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CAPITOLO SETTIMO

Sebbene degli elementi di alberatura spezzati oscillassero nella rete di protezione sopra le loro teste, il ponte della nave da guerra era sgombro e pulito in una maniera che incuteva timore. Le drizze erano avvolte a spirale in cerchi perfetti invece di giacere là dove cadevano, come di solito si verificava sulla Jenny, e Shandy cercò di tenere la testa inclinata all’indietro per non far gocciolare il sangue sul pallido e levigato legno di quercia. Il naso aveva cominciato a sanguinargli fin dalla raffica della nave della marina, l’intero lato sinistro della testa stava cominciando a dolergli, decise che il colpo doveva aver preso in pieno il cannone girevole dietro al quale si trovava lui, facendo cozzare la culatta contro la sua testa.

Assieme agli altri dieci relativamente incolumi membri della ciurma della corvetta, adesso stava sul ponte centrale della nave vicino alla ruota dell’argano, e cercava di non sentire le urla e i gemiti dei pirati gravemente feriti che erano stati lasciati distesi sul ponte della Jenny.

I marinai della Navy che stavano vicino alle battagliole e tenevano le pistole puntate sui prigionieri indossavano tutti delle aderenti casacche grigie, calzoni a strisce e berretti di cuoio, e la loro uniforme semplice e funzionale faceva apparire ridicolo l’abbigliamento pacchiano e incatramato dei pirati. Lanciando occhiate nervose agli uomini della marina, Shandy notò qualcosa nella loro espressione al di là del disprezzo e della collera, e non si sentì affatto rassicurato quando finalmente capì di che cosa si trattava: la malia morbosa di guardare degli uomini che, sebbene stessero respirando in quel momento, ben presto avrebbero smesso di respirare per sempre nel doppino di un cappio.

Sebbene il Carmichael fosse già una torre di bianco segmentato in lontananza a sud, il capitano della Navy aveva fatto calare una delle scialuppe della nave, e adesso, dal suo vantaggioso punto di vista sul ponte di poppa, scrutò nel telescopio e scoppiò a ridere. «Per Dio, Hendricks aveva ragione… uno di essi è caduto fuori bordo, e noi ce ne siamo accorti.» Si voltò e guardò i prigionieri con un sorriso largo e severo. «Pare,» gridò, «che uno dei vostri compagni non abbia sopportato di lasciarvi indietro.»

Dopo un momento di perplessità, Shandy decise che avrebbe potuto benissimo trattarsi di Beth, che aveva afferrato l’opportunità di perdersi in mare per sfuggire ai pirati e al suo folle padre. Sperò che fosse così, perché entrambi avrebbero posto finalmente fine a questo violento interludio, e Davies, Barbanera, Hurwood e Friend avrebbero potuto andarsene in Florida o all’Inferno, per quel che a loro importava.

Il pensiero gli rammentò che era giunto il momento di smettere di guardarsi intorno con gli occhi sbarrati, toccando con la lingua il varco dov’era stato di recente uno dei suoi molari, e raccontare al capitano della marina chi era, e come aveva fatto a trovarsi a brodo della corvetta.

Tirò un respiro profondo, costrinse gli occhi a mettere a fuoco, e poi, tendendo le braccia con un gesto conciliante, si allontanò dai pirati accalcati e silenziosi… e fu quasi ucciso all’istante, poiché una delle guardie gli sparò un colpo di pistola.

Shandy udì la detonazione ma sentì lo spostamento d’aria mentre la palla sfrecciava accanto al suo orecchio, e allora cadde in ginocchio, ancora con le mani sollevate. «Gesù!» strillò, «non sparate, non sto facendo nulla!»

L’attenzione del capitano di fatto era stata attirata, e lui gridò con ira a Shandy. «Che tu sia dannato, torna frai tuoi compagni!»

«Non sono miei compagni, capitano,» gridò Shandy, alzandosi con cautela e cercando di apparire calmo. «Il mio nome è… è John Chandagnac, ed ero un passeggero a bordo dello Strepitoso Carmichael prima di essere catturato da Philip Davies e dai suoi uomini. Durante quel… quell’incontro, ho ferito Davies, e così invece di avermi consentito ad andarmene con la scialuppa assieme alla ciurma, sono stato costretto, sotto pena di morte, ad arruolarmi fra quelli che mi avevano catturato. Anche un altro passeggero è stato costretto a restare, Elizabeth Hurwood, che sospetto essere la persona che è saltata dal Carmichael proprio adesso.» Voltandosi per lanciare un’occhiata ai suoi recenti compagni, Shandy non vide solo disprezzo ma vero odio, per cui aggiunse in fretta, «Mi rendo conto che ci vorrà del tempo per verificare la mia storia, ma chiedo di essere confinato da qualche parte, separato da questi uomini… giusto per essere certo di sopravvivere in modo da poter testimoniare al processo di Philip Davies.»

Il capitano era avanzato fino alla balaustra del ponte di poppa e lo stava guardando di traverso. «Davies?.» Scrutò i prigionieri intorno all’argano e poi lanciò un’occhiata all’albero della Jenny, visibile al di sopra del castello di prua. «È con voi? Ferito?»

«No,» disse Shandy. «Si trova sul Carmichael.» Annuì verso la nave che si stava allontanando.

«Ah,» disse il capitano, pensieroso. «Il suo processo allora non si farà presto.» Batté le palpebre e abbassò nuovamente lo sguardo su Shandy. «Sei un uomo catturato sul Carmichael, dunque? Ti farà piacere sapere — o forse no — che possiamo verificare la tua storia immediatamente. Abbiamo lasciato Kingston soltanto questo venerdì, e il Carmichael è stato preso, ricordo bene, circa un mese fa, così il rapporto sulla navigazione in nostro possesso dovrebbe riferire l’episodio.» Si voltò verso un guardiamarina che stava lì vicino. «Volete andare a prendere il rapporto, Mr. Nourse?»

«Signorsì, capitano.» Il giovane ufficiale scese rapidamente per la scaletta del boccaporto e scomparve di sotto.

«Per essere un uomo costretto, maneggiavi con grande abilità quel cannone,» disse Skank, alle spalle di Shandy. «Voltagabbana figlio di una cagna.» Shandy lo sentì sputare.

Il sangue affluì sul volto di Shandy mentre questi rammentava il giorno in cui Skank aveva assalito Jim Bonny per salvarlo da un — reale o immaginario — attacco magico, e desiderò voltarsi per fronteggiare Skank e pregarlo di ricordare le circostanze del suo reclutamento tre settimane e mezza prima… ma dopo un momento si limitò a dire con calma al più vicino marinaio armato, «Posso fare un altro passo avanti?»

«Sì,» disse il marinaio. «Piano.»

Shandy eseguì, ascoltando i pirati dietro di lui che discutevano di malumore per stabilire se era un codardo traditore o semplicemente un codardo pragmatico. Guardando al di sopra dell’anca di tribordo poté vedere la scialuppa che stava tornando, e strinse gli occhi contro il bagliore del sole sui remi bagnati, cercando di vedere se era davvero Beth Hurwood che stava rannicchiata a poppa.

Il capitano sollevò ancora il telescopio e scrutò la barca. «Non è nessuno che si chiami Elizabeth,» disse seccamente.

Che io sia dannato, pensò Shandy, allora si trova ancora con loro. Perché diavolo non ha pensato di gettarsi fuori bordo? Beh, non è più affar mio… è per gente come costui, o come qualche altro capitano di marina, andare a salvarla. Io vado ad Haiti. E forse Friend e suo padre non hanno intenzione di farle del male.

Sogghignò lugubremente davanti all’intenzionale ingenuità di quel pensiero; e allora si permise di ricordare, con amarezza e una per volta, le storie che aveva sentito su Barbanera — quella volta in cui l’uomo aveva deciso che la sua ciurma avrebbe tratto beneficio dal trascorrere un po’ di tempo in “un nostro inferno privato”, e così aveva fatto scendere tutti sottocoperta, dove aveva messo allegramente sul fuoco delle pentole di zolfo, e con la minaccia della pistola aveva impedito a chiunque di andarsene prima che metà della ciurma avesse perso i sensi e si fosse trovata in reale pericolo di soffocamento, e anche allora lo stesso Barbanera era stato l’ultimo a riemergere nell’aria fresca… Sebbene a quel tempo la cosa fosse vista semplicemente come uno dei suoi capricci, in seguito era stata sottolineata la natura ritualistica dell’evento, e un bocor, nell’indiscrezione dell’ubriachezza, aveva suggerito che si era trattato di un necessario rinnovamento dello status di hunsi kanzo di Barbanera, e non perfettamente riuscito in quanto nessuno della ciurma era morto. E Shandy rammentò le dicerie a proposito di un suo rapporto con quel loa davvero temuto, noto come Baron Samedi, il cui dominio è l’oltretomba e la cui segreta drogue è il fuoco che brucia lentamente, che era il motivo per cui Barbanera infilava sempre delle micce accese nei suoi capelli e nella folta barba prima di affrontare un incontro rischioso. E aveva sentito parlare di quell’abitudine all’apparenza insana ma spiegabile dal punto di vista della stregoneria, per la quale il leggendario pirata si legava in matrimonio con ogni donna che gli veniva a tiro… e Shandy pensò al futile coraggio di Beth, e alla sua natura genuinamente allegra alla quale si era abbandonata soltanto per mezzora sul ponte di poppa del Carmichael tre settimane e mezza prima.