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Shandy lanciò un’occhiata ad Ann, e rimase un po’ sorpreso nel vedere che appariva preoccupata. Mr. Bird stava osservando con evidente disapprovazione.

«Non sei un bocor,» proseguì Skank, «e ci sono dei ragazzetti sull’isola che potrebbero far bruciare la tua testa come una torcia e ridere davanti a qualsiasi stupida drogue tu usassi per fermarli, ma Shandy è nuovo e non conosce nulla di tutto questo. Credi che Davies sarà contento se gli racconterò questa cosa?»

Bonny era sgattaiolato via, e si era faticosamente rimesso in piedi. «Ma… ma lui stava baciando mia…»

Skank, minaccioso, fece un passo avanti. «Credi che sarebbe contento?»

Bonny arretrò, sollevando spruzzi. «Non dirglielo,» mormorò.

«Va’ via di qui,» gli disse Skank. «Ann… anche tu.»

Senza incontrare gli occhi di Shandy, Ann seguì il marito zuppo su per il pendio.

Shandy si voltò verso Skank. «Grazie… per qualsiasi cosa.»

«Ah, imparerai.» Skank guardò verso la barca. «Pesca già abbastanza,» disse. «Solo un altro blocco per completare il carico.»

Shandy s’incamminò verso il rozzo slittino di legno sul quale stavano i blocchi di marmo… e poi notò Venner, che non si era neppure alzato durante l’intero alterco. L’uomo stava sorridendo, amabilmente come sempre, ma tutt’a un tratto Shandy decise di non confidargli il piano di fuga.

CAPITOLO QUARTO

Poiché il Carmichael sarebbe partito il mattino dopo, la conversazione intorno ai fuochi quella notte era un intreccio fantastico di speculazioni, ammonimenti e storie impossibili. Jack Shandy, distaccato dall’ansia avvertita dal resto della ciurma di Davies, ascoltava tuttavia con grande interesse le storie di navi con equipaggi di zombi e avvistate solo a mezzanotte da uomini condannati, delle svariate precauzioni magiche che sarebbero state necessarie in Florida, così lontana dalla protezione di Compagno Premuroso e degli altri vodun loa, degli spagnoli che avrebbero potuto incontrare nel Golfo del Messico, e delle tattiche da usare contro di loro. Antiche leggende venivano raccontate ancora una volta, e Shandy ascoltò la storia del pirata Pierre le Grand, che con una minuscola barca e una manciata di uomini aveva catturato un galeone della flotta spagnola cinquant’anni prima, e udì una briosa versione della battaglia navale di quattro ore fra l’inglese Charlotte Bailey e la spagnola Nuestra Señora de Lagrimas, che terminò con l’affondamento di entrambe le navi, e quindi per un po’ i pirati cercarono di superarsi l’un l’altro con storie sulle succhia-succhia, demoni femmine che bizzarramente ed eroticamente colmano le ultime ore degli uomini naufragati sulle isole deserte.

Si presumeva che il Carmichael si sarebbe incontrato con la Queen Ann’s Revenge di Barbanera in Florida, e così ci furono anche molte chiacchiere su quel pittoresco capo pirata, e speculazioni circa la ragione per cui lui stava ritornando su quella costa non civilizzata dove, uno o due anni prima, si era spinto parecchio nell’entroterra in cerca di una sorta di centro-focale magico e ne era tornato diversi giorni dopo, zoppicante, sconfitto, malato e infestato da quegli spettri che adesso lo tormentavano come pulci su un cane.

Shandy aveva cucinato la sua migliore cena, e, sazio e leggermente ubriaco, si stava godendo moltissimo la serata… finché non notò gli altri membri della ciurma, quelli che non stavano bevendo a garganella e ridendo intorno al fuoco. Diversi si erano allontanati verso le tende, e, in un attimo di calma del vento, Shandy credette di sentire un basso singhiozzare da quella direzione, e vide Skank seduto nell’oscurità sotto un palmizio, intento ad affilare un pugnale, con un’espressione di intensa concentrazione — quasi di tristezza — sulla giovane faccia.

Shandy si alzò e s’incamminò lungo la spiaggia. Appena visibile, al di là del mezzo miglio d’acqua scura del porto, c’era il profilo dell’Isola del Maiale contro le stelle, e, più in vicinanza, poteva vedere gli alberi nudi delle navi oscillare dolcemente nella brezza e sulle basse onde. Sentì il tonfo di stivali che si avvicinavano dietro alle sue spalle, e quando si voltò verso i fuochi vide la figura scarna di Philip Davies che si dirigeva decisamente verso di lui, con una bottiglia di vino in ogni mano. Dietro di lui i musici del villaggio avevano cominciato a suonare i loro strumenti di fortuna.

«Eccoti qui,» disse con voce ebbra Davies. «Chi merita il miglior vino se non il cuoco?» Tese una delle bottiglie, che alla quale per mancanza di un cavaturaccioli era stato semplicemente spezzato il collo.

«Grazie, capitano,» disse Shandy, prendendo la bottiglia e guardando, sospettoso, il còllo dentellato.

«Chateau Latour, 1702,» disse Davies, inclinando la bottiglia per una sorsata.

Shandy annusò la sua e poi la sollevò e se ne versò un poco in bocca. Era il Bordeaux più secco e morbido che avesse mai assaggiato — e lui e suo padre ne avevano bevuti degli ottimi, a volte — ma evitò di manifestare sul volto la soddisfazione. «Huh,» disse con negligenza. «Avrei voluto rintracciare un po’ di questo quando mi sono messo a cercare gli ingredienti per lo stufato.»

«Per lo stufato.» Metà della faccia di Davies era illuminata dal chiarore del fuoco, e Shandy la vide raggrinzirsi in un ghigno acido. «Ero un ragazzino a Bristol, e una sera di Natale quando stavo per andar via dalla bottega di falegname dov’ero apprendista, alcuni ragazzi di strada sfondarono la finestra per rubare. Quello che non presero distrassero, e c’era questo…» Fece una pausa per bere un sorso di vino. «C’era questo gruppo di piccoli coristi di legno, non più grandi del tuo pollice, tutti ben dipinti, ed io vidi uno di essi cadere nella neve, e uno dei ragazzi scalciarlo con la punta della scarpa mentre scappava, ed esso rimbalzò via giù per la strada. Ricordo di aver pensato che qualsiasi cosa fosse accaduta a quel piccolo cosino di legno, non avrebbe mai più ripreso il suo posto in quel piccolo spazio da cui era caduto.» Davies si voltò verso il porto e inspirò profondamente la brezza marina. «So cosa stai architettando,» disse a Shandy sopra la spalla. «Hai saputo che Woodes Rogers verrà qui col Perdono del Re, così stai pensando di fuggire sulla spiaggia stanotte, a debita distanza dal villaggio, e di nasconderti finché il Carmichael non partirà — no, non interrompere, ti farò parlare fra un momento — per poi tornare qui, riprendere a cucinare e crogiolarti nel sole e nel rum finché Rogers non arriverà. Giusto?»

Dopo una lunga pausa, Shandy rise piano e bevve un altro sorso dell’eccellente vino. «Sembra verosimile,» ammise.

Davies annuì e si voltò per fronteggiarlo. «Sicuro,» disse, «ma stai ancora pensando nei termini di quella vetrina di bottega dalla quale sei caduto, vedi? Non tornerai mai nel luogo da dove sei venuto.» Bevve un sorso dalla bottiglia e poi sospirò e si passò una mano nei capelli neri e arruffati.

«Primo,» disse Davies: «è un’offesa capitale saltare dalla nave nel bel mezzo di un’impresa, e così se domani tornerai a bighellonare nel villaggio dopo la partenza del Carmichael, sarai ucciso… a malincuore, dal momento che sei un ragazzo simpatico e sai cucinare, ma le regole sono regole. Ricordi Vanringham?»

Shandy annuì. Vanringham era un ragazzo allegro di non più di diciotto anni, che era stato dichiarato colpevole di essersi nascosto sottocoperta quando il brigantino in cui si trovava era stato bersagliato dal fuoco di un vascello della Royal Navy. Quando la nave pirata era riuscita a tornare con grande difficoltà a New Providence, il suo capitano, un corpulento veterano di nome Burgess, aveva lasciato credere a Vanringham che la pena prescritta gli sarebbe stata condonata in considerazione della sua giovane età… e poi, quella stessa notte dopo cena, Burgess aveva seguito Vanringham e, con le lacrime che gli luccicavano negli occhi, poiché voleva bene al giovane, aveva ficcato una palla nella testa di Vanringham.