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Per un momento Bodie non afferrò. Poi si rese conto che lei li aveva sentiti a letto.

Non è ciò che pensavo usando «lati positivi», ragionò lui.

Lei crede che sia così.

Mio Dio, ci ha sentito mentre facevamo l’amore.

«Sicuro, immagino che avremmo dovuto alzare il volume della radio», disse.

«Probabilmente Melanie voleva che sentissi», replicò Pen. «Da come si è comportata l’altra sera, non mi sorprenderebbe.»

«Voleva che la sentissi?» ripeté Bodie.

«Perché sapessi che lei aveva qualcosa che io non ho.»

«Alludi a me?»

Ecco, sta parlando di me.

«Cercava di farti ingelosire?» azzardò lui. La sua voce risuonò lontana.

«Non ne sarei sorpresa», ripeté Pen.

«E lo eri?» Bodie non riusciva a credere di averlo detto.

«Gelosa?» Pen gli lanciò un’occhiata. «Tu che pensi?»

Bodie inghiottì. «Non vorrei azzardare… un’ipotesi.»

«E io non voglio azzardare una risposta. Se ti rispondo che ero gelosa, è come se ti incoraggiassi, e non potrei fare una cosa simile a Melanie. Se ti rispondo di no, sarebbe un insulto per te.»

«Ottimo ragionamento.»

«Restiamo amici.»

«Buona idea.»

«Meglio tenere gli occhi aperti per vedere se c’è il tuo furgone.»

Bodie notò che lei aveva appena svoltato nella strada di Harrison.

La Mercedes era parcheggiata nel viale. La Continental di Joyce era accostata al marciapiede davanti alla casa.

«Interessante», osservò Pen. «Stavolta non si è curata di parcheggiare lungo la strada.»

«Il loro segreto d’amore non è più tale.»

«Ci ha pensato Mel a svelarlo.» Pen svoltò l’angolo. «Mi chiedo che cosa avevano da dirsi.»

«Qualsiasi cosa fosse, probabilmente Melanie ha sentito.»

«Se è là dentro.»

Trovarono il furgone di Bodie parcheggiato sul lato opposto dell’isolato.

Pen fermò l’auto dietro. Bodie scese, sbirciò attraverso i finestrini e tornò alla macchina di Pen. «Dentro non c’è.»

«Allora è proprio nella casa di Harrison.»

«Si direbbe di sì.»

«Qualche idea brillante?» domandò Pen.

«Lasciamola là.»

«Fantastico.»

«Dico sul serio. Si è introdotta da sola, ed è perfettamente capace di cavarsela al momento giusto.»

«E se non ce la fa? Se l’hanno già nelle loro mani? Magari sono tornati dall’ospedale, hanno parlato fra loro dell’incidente di papà e poi l’hanno acciuffata.»

«Allora la situazione diventa alquanto problematica. Ma io preferisco credere che non sia andata così. Per quello che ne sappiamo, quei due non hanno niente a che fare con l’incidente. Non diventeranno violenti con Melanie… solo perché lei sa che hanno una relazione.»

Pen lo guardò: i suoi occhi erano seri. «Non possiamo lasciarla là», sussurrò.

«Lo so.»

«Ma hai appena detto…»

«Cercavo solo di scartare l’idea di commettere un gesto da stupidi.»

«Per esempio?»

«Io vado a prenderla. Tu rimani in macchina e chiami la polizia se non torno fra cinque minuti.»

«Questo sarebbe il tuo piano?» chiese Pen.

«Grandioso, no? Semplice e diretto.»

«Lui ha una pistola.»

«Non sparerà a nessuno. Non con te che aspetti fuori.»

«Non mi piace.»

«Hai un altro piano?» suggerì Bodie.

«Entro io e tu aspetti in macchina.»

«No, e per un’ottima ragione.»

«Quale?»

«Non ti lascio andare.»

18

Pen sterzò nel viale e andò a fermarsi dietro la Mercedes di Harrison. Con il motore acceso.

Bodie si sfilò l’orologio e lo tese a Pen. «Cinque minuti», disse.

«Ho paura.»

«Io no.»

«Si vede.»

«È stato bello conoscerti.»

«Molto divertente.»

Bodie scese dall’auto. Aveva l’impressione di trattenere il respiro. Gli pareva che le gambe si piegassero, ma le costrinse a muoversi, una dopo l’altra, finché raggiunse la porta d’ingresso.

Premette il campanello.

Bodie respirava a fatica.

Si chiese quando Pen avesse cominciato a contare i cinque minuti, se dal momento in cui era sceso dalla macchina o se aveva deciso di aspettare che fosse entrato in casa.

Allungò la mano per suonare di nuovo e la porta si aprì.

Harrison inarcò un sopracciglio. Indossava una vestaglia blu a strisce bianche e non impugnava una pistola. «Guarda chi c’è!» esclamò.

«Scusi se la disturbo», attaccò Bodie, cercando senza successo di impedire alla voce di tremare.

Harrison si piegò di lato e guardò oltre Bodie. «E uno. Dov’è l’altra sorella, chiusa in una cabina telefonica?»

«Posso entrare? Vorrei parlarle.»

Harrison si spostò per lasciarlo entrare. «Suppongo che lei sia stato scelto per rappresentare il comitato di reclamo.»

«Qualcosa di simile.»

Harrison chiuse la porta. «Che cos’ha in mente di fare, prendermi a pugni?»

«No, grazie.»

«Allora che cosa?»

«Sappiamo di lei e Joyce.»

Harrison fece una smorfia. «È abbastanza ovvio, a questo punto. È fuori strada, tuttavia, se crede che io abbia qualcosa a che fare con l’incidente.»

Bodie si sentì mancare. «Non so che cosa…»

«Lei non c’entra con la telefonata o con la visita nel mio garage?»

Bodie captò un movimento di lato. Voltando la testa vide Joyce appoggiata alla porta dell’anticamera.

Indossava un accappatoio troppo grande per lei. Le maniche erano arrotolate sopra i polsi. «Quando torno a casa», sibilò la donna, «ve ne andate tutti e tre. Non voglio rivedervi mai più.»

«Bene», approvò Bodie.

«Chi paga per la finestra del garage?» volle sapere Harrison.

«Melanie», rispose pronto Bodie e si chiese se la sua voce fosse abbastanza forte per far uscire la ragazza dal suo nascondiglio.

«Lo sapevo», commentò Joyce.

«Quella pazza puttana», aggiunse Harrison.

«Stia a sentire, signor…»

«No, stia a sentire lei. Noi non apprezziamo il fatto di essere i bersagli di una folle vendetta, e i tribunali hanno opportuni rimedi…»

«MELANIE!»

«Che diavolo sta cercando di…»

«MELANIE, VIENI FUORI!»

Joyce si strinse l’accappatoio attorno al corpo e rimase irrigidita, con un’espressione di paura sulla faccia.

«È qui?» tuonò Harrison. «Maledizione, quella dannata puttana è in casa mia…»

Bodie gli passò davanti.

Harrison lo agguantò alla spalla. Con un gesto fulmineo, Bodie gli scostò la mano. «Saremo fuori di qui in…»

Joyce strillò. L’espressione furente di Harrison si tramutò in sorpresa. Bodie si voltò in tempo per vedere Joyce atterrare sul pavimento con Melanie sulla schiena. A cavalcioni sulle natiche della malcapitata, Melanie le strappò i capelli, le piegò indietro la testa e le sferrò un pugno alla guancia.

Bodie, spintonato da Harrison, cadde contro una sedia. Si rialzò. Mentre si lanciava attraverso la stanza, vide Harrison afferrare Melanie per il colletto della felpa nel tentativo di allontanarla da Joyce. La felpa senza maniche volò sopra il corpo della ragazza, le coprì la faccia, le inchiodò le braccia per un istante, poi si sfilò completamente. Harrison perse l’equilibrio, agitando l’indumento in direzione del soffitto, e cadde a terra.

Melanie, nuda fino alla vita, prese a tempestare di pugni la nuca di Joyce.

Harrison si stava rialzando.

Bodie lo ignorò, afferrò il braccio di Melanie e la trascinò via da Joyce.

«Lasciami andare!» gridò Melanie.

«Vieni.»