Barbanera avanzò a lunghi passi su per il declivio sabbioso in direzione dei fuochi, e si fermò per un momento dove esso si livellava, una sagoma enorme e irregolare contro il cielo purpureo; il suo tricorno sembrava avere corni troppo affusolati e lunghi, e con i puntini di luce rossa che volteggiavano intorno alla sua testa parve a Shandy simile a un demone con tre corna appena risalito dall’Inferno.
Si avvicinò ai fuochi, e i punti rossi luminosi intorno alla sua testa si rivelarono le estremità accese di micce intrecciate nella criniera e nella barba ispide. Era alto, più alto di Davies, e massiccio come una rupe erosa dal vento.
«Ed eccoci qui un anno dopo, Mr. Hurwood,» disse Barbanera. «Ci hai portato una bella nave, come avevi promesso, e io ti ho portato le erbe di cui dicesti che avevi bisogno — e siamo qui alla Vigilia della Festa del Raccolto, a dispetto del tuo timore che io ritardassi.» Parlava inglese con un leggero accento, e Shandy non poté decidere se esso indicava un origine non-inglese o solo una mancanza di interesse o attitudine nel parlare. «Entrambi possiamo ottenere ciò che cerchiamo.»
Dietro il gigantesco pirata Shandy vide Leo Friend, ancora ansimante per aver corso fino ai fuochi, che sogghignava furtivo; e per la prima volta Shandy si domandò se il grasso e giovane medico potesse avere delle ambizioni sue proprie in tutta quella faccenda.
Barbanera avanzò con passo pesante fino al centro della radura, e Shandy notò che la sua faccia scoscesa luccicava per il sudore — forse a causa del pesante soprabito nero, le cui voluminose pieghe pendevano fino agli stinchi. «Phil?» disse Barbanera.
«Eccomi, signore,» disse Davies, facendo un passo avanti.
«Credi di aver recuperato abbastanza per venire con me?»
«Mettimi alla prova.»
«Oh, sì, lo farò. Questi sono tempi che mettono a dura prova.» Barbanera sogghignò, un ghigno che mostrò la maggior parte dei suoi denti. «Hai disubbidito agli ordini.»
Davies gli restituì il sogghigno. «A differenza di quello che avresti fatto tu, naturalmente.»
«Ah.» Il gigante guardò la folla intorno, che era più o meno suddivisa in tre gruppi — le ciurme delle tre navi. «Chi altro…» Si fermò bruscamente e fissò la sua manica dagli ampi polsini, la faccia fosca priva di ogni espressione. Gli uomini vicini si ritrassero, borbottando incantesimi, anche se Hurwood e Friend si piegarono in avanti per osservare.
Anche Shandy osservò, sebbene senza ansia, e pensò per un momento di vedere la manica contrarsi, e un tenue sbuffo di fumo uscirne arricciandosi; poi, molto chiaramente, vide un filo di sangue scorrere fra le due dita mediane di Barbanera e cominciare a gocciolare sulla sabbia. Il lungo pastrano del pirata parve rabbrividire, come se sotto stessero correndo dei topi.
«Rum,» disse il gigante con una voce tesa e tranquilla nello stesso tempo.
Uno degli uomini della ciurma del Carmichael accorse con un boccale, ma Davies lo prese per la collottola e lo strattonò all’indietro. «Non solo rum,» sbottò. Prese il boccale, chiese una coppa, e dopo aver riempito la coppa stappò in fretta la sua fiaschetta della polvere e scosse un paio di manciate di polvere da sparo nella bevanda. «Jack,» disse. «Del fuoco, presto.»
Shandy corse verso il fuoco più vicino e raccolse un bastone con l’estremità fiammeggiante, poi tornò di corsa da Davies, che adesso stava tenendo la coppa lontana da sé, e accostò l’estremità ardente del bastone all’orlo della coppa.
All’istante essa divampò e ribollì, e Davies la tese a Barbanera. Shandy credette di vedere qualcosa di simile a un uccellino implume aggrapparsi alla mano di Barbanera, ma fu distratto dalla vista del gigantesco pirata che inclinava completamente la testa all’indietro e poi, semplicemente, capovolgeva la coppa infuocata sulla sua bocca aperta.
Per un momento parve che tutta la sua testa avesse preso fuoco; poi, rapida com’era apparsa, la fiamma svanì, lasciando soltanto una diafana corona di micce accese, e uno sbuffo di ribollente e luminoso fumo rosso sospeso intorno alla sua testa. Non appena Shandy ebbe notato la rassomiglianza del fumo a una faccia contorta dalla rabbia, esso svanì.
«Chi verrà con noi?» chiese Barbanera con voce stridula.
«Io e il mio quartiermastro qui, Jack Shandy,» disse Davies con vivacità, «e Bonnett e Hurwood, naturalmente, e forse l’apprendista di Hurwood, Leo Friend, quel giovane grasso laggiù… e la figlia di Hurwood.»
Tutti stavano guardando Shandy, anche se Barbanera non ancora, così Shandy non permise che il suo stupore diventasse visibile — ma era incollerito perché Davies non gli aveva detto che Beth sarebbe andata con loro nella palude. Gli aveva descritto il viaggio che avrebbero dovuto fare quella notte attraverso i pericolosi acquitrini, e verso l’evidentemente ancora più pericoloso “magico punto di equilibrio” che stavano cercando, nella quasi impenetrabile palude primordiale con le sue creature repellenti, cosicché Shandy non riusciva neppure a immaginare che Beth potesse andare con loro.
«Il tuo quartiermastro,» brontolò Barbanera, sbriciolando con indolenza la coppa. «Cosa ne è stato di Hodge?»
«È stato ucciso quando siamo fuggiti dalla nave da guerra della Navy,» disse Davies. «È stato Shandy ad architettare la fuga.»
«Mi è giunta qualche notizia in merito,» disse pensieroso Barbanera. «Shandy… vieni avanti.»
Shandy eseguì, e il gigantesco re-pirata volse il suo sguardo su di lui, e Shandy si sentì schiaffeggiato dal semplice impatto della totale attenzione di quell’uomo. Per un momento Barbanera si limitò a fissarlo negli occhi, e Shandy si accorse che il volto gli si avvampava, poiché poteva quasi sentire i ripostigli e gli armadi della propria mente aprirsi e il loro contenuto essere passato in rassegna.
«Vedo che a bordo dello Strepitoso Carmichael c’era più di quello che sapevamo,» disse piano il gigante, quasi con sospetto. Poi, con voce più alta, aggiunse, «Benvenuto nel mondo, Shandy… vedo che Davies ha scelto l’uomo giusto.»
«Grazie, signore,» si scoprì a dire Shandy. «Sebbene non… voglio dire, non è stato del tutto…»
«Non lo è mai. Dimostra quello che vali stanotte quando raggiungeremo la Fontana… e anche se viaggeremo col Baron Samedi e Maître Carrefour, camminerai coi tuoi piedi.» Distolse lo sguardo, e Shandy, sentendosi come se fosse appena uscito dal bagliore accecante del sole per entrare nell’ombra, esalò un sospiro e lasciò che la sua mente compressa tornasse a dilatarsi nella sua normale estensione.
Le onde montanti avevano prima quasi riempito la barca di Barbanera, ma poi l’avevano spinta poco per volta nell’acqua bassa, e diversi marinai avevano cominciato a scaricare una grossa cassa dall’imbarcazione, goffamente, data la loro riluttanza nell’avvicinarsi al rematore rigido e immobile. Il re-pirata sputò disgustato e si allontanò per sorvegliare l’operazione.
Shandy si girò e andò quasi a sbattere contro la pancia maestosa del bocor di Davies, Woefully Fat. Notte di giganti, pensò Shandy mentre tentava di scrutare al di là del corpulento stregone. «Scusami,» disse prima di ricordare che il bocor era presumibilmente sordo, «hai visto Phil? Uh, Capitan Davies. Oh, all’inferno, è giusto, tu non puoi sentire, vero? Allora perché sto…» L’intensità dello sguardo del bocor bloccò i suoi farfugliamenti. Perché costoro non rivolgono queste occhiate a qualcun altro, pensò Shandy con un brivido, o non se le rivolgono fra di loro?
A differenza di Barbanera, che era sembrato vagamente sospettoso verso Shandy, Woefully Fat lo fissò con dubbio evidente — quasi con disappunto, come se Shandy fosse una bottiglia di vino costoso che qualcuno potesse aver lasciato troppo a lungo nella luce diretta del sole.