Shandy scosse tristemente la testa.
«Questo è l’onore frai ladri,» disse il capitano. «Philip Davies, sarai condotto a Kingston per essere processato per un numero considerevole di reati, il più recente dei quali è forse l’assassinio di Arthur Chaworth, legittimo capitano dello Strepitoso Carmichael.» Il capitano si schiarì la gola. «Vuoi fare qualche dichiarazione?»
Davies, che si era ingobbito, alzò lo sguardo sul capitano con un ghigno da teschio. «Wilson, no?» disse con voce fioca. «Sam Wilson, giusto? Ti riconosco. Cosa vuoi adesso? Una dichiarazione? Come in tribunale?» Scrutò il capitano con espressione interrogativa. «No, grazie, Sam. Ma dimmi…» Parve raccogliere le forze, poi parlò più in fretta. «Per caso, è vero quello che Panda Beecher mi disse una volta sul tuo conto?»
Con la bocca stretta fino a diventare pallida, il Capitano Wilson lanciò una rapida occhiata agli altri ufficiali nella stanza, e poi, quasi con un solo movimento, si alzò in piedi, sfilò la pistola, la raddrizzò e la sollevò. Shandy, che era balzato in piedi nel medesimo istante, si lanciò sul tavolo per colpire l’arma proprio mentre il capitano premeva il grilletto.
La forte detonazione fece ronzare le orecchie già maltrattate di Shandy, ma sentì il capitano gridare, «Dio vi maledica, Chandagnac, potrei farvi arrestare per questo! Nourse, datemi la vostra pistola!»
Shandy scoccò un’occhiata a Davies, che sembrava teso ma non turbato, poi a Nourse. Il giovane guardiamarina stava scuotendo la testa, inorridito.
«È un assassinio se gli sparate, Capitano,» protestò Nourse, con voce stridula. «Deve avere un processo! Se noi…»
Il Capitano Wilson bestemmiò furiosamente e, mentre sia Nourse che Shandy gli gridavano di fermarsi, si chinò sul tavolo, sfilò la pistola dalla cintura di una delle guardie di Davies, poi si ritrasse in modo da non poter essere raggiunto da nessuno, e sollevò la pistola…
…Davies gli stava indirizzando un sorriso derisorio…
…E, stordito dalla paura anche mentre lo faceva, Shandy allungò una mano verso il basso, afferrò la pistola di Nourse e fece fuoco contro il capitano.
Le due esplosioni furono quasi simultanee, ma mentre il colpo del Capitano Wilson mancò Davies e praticò un foro nel braccio dell’ufficiale alla destra di Davies, il colpo di Shandy attraversò la gola del Capitano Wilson e mandò il corpo dell’uomo, zampillante di sangue, a rimbalzare dalla paratia lontana per poi crollare con fracasso sul ponte.
Il ronzio nelle orecchie di Shandy parve provenire dall’esterno, il rumore di una seconda, netta vibrazione prolungata. Voltò la testa, con difficoltà nell’aria addensatasi per la tensione, e vide una viva sorpresa sulle facce degli altri quattro uomini nella stanza. Quello di gran lunga più stupefatto era Davies.
«Gesù Saltatore, ragazzo,» gridò, con la costernazione che aveva rimpiazzato il suo buonumore, «lo sai cos’hai fatto?»
«Ho salvato la tua vita… presumo,» disse Shandy con voce strozzata. Gli sembrava di non essere in grado di tirare un respiro profondo. «Come faremo a uscire di qui?»
L’ufficiale colpito al braccio aveva spinto indietro la sua sedia e stava cercando di raggiungere la sua pistola con la mano buona. Shandy fece un passo avanti e, quasi inconsciamente, lo colpì sopra l’orecchio con la pistola che aveva usato per uccidere il capitano; e mentre l’uomo si accasciava, scivolando dalla sedia, Shandy lasciò cadere la pistola scarica e rapidamente prese quella carica dalla cintura dell’uomo, e poi, con l’altra mano, gli sfilò anche la spada. Raddrizzandosi mentre l’uomo cadeva dalla sedia con un tonfo sordo sul ponte, Shandy raggiunse la porta e con due dita libere della mano che stringeva la spada fece scivolare il chiavistello nella posizione di “chiuso.”
«Voi due,» Shandy disse a Nourse e all’ufficiale la cui pistola era stata presa dal Capitano Wilson, «appoggiate le vostre spade sul tavolo e mettetevi vicino alla paratia di poppa. Davies, alzati e voltati.»
Davies eseguì, sebbene lo sforzo gli facesse stringere gli occhi e sbarrare i denti. Tenendo la pistola puntata contro i due ufficiali, Shandy infilò la punta della spada sotto uno degli anelli della corda che legava i polsi di Davies, e spinse. Davies vacillò, ma il filo seghettato recise la corda, e Davies se ne liberò con uno scossone proprio mentre qualcuno cominciava a bussare alla porta.
«Va tutto bene, Capitano?» gridò qualcuno all’esterno. «Chi ha sparato?»
Shandy guardò Nourse al di sopra della canna della pistola. «Di’ loro… di’ loro che Davies ha tramortito il capitano, e che è stato ucciso dagli ufficiali,» disse, piano. «Digli di andare a cercare il chirurgo della nave.»
Nourse ripeté il messaggio a voce alta, e il fremito nella sua voce conferì ad esso una giusta nota di sincerità.
Davies sollevò una mano. «E i pirati catturati,» sussurrò, «devono essere condotti via… più avanti, sul castello di prua.»
Nourse trasmise anche questo ordine, e l’uomo all’esterno lo ricevette e corse via.
«Adesso,» ripeté Shandy, disperato, «Come faremo a uscire di qui?» Lanciò un’occhiata al mare attraverso la finestra, tentato semplicemente di saltare fuori e nuotare. La povera vecchia Jenny sembrava disperatamente lontana.
Un po’ di colore era tornato sulla faccia magra di Davies, e lui stava sogghignando di nuovo. «Perché il chirurgo?»
Shandy si strinse nelle spalle. «Diversamente, la cosa sarebbe parsa poco plausibile.»
«Può darsi.» Fece scorrere la mano buona attraverso i grigi capelli umidi. «Bene! A meno che la Royal Navy non sia cambiata dai miei tempi, la santabarbara deve trovarsi due o tre ponti direttamente sotto di noi.» Si voltò verso Nourse. «Non è così?»
«Non risponderò a domande del genere,» disse Nourse, tremando.
Davies prese una delle spade dal tavolo, si avvicinò a Nourse e gli diede un leggero colpetto nella pancia con la punta. «Tu mi porterai là altrimenti ti farò male. Io sono Davies,» gli rammentò.
Nourse aveva chiaramente sentito delle storie sul suo conto, poiché la rigidezza gli scivolò dalle spalle e mormorò, «Molto bene… se mi dai la tua parola che non farai del male a me, o alla nave.»
Davies lo fissò. «Hai la mia solenne parola,» disse, piano. Poi si voltò verso Shandy. «Dietro quella porta c’è la cuccetta del capitano. Prendi delle coperte e avvolgile intorno al vecchio Wilson, assieme a quella pistola che hai preso, alle altre due e a tutte le pistole cariche che riesci a trovare. Poi tu e questo ragazzo,» annuì in direzione dell’ufficiale che era ancora cosciente, «trasporterete l’involto fino dove si trovano i ragazzi della Jenny. Direte che è il mio cadavere. Capito tutto? Bene. Ora, quando la santabarbara salterà — e salterà davvero, ho imparato a memoria un paio di versi per gli spiriti del fuoco, e non mi manca il sangue per attirare la loro attenzione — quando esploderà spunterò dal boccaporto di prua, con le armi, se Compagno Premuroso vorrà, e tu tirerai fuori dalle coperte del capitano una o altre tre pistole, e ci apriremo la strada con le armi in pugno fino alla corvetta e fileremo via. E se io non apparirò subito dopo l’esplosione, non perdete tempo ad aspettarmi.»
Nourse stava guardando Davies con la bocca aperta. «Tu…» farfugliò, «mi hai dato la tua parola!»
Davies rise. «Hai visto quanto vale. Ma ascolta, tu mi condurrai alla santabarbara altrimenti ti taglierò le orecchie e te le farò mangiare. L’ho già fatto ad altre persone che mi hanno seccato.»
Nourse distolse lo sguardo, e di nuovo Shandy ebbe l’impressione che il guardiamarina stesse ricordando qualche spaventoso aneddoto su Davies. Com’è possibile, si domandò inorridito Shandy, che io sia al fianco di questo mostro?