Continuò a guardare stringendo gli occhi contro la sferza del vento per assicurarsi che essi né fronteggiassero il vento troppo direttamente né consentissero al vento di aggirarli e colpirli sul fianco, e per diversi minuti rimase sbalordito dalla perfezione con cui quella vecchia corvetta si comportava. Poi notò dei ciuffi di vapore che fluttuavano via dal punto in cui la barra era collegata alla testa del timone, e quando scrutò con maggiore attenzione vide che il perno di ferro era diventato incandescente. Woefully Fat stava in piedi dall’altra parte della barra, e Shandy si scacciò l’acqua dagli occhi e scrutò sul ponte, con gli occhi socchiusi e brucianti, il gigantesco mago. Gli occhi del bocor erano chiusi e lui si stava mordendo le nocche di una mano. E anche se la pioggia e il mare stavano lavando la mano bruna, Shandy poté vedere il sangue rosso che sprizzava da dove i denti stavano lavorando, e comprese che il comportamento della Jenny non era dovuto interamente all’abilità del nocchiere.
Nonostante questo, ogni ondata che seguiva era più alta, e quando la piccola imbarcazione salì faticosamente in cima a quella successiva, e Shandy guardò sbattendo le palpebre il mare intorno a loro, gli parve come se la barca fosse attaccata a quel vasto telo scintillante che si estende al di sopra delle Alpi; e il fischio del vento era così furioso che lui dovette continuare a ricordare a se stesso che non c’era alcuna collera consapevole dietro di esso.
Scivolarono giù per sopravvento dell’onda e piombarono sulla successiva — la vecchia corvetta si sollevò, riversando acqua solida dai due lati — e quando la Jenny salì sul versante sottovento, Shandy si accorse che stava ruotando con forza su se stessa, e che la sella della randa, adesso scesa fino all’altezza della testa, stava emettendo uno scintillio arancione per lo sforzo.
Poi furono in cima, e il pieno vigore del vento li investì di nuovo, e con uno schianto simile a un’esplosione udibile anche al di sopra del vento la sella della randa si spezzò. Il pennone adesso era solo una lancia con l’estremità ardente allacciata a un’enorme bandiera svolazzante: colpì il ponte sotto il boma della vela maestra, rimbalzò dall’altro lato, e roteò come un ago di bussola impazzito mentre il lato sopravvento della vela si lacerava, poi sfrecciava verso poppa. La barca tremò quando l’elemento di alberatura colpì l’arcaccia.
Shandy si era abbassato quando quella cosa si era staccata con violenza, e in quel momento alzò la testa, temendo che essa potesse aver ucciso il nocchiere, o, peggio, mandato in pezzi la barra; ma il nocchiere era ancora aggrappato alla barra del timone… E solo dopo essersi chinato con sollievo, Shandy notò che il pennone con l’estremità di ferro aveva colpito Woefully Fat esattamente al centro del suo torso massiccio, e lo aveva inchiodato, dritto, all’arcaccia.
«Cristo,» gridò Shandy attraverso le labbra rese torpide dagli spruzzi. Avrebbero potuto sopravvivere senza il bocor?
Shandy non si sentiva per niente fiducioso, ma si spinse via dalla battagliola, afferrò il boma della vela maestra e si trascinò lungo di esso, superò il punto in cui la colonna della vela maestra era legata e raggiunse l’estremità rivolta verso l’albero, dove il lato sopravvento svolazzava, slegato. Qualcuno era con lui, adesso, all’altro lato del boma oscillante — era Skank, con la faccia resa scarna dallo sforzo, che aveva un coltello e un pezzo di corda. Assieme, mentre la barca deviava verso il ventre dell’onda, i due riuscirono a praticare diversi fori nell’estremità superiore di quel che restava della vela. Si aggrapparono mentre la Jenny s’infrangeva nella superfìcie screziata di un’altra onda, e poi quando l’acqua li ebbe superati, Shandy ficcò la corda attraverso i fori. Poi mentre la corvetta s’inclinava all’indietro, sollevandosi per incontrare l’onda seguente, Shandy gettò il capo della corda in alto verso il lato di babordo della prua: il vento contrario lo scagliò all’indietro intorno all’albero fino a Skank, che lo afferrò, si lasciò cadere sulla frisata di babordo e riuscì ad avvolgerlo due volte intorno a una galloccia prima che il vento li martellasse di nuovo.
Le due iarde quadrate di vele rimaste catturarono il vento abbastanza da spingere indietro la poppa, ma Shandy sapeva che non avrebbero potuto resistere a lungo. Diversi altri uomini erano strisciati sul ponte per dare una mano, tuttavia, e Shandy ricadde sulla battagliola e lasciò loro il suo posto: lo stomaco gli si era annodato, per la tensione o per qualcosa di rancido che aveva mangiato, e sperò di non essere costretto a svolgere per un po’ di tempo qualche dura incombenza.
Tutt’a un tratto divenne consapevole di un peso sulla sua giacca che tirava la parte posteriore del colletto contro la nuca, e guardò verso il basso… e si allontanò dalla battagliola, perché serrate strettamente sul davanti della giacca — e provenienti Dio sapeva da dove — c’erano quelle che sembravano essere due anguille grigie dalle teste bitorzolute. Fu solo quando ne afferrò una per strapparla via che comprese che si trattava di due braccia umane in avanzato stato di decomposizione, recise ai gomiti, con le dita che artigliavano il tessuto della sua giacca.
Una parte della sua mente si limitò a gemere per l’orrore della cosa, ma dopo il primo congelato momento di shock gli venne in mente che quella era la stessa giacca che aveva indossato il giorno in cui Hurwood sottrasse il Carmichael a Leo Friend… e quel giorno uno dei morti della ciurma di Friend si era appeso alla giacca dopo essere rotolato sopra la battagliola, ed era caduto in mare solo perché le sue braccia si erano staccate dai gomiti. Le braccia attaccate a lui erano parse scomparire poco dopo, ma apparentemente esse erano rimaste appese come spettri alla giacca fin da allora, come ragnatele di un soffitto che possono essere scorte solo con una certa luce.
Il dolore che s’intensificava nel suo stomaco lo fece ingobbire contro la murata, ma lui si costrinse a continuare a pensare. Ma allora, si chiese, qual è la luce che rende visibili queste macabre cose? Beh, ovviamente… una magia ostile, resa meno difficile per il fatto che non veniva eseguita sulla terra. Lo avresti capito anche per l’odore di ferro caldo, se non fosse stato per questo vento. Il dolore nel tuo stomaco è il dono di qualcuno.
L’acqua si sollevò sopra di lui quando la Jenny incontrò un’altra onda, e poi lui si raddrizzò contro il prepotente desiderio del suo corpo di raggomitolarsi — il sudore freddo sulla sua faccia faceva sembrare gli spruzzi ancora più caldi — allungò le mani e afferrò l’uomo più vicino, e lo tirò abbastanza vicino a sé da potergli gridare, «Dov’è,» ruggì Shandy, «Venner?»
L’uomo guardò a bocca aperta gli avambracci grigi che oscillavano dalla giacca del suo capitano, ma puntò un dito in avanti e poi verso il basso.
Shandy annuì e lo lasciò andare, e poi, un tormentato passo per volta, avanzò verso il boccaporto, aggrappandosi a ogni cosa che poteva raggiungere; un’improvvisa raffica di vento sulla cresta di un’onda gli fece perdere l’equilibrio, e lui percorse strisciando le ultime iarde, a pancia sotto, le braccia allargate che gli conferivano l’aspetto di un insetto. Con uno sforzo che parve strappargli tutti i muscoli addominali sollevò il portello del boccaporto e si rotolò e arrancò e capitombolò giù nella stiva dal basso soffitto.