«Meglio non guardare», gli disse Rick.
«L'ho vista laggiu, sulle scale. Pris». Lo speciale stava piangendo.
«Non se la prenda tanto a cuore», gli consiglio Rick. Si alzo in piedi, ma fu colto da vertigini, si reggeva a fatica. «Dove ha il telefono?»
Lo speciale non disse niente, non si mosse, rimase li impalato. Percio Rick si mise a dar la caccia al telefono da solo, lo trovo e fece il numero dell'ufficio di Harry Bryant.
CAPITOLO VENTESIMO
«Bene», disse Harry Briant, appena Rick ebbe finito di fare rapporto. «Be', Ora vatti a riposare un po'. Mandiamo subito una macchina a raccogliere i tre corpi».
Rick Deckard riaggancio. «Gli androidi sono stupidi», disse allo speciale, sfogando la sua rabbia. «Roy Baty non riusciva a distinguere me da te; credeva fossi tu alla porta. La polizia ripulira questo posto; perche non ti trasferisci in un altro appartamento finche non finiscono? Non vorrai mica stare qui con questi avanzi».
«Me ne v-v-vado da questo palazzo», disse Isidore. «Mi trasferisco in c-c-centro, dove c'e piu g-g-gente».
«Mi pare ci sia un appartamento libero dove abito io», l'informo Rick.
«Non mi v-v-va di abitare v-v-vicino a lei», balbetto Isidore.
«Comunque, va' di sopra o esci. Non rimanere qui dentro».
Lo speciale, non sapendo che fare, vacillo un po' ; tutta una serie di espressioni gli attraversarono il volto, poi giro sui tacchi e usci dall'appartamento, lasciando Rick da solo.
Che razza di mestiere mi tocca fare, penso Rick. Sono un fagello, come la carestia o la peste. Dovunque vado l'antica maledizione mi segue. Come ha detto Mercer, mi si chiede di fare quel che e sbagliato. Tutto quel che ho fatto e sbagliato, sin dallinizio. Comunque, e ora di andare a casa. Magari dopo un po' che me ne saro stato li insieme a Iran, riuscrro a dimenticare.
Quando arrivo al suo palazzo, Iran gli venne incontro sul terrazzo. Lo guardava con un'espressione strana, sembrava sconvolta; in tanti anni che stavano insieme non l'aveva mai vista in quello stato.
Le mise un braccio attorno alle spalle e disse: «Ad ogni modo e finita. Sai, ci ho riflettuto su parecchio: forse Harry Bryant mi puo assegnare a un...»
«Rick», disse lei. «Ti devo dire una cosa. Mi dispiace, ma la capra e morta».
Chissa perche la cosa non lo colse di sorpresa; lo fece solo sentire ancora peggio, un'ulteriore aggiunta alla quantita di peso che l'opprimeva da ogni parte. «Credo ci sia una clausola di garanzia nel contratto», disse. «Se l'animale si ammala entro novanta giorni il venditore e tenuto a...»
«Non era ammalata. Qualcuno...» Iran si schiari la gola e prosegui con voce strozzata, «qualcuno e venuto qui, ha preso la capra dalla gabbia e l'ha trascinata sul bordo della terrazza».
«E poi l'ha spinta di sotto?» chiese lui.
«Si», annui lei.
«Hai visto chi e stato?»
«L'ho visto benissimo», disse Iran. «Barbour era ancora in terrazza a gingillarsi con il cavallo; e sceso giu a chiamarmi e abbiamo telefonato alla polizia, ma a quel punto l'animale era gia morto e lei se ne era andata. Una ragazza giovane, piccolina, magra, dai capelli scuri e grandi occhi neri. Aveva un soprabito a squame di pesce e portava una specie di borsa da postino a tracolla. E non ha fatto niente per evitare di farsi vedere da noi. Sembrava che non le importasse niente».
«No, non le importava niente. A Rachael non gliene fregava niente se la vedevi o meno; anzi, voleva che la vedessi, cosi io avrei saputo chi era stato». Rick bacio sua moglie. «E tu sei rimasta qui ad aspettare^ tutto quel tempo?»
«No, solo da una mezz'ora. E successo poco fa, mezz'ora fa». Delicatamente Iran ricambio il bacio. «E terribile e, oltretutto, non ha alcun senso».
Rick si volto verso la macchina che aveva appena parcheggiato, apri la portiera e si rimise al volante. «No, un senso ce l'ha, eccome», mormoro. «Lei aveva o credeva di avere un motivo per farlo». Un motivo da androide, penso.
«Ma dove vai? Perche non vieni giu e... resti un po' con me? Alla televisione hanno dato una notizia sconvolgente; Buster Friendly sostiene che Mercer e una truffa. Tu che ne dici, Rick? Secondo te, e vero?»
«E tutto vero», rispose lui. «Tutto quello che la gente ha mai pensato e vero». Accese il motore dell'aereomobile.
«Ma tu stai bene?»
«Sto bene», la rassicuro, e sto per morire, aggiunse tra se e se. Anche entrambe queste cose sono vere. Chiuse la portiera e lancio un saluto con la mano a Iran, quindi decollo e spari ben presto in cielo.
Una volta, penso, avrei visto le stelle. Anni fa. Ma ora non c'e altro che polvere; sono anni che nessuno vede piu le stelle, perlomeno non dalla Terra. Magari me ne andro da qualche parte dove si vedono ancora le stelle, si disse, mentre la macchina guadagnava velocita e altitudine. Si allontano da San Francisco, verso i desolati deserti del nord. In un posto dove nessun essere vivente andrebbe. A meno che non sentisse che la sua fine fosse vicina.
CAPITOLO VENTUNESIMO
Alla luce dell'alba la terra sotto di lui sembrava estendersi per sempre, uniformemente grigia e cosparsa di rifiuti. Macigni grossi come case erano rotolati fino a fermarsi l'uno accanto all'altro e Rick penso: Ecome un ufficio spedizioni dopo che tutta la merce e stata mandata via. Rimangono solo pezzi di casse rotte, gli involucri che di per se non vogliono dir niente. Una volta, riflette, qui ci crescevano raccolti, gli animali cipascolavano. Pensare che degli esseri viventi potessero aver brucato l'erba in questo posto aveva un che di straordinario.
Che posto strano, riflette, e pensare che tutta quella vita e sparita.
Fece planare verso il basso l'aereomobile e per un bel pezzo segui il profilo della superficie. Che direbbe di me Dave Holden, se mi vedesse adesso?si chiese. In un certo senso, ora sono il piu grande cacciatore di taglie che sia mai vissuto; nessuno e mai riuscito a ritirare sei modelli Nexus-6 nell'arco di ventquattro ore e con ogni probabilita nessuno ci riuscira piu. Dovrei telefonargli, disse tra se e se.
Una collina affollata gli si paro dinanzi; si alzo con l'aereomobile, mentre il mondo gli pareva avvicinarsi a lui a gran velocita. La stanchezza, penso; non dovreicontinuare a guidare. Spense i motori e veleggio per un po', prima di atterrare. L'aereomobile rotolo e sobbalzo sul pendio della collina, smuovendo le pietre; risali qualche metro e poi si fermo stridendo e traballando.
Deckard prese il ricevitore del telefono di bordo e chiamo il centralino di San Francisco. «Mi passi l'ospedale Mount Zion», le disse. Ben presto apparve sullo schermo un'altra centralinista. «Qui ospedale Mount Zion, prego».
«Da voi c'e un paziente che si chiama Dave Holden. E possibile parlare con lui? E in grado di rispondere al telefono?»
«Un momento che controllo, signore». Lo schermo si svuoto. Il tempo passava. Rick inalo un pizzico di miscela del dottor Johnson e rabbrividi; con i riscaldamenti di bordo spenti, la temperatura era precipitata. «Il dottor Costa dice che il signor Holden non puo ricevere chiamate», gli disse la centralinista, riapparendo sullo schermo.
«Sono questioni di servizio», rispose lui, mostrando allo schermo i suoi documenti d'identita.
«Un attimo». La centralinista spari di nuovo alla vista. Rick annuso un altro pizzico di miscela del dottor Johnson; il sapore del mentolo gli diede un po' di nausea: era troppo presto di mattina. Tiro giu il finestrino dell'abitacolo e getto la scatoletta di latta gialla tra i detriti. «No, signore», disse la centralinista, riapparsa sullo schermo. «Il dottor Costa non crede che le condizioni del signor Holden gli permettano di ricevere delle chiamate, anche se sono urgenti, per almeno...»