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Shandy si voltò, senza fretta, verso Venner. «Non è necessario che lo spieghi, ma lo farò. Non arriveremmo a Gran Cayman. Questa tempesta sta venendo a prenderci, e sarà meglio per noi avere la prua in avanti quando arriverà.» Le spalle larghe di Venner si ingobbirono per la tensione dei muscoli, ma Shandy si costrinse a ridere. «E, per l’inferno, uomo, il famoso Segundo si trova da qualche parte davanti a noi, ricordi? Quei cacciatori di tartarughe ieri ci hanno detto di aver visto la sua nave proprio la mattina! Non solo lui ha con sé il bottino preso da una dozzina di navi depredate, ma quasi certamente si trova sul vecchio Carmichael, cui ha cambiato il nome. È la nostra nave… un vero vascello atto a tenere il mare, e noi ne abbiamo bisogno, poiché delle piccole imbarcazioni da acqua ferma come la Jenny non sono adatte alle lunghe traversate fino al Madagascar e all’Oceano Indiano, che è ciò di cui abbiamo bisogno di questi tempi. Guarda cos’è accaduto a Thatch quando ha preferito una corvetta.»

«E questo Ulysse ha quella donna,» disse Venner, quasi sputando, «e non cercare di farci credere che non sia questa la ragione per cui vuoi agguantarlo! Beh, forse lei per te vale più della tua pelle, ma per me non vale nulla. E io non rischierò la mia pelle per farti un favore.» Fronteggiò gli altri uomini. «Pensate a questo, ragazzi. Perché dovremmo raggiungere questo Ulysse o Hurwood oggi? Perché non la prossima settimana?»

Shandy non aveva dormito molto negli ultimi giorni. «Sarà oggi perché lo dico io,» disse, con una certa violenza. «Cosa pensate di questo?»

Woefully Fat si portò accanto a Shandy e la sua enorme ombra eclissò Venner. «Andremo a Giamaica,» disse.

Per diversi, lunghi secondi, mentre la nube davanti a loro cresceva e Grand Cayman diventava ancora più lontana, Venner rimase immobile, gli occhi che dardeggiavano avanti e indietro da Shandy e Woefully Fat al resto della ciurma, domandandosi ovviamente se poteva provocare un ammutinamento.

Shandy, sebbene sperasse di apparire sicuro di sé, si stava domandando la medesima cosa. Era stato un capitano abbastanza abile durante il mese successivo alla cattura del Carmichael da parte di Hurwood, e veniva ancora guardato con una certa soggezione a causa del ruolo importantissimo che aveva avuto nella fuga dalla nave da guerra della Navy, e gli era anche d’aiuto avere il sostegno del vecchio bocor di Davies, anche se la sua morte imminente sembrava essere l’argomento preferito dagli uomini in quel periodo. Ma Shandy poteva solo fare delle congetture, come ovviamente le stava facendo Venner, su quanta parte della fiducia che gli uomini avevano in lui fosse stata erosa dai suoi tre mesi di ebbra apatia nell’insediamento di New Providence.

«Shandy sa quello che fa,» borbottò un vecchio sdentato.

Skank annuì con manifesta convinzione. «Sicuro,» disse. «Non potremmo tornare a Grand Cayman prima che la tempesta ci raggiunga.»

Shandy gli fu molto grato, perché sapeva che Skank non era sincero.

Le spalle di Venner si accasciarono, e il suo sogghigno, che stava cominciando ad apparire meno come una serie di rughe di allegria che di grinze in una camicia da lungo tempo non cambiata, fu issato di nuovo sulla sua faccia. «Certo che lo sa,» disse con voce rauca. «Volevo… soltanto assicurarmi che fossimo tutti… d’accordo.» Si voltò e, spingendo da parte un paio di uomini, si allontanò vacillando verso poppa mentre Shandy ordinava di rimuovere il fiocco e terzarolare la vela maestra.

Quando la corvetta si mosse in avanti col minimo delle vele in azione e Shandy si fermò per sbirciare la nuvola che adesso faceva loro ombra, Skank gli batté leggermente su una spalla e, con uno scatto della testa, lo tirò da parte.

«Cosa c’è?» domandò Shandy, con una tensione che conferì rigidità alla sua voce.

«Venner non è minimamente soddisfatto,» disse Skank, piano. «Guardati da lui. Sarà per oggi, e probabilmente alle spalle.»

«Ah. Beh, grazie. Lo terrò d’occhio.» Shandy fece per allontanarsi, ma Skank gli si parò davanti.

«Tu non lo sai,» proseguì in fretta il giovane pirata, «non credo che tu lo sappia: è stato lui a provocare la morte di Davies.»

L’impazienza di Shandy era svanita. «Parla,» disse. Alcune pesanti gocce di pioggia caddero con un tonfo sul ponte attraverso l’aria immobile e tracciarono lunghe striature nere sulle vele. Pioggia prima del vento, pensò Shandy, rammentando un avvertimento del vecchio Hodge. «Allentate un po’ le scotte,» gridò, poi tornò a voltarsi verso Skank. «Parla.»

«Beh,» disse rapidamente Skank, scrutando impaurilo il cielo scuro mentre parlava, «il marinaio morto che lo uccise stava per uccidere te, un minuto prima — tu stavi correndo verso la ragazza sospesa in aria, e non vedesti quel morto che ti stava aspettando. Così Phil si mise a correre per inchiodare quella cosa e salvarti, senza che ci fosse alcun problema… ma Venner si accorse di quello che stava per fare, e lo bloccò… Venner non è mai stato contento che tu fossi diventato quartiermastro.»

La pioggia adesso stava cadendo con regolarità, e non c’era ancora vento. «Riducete ancora un po’ la vela maestra,» gridò Shandy, inquieto. «No… abbassate interamente la vela di randa. Incontreremo la tempesta coi pennoni nudi… e ci terremo pronti a metterci in panna.»

«Davies perse l’equilibrio,» proseguì Skank, «quando Venner lo spintonò, e ciò ti fece avanzare per altri due passi; ma Davies continuò comunque a correre, e per questa ragione il modo in cui poté colpire quella cosa non gli fu sufficiente per ammazzarla del tutto. Il suo secondo colpo le staccò la testa, ma ormai la sciabola lo aveva trafitto.»

Allora il vento li colpì, e anche coi pennoni nudi la Jenny s’ingavonò pericolosamente, perdendo l’abbrivio e inclinandosi al punto tale che gli uomini dovettero aggrapparsi alla battagliola o al sartiame per evitare di andare a sbattere contro le frisate di babordo. L’albero era quasi orizzontale.

Subito dietro al vento vennero delle onde altissime, e Skank raggiunse a fatica la poppa per aiutare il nocchiere a trascinare il timone nel mare impetuoso al fine di puntare la prua più direttamente nel vento. Con lentezza, e a fatica, l’albero ritornò dritto.

Mentre la piccola imbarcazione vacillava sulla cresta di un’onda striata di schiuma e poi scivolava dall’altro lato nel ventre, col timone che si agitava nell’aria per un momento e il lungo bompresso che trafiggeva l’erta d’acqua ripida e grigia davanti, Shandy trattenne il fiato, aspettandosi che il bompresso si spezzasse o che la prua e l’intero scafo lo seguissero, senza più risalire… Ma dopo otto rapidi battiti del cuore la prua si sollevò, col bompresso intatto, scacciando via il peso dell’acqua solida come un uomo che scaccia un branco di cani feroci che erano quasi riusciti a sopraffarlo.

Shandy espirò. Evidentemente chiunque avesse costruito la Jenny sapeva il fatto suo. Strillò l’ordine di mettersi in panna, e quando furono giunti sulla sommità dell’onda il vento era sulla prua di tribordo e abbastanza vela maestra era stata spiegata da spingere la Jenny a ricadere nello stesso punto senza prendere abbrivio. In linea di principio, avrebbero potuto in questa maniera superare la tempesta.

Shandy si arrampicò e scivolò verso poppa, dov’erano gli uomini che si stavano dando da fare con la barra. Non c’erano ulteriori ordini da dare ormai, e il vento gli avrebbe in ogni caso strappato via le parole dalla bocca scagliandole lontano senza che nessuno potesse udirle, così si limitò ad appoggiarsi all’arcaccia e a cercare di capire per quanto tempo la Jenny avrebbe potuto continuare a resistere senza spezzarsi.

Il vento caldo si stava ancora in qualche modo rafforzando, e spruzzi schizzavano in nuvole fitte come una mitraglia, e gli pungevano il volto e le mani; si leccò le labbra e il gusto salato gli fece capire che si trattava di acqua marina e non di pioggia. Le onde erano alte e solide a vedersi come scogliere, e ogni volta che la Jenny scivolava giù per il crinale sopravvento di una e cozzava contro la successiva, veniva scossa con tale violenza che l’albero oscillava paurosamente avanti e indietro sopra le loro teste. Lo spruzzo si perdeva alle loro spalle, e acqua solida vorticava intorno alle cosce di Shandy strattonandolo con sempre maggiore forza.