«Hai sprecato tutto, e troppo presto,» disse quella cosa terribile che era suo padre e Benjamin Hurwood e ogni altro adulto che in passato lo aveva disprezzato… e poi si avventò, mentre la stanza diventava totalmente buia, per divorarlo.
Un rombo di tuono percosse l’aria, e non solo assordò Shandy, che si era appena alzato in piedi, ma lo fece anche barcollare, cosicché si dovette aggrappare a una sartia per evitare di cadere, e quando si guardò intorno, tossendo nel tanfo metallico ancora più intenso, vide che la nave era tornata ad essere il familiare, vecchio Carmichael e che i combattenti resuscitati erano delle semplici ombre indistinte. Le braccia sulla sua giacca erano scomparse.
Alzò lo sguardo. Beth Hurwood stava sospesa immobile a mezz’aria, a venti piedi dal cassero di poppa, ma Friend stava sfrecciando verso l’alto nel cielo azzurro, e sebbene emanasse un bagliore anche più intenso di prima, quasi troppo intenso per guardarlo, si stava dimenando come un uomo attaccato dalle vespe, e anche al di sopra del ronzio nelle orecchie Shandy riusciva a sentirlo urlare. Finalmente, molto più in alto, ci fu un lampo che lasciò una chiazza rossa davanti agli occhi di Shandy, dovunque fossero puntati, e il cielo si riempì di una finissima cenere grigia.
Con grande delicatezza, Beth Hurwood fu fatta ridiscendere nella cabina, e alcune delle tavole che erano state strappate via strisciarono di nuovo su e si ricomposero negli squarci irregolari. Gli spettri dei marinai spagnoli e inglesi, che adesso era quasi impossibile vedere, scivolarono in tutte le direzioni sul ponte fino alle pozze di sangue dei membri uccisi della ciurma della Jenny, e sebbene sembrassero momentaneamente ricavare sostentamento dal sangue, un po’ della cenere che era stata Leo Friend vorticò in silenzio sul ponte e parve corromperli.
Il mucchio di legna continuò ad agitarsi anche dopo che le tavole animate erano scivolate via per fornire sbarre alla gabbia di Beth, e finalmente due figure umane insanguinate strisciarono fuori da sotto di esso. Shandy fece per gridare un allegro saluto… ma poi notò la testa sfondata e vuota di una, e il torace completamente schiacciato dell’altra. Dopodiché guardò i loro occhi e non rimase sorpreso per la loro vacuità.
Vicino a Shandy, il cadavere di Mr. Bird si alzò a sedere, si sollevò laboriosamente in piedi e raggiunse con passo strascicato i bozzelli che controllavano la scotta della vela maestra; uno per uno gli altri cadaveri si unirono a lui, e quando si furono tutti radunati, riuscendo in qualche modo ad apparire in attesa, a dispetto delle loro facce morte, Shandy ne contò quattordici.
«Non Davies,» disse, con voce indistinta, vedendo quel corpo in piedi in mezzo a loro e realizzando per la prima volta che il suo amico era stato ucciso.
Hurwood giunse sorvolando la battagliola, virando come un grosso uccello sopra le teste di Shandy e degli altri superstiti esausti, e atterrò sul cassero di poppa in prossimità dello squarcio ora parzialmente coperto dalle tavole. Fissò inespressivo Shandy per diversi secondi, poi scosse la testa. «Spiacente,» gli disse. «Non ho una ciurma sufficiente per poterlo risparmiare. Ora andatevene dalla mia nave.»
Shandy guardò verso la Jenny, il cui albero e le vele bruciacchiate erano visibili al di sopra della murata di tribordo. Il fiume che si era sollevato turbinando dopo che la palla di fuoco era caduta nel vascello in quel momento era ridotto a un filo e a pochi sbuffi — evidentemente gli uomini ancora a bordo erano riusciti a spegnere il fuoco.
I venti — o giù di lì — pirati vivi sul ponte del Carmichael, molti dei quali feriti e sanguinanti, guardarono Shandy.
Egli annuì. «Tornate sulla Jenny,» disse, cercando di tenere fuori dalla sua voce l’amarezza soffocante che avvertiva. «Sarò con voi fra un attimo.»
Mentre i suoi uomini percorrevano il ponte con passo strascicato e claudicante per raggiungere i grappini della Jenny che ancora pendevano dalle frisate e dal sartiame del Carmichael, Shandy tirò un respiro profondo e, pur sapendo che sarebbe stato inutile e probabilmente fatale, attraversò il ponte con passo deciso in direzione della cabina danneggiata in cui si trovava Beth.
Hurwood si limitò ad osservarlo mentre si avvicinava, con un vago sorriso sulla faccia.
Shandy si fermò davanti alla porta sprangata, e, sentendosi ridicolo quanto spaventato e determinato, bussò alla porta. «Beth,» disse con chiarezza. «Sono Jack Shandy… cioè, John Chandagnac.» Anche il nome gli parve innaturale. «Vieni con me e ti prometto di condurti subito al più vicino porto civilizzato.»
«Come,» giunse la voce di Beth, sorprendentemente calma, attraverso la porta deformata, «come posso fidarmi di un uomo che ha ucciso un ufficiale della Marina al fine di salvare degli assassini dalla giusta conseguenza dei loro atti, e poi ha tenuto un coltello contro la mia gola per sottrarmi a mio padre?»
Shandy si scostò dalla fronte una ciocca smarrita di capelli irrigiditi dal sale e guardò di sbieco Hurwood — che gli sorrise e si strinse nelle spalle con ironica simpatia.
«Il capitano della Navy,» disse Shandy, sforzandosi per mantenere la voce uniforme, «stava per uccidere Davies — ucciderlo senza un processo. Non avevo scelta. E tuo padre…» Si fermò per un attimo, disperato, poi si costrinse a proseguire, liberandosi delle parole come una ciurma che getta cannoni e casse fuori bordo da un vascello che affonda. «Tuo padre ha intenzione di strapparti l’anima dal corpo così potrà sostituirla con quella di tua madre.»
Non ci fu risposta dall’interno della cabina.
«Per favore, vattene dalla mia nave adesso,» disse cortesemente Hurwood.
Invece Shandy allungò le mani verso il chiavistello della porta… e un momento dopo si trovò sospeso a mezz’aria, mentre si sollevava e si allontanava dalla porta della cabina. I suoi occhi si spalancarono e si serrarono, per poi socchiudersi, e il suo intero corpo s’irrigidì per una incontrollabile vertigine.
Quando ebbe superato la frisata del Carmichael e si trovò a trenta piedi dall’acqua di fronte alla prua della Jenny annerita dal fuoco, fu lasciato andare, e precipitò nell’aria per un lungo secondo prima di cadere nell’acqua fredda.
Riemerse dimenandosi, e nuotò pesantemente fino alla Jenny, e braccia muscolose si allungarono e lo tirarono a bordo. «È magia che puzza, capitano,» gli disse Skank quando fu in salvo a bordo, mentre si appoggiava all’albero maestro e respirava profondamente, con una pozza d’acqua di mare che si allargava sul ponte intorno ai suoi stivali. «Siamo stati fortunati a cavarcela.»
Shandy non lasciò trasparire la sua sorpresa per essere stato chiamato capitano. Dopo tutto, Davies era morto e Shandy era stato il suo quartiermastro. «Credo che tu abbia ragione.»
«Sono lieto che tu ce l’abbia fatta, Jack,» lo rassicurò Venner con un largo sorriso che non celò il gelo nei suoi occhi grigi.
Gli ultimi due pirati liberarono i grappini, saltarono in acqua e ben presto furono a bordo della Jenny e chiesero del rum.
«Sì, date loro del rum,» disse Shandy, scostandosi di nuovo dalla fronte la ciocca errante e riflettendo che avrebbe dovuto ben presto tirarsi indietro i capelli e aggiungere un altro pollice o due al suo codino incatramato. «Quanto sono gravi i danni della Jenny?»
«Beh,» disse Skank, meditando, «non era in gran forma neppure prima di quella palla di fuoco. Ma dovremmo essere in grado di riportarla a New Providence abbastanza facilmente… bordeggiando, senza mai manovrare le vele.»
«New Providence,» disse Shandy. Alzò la testa, e vide il cadavere di Mr. Bird che si arrampicava sulle sartie del Carmichael. Il corpo infilò un piede nella corda che pendeva dal pennone a supporto della vela maestra, e con una precisione da meccanismo di orologio cominciò a distendere la vela mentre in basso mani che diventavano sempre più fredde manovravano le drizze. Le vele si gonfiarono, le scotte cigolarono attraverso i bozzelli, e, lentamente all’inizio, la grossa nave si allontanò dalla Jenny.