«Ancora un altro per Mr. Lapin, per favore,» disse Shandy al dispensiere. Voltandosi verso Lapin, chiese, «Ed è morto? Con assoluta certezza?»
«Ho visto io stesso il corpo, M’sieur Chandagnac. Com’è strano chiamare così un’altra persona! Nessuno della sua famiglia è sopravvissuto qui, sapete. Sì, ha innescato uno schioppo e lo ha caricato con tutto l’oro e i gioielli che gli erano rimasti.» Lapin tese le mani unite a coppa. «Non era certo una fortuna, ma come carica di proiettili era regale. E poi ha sollevato l’arma in modo che la canna a campana fosse a un piede di distanza dalla faccia, ha dato un ultimo sguardo, possiamo supporre, a ciò che restava della sua fortuna, e poi si è sparato quella fortuna nel cervello! Ah, è stato poetico, in un certo senso. Anche se caotico, in senso pragmatico, è ovvio — la sua testa virtualmente intera è andata a finire nel giardino sotto la finestra della sua camera da letto. Povero Sebastian!… Sono certo che la gendarmeria locale se l’è svignata con la maggior parte delle sue… munizioni.»
Poi Shandy ricordò dove aveva sentito il nome Lapin — Skank aveva detto che quelli che facevano gli affari più grossi coi pirati ad Haiti erano «Lapin e Shander-knack.» E hai ragione, Skank, pensò Shandy… sembra proprio un coniglio.
«Suppongo di sapere perché hanno fatto in modo che sembrasse un suicidio,» disse Shandy, meditabondo.
«Vi chiedo scusa,» disse Lapin. «Sembrasse? Non c’era alcun dubbio…»
«No, no,» disse Shandy in fretta, «continuate pure a pensare quello. Certo non è mia intenzione dirvi qualcosa che non è necessario sappiate. Voi non correte alcun pericolo. Sono sicuro che non avete mai avuto a che fare coi,» si sporse in avanti e parlò piano sopra i brandy, «pirati.»
La faccia pienotta di Lapin divenne effettivamente pallida nella luce della sera. «Pirati?»
Shandy annuì. «Un governatore inglese è stato mandato sull’Isola di New Providence, che è la base dei pirati. Adesso i pirati stanno uccidendo tutti i mercanti rispettabili che una volta facevano affari con loro… per non lasciare nessuno che possa,» Shandy ammiccò, «testimoniare.» Shandy scoppiò quasi a ridere all’idea dei pirati di New Providence che si dedicavano metodicamente a qualcosa, ma si costrinse a mantenere un’espressione triste.
Lapin inghiottì. «Uccidono i mercanti?»
«Esatto. I pirati stanno solo aspettando che i mercanti stabiliscano un contatto. Non appena uno dei vecchi clienti giunge loro a tiro, o accetta di venderli se lo avvicinano,» Shandy si strinse nelle spalle, «quell’uomo è morto come Sebastian.»
«Mon Dieu!» Lapin si alzò frettolosamente in piedi, rovesciando il brandy. Lanciò un’occhiata impaurita verso il porto, come aspettandosi che i briganti si stessero riversando a terra proprio in quel momento. «È… più tardi di quel che pensavo. È stato un piacere parlare con voi, M’sieur Chandagnac, ma temo di dovermi congedare.»
Shandy non si alzò, ma sollevò il bicchiere. «Alla vostra salute, Monsieur Lapin.»
Ma dopo che Lapin si fu allontanato borbottando, il buonumore momentaneamente manifestatesi in Shandy scomparve. Suo zio era morto senza un soldo. Non ci sarebbero state né vendetta, né nave. Affittò una stanza per la notte e poi al mattino si fece dare un passaggio fuori da L’Arcahaye e fino alla Jenny in attesa.
Per le successive due settimane guidò la Jenny in un frenetico giro dei Caraibi, ma sebbene controllasse in ogni registro di porto, anche in quelli inglesi dov’era ricercato, non trovò alcuna annotazione riguardante uno Strepitoso Carmichael o anche una Charlotte Bailey che fossero stati visti in qualche luogo dopo il primo agosto, quando, dopo aver sollevato con la magia Shandy e averlo scaraventato fuori bordo, Benjamin Hurwood aveva dato ordini alla sua ciurma di cadaveri ed era salpato.
Alla fine delle due settimane di infruttuosa ricerca la sua ciurma era sul punto di ammutinarsi e il termine ultimo per accettare il Perdono del Re distava solo due giorni, così Shandy ordinò ai suoi uomini di far virare la vecchia corvetta verso l’Isola di New Providence.
Arrivarono a metà del pomeriggio del martedì, il cinque di settembre, e quando Shandy lasciò la Jenny non si voltò indietro; Venner avrebbe potuto assumerne il comando da quel momento in poi, e portarla all’Inferno o nel Regno dei Cieli per quello che gl’importava. Una volta a terra, ebbe il tempo di recarsi al fortino, accettare ufficialmente il perdono dal Governatore Rogers, e tornare sulla spiaggia per preparare una lauta cena. E, inaugurando quella che sarebbe diventata una tradizione durante i tre mesi a venire, non mangiò quasi nulla, accontentandosi invece di un’enorme quantità di bevande.
CAPITOLO VENTITREESIMO
Sì, Skank, pensò ancora Shandy mentre osservava qualcuno nel porto che continuava a cercare di sollevare più in alto la randa della Jenny, sì, ero più nervoso in quei giorni. Allora avevo cose da fare; adesso mi è rimasto solo un compito… dimenticare. Si distese più comodamente sulla sabbia e fece roteare affettuosamente il rum riscaldato dal sole nella tazza.
Un giovane guardiamarina della Navy si avvicinò, esitante, a Shandy. «Scusatemi… siete Jack Shandy?»
Shandy stava terminando la tazza, e fissò con sguardo da gufo il giovane, al di sopra dell’orlo. «Esatto,» disse, dopo averla finalmente abbassata.
«Siete quello — scusatemi — che affondò la Whitney?»
«Non credo. Cos’era la Whitney?»
«Una nave da guerra che scoppiò e affondò, nel giugno scorso. Avevano catturato Philip Davies, e…»
«Oh.» Shandy notò che la sua tazza era vuota, e si alzò in piedi. «Giusto. Finora non avevo mai saputo il nome. In verità, fu Davies che la fece scoppiare… io mi limitai a dargli una mano.» Mise giù la tazza sul tavolo davanti alla tenda dei liquori e annuì verso l’uomo che la gestiva.
«E voi sparaste al capitano?» proseguì il giovane guardiamarina.
Shandy prese la tazza che era stata riempita di nuovo. «Fu molto tempo fa, non ricordo.»
Il guardiamarina parve deluso. «Sono arrivato qui con la Delicia, assieme al Governatore Rogers,» spiegò. «Io, uh… presumo che questo fosse un posto abbastanza selvaggio prima, eh? Schermaglie, sparatorie, tesori…»
Shandy rise piano e decise di non far scoppiare la bolla romantica del ragazzo. «Oh, certo, tutto questo.»
Incoraggiato, il giovane incalzò. «E voi avete navigato con Barbanera in persona, ho sentito, in quel viaggio misterioso fino alla Florida? Come fu?»
Shandy fece degli ampi gesti. «Oh… infernale, infernale. Tradimenti, schermaglie, supplizio della tavola, battaglie navali… paludi impraticabili, febbri terribili, indiani caraibici cannibali che seguivano le nostre tracce…» Fece una pausa, perché il giovane guardiamarina stava arrossendo e accigliandosi.
«Non dovete prendervi gioco di me,» scattò il giovane.
Shandy sbatté le palpebre, non ricordando con esattezza ciò che stava dicendo. «Cosa intendete dire?»
«Il fatto che io sia nuovo di qui non significa che non so nulla. So che gli spagnoli sterminarono completamente gli indiani caraibici duecento anni fa.»
«Oh.» Shandy aggrottò le sopracciglia, concentrandosi. Dove aveva sentito parlare di indiani caraibici? «Non lo sapevo. Ecco, lasciate che vi offra del rum, non intendevo…»