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Le fibbie degli stivali di Shandy adesso erano caldissime. Si scottò la mano nel prendere il coltello, ma riuscì, accovacciandosi prima su un piede poi su un altro, a staccare le fibbie. Tornò a raddrizzarsi, cercando di ignorare il fumo che si sprigionò dal fodero di cuoio quando ripose il coltello e chiedendosi quando avrebbe cominciato ad avvertire i chiodi che fissavano le suole degli stivali. Grazie a Dio Barbanera aveva proibito le pistole.

«Non mi spinsi più avanti di qui,» disse Barbanera, piano. Si voltò verso Davies e sogghignò. «Procedi… arriva fino al limite dello stagno.» Davies deglutì, poi fece un passo avanti.

«Fermo!» gridò Hurwood alle loro spalle. Lui, Friend e Bonnett erano appena passati goffamente attraverso il varco; avanzarono barcollando, e quindi riuscirono a mettere giù Beth, più o meno delicatamente, mentre si lasciavano cadere sulla sabbia scura. Hurwood fu il primo ad alzarsi a sedere. «Qui le direzioni apparenti non sono quelle giuste. Potresti camminare lungo una linea retta fino a morire di fame, e senza avvicinarti affatto alla Fontana. Con tutta probabilità, ti darebbe la sensazione di girare intorno, mentre cammini.»

Barbanera scoppiò a ridere. «Non avevo alcuna intenzione di farlo allontanare al punto che non saremmo più riusciti a riportarlo indietro. Ma hai ragione, succederebbe proprio questo. Ho camminato verso di essa per due giorni prima di ammettere che non è possibile raggiungerla da qui, e mi ci sono voluti altri tre giorni per tornare nel punto in cui ci troviamo adesso.»

Hurwood si alzò, cercando di ripulirsi. «Giorni?» chiese, sarcastico.

Barbanera lo trafisse con lo sguardo. «Beh, no, ora che me lo fai notare. Il sole spuntò ma non superò mai il punto che chiameresti alba prima di decidere di ridiscendere. L’alba si trasformò direttamente in crepuscolo, senza che trascorresse un vero giorno.»

Hurwood annuì. «Non ci troviamo in Florida adesso… o almeno, non esattamente, non in Rorida più che in qualsiasi altro posto. Avete mai studiato Pitagora, in maniera abbastanza approfondita?»

Sia Davies che Barbanera ammisero che non l’avevano fatto.

«Le contraddizioni implicite nella sua filosofia non sono contraddizioni qui. Non so se qui le circostanze costituiscono la norma o un caso particolare… ma qui la radice quadrata di due non è un numero irrazionale.»

«L’infinito — apeiron — come esiste qui, non avrebbe offeso Aristotele,» aggiunse Leo Friend, che, una volta tanto, sembrava aver dimenticato Beth Hurwood.

«Buone notizie per Harry Stottle,» disse Barbanera. «Ma potrò liberarmi dei miei fantasmi, qui?»

«Sì,» disse Hurwood. «Dobbiamo soltanto condurti allo stagno.»

Barbanera fece un cenno verso la Fontana. «Guidaci tu.»

«Lo farò.» Hurwood soppesò gli involti che aveva portato con sé, quindi li abbassò con cura sulla sabbia.

Mentre Hurwood e Fnend si accovacciavano per sciogliere gli involti, Shandy si accostò furtivamente a Beth. «Come ti senti?» fu tutto quello che riuscì a dire.

«Benissimo, grazie,» rispose lei, come un automa. I suoi occhi erano sfocati e il respiro era leggero ma molto rapido.

«Solo… resisti,» sussurrò Shandy, incollerito per la sua impotenza. «Non appena torneremo sulla spiaggia, giuro che ti porterò via da questo…»

Le ginocchia le si piegarono e stava per cadere. Lui riuscì a metterle le braccia intorno prima che cadesse sulla sabbia, e quando vide che era svenuta, l’adagiò con delicatezza sulla schiena. Ma Friend lo spinse da parte, e si mise a controllarle il polso e a sollevarle le palpebre per scrutare le pupille.

Shandy si alzò e guardò Hurwood, che stava utilizzando la torcia per accendere una lanterna che aveva portato in uno degli involti. «Come potete fare questo a vostra figlia?» gli chiese Shandy con voce rauca. «Figlio di puttana, spero che la vostra Margaret torni il tempo necessario per maledirvi e poi crolli in un mucchietto di poltiglia fetida come la vostra anima dannata.»

Hurwood gli lanciò un’occhiata incuriosita, poi tornò al suo lavoro. Aveva acceso il lucignolo della lanterna, e ora vi abbassò sopra il cappuccio. Questo era metallico, ma aveva una caratteristica peculiare: vi erano state praticate delle fessure apparentemente disposte a caso, che proiettavano nastri di luce sulla sabbia scura.

Shandy fece un passo verso il vecchio, ma Barbanera gli si pose bruscamente davanti. «Dopo, figliolo,» disse il pirata. «Lui ed io stiamo lavorando assieme in questo momento, e se tenti di rovinare i miei piani ti troverai col culo per terra a cercare di rimetterti i visceri nella pancia.» Si voltò verso Hurwood. «Sei pronto?»

«Sì.» Hurwood piantò la torcia ancora ardente nella sabbia e poi si raddrizzò con la lanterna in mano. La cassetta quadrata di legno adesso pendeva dalla sua cintura come una cesta per la pesca. «Sta bene?» chiese a Friend.

«Benissimo,» disse il grassone. «Era solo svenuta.»

«Trasportala.»

Hurwood sollevò la lanterna nella sua unica mano ed esaminò il disegno che i nastri di luce tracciavano sulla sabbia. Dopo alcuni secondi, annuì e cominciò a camminare, in una direzione che si allontanava di poco dalla Fontana.

Friend riuscì ad alzarsi con la forma accasciata di Beth sulle spalle, sebbene lo sforzo gli offuscasse la faccia. Avanzò pesantemente alle spalle di Hurwood, il respiro che sibilava, e il resto del gruppo li seguì, con Bonnett e il bizzarro barcaiolo che avanzavano vacillando nelle retrovie.

Non fu una marcia regolare. Di frequente Hurwood si fermava per scrutare i nastri di luce e argomentare con ardore su sottigliezze matematiche con Friend, e in un’occasione Shandy udì Friend che segnalava un errore in una delle “vostre equazioni del Newton Nero”. Diverse volte guidarono il gruppo, che avanzava strascicando i piedi, in bruschi cambiamenti di direzione, e per un bel pezzo si limitarono a ripercorrere il perimetro di un quadrato; ma Shandy aveva notato che, non importa quale fosse la loro direzione apparente, la luna non cambiava mai la posizione al di sopra della sua spalla sinistra, e rabbrividì e non fu tentato di pronunciare commenti sarcastici.

La torcia che Hurwood aveva piantato nella sabbia era spesso visibile davanti, oppure di lato, come spesso dietro di loro, ma ogni volta che Shandy la guardava appariva più lontana. La Fontana stessa era così difficile da focalizzare che lui non riusciva a percepire un cambiamento nella distanza, ma notò che le due strutture che sembravano dei ponti si erano entrambe avvicinate.

Poi notò la folla. All’inizio pensò che si trattava di bassi banchi di nebbia o di distese d’acqua, ma quando fissò con attenzione le grigie linee irregolari sull’orizzonte vide che erano formate da migliaia di figure che sfrecciavano silenziose avanti e indietro, le braccia che si agitavano sulle teste come steli d’erba in un campo battuto dal vento notturno.