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Lei cadde in ginocchio, trascinata da Bodie.

«Calmatevi tutti quanti!» gridò Bodie. «Ce ne andiamo. Subito.»

«Pazza puttana!» gridò Joyce.

Harrison si mosse.

«Lasciala stare!» lo avvertì Bodie.

L’altro caricò. Con la punta della scarpa colpì Melanie alle costole, appena sotto l’ascella. Lei si liberò della stretta di Bodie e cadde sbattendo il viso sullo spigolo di un tavolo. Harrison si lanciò verso Bodie che lo bloccò torcendogli il braccio dietro la schiena e lo sollevò da terra. Mentre Harrison cadeva, Bodie gli sferrò una ginocchiata nel ventre. «Ti avevo detto di lasciarla stare!»

Melanie era in ginocchio, una mano sul tavolo, l’altra premuta sulla guancia. Il sangue le colava fra le dita. Sul fianco un livido rosso per il calcio ricevuto.

Bodie si accovacciò e le porse la felpa. «Andiamo», disse con voce gentile. «Andiamo fuori di qui.» Mettendole le mani sotto le ascelle sollevò la ragazza. Lei sembrava molto pesante. Poi si appoggiò sulle gambe. Bodie la guidò verso la porta.

«Io… chiamo la polizia!» gridò Harrison.

Bodie si guardò attorno. L’uomo stava rannicchiato su un fianco, tenendosi lo stomaco. «Fai pure, sbruffone. Ma ti conviene avere un buon alibi per venerdì sera.»

«Pazzi fottuti! Tutti e due.»

Joyce, in ginocchio, si strinse addosso l’accappatoio con le mani; fissava la scena attraverso le ciocche di capelli. La donna non parlò.

Melanie aprì la porta.

Bodie, tenendole un braccio sulla schiena, l’aiutò a scendere gli scalini del portico. Era ancora giorno e lei si premeva la felpa sul viso, ma nascondeva i seni sotto le braccia.

Pen, con un’espressione sbalordita, girò attorno all’auto e aprì la portiera posteriore. «Mio Dio, che cosa è successo?»

«Andiamo via.»

Melanie si rannicchiò sul sedile posteriore, Bodie sedette accanto a lei. Pen si mise al volante. Portò l’auto fuori dal viale e accelerò. «Dove vado?»

«Alla mia macchina.»

«Non sarebbe meglio portarla al Pronto Soccorso? Che cosa le è capitato?» s’informò Pen.

«Ha un piccolo taglio sotto l’occhio. È caduta contro un tavolo», spiegò Bodie.

«Sto bene», mormorò Melanie.

«Meglio portarla al Pronto Soccorso», insistè Pen.

«Sto bene», ripeté sua sorella.

«Ho in macchina una borsa per il pronto soccorso.» Bodie la costrinse ad abbassare la testa sulle sue ginocchia. «Fammi vedere.» Le sollevò la felpa dalla guancia. Il taglio era un centimetro sotto l’occhio sinistro. Il sangue usciva dalla ferita. Lui lo asciugò.

«Che cosa è successo là dentro?» volle sapere Pen. «C’è stata una lotta?»

«Un po’ di trambusto.»

«Hai inchiodato Harrison», ricordò Melanie, e gli sorrise.

«Perché non ti rimetti questa?»

Lei si drizzò, infilò la felpa. Tirò giù l’indumento dalla testa e con il fondo si coprì la guancia. Le spuntava fuori il seno sinistro. Aveva una macchia di sangue vicino al capezzolo.

«Hai scoperto qualcosa?» domandò Pen.

«Sanno che sospettiamo di loro», rispose Bodie.

«E tu, Mel? Dove sei stata tutto il pomeriggio?»

«In camera da letto. Sotto il letto.»

«Che cosa hai sentito?»

«Sono stati loro.»

«A investire papà?»

«Sì.»

«Che cosa hanno detto?»

«Non adesso. Non… non mi sento troppo bene.»

«Si è presa un calcio nelle costole», intervenne Bodie.

Pen si fermò dietro il furgone. Melanie diede le chiavi a Bodie e lui aprì lo sportello. Fu contento di vedere che Melanie aveva abbassato la felpa prima di scendere dall’auto di Pen.

Salirono tutti e tre sul furgone. Mentre Bodie chiudeva gli sportelli, Melanie si adagiò sul sacco a pelo, e si portò nuovamente la felpa macchiata di sangue alla guancia.

Bodie prese la borsa del pronto soccorso. Spalmò una crema disinfettante sul taglio e vi applicò una garza.

Pen, accosciata al suo fianco chiese: «E adesso che cosa facciamo? Andiamo alla polizia?»

«Non credo sia il caso», replicò Bodie. «Melanie è entrata in casa illegalmente. Ed è stata lei a iniziare la rissa. Potremmo finire incriminati entrambi.»

«Magnifico», mormorò Pen.

«Harrison ha minacciato di denunciarci alla polizia. Però, non credo che avrà il coraggio di farlo.»

Pen guardò la sorella. «Davvero l’hai sentito ammettere di aver investito papà con l’auto?»

«Sì.»

«E Joyce?»

«Lei era complice. L’hanno fatto insieme, proprio come pensavo.»

19

Pen finì di metter via la sua roba e aspettò in soggiorno. Bodie scese dopo qualche minuto, reggendo i bagagli. Melanie lo seguiva. Si era lavata il sangue dalla faccia e indossava una camicia bianca pulita.

«Possiamo restare da te?» domandò Melanie.

«Certamente», rispose Pen, guardando Bodie. «Sei sicuro di non voler ripartire stasera?»

«Be’…»

«Non è che voglia liberarmi di voi, ma se Harrison vi ha denunciato, sarebbe meglio non farvi trovare in questo stato.»

«Quello non denuncia nessuno», intervenne Melanie. «Sa che diremmo ogni cosa.»

«Probabilmente sarebbe meglio passare una buona notte di sonno prima di partire», osservò Bodie. «Partiremo in mattinata.»

«Bene.»

Bene un accidente, pensò Pen. Lei desiderava che non se ne andassero affatto. Ma sapeva che non potevano fermarsi a lungo. Partendo l’indomani tutti e due avrebbero perso la scuola e Bodie teneva dei corsi nuovi. Inoltre era meglio che se ne andassero appena possibile prima che Melanie combinasse altri guai.

Tuttavia era sorpresa dall’apparente disponibilità di Melanie a partire.

Sarà meglio tenerla d’occhio, pensò.

«Mi fermerò a un fast food a prendere qualcosa per cena», annunciò Bodie.

«Ce n’è uno qui vicino…»

«L’ho visto.»

Quando uscirono domandò: «Dobbiamo lasciare le chiavi di casa?»

«Nemmeno per sogno», replicò Melanie. «È sempre la casa di papà. Joyce non ha nessun diritto di buttarci fuori a calci.»

«Suppongo di no.»

Melanie salì con Bodie nel furgone, Pen nella sua auto e li seguì a San Vicente.

Mentre tornava a casa sua, pensò che Melanie volesse cambiare idea a proposito della partenza. Era difficile che abbandonasse le speranze di inchiodare Joyce e Harrison, specialmente ora che li aveva sentiti ammettere la loro colpa.

Melanie deve avere un piano. Forse ha in mente di sgusciar via stanotte. Per fare che cosa? Dio solo lo sa. È stata abbastanza pazza da nascondersi in casa di Harrison… e aggredire Joyce.

Dobbiamo stare all’erta, assicurarci che non si allontani da noi. A costo di restar svegli tutta la notte.

Quando Pen parcheggiò davanti a casa sua, si chiese se non dovesse aspettarli in macchina. La fermata al fast food non doveva richiedere più di cinque minuti.

Non essere così paurosa, si disse Pen. Se non hai intenzione di traslocare, e per questo hai acquistato un fucile, dovrai riabituarti a questo posto.

Lui ha preso le mie mutandine. E stato qui oggi pomeriggio. Forse è un inquilino come Manny.

Ma non è Manny, è qualcun altro.

Non posso continuare a vivere così.

E neppure poteva scendere dall’auto.

Andrà meglio quando ci sarà qui Bodie.

Domani cercherò una nuova casa. Starò in un motel fin quando…

Domani Bodie se ne andrà.

Deve andare, deve portar via Melanie da tutto questo.

Io stessa me ne andrei lontano da qui.

Però non posso andare da nessuna parte, con papà in queste condizioni.

Dovrei chiamare l’ospedale, magari andarci questa sera.

E se ci trovo Joyce?