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«Sono spiacente,» mormorò, togliendosi effettivamente il cappello per lei. «Non… pensavo…»

«Non preoccupatevi, Mr. Bonnett.» Beth fece un cenno verso il ceppo che fungeva da sgabello. «Sedete.»

«Grazie,» disse lui, accomodandosi. Un uccello dal lungo collo si sollevò svolazzando dall’acquitrino ed emise un grido rauco che fece sobbalzare Bonnett. Questi seguì con sguardo sospettoso il volatile.

«Voi… non sembrate felice, Mr. Bonnett,» azzardò Beth.

Allora lui la guardò, e parve vederla realmente per la prima volta.

Si leccò le labbra e fece un sorriso esitante, ma un momento dopo il suo cipiglio preoccupato ritornò e il suo sguardo si allontanò da lei. «Felice? Ah… sfido chiunque, dopo quello spettacolo a Charles Town… prima che Thatch chiedesse il riscatto, pensavano che noi volessimo prendere la città… Puntai un telescopio su quel posto… donne e bambini che correvano piangendo per le strade — Gesù — e per che cosa? Una cassa di tabacco medicinale, e solo perché lui potesse andare a guardare la Bocca di Ocracoke. E mi scoprii a dire cose, a fare cose… anche i miei sogni non sono più miei…»

La brezza cambiò lievemente, soffiando i lunghi capelli di Beth sulla sua faccia, e, in ritardo, lei avvertì l’odore di brandy nell’alito di Bonnett. Un pensiero la colpì, ma per paura di una delusione represse l’improvviso impeto di speranza.

Si morse il labbro inferiore. Doveva essere cauta…

«Di dove siete originario?» chiese.

Lui rimase a lungo silenzioso, e Beth si domandò se per caso non l’avesse sentita, o non intendesse rispondere. Devo andar via di qui, pensò; devo credere che in qualche luogo normale, lontano da Friend e da mio padre, la mia sanità mentale non sembri una cosa così fragile, incrinata, messa a repentaglio.

«Barbados,» disse lui, piano. «Io… avevo… una piantagione di canna da zucchero.»

«Ah. Non vi rendeva molto?»

«Me la passavo molto bene,» disse con voce fioca Bonnett. «Sono un maggiore dell’esercito in pensione. Avevo schiavi e stalle, la piantagione era prospera… ero un gentiluomo.»

Beth resistette all’impulso di chiedergli perché si era dato alla pirateria, se tutto quello era vero. Invece si limitò a domandargli, «Vi piacerebbe tornare là?»

Lui tornò a guardarla. «Sì. Ma non posso. Sarei impiccato.»

«Accettate il Perdono del Re.»

«Io…» Si ficcò un dito in bocca e morse l’unghia. «Thatch non me lo permetterebbe mai.»

Il cuore di Beth stava battendo all’impazzata. «Potremmo scappare stanotte, voi ed io. Sono tutti distratti da questa cosa che devono fare sul fiume.» Alzando lo sguardo sulla riva alla sua destra, si domandò perché chiamavano fiume quel tratto di acquitrino.

Bonnett sorrise nervosamente e si leccò di nuovo le labbra, e ancora una volta lei sentì l’odore del brandy. «Voi ed io,» cominciò lui, allungando una mano grassa e tozza.

«Esatto,» disse lei, arretrando di un passo. «Fuga. Stanotte. Quando l’hunsi kanzo è impegnato sul fiume.»

Il riferimento a Barbanera rese sobrio Bonnett, che si accigliò e riprese a mordicchiarsi l’unghia.

Non volendo che lui vedesse la speranza disperata nei suoi occhi, Beth Hurwood distolse lo sguardo, voltandosi verso la palude. Forse, pensò, lo chiamano fiume perché lo è quasi. Tutta l’umidità del luogo tende a muoversi verso ovest, tanto lentamente, nella maggior parte dei posti, quanto il brandy si fa strada in una torta alla frutta, e le basse nebbie della sera di certo seguono il suo corso e sono solite bagnare quasi completamente una persona come se stesse nuotando.

Chiuse gli occhi. Chiamare fiume quella palude sembrava tipico del modo in cui funzionava quello spaventoso Nuovo Mondo — ogni cosa era ancora grezza e informe là sull’orlo occidentale del mondo, e aveva solo una remotissima somiglianzà col solido e ben noto emisfero orientale. E anche se udì Bonnett cambiare posizione sul ceppo, e si voltò rapidamente per fronteggiarlo, le venne il pensiero fugace che la natura non sviluppata di quelle terre avesse parecchio a che fare con la ragione per la quale suo padre vi si era recato, e l’aveva portata con sé.

Bonnett si stava sporgendo in avanti, e nel primo crepuscolo lei poté vedere il cipiglio di tenue determinazione sul suo vecchio volto grassoccio. «Lo farò,» disse quasi in un sussurro. «Penso che dovrò. Penso che risalire il fiume stanotte sarebbe la fine per me… anche se non ho alcun dubbio che il mio corpo camminerebbe ancora, parlerebbe ed eseguirebbe gli ordini di Thatch.»

«Ci sono abbastanza uomini sulla vostra nave adesso per farla salpare?» domandò lei, alzandosi con tale rapidità che la capanna oscillò sui suoi pali di legno.

Bonnett la guardò obliquamente. «La Vendetta? Non possiamo prenderla. Credete che nessuno ci vedrebbe o ci sentirebbe issare l’ancora e spiegare le vele e salpare? No, ci procureremo una barca e vi metteremo dentro tutto ciò che riusciamo a trovare per improvvisare un albero e una vela, ci muoveremo lungo la costa coi remi avvolti nella stoffa, e poi tenteremo la sorte nel mare aperto. Dio è molto più misericordioso di Thatch.» Boccheggiò improvvisamente e le afferrò il polso. «Cristo! Aspettate un minuto! È una trappola? Thatch vi ha mandato qui… per mettermi alla prova? Ho dimenticato che vostro padre è suo socio…»

«No,» disse Beth, tesa. «Non è una trappola. Devo andarmene da qui. Andiamo subito a procurarci quella barca.»

Bonnett le lasciò andare il polso, sebbene non apparisse del tutto convinto. «Ma… siete stata con loro per quasi un mese, ho sentito dire. Perché avete aspettato finora per scappare? Sono sicuro che sarebbe stato molto più facile a New Providence.»

Lei sospirò. «Non sarebbe mai stato facile, ma…» Un altro uccello passò svolazzando sopra le loro teste, facendoli sobbalzare entrambi. Beth rise debolmente. «Beh, per prima cosa, finché non siamo arrivati qui non avevo mai pensato che mio padre volesse effettivamente farmi del male, ma ora… beh, non vuole farmi alcun male, ma… ieri l’altro, quando sbarcammo, mi procurai un taglio, e mio padre divenne frenetico per la preoccupazione che esso potesse incancrenirsi e procurarmi una febbre. Disse a Leo Friend che le magie protettive dei Caraibi,» pronunciò le parole con disgusto, «qui sono fiacche, e che avrebbero dovuto sorvegliarmi attentamente per un eventuale sintomo di malattia. Ma la sua preoccupazione era… impersonale — non era la preoccupazione di un padre per una figlia in pericolo, ma somigliava di più, non so, alla preoccupazione di un capitano per l’integrità di un vascello da cui dipende la sua vita.»

Bonnett non era stato esattamente a sentire. Rimise al loro posto con dei colpetti della mano i riccioli della parrucca e si leccò i baffi, poi si alzò e le si avvicinò — la capanna ondeggiò pericolosamente — e si piegò verso di lei. Grottescamente, la sua faccia era corrugata in un sorriso tremante ma insinuante. «’Per prima cosa’, avete detto.» La sua voce adesso era più rauca. «Ce n’è un’altra?»

Beth non lo stava guardando, e sorrise tristemente. «Sì; è sciocco, ma io penso di sì. Non lo avevo capito fino a martedì, quando la Navy lo ha ucciso — era a bordo di quella barca, la Jenny, e Friend dice che nessuno di loro può essere sopravvissuto a quella bordata — ma credo di non volere realmente andarmene senza… beh, voi non lo avete mai incontrato. Un uomo che era anche un passeggero del Carmichael.»

Bonnett contrasse le labbra e si allontanò di un passo, lasciando che il suo corpo tornasse a rilassarsi. «Non ho bisogno di portarvi con me, sapete,» sbottò.