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«Papà aveva in mente di costruire una piscina», spiegò Melanie, «ma non c’era spazio con tutti quegli alberi. Non voleva abbatterli, così ha fatto costruire questa vasca.»

«È bella», commentò Bodie.

«Specialmente quando l’inverno è freddo», aggiunse Pen. «E lo è quasi sempre, di notte.»

«Siamo solo a un paio di chilometri dall’oceano», osservò Melanie. La ragazza si portò il bicchiere alle labbra e si drizzò mettendosi seduta. I suoi seni emersero dall’acqua. Brillavano nel riflesso rossastro, i capezzoli scuri turgidi.

Se cerca di distrarre la mia attenzione da Pen, pensò Bodie, ci riesce perfettamente.

Scivolò sulla panchina di mattonelle finché venne a trovarsi proprio di fronte a lei.

«Dovresti portare Bodie alla spiaggia, domani», suggerì Pen. «A Venice c’è un vero carnevale durante i week-end. Sei mai stata sulla Ocean Front Walk?» soggiunse rivolgendosi a Bodie.

«Un paio d’anni fa. Mi piacerebbe ritornarci.»

«È un’idea», approvò Melanie. Guardò Pen. «Vieni con noi, se decidiamo di andarci?»

«Credo che comincerò a cercare un nuovo appartamento.»

«Hai davvero intenzione di cambiar casa?»

«Probabile.» Pen si girò per riempire il bicchiere.

Melanie scosse la testa. «Una decisione piuttosto drastica», osservò, abbassando il bicchiere. Il bordo della vasca le schiacciò il capezzolo destro. Il bicchiere si abbassò, e il capezzolo, libero, si drizzò di colpo.

Bodie si dimenò e bevve un po’ di birra.

«Credo che non potrò rimanere a lungo nel mio attuale appartamento», riprese Pen, bevendo un sorso. Poi inclinò la testa e guardò il cielo. «Vi dispiace se spengo le luci?»

«Va bene», approvò Melanie.

Ecco che non vedrò più niente, pensò Bodie. «D’accordo.»

Pen allungò il braccio oltre il bordo della piattaforma e la luce rossa si spense.

La mezzaluna era quasi direttamente sopra di loro. Un aereo sfrecciò. Bodie vedeva solo qualche stella.

Guardò giù. Le donne erano indistinte, pallide chiazze di facce e di spalle, invisibili sotto la superficie dell’acqua.

«Che pace», osservò Pen.

«E che buio», aggiunse Bodie.

Melanie posò il bicchiere e venne avanti. Si avvicinò al lato della vasca dov’era Bodie e sedette sulla panchina. Il suo braccio scivolò contro quello di lui. Era coperta fino alle spalle. I seni pallidi si vedevano appena attraverso l’acqua e Bodie non riusciva a vedere più giù. Le mise una mano sulla gamba.

«Sono contenta d’essere venuta con voi», disse la sorella a Pen. «M’ero scordata di com’è fantastico qui.»

Bodie si accorse che Melanie gli sollevava la mano dalla coscia. Lei gli cacciò qualcosa nel palmo. Lui chiuse le dita. Un pezzetto di stoffa… Le mutandine di Melanie.

Lei gliele levò, guidò la sua mano su per la gamba.

«Non vai mai nella jacuzzi, quando sei a casa?» chiese Melanie con voce calma.

«Mai», rispose Pen.

«Quando abitavo con lei, non andava mai in piscina o a prendere il sole», spiegò Melanie.

«Non sopportavo l’idea di essere guardata da estranei.»

Bodie annuì. Non si fidava della propria voce. La sua mano fu guidata a destinazione e lasciata. Le sue dita scivolarono dentro Melanie. Gli batteva forte il cuore, tentò di respirare in modo normale. Aveva l’impressione che la sua erezione lacerasse il costume da bagno.

Melanie si dimenò leggermente contro le sue dita.

E a un tratto tutto gli parve sbagliato.

Che diavolo stava facendo?

Spostò la mano sulla gamba di Melanie. Lei gli afferrò il polso e la spinse indietro dolcemente, ma lui liberò la mano e si alzò. «Credo che sia meglio rientrare», disse, cercando di tenere la voce ferma. «Comincio a provare un certo malessere. Probabilmente colpa del caldo e della birra, non so. Ci vediamo più tardi.»

Uscì dalla vasca, si avvolse l’asciugamano attorno alle spalle, raccolse la sua camicia e si diresse verso i lastroni di cemento.

«Ciao», salutò Pen. La sua voce risuonò strana.

«Ci vediamo dopo», disse Melanie.

Bodie continuò a rabbrividire fino a casa, ma era il comportamento di Melanie che gli faceva battere i denti.

Che accidenti aveva per la testa?

Sii sincero, disse Bodie a se stesso. Forse aveva solo voglia e ha perso il controllo. È perfettamente comprensibile. Sicuro.

Ma lui sapeva che non era così.

Offrirgli le mutandine. Come un cane che lascia cadere una palla ai piedi del padrone. Andiamo, gioca con me.

Gioca con me davanti a mia sorella.

Sarà il nostro piccolo segreto.

A meno che, naturalmente, lei non se ne accorga. E questo sarebbe ancora meglio, no?

Bodie si fermò davanti alla porta, si asciugò rapidamente le gambe, poi entrò in casa.

12

Pen, intontita e accaldata per il vino e il tempo trascorso nella vasca, decise di farsi una doccia. L’acqua fredda la inondò scivolandole sul corpo. Indossava ancora il bikini per risciacquarlo dal doro. Se lo tolse e lo appese alla porta della cabina.

Pensò a Melanie. La ragazza era entrata nella jacuzzi a torso nudo.

Niente di strano, pensò Pen. Anch’io sarei entrata in acqua nuda, se non ci fossero stati loro due.

Be’, è questo il punto, no? Se Melanie fosse entrata solo con Bodie, o solo con me… Ma c’eravamo tutti e due. Ecco perché ti sembra così strano.

Come se volesse dimostrare qualcosa. A Bodie o a me? Forse a se stessa.

Pen si chiese se la brusca partenza di Bodie avesse qualcosa a che fare con il comportamento di Melanie. Lei era seduta vicino a lui. Forse gli aveva messo la mano dentro il costume?

Pensando a questo, Pen provò un senso di calda eccitazione. Smise di insaponarsi e piegò la faccia verso il getto.

Cerca di capire, si disse. Melanie sta solo cercando di salvaguardare i suoi interessi… di tenere Bodie per sé. Probabilmente ora è peggio per via di papà. Qualcosa che dà sfogo alle emozioni, che altera la tua prospettiva.

Dovrei farle capire che non ho nessun progetto su Bodie.

Sicuro. Lei, però, non ci crederebbe.

Quando ebbe finito con la doccia, uscì e si asciugò.

La doccia fredda non era stata sufficiente a dissipare il caldo e il vino, e un leggero velo di sudore fece aderire la vestaglia alla pelle.

Nel corridoio, Pen spense la luce e passò rapidamente davanti alla porta chiusa della camera di Joyce. Anche la porta di Melanie era chiusa. Una lama di luce filtrava da sotto. Passando davanti all’uscio sentì una radio. E Melanie.

Rapidi gemiti soffocati, non abbastanza attutiti dalla voce di Kenny Rogers alla radio.

Pen entrò in camera sua e chiuse la porta. Si asciugò la faccia sudata con la manica della vestaglia. Il suono della musica giungeva attraverso la parete. Rimase immobile ad ascoltare, ma non sentì Melanie.

Gettò la vestaglia sul letto, andò alla finestra e l’aprì. La investì la brezza della notte, raffreddando il suo corpo umido.

Ora alla radio cantava Waylon Jennings. Poi sentì un grido soffocato che le diede una stretta allo stomaco.

Corse a frugare nella valigia, prese il phon e l’accese. Il rumore cancellò la musica e Melanie.

Entrò nella stanza d’ospedale e il letto era vuoto. «Dov’è papà?» chiese. «È andato a casa?»

«Non vuoi saperlo?» disse il dottore sogghignando. Era basso e ossuto, con i capelli neri.

«Dov’è papà?» ripeté lei.