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Dopo che ebbe aiutato Davies e Bonnett dall’occhio vacuo ad accendere tutte le torce e a spingere di nuovo le barche nell’acqua più profonda e a girarle, prese un braccio di Beth e la guidò sul terreno acquitrinoso e cedevole verso la barca che lui e Davies avevano occupato quando erano arrivati nella palude. «Verrai con noi, adesso,» disse con fermezza.

Hurwood lo sentì e rispose con foga, ma per un paio di secondi tutto ciò che uscì dalla sua bocca furono suoni vocalici casuali e infantili. Lui si accorse di questo, chiuse gli occhi, concentrandosi, e ricominciò. «Lei… starà… con… me,» disse a Shandy.

L’insistenza di Hurwood allarmò Shandy, poiché credeva di aver capito il piano di Hurwood, ma adesso sembrava che esso fosse più complesso di quello che lui aveva immaginato. «Perché?» chiese, cauto. «Ora non dovrete più servirvi di lei.»

«Sbagliato, ragazzo,» disse Hurwood con voce soffocata. «Abbiamo solo — come si dice? — stimolato, qui. Preparato tutto per Yule… per Natale. Margaret starà con … voglio dire… lei… la ragazza starà con me nel frattempo.»

«G-giusto,» intervenne Friend, col suo labbro inferiore sporgente che luccicava. «N-n-noi p-porteremo c-c-c…» Rinunciò a tentare di spiegare, e voltò semplicemente la testa di scatto verso la barca nella quale era già seduto Bonnett.

All’improvviso a Shandy venne in mente quale poteva essere il piano di Hurwood… e non appena ci pensò comprese di essere nel giusto. Non si faceva scrupoli di turbare Hurwood, e Beth sembrava scarsamente consapevole di ciò che la circondava, così tenne il suo coltello ancora caldo vicino alla gola di Beth, coprendo la maggior parte dell’impugnatura con la mano per impedire a Hurwood di vedere che era il lato smussato della lama quello che teneva rivolto verso di lei.

L’espressione di trionfo della faccia di Hurwood venne istantaneamente rimpiazzata da una di terrore assoluto. Il vecchio cadde in ginocchio in una di quelle pozze oleose, e poi lui e Friend gloglottarono senza parole rivolti a Shandy.

Shandy, avendo avuto conferma dei suoi timori, sogghignò alla coppia farfugliante. «Allora è stabilito.» Arretrando con cautela nell’acquitrino, tenendo gli occhi su di loro e il coltello vicino alla gola di Beth, la scortò fino alla barca dov’era in attesa il perplesso Davies.

Hurwood si voltò verso Barbanera e stridette con tono implorante.

Barbanera era rimasto ad osservare il dramma che si svolgeva alla luce delle torce con occhi socchiusi, e ora scosse lentamente la testa. «Il nostro accordo è concluso,» disse. «Non ho intenzione di interferire.»

Shandy e una Beth Hurwood quasi catatonica salirono con difficoltà sulla barca e Davies la spinse via dall’argine fangoso. Shandy rinfoderò il coltello.

Bonnett si dimostrò incapace di fare qualsiasi cosa di più complicato del remare in linea retta, così toccò a Leo Friend, il cui ampio deretano flette la traversina centrale della barca. Le sue mani prive di calli e grassocce afferrarono di mala voglia le impugnature dei remi. Hurwood stava ingobbito sulla traversina di prua, di fronte a lui, la faccia abbassata nel palmo dell’unica mano e le spalle che si sollevavano e ricadevano mentre respirava profondamente.

Barbanera spinse la sua barca davanti alle altre due e poi si voltò a guardarle, e con la torcia esattamente dietro la testa arruffata rammentò a Shandy un eclissi totale di sole. «Presumo,» osservò Barbanera, «che il mio barcaiolo non riapparirà.»

Hurwood sollevò la testa e, nonostante l’espressione torva, fu in grado di rispondere. «No. Non più dei… dei tuoi spettri. Finché… terremo le torce accese… e bruceremo le erbe, tutti.:, resteranno qui.»

«Allora spero di riuscire a ricordare la via di ritorno,» disse Barbanera.

Friend sbatté le palpebre allarmato, al di sopra della spalla, in direzione del re-pirata. «Cosa? Ma sei venuto risalendo il fiume. Dobbiamo semplicemente rifare il percorso all’indietro.»

Davies rise. «Ti sei ricordato di lasciare una traccia di briciole di pane, no, Thatch?»

«Naaa,» disse disgustato Barbanera, spingendo sul remo, «ma se ci perdiamo possiamo chiedere indicazioni alla prima maledetta locanda che incontriamo.»

Lentamente le tre barche avanzarono, col chiarore arancione delle torce che baluginava sulla prua come unica fonte di luce in quella tenebra umida. Le bianche teste fungoidi lungo gli argini erano silenziose adesso, tranne che per un’esalazione intermittente che faceva vibrare le loro labbra. Shandy si domandò se stessero russando.

Dopo pochi minuti il canale che stavano seguendo si allargò, e divenne possibile remare normalmente, e Shandy, accovacciato ancora una volta sulla prua, si sedette più comodamente, poiché non doveva più tenersi pronto a spingere gli argini e le radici che si facevano troppo vicini.

Poi, d’un tratto, fu consapevole di un pericolo mortale, e all’inizio pensò che riguardasse lui; si voltò a fissare la barca dietro la sua, ma Hurwood appariva esausto e infelice, e Friend piagnucolava ad ogni torturante spinta sui remi, e realizzò che l’ira di cui era consapevole era diversa dalla propria. La sua rabbia di solito era improvvisa e soffocante e fortemente intrisa di terrore, ma questa era aspra e abituale e spregevole, e scaturiva da una mente troppo egocentrica per nutrire terrore.

Barbanera aveva strappato la torcia e stava dritto in piedi. «È di nuovo il nostro amico Este Fasta,» gridò piano. «Tornato per ruggire e agitare cespugli sulle nostre facce.»

La presenza nella giungla parve sentirlo, perché Shandy in quel momento colse una nota di acido umorismo in quel miasma psichico di rabbia. Sentì che la cosa pensava: cespugli.

Shandy poté avvertirla che si chinava attenta sopra le barche — l’aria era opprimente, e i suoi polmoni dovevano sforzarsi per tirare il fiato. Intorpidito, frugò nella borsa tirandone fuori una manciata di erbe e gettandola sulla fiamma della torcia. Uno sbuffo mefitico di fumo vorticò verso l’alto nell’aria addensata per infrangesi contro i viticci e il muschio sopra le teste.

Poté avvertire l’improvvisa agonia della cosa, ma questa volta non ci fu il grido né il ritrarsi. Lo spirito della giungla stava subendo il danno ma non aveva intenzione di arretrare.

L’aria e l’acqua — l’intera giungla — cominciarono a mutare.

«Continuate… a muovervi!» fu il grido strozzato proveniente da Hurwood. «Togliamoci… da sotto!»

«Oh, buona fortuna,» stridette Davies, aspramente, e tuttavia spinse con disperazione sui remi.

L’acqua adesso stava sussultando come gelatina, e l’aria era piena di vapore e di frammenti umidi di vegetazione che, evidentemente, venivano scossi via dagli alberi. La struttura della barca parve cambiare sotto Shandy, diventando più flessibile, e quando lui abbassò lo sguardo sulle assi di legno vide che erano rami non potati, dai quali spuntavano foglie di un verde vivace. Si muovevano, crescevano mentre lui li guardava: poteva sentirli gonfiarsi sotto gli stivali. C’era una massa di bietole d’acqua sul suo avambracccio nudo; quando cercò di toglierla essa pendette da un’estremità, e, quando afferrò l’estremità libera e tirò, vide che stava semplicemente tirandone ancora dell’altra da un foro che aveva nel braccio, e poté sentire lo strappo interno su per la spalla. Lasciò subito andare la pianta, e allora vide i minuscoli virgulti verdi che gli stavano dolorosamente spuntando da sotto le unghie.

Si voltò a guardare Davies; la parte posteriore della testa del pirata era una massa di fiori, e il cappello gli veniva spinto di traverso da altri che si stavano schiudendo mentre Shandy osservava. Nell’ombra di Davies vide Beth sollevarsi nella stretta della metamorfosi vegetale, ma rabbrividì e guardò al di là di lei, verso la terza barca.