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Quest’ultima affermazione la fece vacillare, ma lei si voltò e si avviò verso la murata.

«Fermatela,» sbottò Hurwood, spazientito.

Davies annuì, e diversi pirati ghignanti si posero di fronte a lei.

Hurwood si concesse un’altra risata, ma essa si trasformò in conato di vomito. «Andiamo via,» gracchiò. Chandagnac spostò casualmente lo sguardo su Leo Friend, e si sentì quasi contento di essere stato costretto a restare a bordo, perché il medico stava battendo rapidamente le palpebre, e le sue labbra sporgenti erano umide, e i suoi occhi erano fissi su Beth Hurwood.

«Bene,» disse Davies. «Forza, idioti, gettate questi cadaveri fuori bordo — attenti a non buttarli nella scialuppa — e andiamocene.» Guardò in su. «Come andiamo, Ridi?»

«Non posso orientale la vela,» fu il grido dall’alto, «senza più la randa. Ma questo vento e il mare sono abbastanza buoni da farla bordeggiare, credo, se facciamo appendere tutti gli uomini alle ralinghe.»

«Bene. Elliot, prendi un paio di uomini e riporta la corvetta a casa.»

«Subito, Phil.»

Beth Hurwood spostò lo sguardo dal padre a Leo Friend, che sorrise e fece un passo avanti — Chandagnac notò per la prima volta che l’abbigliamento un po’ troppo vistoso del grasso medico includeva un grottesco paio di scarpe dai tacchi rossi con stringhe a “pale di mulino a vento” — e offrì un braccio simile a una mensola decorata e imbottita, ma Beth raggiunse Chandagnac e gli si mise accanto, senza parlare. Le sue labbra erano premute assieme fermamente come prima, ma Chandagnac colse lo scintillio delle lacrime nei suoi occhi un attimo prima che lei, con impazienza, li asciugasse con un polsino.

«Posso accompagnarvi di sotto?» le chiese Chandagnac, piano.

Lei scosse la testa. «Non riuscirei a sopportarlo.»

Davies li guardò entrambi. «Non hai alcun incarico da sbrigare per ora,» disse a Chandagnac. «Conducila da qualche parte in modo che non sia d’intralcio. Puoi anche offrirle del rum, nel frattempo.»

«Non credo…» cominciò a dire, rigido, Chandagnac, ma Elizabeth lo interruppe.

«Grazie a Dio, sì,» disse.

Davies rivolse un sogghigno a Chandagnac e fece loro cenno di andare.

Pochi minuti più tardi si trovarono sul ponte del castello di prua vicino all’ancora di tribordo, protetti dal vento dalla vela maestra tesa alle loro spalle. Chandagnac era andato nella cambusa e aveva riempito di rum due tazze di ceramica; ne porse una alla donna.

Le cime ripresero a vibrare frai bozzelli e i pennoni a cigolare mentre le vele, ancora una volta stabili e spiegate, venivano fatte girare per meglio cogliere il costante vento dell’est; la nave descrisse un lento arco verso nord, e poi verso nord-est, e Chandagnac vide l’affollata scialuppa allontanarsi e finalmente scomparire dietro l’alta poppa. La corvetta, ancora a babordo, teneva l’andatura dello Strepitoso Carmichael. Dal punto dove adesso era appoggiato alla battagliola sorseggiando il rum caldo, Chandagnac poteva vedere l’albero e le vele del vascello più piccolo, e mentre la sua velocità aumentava e si allontanava lentamente dalla nave per darle spazio, fu in grado di vedere anche il suo scafo lungo e basso. Scosse la testa in maniera impercettibile, ancora incredulo.

«Beh, avrebbe potuto andarci peggio,» fece notare con voce bassa a Beth, cercando di convincere se stesso quanto lei. «A me, apparentemente è stato perdonato l’attacco al loro capo, e voi siete stata protetta da questi individui da… dalla posizione che vostro padre occupa fra loro.» Sotto di lui, alla sua sinistra, uno dei pirati stava camminando su e giù sul ponte centrale, fischiando e spargendo sabbia da un secchio sui molti schizzi e pozze di sangue sul ponte. Chandagnac distolse lo sguardo e proseguì. «E quando riusciremo a tirarci fuori da questa situazione, tutti i marinai nella scialuppa potranno testimoniare che voi e io siamo rimasti contro la nostra volontà.» Fu orgoglioso della fermezza della voce, e inghiottì un altro po’ di rum per calmare il tremito post-crisi che cominciava ad avvertire nelle mani e nelle gambe.

«Mio Dio,» disse Beth, frastornata, «tutto ciò che posso sperare è che lui muoia in queste acque. Non potrà mai più tornare indietro. Non lo metterebbero nemmeno in un manicomio… lo impiccherebbero.»

Chandagnac annuì, pensando che anche l’impiccagione era meno di quello che il padre meritava.

«Avrei dovuto accorgermi della follia che cominciava a manifestarsi in lui,» disse lei. «Avevo capito che era diventato… eccentrico, che aveva intrapreso delle ricerche che… sembravano un po’ folli… ma non mi sarei mai sognata che sarebbe diventato feroce, come un cane rabbioso, e avrebbe cominciato a uccidere la gente.»

Chandagnac pensò al marinaio che aveva visto ucciso vicino al cannone girevole, e a quello al quale Hurwood aveva sparato in faccia un attimo dopo. «L’ha fatto in una sorta di… frenesia, Miss Hurwood,» disse, bruscamente. «Era freddo, metodico come un cuoco che schiaccia formiche sul banco di cucina, una per una, e poi si lava le mani e si accinge al lavoro successivo. E il grassone era all’altra estremità della nave, e lo imitava, colpo dopo colpo.»

«Friend, sì,» disse lei. «C’è sempre stato qualcosa di odioso in lui. Non v’è dubbio che sia stato lui a coinvolgere il mio povero padre in questo disegno, qualunque esso sia. Ma mio padre è pazzo. Ascoltate, poco prima di lasciare l’Inghilterra il mese scorso, rimase fuori per un’intera notte e tornò completamente infangato e senza cappello al mattino, stringendo convulsamente una piccola cassetta di legno puzzolente. Non volle dirmi che cos’era — quando glielo chiesi, si limitò a fissarmi come se non mi avesse mai visto prima — ma da quel momento non se n’è più staccato. È nella sua cabina adesso, e scommetto che lui le sussurra fino a tarda notte. E mio Dio, voi avete letto il suo libro! Era una mente brillante! Quale motivazione, a parte la follia, può spiegare il farfugliare dell’autore di In Difesa del Libero Arbitrio su tutte quelle cose insensate circa le code di bue e i cani a due teste?»

Chandagnac udì una nota di tensione e di dubbio sotto il suo tono accuratamente controllato. «Non posso obiettare nulla a questo,» concesse con gentilezza.

Lei finì il rum. «Forse preferirei scendere sotto. Oh, uh, John, potete darmi una mano a procurarmi del cibo?»

Chandagnac la fissò. «Adesso? Sicuro, presumo di sì. Cosa volete…»

«No, voglio dire nelle ore dei pasti. Potrebbe essere ancora più difficile adesso evitare la dieta che Friend ha prescritto per me, e ora più che mai voglio stare all’erta.»

Chandagnac sorrise, ma stava pensando di nuovo a quello che succede quando si gettano avanzi ai cani randagi. «Farò ciò che posso. Ma Dio sa cosa mangiano questi diavoli. Potrebbero essere preferibili le erbe medicinali di Friend.»

«Voi non le avete assaggiate.» Si avviò verso la scaletta, ma poi si fermò e si voltò. «Siete stato coraggioso, John, a sfidare quel pirata come avete fatto.»

«Non è stata una sfida, è stato solo… una sorta di riflesso.» Scoprì che stava diventando irritabile. «Mi piaceva il vecchio Chaworth. Mi ricordava… un altro vecchio. Nessuno di loro due aveva un po’ di maledetto buon senso. E presumo di non averlo neppure io, altrimenti ora sarei in quella scialuppa.» Scolò il resto del rum. «Beh, ci vediamo più tardi.»

Guardò davanti a sé, al di là del bompresso, l’orizzonte azzurro, e quando si voltò lei se n’era andata. Si rilassò un poco e si mise a osservare la nuova ciurma al lavoro. Si stavano arrampicando sulle sartie, agili come ragni, e di tanto in tanto si lanciavano maledizioni l’un l’altro in inglese, francese, italiano e in un paio di lingue che Chandagnac non aveva mai sentito, e sebbene la loro grammatica fosse atroce dovette concedere che, in termini di oscenità, bestemmie e insulti elaborati, i pirati superavano di gran lunga qualsiasi linguaggio lui fosse in grado di capire.