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«A questo proposito probabilmente ha ragione», convenne Bodie.

«Joyce ha paura che papà abbia visto Harrison alla guida. Lei era più propensa a iniettargli qualcosa nelle vene.»

Pen s’irrigidì. «In ospedale?»

«Sì. Ma Harrison le ha spiegato che era inutile tentare una mossa così rischiosa, dal momento che papà non avrebbe mai ripreso conoscenza. Ha detto che dovevano aspettare e vedere. Anche se papà sopravvive, esiste solo una minima possibilità che si ricordi dell’incidente.»

Bodie annuì. «È davvero improbabile che possa ricordare. Da bambino sono caduto dal tetto e ancora oggi non riesco a ricordare d’essere caduto.»

«Che cosa ci facevi sul tetto?» volle sapere Pen.

«Non lo so. Avevo pranzato circa un’ora prima che accadesse, ma il resto è vuoto finché mi sono svegliato in una ambulanza.»

«È così che Peter Hurkos è impazzito», osservò Melanie. «È caduto da una scala o da un tetto o…»

«Be’, io non sono diventato matto, grazie a Dio. Qui uno è…»

«Di troppo?» suggerì Melanie, alzando un sopracciglio.

Bodie parve seccato per un momento. «Stavo per dire che basta uno.»

«Giusto.»

«Piantala», intervenne Pen rivolgendosi a sua sorella.

Melanie fissò Pen con uno sguardo furbesco. «Sono sicura che aspetti solo di liberarti di me.»

«Ehi, guarda che noi siamo dalla tua parte.»

«Allora perché tutti e due siete così ansiosi di rispedirmi a Phoenix?»

«È per il tuo bene», le ricordò Bodie.

«Oh, certo.»

«Guarda che cos’hai combinato oggi», intervenne Pen, cercando di tener ferma la voce. «Hai infranto non so quante leggi…»

«Te le raccomando, le leggi.»

«Cristo, hai aggredito Joyce.»

«Ha cercato di uccidere nostro padre.»

«Forse.»

«Niente forse.»

«Oltretutto, hai messo in grave pericolo anche Bodie. Potevate finire entrambi ammazzati.»

«Mentre tu eri al sicuro nella tua auto.»

«Ehi», protestò Bodie. «Qualcuno doveva restare fuori per chiamare aiuto nel caso le cose si fossero messe male. Pen voleva entrare al mio posto.»

«Sicuro, difendila.»

«Maledizione!» Bodie sbatté la bottiglia sul tavolo, Pen sbatté le palpebre, Melanie sobbalzò, scoppiò in lacrime e corse fuori dalla cucina.

Bodie rimase a guardarla mentre spariva. Poi guardò Pen, scosse la testa e borbottò: «Scusa».

«Se l’è cercato lei.»

«Lo so, ma…» Con un sospiro lui spinse indietro la sedia e si alzò. «Sarà meglio che vada a scusarmi.»

Bodie la trovò in camera di Pen, distesa sul letto con un cuscino sugli occhi. Si sedette accanto alla ragazza.

«Lasciami in pace», borbottò Melanie.

«Ehi, mi dispiace di aver perso la pazienza. Perché non torni di là e finisci di mangiare?»

«Non ho fame.»

«Non vuoi diventare forte e robusta?»

«Ah, ah.»

«Su, andiamo, Mel.»

«Voglio solo dormire. Sono stanca e ho mal di testa.»

«Ti sentirai meglio se finisci di mangiare.»

«No.»

Bodie le mise una mano sullo stomaco. La pelle di Melanie era calda. «Non mi piace vederti sconvolta.»

Lei tirò su con il naso. «Siete tutti e due contro di me.»

«Non è vero. Forse ti abbiamo rimproverato troppo precipitosamente, ma è stata una giornata stressante. Non sapevamo che cosa ti stava capitando mentre eri in quella casa.»

«Ero nascosta.»

«Noi non lo sapevamo. Eravamo realmente preoccupati, e sai perché? Perché ti vogliamo bene. Nessuno è contro di te. Tranne Joyce e Harrison.»

Lei increspò le labbra in un tremulo sorriso. Spinse da parte il cuscino e se lo mise sotto la testa. Con le punte delle dita si asciugò le lacrime dal viso. Poi respirò profondamente. «Non volevo procurarvi tanto disturbo.»

«Niente paura, anzi è stato eccitante, in un certo senso.»

«Davvero Pen voleva entrare a prendermi?»

«Sì. Ho dovuto minacciarla per farla restare in macchina.»

«Non avrei dovuto trattarla a quel modo.»

«Sono sicuro che lei capisce. Questi ultimi due giorni sono stati difficili per tutti noi.»

«Ti dispiace tirare le tende?»

Bodie si alzò, tirò il cordone delle tende chiudendo fuori la luce del tardo pomeriggio.

«Torno di là appena mi sento meglio», mormorò Melanie.

«Rimango con te.»

«No, vai a finire di mangiare.»

«Sei sicura?»

«Sì. Solo ti prego di non mangiare anche il mio burger. Vengo fra poco.»

Bodie si chinò sul letto e la baciò dolcemente sulle labbra. «Buon riposo», sussurrò.

Uscì e chiuse la porta. Poi si rese conto che a Melanie poteva venire qualche idea strana e la riaprì.

Tornò in cucina. Pen era ancora a tavola e lo guardò sopra la spalla mentre si avvicinava. «Come sta?»

«Bene. Vuole fare un sonnellino.»

«Probabilmente è una buona idea.»

«Mi ha avvertito di non mangiare la sua cena.»

«Allora vuol dire che sta meglio», concluse Pen.

Bodie sedette a tavola di fronte a Pen. Si sentiva sollevato che Melanie non fosse presente, e colpevole per quella sensazione. Il suo cheeseburger non era più caldo, ma era buono ugualmente. Ne mangiò alcuni bocconi con un sorso di birra.

«Lei non sembra molto entusiasta di tornare a Phoenix», osservò Pen.

«Nemmeno io sono felice della prospettiva», confessò Bodie.

«E invece dovresti essere contento di uscire da questo pasticcio.»

«Non mi va l’idea di lasciarti sola a reggere il fardello. Melanie l’ha combinata grossa e tu sarai qui a pagare le conseguenze.»

«Me la caverò. Non c’entro con la grande rissa. Con te e Melanie lontani, Harrison penserà di avere vinto. Probabilmente farà finta che non sia successo niente. È bravissimo in queste cose.»

«A che cosa alludi?»

Pen scosse la testa. «Non tenterà nulla con me.»

«Spero che tu abbia ragione. Ma Melanie afferma che lui è convinto che ci sia tu dietro questa faccenda.»

«Lasciamogli credere quello che vuole.» Pen si portò una patatina alla bocca, la masticò e si leccò il labbro superiore. «Forse non dovresti dirlo a Melanie, perlomeno non prima di partire ma ho intenzione di andare alla polizia e raccontare ogni cosa.»

Bodie corrugò la fronte. «Credi che sia una buona idea?»

«Per prima cosa, è una forma di autodifesa. Quando avrò parlato con la polizia e avrò accusato quei due, non credo che oseranno fare delle ritorsioni. Se mi capitasse qualcosa non farebbe certo una buona impressione. E poi spero di convincere i poliziotti, chissà che loro non trovino le prove.»

«Meglio loro di noi.»

«Questo è certo», convenne Pen.

«Comunque non so che cosa potremmo fare, dopo quanto è accaduto.»

«Melanie potrebbe avere qualche idea in proposito.» Pen si guardò attorno per assicurarsi che sua sorella non entrasse in cucina, poi aggiunse: «Sospetto che abbia un asso nella manica. C’è tanto tempo prima di domattina».

«Sì», convenne Bodie. «Capisco che cosa vuoi dire. Lei fa un sonnellino e stanotte sguscia via, mentre noi dormiamo. Dovremo assicurarci che non le si presenti l’occasione.»

20

Quando ebbero finito di mangiare, Pen e Bodie sparecchiarono. Pen avvolse gli avanzi della cena di Melanie e li mise nel frigorifero. Poi prese un barattolo di caffè e cominciò a riempire la caffettiera.

«Buona idea», approvò Bodie. «Sarà una lunga notte.»