVESIMO

John Isidore abbasso lo sguardo e vide le proprie mani: erano aggrappate alla doppia maniglia della scatola empatica. Rimase li a bocca aperta a contemplarle quando d'un tratto le luci dell'appartamento si spensero. In cucina vide che Pris si stava affrettando a spegnere il lume che era sul tavolo.

«J.R., sta' a sentire», gli bisbiglio Irmgard con forza in un orecchio; l'aveva afferrato per una spalla, con le unghie che gli affondavano nella carne animate da un'intensa frenesia. Sembrava non fosse piu conscia delle sue azioni; nella penombra appena illuminata dalla luce notturna della citta, il volto di Irmgard era diventato distorto, astigmatico. Si era trasformato in una scodella senza coraggio in cui galleggiavano due occhietti impauriti e privi di palpebre. «Adesso, appena lui bussera, se bussera, devi andare alla porta», bisbiglio, «fagli vedere i documenti e dirgli che questo e il tuo appartamento e non c'e nessun altro. Se insiste, chiedigli di mostrarti il mandato».

Pris, in piedi dall'altra parte, tesa come un arco, mormoro: «Non farlo entrare, J.R.. Di' quello che ti pare; fa' qualsiasi cosa, basta che lo blocchi fuori. Lo sai cosa farebbe un cacciatore di taglie, lasciato libero qui dentro? Ti rendi conto di cosa ci farebbe?»

Staccandosi dalle due androidi femmina, Isidore cerco a tentoni la via della porta; con le mani trovo la maniglia e si fermo ad ascoltare. Senti il solito silenzio del corridoio esterno: nient'altro che vuoto, che riecheggiava senza vita.

«Senti niente?» chiese Roy Baty, chinandosi verso di lui. Isidore avverti il forte odore che emanava da quel corpo irrigidito; ne inalo la paura, la paura che si sprigionava da Roy e formava come una nebbiolina attorno a lui. «Esci fuori e da un'occhiata».

Aperta la porta, Isidore guardo su e giu il corridoio in penombra. Almeno qui fuori l'aria sembrava limpida, nonostante il peso della polvere accumulata. Teneva ancora in mano il ragno che Mercer gli aveva dato. Ma era davvero lo stesso che Pris aveva mutilato con le forbicine di Irmgard? Probabilmente no. Non lo avrebbe mai saputo con certezza. Ad ogni modo, era vivo; lo sentiva strisciare all'interno della mano chiusa, non mordeva: come accade nella maggior parte dei ragni, le sue mandibole non erano in grado di trapassare la pelle umana.

Isidore arrivo in fondo al corridoio, poi scese le scale e usci fuori su quello che era stato un sentiero a gradoni, circondato dal giardino. Naturalmente il giardino era morto durante la guerra e il sentiero era andato in mille pezzi. Ma lui ne conosceva bene la superficie irregolare; faceva piacere avere sotto i piedi un terreno familiare e lui lo segui fino a costeggiare tutto il lato piu lungo dell'edificio per arrivare all'unico punto verde della zona - un metro quadrato di erbacce patite, sature di polvere. Vi deposito il ragno. Senti l'esitante incedere della creatura sulla pelle della mano, poi piu niente. Be', ormai era fatta, penso, raddrizzandosi.

Il raggio di una torcia elettrica si materializzo sull'erba; nella sua luce accecante, gli steli mezzi morti delle erbacce si stagliavano netti, minacciosi. Adesso riusciva a vederlo, il ragno: se ne stava fermo su una fogliolina seghettata. Dunque era riuscito a mettersi in salvo.

«Che cosa ha fatto?» gli chiese l'uomo che teneva in mano la torcia elettrica.

«Ho liberato un ragno», rispose Isidore, che si chiedeva come mai l'uomo non se ne fosse accorto; nel raggio di luce gialla il ragno appariva ancor piu grande di quel che era. «In modo che possa cavarsela per conto suo».

«Perche non se lo porta su in casa? Lo dovrebbe tenere in un vasetto. Secondo il catalogo Sidney di gennaio, il prezzo al minuto della maggior parte dei ragni e aumentato del dieci per cento. Ne poteva ricavare un centinaio di dollari e rotti».

«Se lo riportassi su, lo rifarebbero a pezzi. Un pezzetto alla volta, per vedere come reagisce».

«Solo gli androidi farebbero una cosa del genere», disse l'uomo. Infilo una mano sotto la giacca e tiro fuori un oggetto che apri di scatto e mise sotto il naso di Isidore.

Nella luce incerta il cacciatore di taglie sembrava un uomo di statura media, non aveva niente di impressionante. Un viso tondo e lineamenti glabri e regolari; sembrava un impiegato di un tranquillo ufficio. Metodico, ma informale. Come aspetto non ricordava certo un semidio; non era affatto come se lo era immaginato Isidore.

«Sono un investigatore del dipartimento di polizia di San Francisco. Deckard, Rick Deckard». L'uomo richiuse di scatto il tesserino e se lo rinfilo nella tasca interna della giacca. «Sono ancora lassu? Tutti e tre?»

«Be', sa com'e», disse Isidore, «io mi sto prendendo cura di loro. Due sono donne. Sono gli ultimi superstiti di un gruppo; gli altri sono tutti morti. Ho portato su nel mio appartamento il televisore di Pris in modo che potessero vedere Buster Friendly. Buster ha provato aldila d'ogni dubbio che Mercer non esiste». Isidore si sentiva emozionato, perche sapeva una cosa cosi importante - una notizia che il cacciatore di taglie evidentemente non aveva ancora sentito.

«Saliamo di sopra», ordino Deckard. Improvvisamente aveva puntato una torcia laser contro Isidore; poi, dopo un attimo di incertezza, la mise via. «Lei e uno speciale, vero? Un cervello di gallina».

«Si, pero lavoro. Guido il furgoncino di...» Con un sussulto d'orrore si rese conto di aver dimenticato il nome. «Di... una clinica per animali», disse. «La Clinica per Animali Van

Ness... di p-p-proprieta del signor Hannibal Sloat».

«Mi accompagna di sopra e mi fa vedere in che appartamento stanno?» chiese Deckard. «Qui ci sono oltre mille appartamenti; mi farebbe risparmiare un sacco di tempo». La stanchezza gli fece tremare un po' la voce.

«Se li ammazza non sara piu in grado di fondersi con Mercer», lo avverti Isidore.

«Non vuole accompagnarmi di sopra? Farmi vedere a che piano stanno? Mi dica almeno il piano. L'appartamento me lo trovo da solo».

«No», rispose deciso Isidore.

«Secondo le leggi statali e federali...» comincio a dire Deckard, ma poi lascio perdere. Rinuncio a interrogarlo. «Buona notte», taglio corto e si allontano lungo il sentiero fino a scomparire nell'edificio, con la torcia elettrica che spillava un raggio diffuso e gialliccio davanti ai suoi piedi.

Una volta dentro l'edificio del condapp, Rick Deckard spense la torcia elettrica; guidato dalle fioche lampadine incassate a intervalli nelle pareti, avanzo lungo il corridoio mentre la sua mente lavorava. Il cervello di gallina sa che sono androidi; lo sapeva gia, prima che gli dicessi qualcosa. Pero non capisce. D'altra parte, chi lo capisce? Lo capisco forse io? L'ho mai capito? E uno di loro sara il doppione di Rachael, riflette. Magari lo speciale ha vissuto con lei. Chissa se gli e piaciuto, si chiese. Forse era proprio quella che lui aveva paura gli facesse a pezzi il ragno. Potrei tornare indietro e prendermi quel ragno, penso. Non ho mai trovato un animale selvatico vivo. Deve essere un'esperienza fantastica, abbassare lo sguardo e vedere qualcosa di vivo che sgattaiola via. Magari un giorno succedera anche a me quello che e successo a lui.