Disarmato, lui si guardò intorno freneticamente in cerca della spada che gli era caduta, ma anche nel panico la sua attenzione fu attratta da quello che stava accadendo a Leo Friend. Il giovane e grasso mago si era sollevato nell’aria dal cassero di poppa, e delle fiamme gli ondeggiavano intorno, lambendolo, sebbene i capelli e gli abiti non prendessero fuoco. Shandy guardò Hurwood al di là della prua a tribordo e vide fiamme anche intorno a lui, anche se non così tante, e comprese di essere in presenza di un duello all’ultimo sangue fra due stregoni straordinariamente potenti.
«Dietro di te, Jack!» fu l’urlo di Davies, e Shandy balzò in avanti, facendo oscillare selvaggiamente le braccia grigie della sua giacca, un istante prima che la lama di una corta sciabola sibilasse attraverso lo spazio che in precedenza era stato occupato dalla sua testa. Questo lo portò pericolosamente vicino a un altro componente della ciurma della Charlotte Bailey, che, inespressivo, alzò un braccio gommoso per tirare un fendente, ma prima che potesse sferrare il colpo la testa gli schizzò dalle spalle mentre la spada di Davies gli trapassava il collo con uno schiocco.
«Guardati intorno!» sbottò Davies, scalciando verso Shandy l’arma dell’uomo doppiamente morto. «Non fosti tu a dirlo?»
«Certo, Phil,» disse Shandy, con voce strozzata, abbassandosi per raccogliere la sciabola che pesava in maniera scoraggiante.
Nessuno della ciurma della Charlotte Bailey era nelle vicinanze, e Davies strinse la propria spada con la sinistra e flette le dita della mano destra libera; Shandy vide gli occhi del pirata stringersi mentre lo faceva, e ricordò che Davies si era apparentemente scottato la mano nella giungla.
«Puoi…» cominciò, poi strillò, «attento!» e superò Davies con un balzo per deviare con un colpo una lama in affondo e spaccare in due la faccia da medusa della figura che la brandiva. «Puoi usare ancora quella mano?»
«Non ho scelta,» disse Davies, teso, stringendo di nuovo la spada e guardando il ponte ingombro di rottami intorno a sé. «Ascolta, dobbiamo assicurarci che Friend venga sconfitto in questo combattimento: cerca di…»
Dalle spalle di Shandy giunse uno scricchiolio di legno sottoposto a una forte tensione, seguito da un forte schianto, e guardando a poppa lui vide che Friend aveva teso la mano verso il basso, e sebbene il grassone si stesse librando a una dozzina di iarde dal ponte e la sua mano tozza si spingesse appena al di sotto della cintura, gran parte del ponte superiore e della paratìa era stata strappata via dalla cabina. Le tavole e le travi spezzate rimasero sospese a mezz’aria per un momento, dopodiché vennero lasciate cadere con noncuranza sulla parte centrale della nave, e Shandy udì le urla fra il clangore e i tonfi, e capì che alcuni degli uomini della Jenny erano rimasti sotto il legno caduto.
Poi Friend sollevò la mano a coppa, e, nella luce del sole, su dalla cabina ora priva di tetto salì fluttuando Beth Hurwood, che lottava contro qualcosa di invisibile che le aveva bloccato le braccia contro i fianchi.
CAPITOLO DICIOTTESIMO
Oh mio Dio, pensò Shandy preso da un panico improvviso, la sta usando come diversivo; probabilmente l’ha già violentata, e adesso sta per darle fuoco o qualcosa del genere solo per distrarre Hurwood.
Shandy si avviò verso di lei sul ponte reso scivoloso dal sangue, e non si accorse neppure che uno dei morti fra lui e la cabina senza tetto aveva focalizzato la sua attenzione su di lui e ora stava accovacciato, tenendo abbassata e pronta la sua sciabola verde.
Davies se ne accorse, tuttavia. «Maledizione, Jack,» sbottò, stancamente, balzando in avanti per raggiungere il marinaio necrotico prima di Shandy.
Venner, con la camicia lacerata e i capelli rossi resi ancora più rossi da una lunga ferita al cuoio capelluto, e col suo abituale sorriso largo e cordiale rimpiazzato da una smorfia dovuta allo sforzo disperato, comprese la situazione con una sola occhiata… e deliberatamente si portò davanti a Davies e affondò la sua spalla massiccia nel petto dell’uomo più vecchio.
Col fiato mozzo per l’impatto, Davies barcollò ma si costrinse tuttavia a procedere dopo aver lanciato a Venner una rapida occhiata colma di rabbia e minaccia.
Shandy era stato costretto ad aggirare velocemente un crocchio di combattenti ansimanti che stavano incrociando le lame, ma adesso stava correndo in linea retta, in direzione della figura di Beth Hurwood che si stava sollevando… e verso il paziente marinaio morto che non aveva ancora notato.
Davies non ebbe il tempo per un falso attacco; fece di corsa gli ultimi pochi passi che lo separavano dal marinaio non-morto e, semplicemente, affondò la spada nel collo di quella cosa.
La lama affondò in profondità, ma con la mano malconcia e il fiato che gli mancava Davies non era stato in grado di mettere abbastanza forza nel colpo da staccare di netto la testa, e quegli occhi morti rotearono verso di lui… e prima che potesse liberare la spada, la sciabola corrosa di quell’essere fu spinta verso l’alto, e penetrò orrendamente nel suo addome.
Improvvisamente impallidito, Davies farfugliò una bestemmia, poi strinse la mano ustionata intorno all’impugnatura della spada, e con uno sforzo convulso che era tanto un brivido violento di disgusto quanto una mossa d’attacco, spinse la spada nel collo grigio con le sue ultime forze, staccando la testa.
I due corpi morti rotolarono via sul ponte.
Shandy non si era neppure acconto di quel duello. Ormai vicino a Beth, lasciò cadere la spada e tese tutti i muscoli e i tendini in un salto, ma le sue dita tese verso l’alto sfiorarono un’invisibile resistenza che si trovava un piede sotto di lei — anche se per un momento gli occhi di lei rivolti verso il basso incontrarono imploranti i suoi, e le labbra della donna pronunciarono delle parole che lui non riuscì a sentire.
Quindi ricadde, rimbalzando dolorosamente dalla paratia scheggiata della cabina per andare a crollare scompostamente sul ponte riscaldato dal sole e ad attendere, ormai del tutto esausto, che una o due lame verdi lo inchiodassero sulle tavole.
Ma, ad un tratto, tutti i cadaverici combattenti divennero più pallidi e traslucidi contro il cielo luminoso, e il peso degli avambracci del morto sul suo petto scomparve quasi del tutto.
Nello stesso momento Shandy divenne consapevole del fatto che stava giacendo sul cassero di poppa dello Strepitoso Carmichael che ben rammentava, e stava fissando le bordature che ricordava di avere egli stesso inchiodato — e dedusse che Friend era troppo impegnato a difendersi da Hurwood per mantenere l’incantesimo che gli aveva fornito una ciurma.
«Potrei ucciderla,» disse Friend, rilassando il cipiglio dovuto alla concentrazione e scoprendo i denti gialli in un sorriso.
Fu Hurwood a vacillare adesso, e Friend puntò la sua mano libera verso lo stregone più vecchio… e una palla di fuoco, abbagliante anche in quel meriggio senza nuvole, sfrecciò fra il sartiame cedevole in direzione di Hurwood.
L’uomo monco la parò con un gesto balenante ed essa rimbalzò giù nella Jenny dove fu accolta da grida allarmate; ma Hurwood cadde per un paio di piedi e quindi si bloccò sussultando, per poi piagnucolare e allungare una mano verso sua figlia, che stava all’altro lato della parte centrale della nave e saliva verso il suo avversario. Non c’erano più fiamme baluginanti intorno a Friend, il quale, sogghignante e trionfante, aveva l’aspetto di un pallone ad aria calda, grottesco e adorno di nastri.
Il giovane mago inspirò profondamente, s’inclinò all’indietro e allungò le braccia ad entrambi i lati.