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«Torniamo a casa di Harrison», decise la ragazza. «Forse se ne sono andati, ormai.»

Pen esitò davanti alla porta e si asciugò le mani sudate sui pantaloncini corti. Sta’ calma, si disse. Non c’è motivo di essere nervosa. Non è mica il dentista, non devi farti otturare un dente. Non succederà niente di strano. Che cosa credi, che ti sparino?

Aprì la porta ed entrò.

C’erano parecchi altri clienti, ma lei si sentiva osservata, un’estranea che non aveva nessun motivo di trovarsi in quel negozio. Un rivoletto di sudore le scese sul fianco. Vi premette il braccio.

Parte della tensione si allentò quando vide uno scaffale di libri vicino al banco. Libri. Territorio familiare. Si avvicinò allo scaffale e vide The Shooter’s Bible, La Bibbia del Tiratore scelto. La copia che aveva a casa probabilmente era vecchia di cinque anni, con informazioni non aggiornate. Sollevò uno dei pesanti volumi dallo scaffale, ne sfogliò le pagine e se lo cacciò sotto il braccio decisa ad acquistarlo.

Non sono poi così fuori posto, dopo tutto, pensò. Probabilmente sono più esperta di armi da fuoco delle persone presenti nel negozio.

So, per esempio, che le rivoltelle non hanno la sicura. Un silenziatore va bene per un’automatica, ma non serve su una rivoltella perché il rumore esplode attorno al cilindro. Non si resta colpiti da una pallottola, questa fa parte della cartuccia che rimane nella camera di scoppio. Con un’automatica basta premere giù il grilletto, ma con una semiautomatica basta premere il grilletto a ogni colpo. Una 357 Magnum richiede munizioni calibro 38.

Diavolo, non sono del tutto ignorante.

Sentendosi più sicura, Pen si allontanò dallo scaffale dei libri e si avviò lungo un corridoio. Vide fucili automatici e da caccia allineati nelle rastrelliere dietro il banco in fondo al negozio.

Si fermò davanti alla vetrina d’esposizione. L’impiegato all’estremità stava avvolgendo nella carta alcune scatole di munizioni per un uomo con una giacca da safari.

Nella vetrina c’erano pistole, teleobiettivi, fucili automatici, coltelli, manette…

Manette.

Pen le fissò.

Le avevano bloccato la circolazione, cosicché le mani erano intorpidite. E aveva profondi solchi nei polsi. Lei aveva sentito quelle manette conficcarsi nelle natiche mentre Harrison la violentava.

«Desiderava vedere un paio di manette?»

Pen guardò, sorpresa, l’impiegato. «Uh, no. No, grazie.» Posò il libro sul banco. «Vorrei prendere questa. E anche un’arma.»

L’impiegato annuì. La sua testa, in cima a un lungo collo, sembrava troppo piccola per il corpo. I capelli biondi e ondulati erano tagliati corti e i baffetti quasi invisibili. Ammiccò a Pen attraverso gli occhiali con la montatura di metallo. «È per difesa personale o…»

«Difesa personale», tagliò corto Pen.

La piccola testa dell’uomo dondolò. «Questo restringe il campo. Ci vuole qualcosa di leggero, ma abbastanza potente da fermare eventuali attacchi.» L’impiegato abbassò la testa e frugò nella vetrina. «Abbiamo una piccola Walther PPK, una semiautomatica a sette colpi. Le mostro anche la 32 e la 380.» L’impiegato si chinò e allungò il braccio per aprire il retro della vetrina.

«No», disse Pen. «Veramente io pensavo a un fucile da caccia.»

L’uomo inarcò le pallide sopracciglia.

«Un fucile da caccia calibro 12.»

Lui si drizzò di colpo. Nei suoi occhi parve balenare un lampo d’ammirazione. «Vuole proprio un’arma con potere d’arresto.»

«E quanto ho in mente.»

Lui si girò e sollevò un fucile dalla rastrelliera sul muro. «Ecco un Marlin a pompa calibro 12, calcio in legno di noce, tutte le parti in acciaio. Caricatore a cinque colpi con le pallottole standard, o quattro se usa proiettili magnum.»

«Magnum?» ripeté Pen.

«Sono più lunghi di proiettili standard. Alta velocità.»

«Capisco.»

«Ecco, provi questo.» L’impiegato le passò il fucile. Era pesante e sembrava pericoloso. Le piaceva. Ma non sapeva che cosa fare, ora che reggeva il fucile. Dopo un’occhiata al mirino, lo riconsegnò all’uomo.

«L’arma perfetta per la difesa in casa», spiegò l’impiegato. Poi, parlando sommesso come se le rivelasse un segreto, soggiunse: «Lei è a casa, di notte, qualcuno s’introduce furtivo… Lei possiede uno di questi aggeggi. L’uomo che si è introdotto scopre che lei è armata con questo balocco e sparisce. Dico: sparisce». Un largo sorriso si dipinse sulla faccia del giovane. «C’è il caso che lei non debba sparare neppure un colpo. Chiude la porta della camera da letto, lo sente arrivare. Aspetta finché è fuori dalla porta e poi…» L’impiegato s’interruppe piegando il braccio come se azionasse la pompa del fucile. «Lui sente e capisce che cosa ha in mano. Scappa. Il miglior deterrente del mondo… solo il suono del cane che si alza.»

«Mi piace», convenne Pen. «Quanto costa?»

«Duecentoventicinque, e le aggiungo una scatola di munizioni magnum.»

«Lo prendo.»

«Magnifico.»

«Quante pallottole ci sono in una scatola?»

«Cinque.»

«Mi dia altre quattro scatole di scorta.»

«Le occorre anche l’equipaggiamento per pulirlo.»

Pen annuì.

Tornando a casa, si sentiva soddisfatta di sé. Ce l’aveva fatta, aveva comperato un fucile.

Avrebbe dovuto farlo venerdì sera. Le cose sarebbero andate diversamente. Niente cordone teso sulla porta, per cominciare. Nessuna testata contro il muro, per poco non si spaccava il cranio.

Non si sarebbe lasciata prendere dal panico.

E non avrebbe accoltellato Bodie.

Costava un sacco di soldi, ma li valeva.

E poi, concluse fra sé, traslocare in un altro appartamento sarebbe costato come il fucile.

Ora non devi più scappare.

Possiedi un fucile a pompa calibro 12 con pallottole magnum.

E mantieni la tua postazione.

15

Passarono davanti alla casa di Harrison. La Mercedes era sempre parcheggiata nel viale, la Lincoln Continental di Joyce era ancora parcheggiata a un isolato di distanza.

«Perché non torniamo a casa di tuo padre?» suggerì Bodie. «Così possiamo prendere la roba di Pen e portargliela.»

«Okay», approvò Melanie.

A Bodie non garbava che Pen rimanesse sola nel suo appartamento. Gli sarebbe mancata. Non più occasioni di andare nella jacuzzi con lei. E nessuna possibilità di sgusciare nella sua camera mentre Melanie dormiva.

Forse potevano convincerla a tornare.

Forse io potrei convincerla. Non mi aspetto nessun aiuto in proposito da parte di Melanie. Ricordare a Pen le telefonate, il biglietto sotto la porta, spaventarla fino a costringerla a tornare. Se insisto troppo, però, Melanie non approverà, potrebbe sospettare che io abbia in mente qualcosa di più della sicurezza di Pen.

Se non altro avrò occasione di vederla quando le riporteremo la sua valigia.

Forse lei ha già cambiato idea. Ha avuto il tempo di calmarsi. Con un po’ di fortuna, può darsi che l’uomo delle telefonate riehiami.

Bodie svoltò in San Vicente e pensò di chiamarla lui stesso. Dal telefono di Joyce. Avrebbe dovuto allontanarsi da Melanie abbastanza a lungo…

E se Pen riconosceva la sua voce?

Voglio venirti in bocca.

Voglio allargarti le gambe e infilarti il mio…

Non posso parlarle a quel modo. Neanche pensarci.

Potrei chiamarla e non dire una parola. Lei si spaventerebbe.

Uno sporco trucco, ma potrebbe convincerla a non restare sola nel suo appartamento. Il tipo potrebbe farle visita.