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«È una cosa seria?» chiese con voce alta, nervosamente, a Hodge.

«Questa?» rispose Hodge, gridando contro il tambureggiare della pioggia sul ponte. «Naaa. Sarà solo sufficiente ad asciugarci i vestiti. Se la pioggia fosse arrivata per prima, avremmo potuto avere qualche grattacapo.»

Shandy annuì e ritornò sul castello di prua. La pioggia non era particolarmente fredda, e, come Hodge aveva puntualizzato, sarebbe stato piacevole essere liberati dal sale in modo tale che, il giorno dopo, i vestiti sarebbero stati — una volta tanto — completamente asciutti.

La prima furia dell’acquazzone si placò, e il Carmichael ridivenne chiaramente visibile davanti a loro. Chandagnac sapeva che nel giro di poche ore avrebbe dovuto scendere sottocoperta, ancora coi panni bagnati addosso, per trovarsi un angolo nel quale dormire, e sperò che Beth Hurwood avesse trovato una sistemazione più confortevole sulla nave. Si distese sulla schiena e lasciò che i muscoli doloranti si rilassassero prima del successivo compito che Hodge gli avrebbe assegnato.

I momenti liberi del giorno dopo vennero spesi nell’esercitazione coi cannoni, e Shandy, sempre abile nelle cose che richiedevano destrezza, divenne subito esperto nella complicata arte di puntare un cannoncino girevole e accendere una miccia lenta nel foro della culatta senza né far deviare la lunga canna dalla linea di tiro né bruciacchiarsi un occhio quando la carica esplodeva. Quando ebbe rapidamente fatto esplodere in schegge, una dopo l’altra, sei delle casse vuote che gli uomini a bordo del Carmichael gettavano fuori bordo come bersagli, Hodge trasformò Shandy da allievo a istruttore, e per quando calò la sera ogni uomo nella barca era diventato un tiratore sicuramente più abile di quanto lo fosse stato al mattino.

Il terzo giorno fecero altre esercitazioni di manovra, e nel pomeriggio a Shandy fu permesso di prendere la barra e di dare ordini, e nel giro di venti minuti pilotò la corvetta in un lungo ma completo giro intorno al Carmichael. Seguirono delle esercitazioni di emergenza, e quando si trovarono a far pratica delle tattiche di battaglia Davies fece far fuoco a un paio dei cannoni del Carmichael nell’acqua vicino a loro per rendere le cose più realistiche.

Shandy era orgoglioso del modo in cui adesso si arrampicava sui ponti e sul sartiame, e del fatto che — sebbene molti dei pirati protestassero contro questa attività forzata — lui si sentiva solo piacevolmente stanco quando il sole, calando e diventando color ambra, cominciava a scagliare aghi di luce dorata sulle onde. Ma questo compiacersi della sua abilità nautica evaporò quando Davies, gridando attraverso l’acqua, disse loro che troppo tempo era stato perduto la notte precedente quando si erano riposati, e che quella notte avrebbero dovuto continuare a navigare fino all’alba.

Shandy fu assegnato al turno di guardia da mezzanotte alle quattro, e la prima cosa che imparò quando scivolò sul ponte fu che navigare di notte era una faccenda umida e fredda. La rugiada era pesante, e rendeva scivolose anche le ruvide tavole del ponte, e ogni tratto di sartiame a cui si afferrava mentre si dirigeva verso poppa spillava acqua gelida lungo la sua manica. Hodge stava seduto dietro la bitta, la faccia arguta e spigolosa bizzarramente illuminata dal basso dalla lanterna dai vetri verdi che gli permetteva di osservare la bussola senza restare abbacinato; con sollievo di Shandy, gli incarichi che lo skipper gli affidò furono semplici e rari: prendere periodicamente una lanterna e controllare certe sezioni recalcitranti del sartiame, osservare avanti nella remota possibilità che un altro vascello potesse trovarsi quella notte nelle vicinanze sulla vasta superficie del mare, e assicurarsi che la lanterna sulla prua restasse accesa e continuasse a diffondere il suo tenue chiarore che doveva impedire al timoniere notturno del Carmichael di farsi troppo vicino alla corvetta o di allontanarsi troppo.

Alle quattro Hodge gli diede una tazza di rum scaldato sopra la lanterna della bitta, gli disse chi svegliare e mandare al suo posto, e poi lo mandò sottocoperta perché dormisse finché poteva.

Era quasi il meriggio del giorno dopo, martedì ventisei giugno, proprio mentre i due vascelli incontravano il flusso settentrionale della Corrente del Golfo fra le Isole Bimini e la Florida, che la nave da guerra della Royal Navy li trovò.

Quando era stata avvistata per la prima volta, una chiazza bianca sull’orizzonte meridionale, era sembrata una nave mercantile della stessa stazza del Carmichael, e diversi pirati avevano proposto, con scarso entusiasmo, di catturare quella invece di andare in Florida; poi, pochi minuti dopo, l’uomo sulla prua col telescopio aveva gridato, con eccitazione, la notizia che si trattava di un vascello della Marina Inglese.

Nei primi minuti dopo questa scoperta ci fu tensione ma non panico, poiché il Carmichael era stato modificato per aumentarne la velocità e la Jenny poteva tranquillamente virare verso le secche delle Bimini, dove in molti punti l’acqua era profonda dodici piedi o meno — la Jenny pescava soltanto otto diedi d’acqua, e poteva scivolare impunemente su secche alle quali la nave da guerra non avrebbe osato avvicinarsi.

Ma il Carmichael continuò a seguire la sua rotta verso sud-ovest, le vele splendenti e immobili nel sole tropicale, e Hodge non diede ordini per far cambiare direzione alla Jenny.

«Perché aspettiamo, capitano?» chiese un gigante dal torace nudo e dalla barba bianca. «Potremmo non riuscire a liberarci di loro se si avvicinano troppo.»

Shandy era accovacciato sulla battagliola di tribordo accanto alla barra orizzontale — chiamata, per qualche ragione, testa-di-gatto — che sosteneva l’ancora issata, e restò in attesa, guardando Hodge. Shandy credette di vedere un pallore nuovo sotto l’abbronzatura dell’uomo, ma il capitano imprecò oscenamente e scosse la testa. «Perderemmo almeno un giorno per seminarli e riprendere furtivamente la rotta, e con la pioggia di sabato e quella maledetta sosta di domenica notte già dovremo muoverci speditamente per l’incontro in Florida della vigilia della Festa del Raccolto. No, ragazzi, stavolta la Marina avrà la sua occasione. Ma, per l’inferno, il Carmichael è armato almeno quanto quella nave da guerra, e noi stessi non siamo su una barca da pesca, e abbiamo ancora Compagno Premuroso e Legba e Bosu come assi nelle maniche.»

Il vecchio corpulento fissò Hodge, incredulo; poi, come se stesse spiegando qualcosa a un bambino, indicò le vele non più lontane e disse distintamente, «Henry… è la maledetta Royal Navy.»

Hodge si voltò, incollerito, verso di lui. «E noi siamo in azione, Isaac, e io sono il capitano qui, oggi, e anche il secondo di Davies. Sangue di Dio, uomo, credi che mi piacciano questi ordini? L’hunsi kanzo ci trasformerà tutti in zombi se adesso ci tiriamo indietro… ma se andiamo avanti tutto quello che rischiarilo è la morte.»

Con inquieta sorpresa di Shandy, la ciurma trovò questo ragionamento poco propizio ma irrefutabile, e si diede da fare per prepararsi al combattimento. Le vele più leggere furono ridotte e un paio di uomini vennero mandati su con dei secchi di allume disciolto da versare sulle vele per impedire loro di incendiarsi, le sartie furono rimpiazzate da catene, i cannoni furono spinti in avanti in modo che le loro canne sporgessero dai portelli, il bocor andò a prua e cominciò a salmodiare e a scagliare frammenti di uno specchio accuratamente spezzato verso la nave inglese, e Shandy ricevette l’ordine di riempire tutti i secchi disponibili con acqua di mare, di inzuppare una vela superflua e ammucchiarla intorno ai barilotti di polvere.

Durante le ultime tre settimane Shandy si era sentito soddisfatto per come si era comportato bene quando il Carmichael era stato preso per la prima volta, ma adesso, osservando le sue mani che tremavano mentre tiravano un altro secchio d’acqua marina al di sopra dell’alta frisata, realizzò che la sua relativa freddezza era stata quel giorno il risultato dello shock, e, ancora di più, dell’ignoranza: poiché a malapena si era reso conto del fatto di essere davvero nei guai prima di uscirne. Questa volta, tuttavia, i guai si stavano avvicinando con torturante lentezza, e questa volta sapeva in anticipo, e con esattezza, in che modo un uomo poteva morire per un colpo di pistola alla testa, o di spada nell’addome.