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Non c’erano.

«Maledizione!» sussurrò Pen.

Sentiva una morsa allo stomaco.

Doveva aver lasciato le mutandine nella lavatrice o nell’asciugatrice. Erano piccole e nere, era facile non vederle quando aveva rimosso gli altri panni dalle macchine. Di solito faceva scorrere le mani sul cestello di metallo per assicurarsi di non lasciarvi nulla. Quel giorno non l’aveva fatto. Era troppo preoccupata, troppo ansiosa di tornare a casa.

Bella mossa.

Non voleva ridiscendere. Voleva restare là al sicuro, con i telefoni staccati e magari bere un bicchiere di vino e fare un lungo bagno caldo.

Meglio prendere le mutandine prima che lo faccia qualcun altro.

Si affrettò a uscire ed era a metà scala quando si accorse di non aver preso il coltello.

Batté la mano sulla tasca dei calzoncini e non sentì le chiavi. Il suo cuore galoppava. Batté la mano sull’altra tasca. Non teneva mai le chiavi in quella tasca, ma erano proprio lì.

Grazie a Dio.

Sarebbe stato davvero fantastico se fossi rimasta chiusa fuori casa.

Camminando vicino alla piscina, prese il mazzo di chiavi dalla tasca e scelse quella della lavanderia, tenendola in mano mentre raggiungeva lo stanzone.

Appena entrata, si chinò sulla lavatrice per sbirciare dentro, tastò i bordi del cestello e fece scorrere le dita sotto la cima nel caso l’indumento fosse rimasto impigliato. Si accucciò davanti all’asciugatrice e ripeté l’operazione. Controllò perfino la lavatrice che aveva usato per i panni bianchi. Poi guardò sul pavimento.

Le mutandine erano decisamente sparite.

Qualcuno era entrato e le aveva portate via.

Manny? E se non era Manny?

Con un gran freddo dentro, Pen si affrettò a tornare nel suo appartamento. Si appoggiò tremando alla porta.

Ora calmati.

Calmati, maledizione. Qualcuno ha preso le mutandine, le desiderava e le ha rubate. Ora sono nelle sue mani.

Mi ha osservato entrare e uscire dalla lavanderia.

Devo andarmene da qui.

17

Dopo essersi svegliato, Bodie passeggiò fino al gazebo. Cacciò le dita nell’acqua fredda della jacuzzi e ricordò il caldo ribollire della notte precedente. Pen così bella, Melanie in topless che flirtava e più tardi completamente nuda, ansiosa di distogliere l’attenzione di Bodie da sua sorella.

Dov’è adesso Melanie? Rannicchiata nell’armadio di Harrison? Nascosta sotto il letto? Magari era stata colta in flagrante dal giovane avvocato.

Pensava di dover fare qualcosa in proposito, ma che cosa?

Girò attorno alla piattaforma di legno, trovò i controlli. Girare una manopola, accendere un interruttore, e probabilmente sarebbe uscita acqua calda.

Avanti.

Compì l’operazione.

Il macchinario prese a ronzare e la limpida superficie si agitò leggermente. Abbassò un braccio nell’acqua e sentì una corrente calda lambirgli il polso.

Tornò alla casa. Di sopra trovò il costume da bagno della sera prima e lo indossò. Con un asciugamano sulle spalle nude, scese in cucina. Prese una birra dal frigorifero, l’aprì e ritornò verso la vasca. Si immerse.

L’acqua lo fece rabbrividire, ma sedette davanti al tubo di alimentazione. Da lì l’acqua veniva calda contro la schiena.

Era seduto dov’era stata Pen quella sera.

Chiuse gli occhi e la rivide còme gli era apparsa, il viso che rifletteva la luce rossa, i capelli biondi colore del plenilunio, le ciocche che le ricadevano sulla fronte, la lucentezza di seta delle sue spalle bagnate, il modo in cui l’acqua le lambiva i seni.

L’acqua era più calda, ora.

«Ciao.»

Bodie aprì gli occhi. Per un momento non riuscì a credere che Pen fosse là, in piedi. E invece era proprio lei. «Ciao», la salutò Bodie.

«Non pensavo che ci fosse qualcuno.»

«Soltanto io.»

«Dove sono gli altri?»

«Joyce è ancora… fuori.»

Pen annuì, per un momento le balenò uno sguardo furente negli occhi.

«Melanie mi ha abbandonato qui.»

Lei salì gli scalini, lasciò i sandali sulla piattaforma e sedette sul bordo, con i piedi penzoloni nell’acqua. «Potrebbe essere più calda», osservò.

Bodie si strinse nelle spalle. Il suo cuore batteva forte.

«Non sapevo che cosa fare, tutta sola.»

«Ti avevo chiamato, prima.»

Lei sollevò le sopracciglia con aria interrogativa.

«Probabilmente non eri in casa», aggiunse Bodie.

«Non ho ancora riallacciato il telefono. Non ancora. Chi lo sa, forse non lo riallaccerò mai.»

«Va così male?»

«Capisco che è ridicolo.»

«Non credo.»

«Grazie. Per che cosa hai telefonato?»

«Perché non indossi il costume e vieni in acqua?»

«È per questo che hai chiamato?»

«Ti ho telefonato per via di Melanie.»

Pen lo invitò a proseguire con un cenno del capo.

«Siamo tornati a casa di Harrison. Prima siamo andati alla stazione di polizia, ma non abbiamo scoperto granché. Poi siamo andati da Harrison. Lui e Joyce erano ancora là, perciò siamo rientrati e Melanie gli ha telefonato… per annunciargli che tuo padre era uscito dal coma e che voleva parlargli.»

«Dici sul serio?»

«Ha funzionato. Siamo tornati là di corsa e lui non c’era, così ci siamo introdotti nel garage per dare un’occhiata alla Porsche.»

«Vorresti dire, che vi siete introdotti illegalmente?»

«Melanie ha rotto un vetro.»

«Gesù Cristo! E tu l’hai lasciata fare?» Pen non sembrava arrabbiata con lui, solo perplessa.

«Be’, non esattamente. Non sapevo che cosa avesse in testa. Quando ha telefonato a Harrison con quella storiella, non avevo idea di che cosa avrebbe detto finché ha parlato. E anche allora non riuscivo a credere alle mie orecchie. La stessa cosa è capitata quando ha rotto la finestra del garage. L’ha fatto e basta. Ero pronto a filare, e lei ha fracassato il vetro con il gomito.»

«Dovevi impedirle di fare una pazzia del genere. Era quella la sua idea, oltre indagare su Harrison?»

«Be’, in parte era quella di cercare le prove.»

«Ne avete trovate?»

«La Porsche non aveva neppure un graffio. Se è stato lui a investire tuo padre, deve aver usato un’altra auto.»

Pen annuì. «Quadra. Lui è troppo furbo per usare la sua macchina per un’impresa simile.» Si appoggiò all’indietro, si abbracciò con le braccia irrigidite. Girò la testa come se volesse sciogliere i muscoli. La camicia a scacchi si sollevò mostrando un triangolo di pelle tra l’ultimo bottone e la cintura dei calzoncini. Un altro po’ di pelle apparve quando lei sollevò una mano per massaggiarsi il collo.

«Mal di testa?» s’informò Bodie.

«Non ancora. Solo il collo rigido. Sono stata piuttosto tesa.»

«L’acqua calda ti farebbe bene.»

«Sei proprio deciso a farmi entrare.» Pen sorrise leggermente mentre lo diceva.

Lui le sorrise a sua volta. «No.»

«Ci manca che Melanie ritorni e mi trovi nella vasca con te.»

«Non peggio di quanto sarebbe successo se mi avesse trovato nella tua camera, l’altra notte.»

«Vero. Ma non credo che sia il caso di sfidare la fortuna. Dov’è Melanie, a ogni modo?»

«Non lo so, con certezza.»

«Dove pensi che sia?»

«In casa di Harrison, a spiare i sospetti.»

«Che cosa?»

«Non ne sono sicuro.»

Pen si alzò. Corrugò la fronte e si sporse leggermente in avanti, come se volesse sentire meglio ciò che diceva Bodie. Teneva le mani sulle cosce. «E in casa di Harrison?»