«New Providence,» ripeté, pensieroso, il nuovo capitano della Jenny.
E nella cabina del Carmichael l’incantesimo fu finalmente sollevato dalla gola di Beth Hurwood, che disse con voce strozzata, «Ti credo, John! Sì… sì. verrò con te! Portami via di qui, per favore!»
Ma ormai la Jenny era un logoro brandello di vele scolorite sulla superficie azzurra del mare scintillante, e, a parte quelle di suo padre, le sole orecchie che le sue parole raggiunsero furono quelle degli uomini morti della ciurma dello Strepitoso Carmichael.
LIBRO TERZO
CAPITOLO DICIANNOVESIMO
Sei uomini scesero dalla barca quando essa si fermò, oscillando, nell’acqua bassa. Stede Bonnett, scrutando verso di loro dietro a un sanguinello sulla cresta di una collina sabbiosa che riparava il suo bivacco dal gelido vento di mare, sogghignò per il sollievo quando riconobbe colui che li guidava — era William Rhett, lo stesso colonnello dell’Esercito Inglese che aveva catturato Bonnett più di un mese prima, e adesso si trovava là chiaramente per catturarlo di nuovo dopo la sua recente fuga dalla torre di guardia che fungeva da prigione ausiliaria di Charles Town.
Grazie a Dio, pensò Bonnett; sto per essere messo di nuovo sotto chiave — se sono davvero fortunato, potrei anche essere ucciso oggi.
Si voltò in fretta e scese faticosamente per l’altro lato della collina prima che qualcuno dei suoi compagni potesse raggiungerlo e accorgersi del gruppo che stava per assalirli; e cercò di smorzare la sua eccitazione, poiché l’uomo nero poteva avvertire gli stati d’animo alla stessa stregua di Barbanera.
Trovò i tre ancora seduti intorno al fuoco, l’indiano e il nero da una parte, David Herriot dall’altra.
«Beh, David,» disse, sforzandosi di apparire entusiasta, «il tempo si è definitivamente rischiarato. Immagino che non vedi l’ora di andartene da questa dannata isola e di imbarcarti su un’altra nave, eh?»
Herriot, che era stato un docile ufficiale di rotta dal giorno in cui la Vendetta era stata messa in mare fino al giorno in cui il Colonnello Rhett aveva catturato la nave a Cape Fear River, si limitò a stringersi nelle spalle. La sua euforia infantile, quando erano fuggiti da Charles Town, aveva cominciato a trasformarsi in timore superstizioso quando, inspiegabilmente, il maltempo li aveva costretti a trovare rifugio sull’Isola di Sullivan, e fin da quando l’indiano e il negro si erano uniti a loro era sprofondato in una cupa letargia.
L’indiano e il negro si erano semplicemente fatti trovare davanti alla tenda di Bonnett una mattina di una settimana prima, e sebbene non si fossero presentati avevano chiamato Bonnett ed Herriot per nome, e avevano spiegato che erano venuti ad aiutarli a raggiungere un’altra nave. Bonnet pensò di aver visto l’indiano a bordo della Vendetta della Regina Anna a maggio, quando Barbanera aveva terrorizzato Charles Town per procurarsi le erbe medicinali che tenevano lontani gli spettri, e le gengive dell’uomo nero erano bianche come i suoi denti: il marchio dei bocor. Era stato chiaro all’ingenuo Herriot quanto a Bonnett che Barbanera li aveva trovati.
Per quasi un mese e mezzo dopo quel terribile viaggio nell’entroterra fino alla Fontana della Giovinezza, Bonnett non aveva avuto alcun controllo sulle sue azioni. La Vendetta aveva accompagnato la Vendetta della Regina Anna a nord, in Virginia, e sebbene fosse la bocca di Bonnet a gridare ordini di manovra ai suoi marinai, era Barbanera che parlava attraverso di essa. Come un sonnambulo Bonnett si trovò ad accettare il Perdono del Re dal Governatore Eden della North Carolina, e a fare preparativi per salpare verso sud, per tornare alle Barbados, dove riassumere, nei limiti del possibile, il suo ruolo di membro dell’alta società dei proprietari di piantagioni dell’isola. Barbanera stava naturalmente progettando di essere ucciso in modo da poter ritornare in un nuovo corpo, e ovviamente sentiva che sarebbe stato utile avere un ricco gentiluomo — o anche un ex-gentiluomo — che agisse come suo burattino su quella ricca isola.
Dopo aver ricevuto il perdono, Bonnett cominciò a riprendere il controllo delle sue azioni; apparentemente Barbanera avvertiva che un ritorno alla sua vita precedente era la cosa che Bonnett desiderava di più al mondo, e così non si preoccupava in particolar modo di costringerlo a cooperare.
In effetti, tuttavia, Bonnett temeva il ritorno alle Barbados più di quanto temesse la morte. Era stato un cittadino rispettato durante gli anni vissuti là — un maggiore dell’esercito a riposo e un ricco coltivatore — e non riusciva a sopportare di ritornare da ex-pirata, uno che era ancora in libertà solo perché aveva scelto di nasconderei sotto la gonna dell’amnistia reale. E ogni sua speranza che i cittadini di quella remota isola potessero ignorare la sua carriera piratesca si era infranta pochi giorni dopo il suo imbarco, poiché la seconda nave che aveva catturato era stata la Turbet… una nave delle Barbados. Anche allora, aveva capito che avrebbe dovuto uccidere tutti quelli che erano a bordo in modo da non lasciare testimoni, ma non aveva avuto il fegato di dare l’ordine… e inoltre, David Herriot non sarebbe mai rimasto a osservare che fossero state uccise delle persone con le quali aveva navigato per tutta la vita.
E l’idea di rivedere sua moglie, ora, lo faceva quasi svenire. La donna era stata una strega vituperatrice anche prima che lui partisse — sia pur nolente! — per la sua crociera criminosa, e lui si svegliava ancora di frequente coperto di sudore, con le di lei grida sprezzanti che gli rimbombavano nelle orecchie, perfettamente chiare nella mente: «Vattene via da me, essere viscido e brutale! Porco schifoso!» Se n’era sempre scappato di casa, dalla sua casa, tremante e col desiderio di commettere uxoricidio o suicidio… o entrambi.
Ma un ritorno alle Barbados e da lei era quello che gli riservava il futuro… a meno che non riuscisse a sconvolgere i piani che Barbanera aveva per lui. E così il quattordici settembre mandò Herriot nella città per radunare quanti più membri riusciva a trovare della sua ciurma originaria — non voleva nessuno che avesse navigato con Barbanera o Davies — e poi condurli a bordo della Vendetta. La nave non era un bottino ricavato dalla pirateria — Bonnett aveva pagato per ogni tavola e ogni iarda di sartiame — e così le autorità del porto non ebbero obiezioni alla sua partenza. Non appena furono fuori dal porto fece grattare via il nome Vendetta dall’arcaccia della nave e dipingere Royal James al suo posto.
Dopodiché Bonnett fece in modo da violare il suo perdono nella maniera più completa e rapida che poteva. Prima che il sole tramontasse su quel mercoledì aveva catturato una nave, e durante i successivi dieci giorni ne catturò altre undici. Il bottino fu di scarso valore — tabacco, carne di maiale, spilloni e aghi — ma lui era ormai chiaramente impegnato nella pirateria. Disse alle ciurme delle navi saccheggiate che il suo nome era Capitan Thomas, perché non voleva che la notizia della sua ricaduta raggiungesse Barbanera finché non fosse riuscito a portarsi sano e salvo lontano dalle sue grinfie.
Per portare a compimento ciò, decise di rubare a Barbanera lo scenario stabilito per la sua sconfitta — quando era interamente sotto il controllo di Barbanera, Bonnett era stata l’unica persona con la quale il pirata aveva osato discutere del piano della sua disfatta — anche se Bonnett se ne sarebbe servito per uno scopo più modesto. Poiché mentre Barbanera intendeva utilizzarlo come trampolino per l’immortalità, Bonnett aspirava solo a una rapida morte, o, se avesse fallito, a un processo e a una conclusiva impiccagione lontano dalle Barbados.