Vide gli spruzzi quando i marinai sui vascelli della Navy si diedero da fare a gettare zavorra fuori bordo. Fate presto, sciocchi, pensò. La marea sta calando. E se non sarò… trapiantato prima di Natale, cioè fra sole cinque settimane, la perderò: Hurwood avrà già eseguito il suo imbecille trucco matrimoniale e l’avrà eliminata.
Desiderò di aver imparato prima — o dedotto — che i suoi matrimoni magici non avrebbero più funzionato con donne ordinarie. All’inizio della sua carriera di mago aveva scoperto che nella magia c’erano sia aspetti femminili che maschili, e che nessun uomo, da solo, avrebbe potuto avere facile accesso alle aree femminili. In passato aveva sempre aggirato l’ostacolo unendosi in sacro legame con una donna e poi usando quel legame, che in effetti li rendeva eguali, per completare la sua abilità magica altrimenti unilaterale. La pronta disponibilità di mogli «fresche» lo aveva reso noncurante nei loro confronti, e loro erano morte tutte o diventate folli quasi subito dopo le nozze, dal momento che lui le consumava completamente. Quella che sarebbe diventata vedova quel giorno era la quattordicesima.
Aveva sedici anni, ed era ancora graziosa quando l’aveva vista l’ultima volta, a maggio. Le era stato legato abbastanza profondamente, finché, dopo aver usato le aree di magia potenziale della sua mente femminile per tenere Bonnett sotto controllo — per qualche ragione Bonnett era stato maggiormente vulnerabile agli aspetti femminili della magia — alla fine le aveva distrutto la mente. Si trovava in un manicomio della Virginia adesso, e quando era andato a farle visita a maggio per vedere se poteva essergli ancora utile in qualche modo, lei aveva urlato ed era fuggita, e poi aveva infranto una finestra e tentato di uccidersi con un lungo frammento di vetro. Nella conseguente confusione erano stati chiamati una levatrice e un prete, poiché il sorvegliante che l’aveva agguantata aveva creduto sulle prime che stesse tentando di procurarsi un aborto.
Ma ormai Barbanera non aveva neppure remotamente lo status magico di una donna normale. Lui aveva in maniera drastica modificato il suo rango, aveva versato il sangue nell’Erebo… per cui avrebbe potuto sposarsi con profitto solo con una donna che avesse versato anche lei il suo sangue laggiù.
Per quanto ne sapeva, c’era una sola donna vivente che lo aveva fatto.
«Potremmo cercare di aggirarli mentre sono bloccati,» osservò Richards, guardingo. «Credo che se…» Sospirò. «Non ha importanza. Stanno avanzando di nuovo.»
Barbanera trattenne un sogghigno di soddisfazione mentre scrutava davanti a sé. «Infatti.»
«Cristo,» disse Richards, con voce rauca, «è esattamente così che presero Bonnett due mesi fa — lo intrappolarono in una laguna con la bassa marea di prima mattina.»
Barbanera si accigliò. «Hai ragione.»
Richards gli lanciò un’occhiata, sperando chiaramente che il re-pirata avesse finalmente compreso l’entità del pericolo.
Ma Barbanera stava solo rammentando quello che aveva sentito a proposito della cattura di Bonnett. Sì, sangue del Baron, pensò incollerito, a parte il fatto che essa è avvenuta centocinquanta miglia a sud di qui, è stata dannatamente simile.
Bonnett ha rubato lo scenario della mia disfatta!
Non solo si è reso incapace di ricoprire il ruolo che avevo stabilito per lui, così astutamente che non me ne sono accorto finché non è stato troppo tardi e lui si era già fatto catturare, ma ha anche ricordato e rubato — piratato! — la scena della disfatta che io avevo intenzione di recitare — replicare! — oggi! E i due maghi che avevo mandato a prelevarlo da quell’isola sono tornati senza di lui, e feriti… e sabato scorso, esattamente a mezzogiorno, ho smesso di essere mentalmente consapevole di lui. A quanto sembra ha trovato un foro attraverso il quale sfuggirmi… il cappio all’estremità della corda di un boia.
«Distanza di voce fra un momento,» gracchiò Richards, con la faccia luccicante di sudore malgrado il gelo che rendeva visibile il suo fiato come vapore.
«Distanza di voce adesso,» disse Barbanera: Raddrizzò le spalle massicce e poi con passi lenti e misurati raggiunse la prua e puntellò un piede calzato di stivale sul bompresso. Si riempì i polmoni, poi gridò verso le corvette della Navy, «Maledizione a voi, chi siete? E da dove venite?»
Ci fu agitazione sul ponte della corvetta più vicina, e poi il vessillo inglese salì garrendo in cima all’albero. «Potete vederlo dai nostri colori,» fu la replica urlata, «non siamo pirati!»
Quasi formalmente, come se si trattasse di uno scambio retorico in un’antichissima litania, Barbanera gridò, «Vieni a bordo così posso vedere chi sei.»
«Non posso allontanarmi dalla mia nave,» strillò di rimando il capitano della marina, «ma verrò a bordo non appena potrò, con la mia corvetta!»
Barbanera sorrise e parve rilassarsi. Urlò a sua volta, «Che la dannazione afferri la mia anima se vi concederò misericordia, o ne accetterò da voi.»
«Non ce l’aspettiamo, ne ve la offriamo!»
Barbanera si voltò verso Richards. «Direi che è tutto chiaro,» fece notare. «Issate i nostri colori e tagliate il cavo… partiamo.»
«Certo, certo, capitano,» disse Richards. «Lasciamo il bottino?»
«Sicuro, non mi sono mai preoccupato del bottino.»
Il vascello della marina che era in testa bordeggiò verso nord, ma in un attimo la corvetta di Barbanera, l’Avventura, stava scivolando verso ovest davanti al vento sulla superficie calma dello Stretto di Pamlico, puntando dritta come una freccia fra l’altra corvetta della Navy e la spiaggia dell’isola di Ocracoke, in direzione della laguna e del mare aperto al di là di essa. Tutti gli uomini a bordo dell’Avventura, eccetto Barbanera, stavano trattenendo il fiato poiché l’acqua era profonda a malapena più di sei piedi, e la marea stava rifluendo. Diversi addirittura tirarono fuori dalle tasche delle monete e le scagliarono fuori bordo — il sole non aveva ancora superato la gibbosità dell’isola, e le monete caddero senza scintillare nell’acqua grigio-fumo.
Richards stava guardando a nord la corvetta che aveva parlato con loro. Rise piano. «Sono di nuovo arenati!» sussurrò.
Sentendosi improvvisamente stanchissimo, Barbanera sfilò una delle pistole e disse, «Allentate le vele. Faremo una pausa per mollare una bordata a questi ragazzi.»
Richards ruotò su se stesso per fronteggiarlo. «Cosa? ma ora possiamo filarcela se…»
Barbanera sollevò la pistola e colpì Richards alla bocca con la canna. «Fai allentare le vele e tieni pronti i cannoni di tribordo, maledetto te!»
«Certo!» disse Richards con una voce che era quasi un singhiozzo, voltandosi per comunicare l’ordine. La maggior parte degli uomini rimasero a bocca aperta per la sorpresa, ma videro la pistola, ed essendo il ritiro di Hands ancora nella memoria di tutti obbedirono, e l’Avventura rallentò, con le vele che fluttuavano flosce, e avanzò lentamente di fianco alla corvetta della marina.
«Fuoco ai cannoni di tribordo!» ruggì Barbanera, e l’Avventura ondeggiò quando i cannoni spararono, ammorbando l’aria mattutina con nubi di fumo acre e facendo sparpagliare strepitando gli allarmati uccelli marini.
Il fumo andò alla deriva verso ovest, in direzione della laguna, e Barbanera scoppiò a ridere nel vedere il vascello della Navy che rollava impotente, il sartiame ridotto a brandelli e la murata e le frisate a una rovina di legno frantumato.
«Spieghiamo le vele, adesso?» chiese con voce implorante Richards, adocchiando la riva di Ocracocke che si faceva sempre più vicina con la marea che rifluiva.
Anche Barbanera stava guardando. «Sì,» disse pensieroso, dopo un momento, poiché era troppo tardi.