«Melanie pensa che sia stato un complotto, che Harrison e Joyce l’abbiano ideato insieme.»
«C’era anche questo nella visione?»
«È una sua teoria. Da come l’ha spiegata, Joyce sapeva in anticipo del programma di cenare da Gerard’s, probabilmente aveva fatto lei stessa la prenotazione. Sapeva anche che tuo padre lasciava sempre la macchina nel parcheggio della banca, perciò avrebbe dovuto attraversare Cañon per entrare nel ristorante. Aveva riferito ogni cosa a Harrison e lui aspettava, forse fermo al marciapiede. Quando tuo padre ha fatto per attraversare…» Bodie sollevò le mani dalle ginocchia, le lasciò ricadere dopo un momento.
«Stai dicendo… che Melanie crede che abbiano complottato per uccidere papà?»
«È così… Non sono del tutto convinto che Melanie abbia ragione, ma potrebbe essere andata in questo modo. Non vedo lacune nel ragionamento, e tu?»
«Harrison non poteva essere sicuro che non ci fossero testimoni.»
«Se il momento non era quello adatto, poteva sempre lasciar perdere. Per quello che ne sappiamo, potrebbero aver fatto le prove una mezza dozzina di volte prima di quella sera, e ogni volta avere desistito per un motivo o per l’altro. Testimoni, troppo traffico, e altro.»
«Certo che ci hai pensato parecchio», osservò Pen.
«Due ore, tra quando Melanie me l’ha detto e quando sono venuto qui.»
Pen si accorse di tremare. Poteva essere per la storia di Bodie. O forse per la brezza che entrava dalla finestra e le incollava il sudore alla pelle.
Bodie sedeva rigido sulla sedia, le gambe unite, le mani sulle ginocchia.
«Hai freddo?» chiese lei.
«Un po’», ammise lui.
Le passò per la mente l’idea di invitarlo nel suo letto. Potevano coprirsi.
Non mi sembra il caso, si disse.
«Chiudo la finestra», decise Pen.
«La chiudo io», si offrì lui.
Mentre Bodie si avvicinava alla finestra, Pen si lasciò cadere sul fianco, allungò la mano verso i piedi del letto e si mise seduta trascinando una trapunta di maglia. Quando Bodie tornò verso la sedia, gliela tese.
Lui la ringraziò, si avvolse la trapunta attorno al corpo e sedette sulla sedia. «Così va molto meglio», confessò.
Pen tornò a sedersi sul materasso, e incrociò le gambe. Si tirò vicino una coperta e se la mise sulle spalle. «E allora?» riprese. «Qual è il movente?»
«Joyce e Harrison sono amanti.»
«Credi che lo siano veramente?»
Bodie si strinse nelle spalle. «Non lo so. È possibile, anzi probabile.»
«Okay, supponiamo che lo siano. Questo non mi sembra un movente per un omicidio. Il divorzio si ottiene come ridere in questo Stato e lei ne sarebbe uscita con una buona sistemazione.»
«La metà?»
Pen scosse la testa. «Sono sposati da quasi tre anni. Probabilmente a lei spetterebbe la metà di quanto ha guadagnato papà dopo la data del matrimonio, più, forse, un paio d’anni di alimenti.»
«Ma se lei…» Bodie esitò.
«Lo uccide?»
«Sì. Si prende tutto. Compresa l’assicurazione.»
«Questo dipende dal testamento di papà, e da chi è il beneficiario delle polizze d’assicurazione. Suppongo che Melanie e io ne otterremo una parte.» Pen corrugò la fronte. «Melanie ne ha parlato all’ospedale. Ti ricordi? Ha borbottato qualcosa sul fatto che Joyce avrebbe Harrison, l’assicurazione e l’eredità se papà morisse. È stato allora che si è precipitata nella stanza per salvarlo.»
«Ha pensato che Joyce volesse staccare la spina.»
«Ed è stato allora che ha avuto la sua visione», continuò Pen. «Era appena entrata dalla porta, quando è cominciata.»
Bodie si strinse la trapunta sulle spalle. «Pensi che abbia finto?»
Pen considerò la possibilità, ricordò Melanie che si dibatteva fra le sue braccia, gemendo. «Non credo che abbia finto, ma mi chiedo se i suoi sospetti non abbiano fatto scattare la molla, in qualche modo. Lei sospettava già che Joyce e Harrison fossero amanti e pensava che Joyce desiderasse che papà morisse. Il passo è breve verso la convinzione che quei due abbiano complottato per investirlo. Forse è stato il suo subconscio a darle l’idea.»
«E le ha provocato l’attacco», concluse Bodie. «Non saprei. Ho avuto quasi la stessa idea riguardo l’episodio di quella sera al concerto. Lei non sapeva se fossi tu o suo padre, ma si sentiva arrabbiata e colpevole verso entrambi. Così ho avuto la sensazione che la sua visione fosse una specie di perverso appagamento di un desiderio.»
Pen lo fissò.
«Non che lei vi volesse morti. Solo che non sapeva contenere i suoi sentimenti per l’uno o per l’altra. E la sua mente si è bloccata. Le ha dato la visione. Ma ciò che ha visto in trance, si è verificato nella realtà. Forse anche questa visione.»
«Non le ha sempre, le visioni», ribatté Pen e sentì una morsa allo stomaco.
«Per sua madre aveva visto giusto, no?»
«Ma ci sono state altre occasioni. Come la sera del matrimonio di papà e Joyce. Erano in volo per le Hawaii per la luna di miele. Melanie e io eravamo qui a casa e lei ha avuto un attacco. Quando si è ripresa, ha detto che l’aereo era esploso in volo.»
Bodie piegò le labbra come per fischiare, ma non ne uscì alcun suono.
«Chiaro che quella volta sbagliava», riprese Pen. «Nessun aereo è precipitato quella sera, tanto meno quello che trasportava papà e Joyce.»
«Non era contenta del matrimonio, questo lo so.»
«Era furibonda. Credeva che papà tradisse la memoria di nostra madre e che Joyce fosse una sgualdrina che aveva incastrato papà per il suo denaro. Ecco perché è venuta ad abitare con me quando sono tornati dal viaggio di nozze. Non poteva sopportarli.»
«Poi c’è stata la sua visione che riguardava me», riprese Pen dopo qualche secondo. Provò di nuovo quella strana sensazione allo stomaco ed ebbe improvvisamente caldo. Si scrollò la coperta dalle spalle e tirò un profondo sospiro. Parlare di questo sarebbe stato difficile. Ma Bodie doveva sapere.
«Era l’estate prima del mio ultimo anno al college. Tornavo sempre a casa durante l’estate. Melanie aveva quindici anni. Aveva cominciato a frequentare un tale, Steve Wells, che si era appena diplomato al liceo. Aveva diciassette o diciotto anni, mi pare.»
«Le piacciono gli uomini più vecchi», osservò Bodie.
Pen sorrise. «Già, evidentemente è così. A ogni modo, lui passava un sacco di tempo qui in casa…» Tacque esitando.
«E si è innamorato di te», concluse Bodie.
Pen annuì. «Te l’ha detto Melanie?»
«Non c’era bisogno di dirlo. Da come si comporta con te, è chiaro che qualcosa dev’essere successo.»
«Dio, io non avevo fatto niente per incoraggiarlo. Voglio dire, ero gentile con lui, non lo ignoravo, ma non ho mai flirtato con il ragazzo, niente di simile.»
La faccia di Bodie arrossì leggermente.
Pen non voleva pensare che cosa potesse significare quel rossore. Prese a giocherellare con il bordo del pantalone del pigiama. «Una sera lui era qui a cena. Papà si occupava del barbecue sul retro. Dopo cena, doveva uscire. Aveva una riunione o qualcosa di simile, l’ho dimenticato.»
«Fammi indovinare», la interruppe Bodie. «Tutti e tre siete andati nella jacuzzi.»
Pen lo guardò negli occhi.
«Non avevamo ancora la jacuzzi.»
«Oh.»
«Melanie si era addormentata sul divano. Avevamo bevuto a cena e lei era un po’ sbronza. Andai in cucina a preparare il caffè e Steve mi seguì. È stato terribile. Balbettando, lui dichiarò di aver perso ogni interesse per Melanie dal momento in cui aveva posato gli occhi su di me e l’unica ragione per cui continuava a frequentarla era che poteva venire in casa e vedermi. Gli dissi di scordarselo, che non volevo aver niente a che fare con lui e che se aveva perso interesse per Melanie, doveva uscire dalla sua vita. Gli ci volle un po’ per captare il messaggio. Ma alla fine se ne andò.