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«Oh!» Davies scoppiò a ridere. «Panda Beecher! Era — ed è ancora, probabilmente — un grossista di spezie, e ha sempre convinto i capitani della Navy a trasportare la sua merce nelle stive delle navi della marina; è illegale come l’inferno, ma molti commercianti lo fanno… possono pagare il capitano abbastanza perché ne valga la pena, ma per loro è di gran lunga meglio che avere capitani di mercantili, dal momento che in questo casp dovrebbero pagare un extra per l’assicurazione o il venticinque per cento del carico per avere una scorta ufficiale della marina che tenga lontani i pirati. Sono stato nella Navy per ventiquattro anni, e so di molti capitani di marina che arrotondano la paga trattando con Panda e quelli della sua risma, anche se essere preso con le mani nel sacco significherebbe per il capitano una vergognosa corte marziale. Ho appreso il nome del capitano da uno degli uomini della scialuppa, così ho finto di ricordarlo. Non mi è parso un azzardo sperare che Wilson avesse fatto questo genere di traffici, e che avrebbe creduto che io ne fossi a conoscenza. Inoltre, negli anni novanta, Panda gestiva un paio di bordelli che in particolare servivano gli ufficiali della Navy, e ho sentito dire che le… tensioni del servizio nei Caraibi spingevano alcuni giovani ufficiali a preferire cose bizzarre — ragazzini, sai, e fruste, e variazioni orientali — e c’era la possibilità che Wilson potesse essere stato uno di quelli.»

Shandy annuì, gufesco. «E tu hai formulato la tua domanda in maniera tale che sembrasse riferirsi a una delle due faccende.»

«Esatto. E l’una o l’altra freccia, effettivamente, sembra sia giunta a segno, no? Non sapremo mai quale.» Skank arrivò, tese a Davies una borsa di tela dall’odore ripugnante e corse via a poppa, pulendosi le mani sulla battagliola. Davies tirò fuori l’estremità di una salsiccia nera e staccò un entusiastico morso. «Vedi,» proseguì, masticando, «dopo che il maledetto Trattato di Utrecht lasciò disoccupati i corsari, e rovinò la navigazione intesa come mezzo legale di sussistenza, e io divenni pirata, promisi a me stesso che non sarei mai stato impiccato. Ho visto troppe impiccagioni in questi anni. Così,» allungò la mano verso la bottiglia e ne bevve ancora un bel po’, «sono stato lieto di aver pensato a quella domanda di Panda Beecher… allo stesso modo in cui un uomo naufragato su una scogliera deserta è lieto di avere con sé una pistola.»

Shandy si accigliò davanti alla complessità della cosa; poi le sue sopracciglia si alzarono quando comprese. «Era un suicidio!» esclamò, troppo ubriaco per avere garbo. «Volevi che lui ti uccidesse quando hai detto quella cosa.»

«Lo preferivo, diciamo. A un processo e al conclusivo nodo scorsoio. Sì.» Scosse di nuovo la testa, chiaramente ancora stupefatto per il gesto di Shandy. «Solo perché sarebbe stato un assassinio?»

Shandy fece un gesto verso gli altri uomini sull’imbarcazione. «Chiunque di loro avrebbe fatto lo stesso.»

«Con la salvezza assicurata nell’altra mano?» Davies rise. «Mai. Nessuno. Ricordi Lot?»

«Prego?»

«Lot… quel tipo con la moglie che divenne di sale.»

«Oh, quel Lot.» Shandy annuì. «Sicuro.»

«Ricordi quando Geova andò nella sua casa?»

Shandy aggrottò le sopracciglia, concentrandosi. «No.»

«Beh, Geova gli disse che stava per distruggere la città, perché erano tutti bastardi. Così Lot gli disse: aspetta un momento, se riesco a trovare dieci bravi ragazzi lascerai in pace la città? Geova sbuffò e brontolò un poco, ma finalmente disse che sì, se ci fossero stati dieci uomini buoni lui non avrebbe ridotto in briciole, a calcioni, quel posto. Allora Lot, che era furbo, sai, dice, beh, e se sono tre? Geova si alza, cammina un po’ avanti e indietro, ci pensa e poi dice, va bene, facciamo tre. Allora Lot dice, e se è uno? Geova a questo punto è tutto confuso, dal momento che aveva già stabilito dentro di sé di distruggere la città, ma alla fine dice va bene, anche un solo brav’uomo. Naturalmente Lot non riuscì a trovarne neppure uno, e Geova dovette comunque bruciare la città.» Davies fece un cenno verso gli altri uomini sulla barca, un gesto che si proponeva di comprendere anche il Carmichael, e l’Isola di New Providence, e forse tutti i Caraibi. «Jack, non commettere mai l’errore di credere che ne troverebbe uno fra questi.»

LIBRO SECONDO

Scacciati dal luogo che ci generò, Traditi dal luogo che asilo ci ha offerto, La luce davanti a noi si offuscò, Dietro le nostre spalle è il deserto… Preparate i bicchieri, hurrà! È tutto ciò che da amare ci resta: Una coppa per chi è morto già — Hurrà per chi a morire s’appresta!
Bartholomew Dowling

CAPITOLO NONO

La brezza della sera spirava con forza e veniva dal mare; le tre navi ormeggiate al largo stavano gomito a gomito, e i fuochi sulla spiaggia traevano scintille dal sole che tramontava verso i neri acquitrini di cipressi della Florida. Nella capanna che i pirati avevano costruito su un’altura sabbiosa poco più all’interno dei fuochi, Beth Hurwood scrutava il cielo e il mare, si riempiva i polmoni della fresca aria di mare, e pregava che la brezza continuasse fino all’alba. Non voleva trascorrere una terza notte chiusa nel soffocante “rifugio anti-zanzare” che suo padre aveva fatto costruire dai pirati — un cubicolo dalle pareti di tela grande abbastanza solo per starvi distesa.

Non aveva mai pensato che si sarebbe voltata indietro per guardare con nostalgia ai due anni e mezzo nel convento in Scozia, ma adesso malediceva il giorno in cui suo padre l’aveva portata via da quel luogo. Le pallide suore con le loro tonache e i cappucci non avevano virtualmente mai parlato, le stanze erano di dura pietra antica, il solo cibo che fosse mai stato servito era un grigio porridge oleoso con dentro grumi di depresse verdure, e non c’era un solo libro in quel posto, neppure una Bibbia — difatti, lei non aveva mai capito a quale Ordine appartenevano le suore, né a quale genere di fede; non c’erano dipinti, statue o crocifissi, e avrebbero anche potuto essere musulmane per quel che sapeva — ma almeno l’avevano lasciata sola, ed era stata libera di passeggiare nel giardino e dar da mangiare agli uccellini, o di salire sulla passerella in cima al muro per osservare la strada che attraversava i campi di erica, sperando di vedere degli stranieri. Di tanto in tanto vedeva qualcuno, un contadino che guidava un carretto, o un cacciatore coi cani, ma sebbene lei agitasse le braccia loro correvano sempre via… quasi come se avessero paura di quel luogo. Tuttavia, si era sempre sentita più vicina a quelle figure lontane e frettolose che a quelle suore più profondamente remote. Tutti nella sua vita, comunque, erano stati degli estranei per lei.

Sua madre era morta quando Beth aveva tredici anni, ed era stato allora che suo padre era diventato un estraneo. Aveva abbandonato il suo posto a Oxford, affidato la figlia alle cure dei parenti, e poi se n’era andato… per dedicarsi a «studi indipendenti,» aveva detto una volta. E lei aveva quindici anni quando aveva incontrato Leo Friend.

Un fruscio di stivali che avanzavano sulla sabbia le fece abbassare lo sguardo, e Beth si sentì sollevata nel vedere che, perlomeno, non si trattava di Friend. Ammiccando per l’immagine residua del sole, non riconobbe la figura finché lui non salì i gradini e si abbassò sotto il tetto di paglia. Allora quasi sorrise, perché era soltanto il vecchio Stede Bonnett. Era arrivato appena il giorno prima sulla sua nave, la Vendetta, ma sebbene fosse un capitano pirata, e si diceva fosse un socio di Barbanera, sembrava essere stato ben educato, e non aveva affatto quei moti di allegria beffardi e sardonici di un uomo come Philip Davies, né quegli scatti di violenza fredda e selvaggia di suo padre. Beth si domandò cosa lo avesse spinto alla pirateria.