Pen si staccò dalla parete. Tentò di superare Melanie camminando a zig zag, nella speranza di recuperare il fucile, ma Melanie si precipitò avanti per bloccarle il passo. E menò un fendente con il coltello. Pen ricadde all’indietro mentre la lama le sfiorava il ventre. Il colpo squarciò la stoffa della felpa, ma lasciò la pelle illesa. Piroettando su se stessa, corse verso la porta della camera.
I piedi di Melanie risuonarono sul tappeto dietro di lei. La seguirono anche nel corridoio.
«Sei spacciata!» urlò Melanie. «Finita!»
In cima alle scale, Pen afferrò il montante e vi girò attorno freneticamente.
Aveva sceso tre scalini quando fu colpita. Lanciò un grido, più d’allarme che di dolore, mentre la lama la penetrava. L’impatto la gettò avanti. Il piede sinistro si sollevò dagli scalini e lei volò a capofitto verso il fondo della scala.
Bodie attraversò barcollando la camera da letto, ogni passo gli provocava un dolore atroce, come se due mollette gli stringessero i testicoli. Si chinò con un gemito, raccolse il fucile. Nelle sue orecchie rintronava lo sparo di poco prima.
Varcò di corsa la soglia, svoltò a sinistra. Il corridoio era deserto. Sentì dei passi sulle scale, ma non vide nessuno. La parete gli bloccava la visuale per pochi metri. Poi finiva, e lui si gettò contro la balaustra sopra il soggiorno.
Melanie, il coltello sollevato sopra la testa come una pazza, correva giù per le scale. Pen era sul fondo e cercava di allontanarsi aiutandosi con le ginocchia e una mano. Il suo braccio destro, piegato in una strana posizione, sembrava rotto. Dietro la felpa aveva una chiazza ovale di sangue.
«Mel!» gridò Bodie.
Lei non si fermò. Era già a metà scala.
Pen, ora in piedi, barcollò verso l’ingresso.
Bodie inserì un proiettile nel fucile.
Sentendo il rumore, Melanie guardò sopra la spalla.
«Fermati!» le gridò lui.
Sbirciò giù. Il mirino del fucile si mosse avanti e indietro sul collo di Melanie. Bodie notò il nastrino di velluto. Gli balenò nella mente il ricordo di loro a letto, lei nuda tranne il suo nastrino e lui che glielo slacciava.
Bodie premette un po’ di più il dito sul grilletto.
«Non muoverti!» ordinò. «Getta il coltello.»
Melanie voltò la testa.
Bodie spostò lo sguardo a destra. Pen aveva raggiunto la porta d’ingresso, stava aprendola.
Melanie guardò lui, poi di nuovo la porta.
«Non farlo!» urlò Bodie.
Lei corse giù per le scale.
Bodie la seguì con il fucile, sapendo che probabilmente l’avrebbe uccisa, detestando l’idea di farlo e chiedendosi se Pen avesse abbastanza vantaggio. Puntò il fucile poco più avanti di Melanie e sparò. L’arma gli sobbalzò sulla spalla mentre il colpo lo assordiva. La porta d’ingresso, socchiusa, si chiuse di colpo quando i proiettili si conficcarono sul fondo.
Corse verso la scala, una smorfia gli torceva la faccia a ogni passo per il gran dolore ai testicoli.
Melanie raggiunse la porta nello stesso momento in cui lui cominciava a scendere le scale.
Correre gli dava sofferenza, ma scendere le scale costituiva una vera agonia.
Melanie spalancò la porta e corse fuori.
Bodie azionò la pompa del fucile, il bossolo del proiettile esplose e cadde.
Lui saltò gli ultimi tre scalini lanciando un grido quando i suoi piedi toccarono il pavimento. Si trascinò attraverso l’ingresso e uscì dalla porta.
Melanie, con la camicetta bianca che nel buio formava un pallido bersaglio mobile, era a metà strada nel cortile. La vaga forma in corsa di Pen non era molto più avanti.
Quando Pen avesse raggiunto il cancello chiuso, Melanie l’avrebbe aggredita.
Senza dubbio.
«Fermati!» gridò Bodie imbracciando il fucile.
Mirò al centro della schiena della ragazza. Piegò il dito sul grilletto.
Pen era a un passo dal cancello.
Che si spalancò, scaraventandola da un lato.
Un uomo entrò a passo di carica, si curvò. Si drizzò di colpo quando Melanie, senza cambiare direzione per piombare su Pen, volò verso di lui.
Harrison.
Harrison aveva violentato Pen.
Bodie non sparò.
L’uomo tese avanti le mani per fermare Melanie. Gridò: «Ehi!» Poi lei lo colpì, affondandogli il coltello nel petto. Harrison fu scaraventato all’indietro sul vialetto, Melanie gli cadde sopra.
Anche dal portico, Bodie sentì il tonfo della testa sul cemento.
Corse verso le figure distese scompostamente.
Harrison, sotto, non si muoveva.
Melanie, sopra di lui, non smetteva di muoversi.
O meglio si muoveva il suo braccio.
Conficcò il coltello nel corpo dell’uomo, lo estrasse, lo pugnalò più volte finché Bodie la fermò con una rapida botta in testa con il calcio del fucile.
Trascinò con sé il fucile mentre barcollava verso Pen. Lasciò cadere l’arma sull’erba e s’inginocchiò accanto a lei. Pen giaceva supina, ansando e stringendo le mani sulla ferita sotto il seno.
«Sei ferita gravemente?»
Come se la cosa fosse insignificante, lei scosse la testa. «Che cosa è successo?»
«Mel… Credo che abbia ucciso Harrison. Le ho dato una botta in testa per calmarla.»
Con un gemito, Pen si mise seduta. Bodie le premette gentilmente le spalle per farla riadagiare. «Credo che tu abbia un braccio rotto.»
«Racconta.»
«No, riposa. Vado a chiamare la polizia.»
«No, aiutami a rialzarmi.»
«Pen…»
«Ti prego.»
Lui la prese per le spalle. Seduta, lei gli allacciò il braccio sinistro al collo. Lui la strinse ai fianchi appena sotto le ascelle e la sollevò da terra. «Okay», disse Pen. Bodie le tenne il braccio ma capì che non ve n’era bisogno quando lei lo. guidò verso le figure immobili. «Puoi sollevarla da lui?»
Bodie si accucciò, trascinò gentilmente Melanie finché rotolò via da Harrison. Mentre una mano ricadeva sul terreno, Melanie gemette. Ma non aprì gli occhi.
Pen s’inginocchiò accanto a Harrison e lo fissò.
Bodie scavalcò Melanie e si acquattò accanto alla testa dell’uomo. Lui aveva gli occhi chiusi, la bocca spalancata. Dal petto spuntava il manico del coltello.
Pen gli mise una mano sulla gola.
«Deve averlo pugnalato cinque o sei volte», spiegò Bodie.
«Non riesco a sentire il battito.»
«Avrei potuto fermarla. Ero pronto a spararle, ma quando lei si è precipitata verso Harrison, invece che verso di te… Lui ti ha violentato. E ha investito tuo padre.»
«Dov’è la sua pistola?» volle sapere Pen.
«Non l’ho vista.»
Chinandosi sul corpo Pen prese una pistola dalla tasca della giacca. «Ho immaginato che doveva averla. Non so se questo sarà di grande aiuto, ma…» Pen puntò la pistola verso la casa e sparò due colpi.
Poi mise l’arma nella mano di Harrison e gli piegò il dito sul grilletto. Finalmente con il bordo della felpa ripulì le impronte dalla pistola.
«E Joyce?» chiese Bodie.
«Non lo so.»
«Non c’è modo di farla apparire legittima difesa.»
«Se potessimo liberarci del corpo…» azzardò Pen.
Bodie sentì una sirena, il suo ululato si diffondeva nella notte. «Troppo tardi», disse.
Melanie, distesa scompostamente sul prato accanto alla sua vittima, sembrava che dormisse.
«Riesci a inventare una storia?» domandò Bodie a Pen.
«Niente che possa giustificare tutto questo. La verità. Bisogna dire la verità.»
«Tranne la pistola.»
La sirena continuò a ululare.
Pen si rialzò.
Bodie le posò una mano sulla schiena. Insieme uscirono dal cancello aperto. Pen appoggiò la testa sulla spalla di lui. «Vorrei tornare indietro nel tempo e cambiare ogni cosa», mormorò.