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«Nell’Erebo, come gli uomini bianchi chiamano quel posto. Il posto dove si trova la Fontana, dove gli spettri non possono essere spettri, dove il sangue fa crescere le piante.»

«No, no, io no.» Shandy scosse la testa. «Adesso lasciami andare, eh? Devo…»

«No? Bene. Lui potrebbe… usarti, se l’avessi fatto. E quando la guerra fu finita e lui era ancora vivo e sul punto di creare un’intera nazione, sembra, di banditi, capii che dovevo invocare per lui una morte che venisse dal Vecchio Mondo. Quando l’uomo con un solo braccio venne l’anno scorso e seppe dei fantasmi, ero certo che fosse il mio uomo, specialmente perché sua moglie era morta nello stesso anno in cui feci le mie evocazioni. Se i loa più importanti lo avevano mandato per me, forse avevano causato la morte di lei, e, nello stesso tempo, le complicazioni che avrebbero condotto lui da queste parti.»

«È straordinario, davvero,» disse Shandy. Fece una contorsione e riuscì a liberare il braccio dall’enorme mano del bocor. «Ma adesso devo andare a cercare la ciurma, va bene? Se qualcuno ha bisogno di essere ucciso e bruciato deve solo aspettare.» Si voltò e si mise a correre prima che Woefully Fat potesse agguantarlo di nuovo.

Con minacce, e allusioni al fatto che essere abbandonati laggiù fosse una reale possibilità, e con sua evidente costernazione, Shandy riuscì a far sì che più della metà della ciurma del Carmichael fosse accettata da David Herriot, il vivace ufficiale di rotta di Bonnett, e a spingere gli altri fino alle imbarcazioni e in acqua, prima che la barca che aveva raccolto Hurwood avesse raggiunto la Jenny.

La nebbia ormai si era definitivamente diradata, e quando la barca in cui si trovava Shandy spuntò dall’ultimo velo di foschia, lui sorrise con affetto nel vedere la vecchia e malconcia Jenny che si dondolava nell’intensa luce del sole del mattino.

«Sarà bello tornare a sud, nei luoghi che ci appartengono,» disse a Skank, che stava accovacciato sulla prua accanto a lui.

«Oh, sì,» convenne il giovane pirata, «è un rischio allontanarsi troppo dal Compagno Premuroso e dagli altri.»

«Già.» Shandy diede in fretta un colpetto sulla tasca per assicurarsi di non aver perso la palla di fango. «Già, ci sono delle bestie sgradevoli nel mondo, ed è meglio restare vicini a quelle alle quali abbiano pagato da bere.»

Nel giro di pochi minuti andarono a urtare contro lo scafo della Jenny butterato dai proiettili, e Shandy allungò le braccia, si afferrò alla frisata e balzò sul ponte con un volteggio. Mentre dava degli ordini circa la manovra delle vele e delle cime riparate alla bell’e meglio, e sorvegliava la concitata operazione di carico di diversi barili di porco salato e birra che era riuscito a portare via dall’accampamento, si accorse che le tavole sotto i suoi stivali avevano una breve vibrazione ogni paio di secondi, e quando si recò a poppa per riferire a Davies che erano pronti a partire, vide che Hurwood era chino sopra la sua macabra cassetta sullo stretto ponte di poppa, e che il respiro stridulo del vecchio corrispondeva esattamente alla vibrazione del ponte.

«Spero che non starnutisca,» osservò Davies, che si era accorto anche lui del fenomeno. «Tutto a posto?»

«Direi di sì, Phil,» rispose Shandy con un sogghigno nervoso. «Troppi uomini, provviste quasi nulle, sartiame tenuto assieme con lo spago, e per navigatore un lunatico monco che deduce la rotta da una testa mozza in una scatola.»

«Eccellente,» disse Davies, annuendo. «Ottimo lavoro. Lo sapevo che avevo scelto l’uomo giusto come quartiermastro.» Guardò Hurwood. «Quale direzione?» Hurwood indicò il sud.

«Salpate l’ancora!» gridò Davies. «E barra tutta a tribordo!»

La vecchia corvetta si girò per fronteggiare il sud, e poi partì, con tale rapidità, malgrado fosse affollata da costringere gli uomini a stare gomito a gomito, che Shandy capì che Hurwood doveva fornire una sorta di propulsione magica per dare una mano alle vele cenciose; e, entro mezzogiorno, avevano superato, lasciandosi una larga e profonda scia alle spalle, la punta della penisola della Florida.

Mezzora dopo cominciarono ad accadere delle cose. Hurwood era rimasto a fissare l’interno della cassetta di legno dal momento della partenza, ma poi alzò la testa. Shandy, che aveva lanciato frequenti occhiate al vecchio, notò il cambiamento e tornò a poppa lungo la battagliola, toccando di tanto in tanto le sartie per bilanciarsi. A pochi passi dal mago monco, si fermò.

«Ci sono… altri…» disse il vecchio.

Diversi pirati si erano arrampicati sulle sartie per sfuggire all’odore e alla calca dei compagni, si erano appollaiati in maniera più o meno comoda nei cappi delle griselle, e avevano intrattenuto fino a quel momento quelli che erano rimasti sotto lanciando fra di loro, avanti e indietro, una bottiglia di rum sempre più vuota, senza farla cadere; ma in quell’istante uno di loro stava fissando a ponente. «Una vela!» urlò. «Oh, maledizione,» aggiunse mentre la bottiglia rimbalzava dal suo ginocchio e ricadeva in ansiose mani sottostanti. «Una vela al traverso di tribordo, a solo un miglio o due da noi!»

Doveva essere lei, pensò Shandy, girandosi così rapidamente su se stesso per guardare che dovette accovacciarsi e afferrare la battagliola per evitare di cadere fuori bordo. Non appena vide l’altra nave, tuttavia, comprese che non era il Carmichael… quella nave aveva un castello di prua, e un cassero di poppa molto più alto, e aveva soltanto due enormi vele sul suo albero maestro e su quello anteriore, e anche a quella distanza lui poté vedere dei vivaci disegni rossi e bianchi dipinti lungo il fianco.

«Io non sono un cane!» strillò Mr. Bird, che era scattato in piedi con la bottiglia di rum e stava arretrando verso la prua, mentre guardava in cagnesco il resto dei pirati.

Shandy fissò la strana nave. «Cos’è?» chiese a Davies. «E come diavolo a fatto ad arrivare così vicino senza che nessuno di noi la avvistasse?»

«Che io sia dannato se lo so,» grugnì Davies. «Non stavamo tenendo un normale servizio di avvistamento, ma uno di quei bastardi ubriachi avrebbe dovuto notarla prima.» Stringendo gli occhi esaminò la nave, che dava la sensazione di seguirli. «È un galeone spagnolo,» disse, stupito. «Non sapevo che ce ne fossero ancora in acqua… non ne hanno costruiti per almeno mezzo secolo.»

Shandy imprecò, poi sorrise stancamente a Davies. «Niente a che fare con ciò che ci riguarda, ovviamente.»

«Ovviamente.»

«Ci limitiamo a proseguire?»

«Direi di sì. Sia pure sovraccarichi, dovremmo essere in grado di superarlo in velocità, specialmente con Hurwood che ci fornisce la sua spinta magica. Se…»

«Un uomo annegato!» strillò uno degli uomini sulle sartie. «A babordo, a venti iarde.»

Shandy guardò in quella direzione e vide degli uccelli marini che volavano in cerchio su una massa fradicia e galleggiante che ben presto disparve nell’agitazione vorticosa della loro scia.

«Un altro davanti!» gridò colui che si era nominato vedetta. «Gli andiamo dritti addosso.»

«Uno di voi allunghi una gaffa,» ordinò Davies, «e lo agganci.»

Un altro cadavere galleggiante fu avvistato, troppo lontano a tribordo per essere visibile dal ponte, ma quello che la vedetta aveva visto galleggiare davanti a loro venne uncinato mentre scivolava via dalla prua. Gli uccelli marini gridarono rauchi e incolleriti mentre il corpo galleggiante veniva sollevato dal mare e trascinato a bordo.

«Che i santi ci preservino!» esclamò uno degli uomini che adagiarono il cadavere zuppo sul ponte. «È Georgie de Burgo!»

«Siamo sulle tracce del grassone, è certo,» disse Davies con voce piatta, avviandosi. «De Burgo era uno dei dodici uomini a bordo del Carmichael quando fu ormeggiato.»

Davies si stava facendo strada in mezzo alla calca sul ponte a spintoni, e Shandy si affrettò a seguirlo prima che il sentiero potesse richiudersi. Si rammaricava di non aver potuto dare un’occhiata migliore al cadavere che aveva visto rotolare via sulla scia, e si stava torturando nel cercare di ricordare se gli abiti in cui era avvolta quella cosa avessero lo stesso colore della camicia di cotone che Beth indossava quando l’aveva vista per l’ultima volta.