Se Whit muore…
Bel pensierino, maledizione.
Si ricordò dello choc che aveva provato quando Pen gli aveva chiesto, la sera prima, se avesse freddo. Per un istante aveva temuto, e sperato, che lei lo invitasse nel letto. Niente cose strane, avrebbe stabilito lei. Promesso? Oh, sì.
Non era successo.
Niente era successo.
Non proprio niente. Lei non gli aveva detto di andarsene. Erano rimasti seduti per un bel po’, soli nella camera di Pen, lei in pigiama, lui con l’accappatoio e avevano parlato. Lei gli aveva confidato dei piccoli segreti. Si era stabilita un’intimità fra loro.
Merito della visione di Melanie. Senza quel pretesto… Non era un pretesto, concluse fra sé Bodie. Era il motivo per cui era andato nella camera di Pen.
Le sue intenzioni erano assolutamente onorevoli.
Ma Dio, e se fosse accaduto qualcosa?
Non è successo. Non succederà. Non pensarci neppure.
Supponiamo che lei avesse detto: «Bodie, sono rimasta sveglia pensando a te, desiderando che fossi qui. Ti amo. Non posso fare a meno di amarti».
Con un gemito, Bodie spinse da parte le coperte e si alzò. Quando si fu vestito, andò in corridoio. La porta del bagno era chiusa. Sentì scorrere l’acqua… qualcuno stava facendo il bagno? Si pettinò in camera e infine scese a pianterreno.
Dal silenzio, immaginò che nessuno fosse nei paraggi. Qualcuno era stato in cucina, però. Bodie si versò una tazza di caffè bollente.
Al centro del tavolo c’era un biglietto. Bodie lo prese.
Ciao,
sono andata a messa e ho qualche commissione da fare. Ci vediamo quando torno. Mettetevi comodi. Nel frigorifero ci sono uova e bacon e una torta al caffè. Servitevi. Con affetto,
Brava, pensò Bodie, e mise giù il biglietto.
Andata a messa? Questo vuol dire che è cattolica. Oggi ti confesserai, Joyce? E che genere di peccati bisbiglierai all’orecchio del prete? Adulterio? Tentato omicidio?
Oltre la porta a vetri, il patio era illuminato dal sole. Bodie si avvicinò alla porta, afferrò la maniglia. Vide Pen a sinistra, adagiata su una sdraio, che leggeva un libro. Indossava una camicetta a scacchi gialla e blu, e pantaloncini corti bianchi. Teneva le gambe tese, gambe lunghe e affusolate, con i piedi nudi incrociati alle caviglie. In mano reggeva una tazza di caffè.
Bodie desiderava uscire e sedersi accanto a lei.
Che male c’era?
Lui non sapeva che male c’era, ma forse Pen desiderava restare sola, o forse Melanie avrebbe fatto la sua apparizione carica di sospetti. Meglio non farsi trovare con Pen di prima mattina.
Perciò si tirò indietro dalla porta.
Portò la tazza di caffè in soggiorno. Sul tavolino c’era una copia del Los Angeles Times della domenica. Sfogliò il giornale finché trovò la pagina della critica letteraria e si sedette sul divano a leggere un articolo mentre beveva il caffè e aspettava.
Quando la tazza fu vuota, tornò in cucina a riempirla. Si avvicinò alla porta e guardò fuori di nuovo. Pen era sempre sulla sdraio. Aveva sollevato le ginocchia e teneva il libro aperto sulle cosce. I suoi capelli luccicavano alla luce del sole.
Con un sospiro, Bodie si girò. Riportò la tazza di caffè in soggiorno e sedette. Tutto questo è pazzesco, pensò, e io sono un verme. Lei è la sorella di Melanie, santo cielo.
Non ho fatto niente.
Sarà meglio non fare niente.
Probabilmente mi tirerei la zappa sui piedi. Anche se Pen si interessasse a me, ripeto se, lei è leale nei confronti di Melanie. Guarda com’è andata quando quello Steve le ha fatto delle proposte.
Bodie aprì la pagina del giornale per leggere gli avvisi pubblicitari dei cinema.
Melanie scese le scale. Indossava pantaloni di fustagno color ruggine, una felpa senza maniche grigia e il solito nastrino nero.
«Dove sono gli altri?» domandò Melanie avvicinandosi.
Bodie si alzò. «Non so dove sia tua sorella. Joyce è andata a messa.»
«A messa?» fece lei con un sorrisetto.
«Tutto a posto?» s’informò lui e le accarezzò la nuca. I folti capelli neri di lei erano umidi. Melanie si fece più vicina, si baciarono. Le sue mani scivolarono nelle tasche posteriori dei pantaloni di Bodie. Lui le infilò le mani sotto la felpa. La pelle di Melanie era liscia. Niente spalline. Le mani di Bodie andarono su e giù sulla schiena. Velluto. Caldo. Melanie era meravigliosa al tatto ed era la sua donna, lui era un pazzo a desiderare Pen quando aveva già Melanie. Spinse una mano sotto la cintura dei pantaloni di fustagno.
«Quando mai non sei eccitato?» gli bisbigliò lei all’orecchio.
«Non quando sei nelle vicinanze.»
Lei sorrise leggermente. Lo baciò di nuovo e si scostò. «Chissà se quella puttana ci ha lasciato qualcosa da mangiare.»
«Uova e bacon nel frigorifero, più una torta al caffè.»
Andarono in cucina.
«Certo che è uscita presto», osservò Melanie.
«Credi che voglia evitarci?»
«Io ci eviterei, al suo posto.» Melanie prese il biglietto dal tavolo. «A messa. Commovente. Vuole farci credere che è andata a pregare per papà?»
«Forse è così.»
«Già, a pregare perché lui muoia.»
Bodie andò alla porta. «Oh, c’è Pen. Chissà se ha già mangiato.»
«Domandaglielo.»
Lui aprì la porta. Il rumore fece voltare la ragazza. «Buongiorno», salutò Bodie.
«Ciao, Bodie.»
Lui sentì battere il cuore più forte. «Hai fame?»
Con un cenno affermativo, Pen mise giù le gambe dalla sdraio e si alzò. Bodie si accorse di guardarle le gambe, mentre camminava verso di lui. Allora si voltò.
«È magnifico qui fuori», dichiarò Pen ed entrò in cucina. «A casa mia non mi siedo mai all’aperto.»
«Dovresti cercarti un nuovo appartamento con un patio privato», suggerì Melanie.
«Hai ragione, lo farò. Dormito bene?» le chiese Pen.
«Bene», rispose Melanie.
«Anch’io», intervenne Bodie. «Sono solo un po’ intontito per ieri.»
«Colpa della jacuzzi. E del vino.» Pen incontrò gli occhi di Bodie e aggiunse: «Mi sono addormentata immediatamente».
«Hai visto il biglietto di Joyce?» chiese Bodie.
«Logico che se ne stia per conto suo.»
«Che cosa vuoi dire?» volle sapere Bodie.
«Semplicemente che non può sentirsi a suo agio con la famiglia di papà. È evidente che va a letto con Harrison.»
«Pensavo che non ci credessi», osservò Melanie. «Che cosa ti ha fatto cambiare idea?»
«Il fatto di esserle vicino, credo. Non so come definirlo, ma c’è qualcosa in lei… Forse come si comporta, non lo so, quasi volesse farsi benvolere. È come se avesse la coscienza sporca, perciò si forza di mostrarsi tutta zucchero. Aggiungi il fatto che ieri mattina Harrison era qui… e quello che mi hai detto a proposito del letto.» Pen guardò la sorella con la fronte corrugata. «Mi fa pensare che tu abbia visto giusto. Lei non andrebbe a letto con Harrison, se amasse papà.»
«Lei non ha mai amato papà», ribatté Melanie. «Voleva solo i suoi soldi.»
«Ma questo non significa che abbia cercato di ucciderlo», intervenne Bodie.
Melanie lo fulminò con lo sguardo.
Lui fece una smorfia. «Bocciato.»
«A che cosa alludi?» volle sapere Pen. «Ha cercato di uccidere papà?»
Bodie si sforzò di apparire mortificato per il suo intervento. Con una scrollata di spalle aggiunse: «Sarà meglio che tu glielo dica, Melanie».
«Bel lavoro.»
«Mi è uscito spontaneo.»
«Vorrei che qualcuno mi dicesse che cosa succede», fece Pen. «Credo di avere il diritto di sapere. È anche mio padre.»
Melanie si appoggiò al battente del frigorifero e incrociò le braccia sul petto. Sospirò, lanciò a Bodie un’altra occhiata di fuoco e infine guardò la sorella negli occhi. «Joyce e Harrison hanno ideato un piano per investire papà con un’auto.»