Cassie Blumenthal, con Jennifer fin dai primi giorni del Rifugio e strumentale negli eventi che avevano condotto al processo di Jennifer, eventi considerati storia antica al Rifugio ma ancora molto reali nella mente tenace di Cassie.
Paul Aleone, quarantun anni, economo-matematico che non soltanto aveva predetto il collasso dell’economia americana basata sull’energia-Y quando fossero scaduti i brevetti internazionali, ma che aveva creato anche un programma che prediceva esattamente i passati dieci anni di follia e di raggiri propagandistici, anche quando gli Stati Uniti cercavano di negare che la loro chimera di illusoria prosperità in effetti era volata via. Aleone aveva studiato il futuro economico del Rifugio come stato indipendente in affari con altri stati indipendenti più prudenti che non gli Stati Uniti.
John Wong, quarantacinque anni, avvocato oltre che giudice d’appello del sistema giuridico raramente usato dal Rifugio, orgoglioso del fatto che gli Insonni, eccetto che per comuni interpretazioni contrattuali vi ricorressero raramente. C’erano poca violenza, poco vandalismo e ancora meno furti nel Rifugio. Ma Wong, da storico, comprendeva il potere della giustizia fra persone rispettose della legge nei periodi di controversi cambiamenti e credeva nel cambiamento.
Charles Stauffer, cinquantré anni, capo della sicurezza esterna del Rifugio, come tutti i buoni soldati era costantemente preparato per un attacco, costantemente pronto a giustificare i propri preparativi. Il passo non era molto lungo dalla preparazione all’attuazione, dalla prontezza alla bramosia.
Barbara Barcheski, sessantatré anni, silenzioso e riflessivo capo di una ditta che si occupava di preparare statistiche informative per le società. Per lungo tempo, Jennifer non era stata sicura della Barcheski. Era studentessa di sistemi politici e, nel corso dei decenni, era arrivata a credere che l’illimitato progresso tecnologico e la lealtà alla comunità fossero fondamentalmente incompatibili, premessa che sosteneva in modo deciso tramite studi sui flussi delle società, dalla Venezia rinascimentale alla rivoluzione industriale, fino alle prime utopie orbitali. Lo studio di un paradosso, Jennifer lo sapeva bene, conduceva quasi inevitabilmente a un giudizio, ma non necessariamente a un giudizio negativo. Lei aspettò. Alla fine, Barbara Barcheski giunse a crearsi una mentalità metodica: quando una società deve scegliere, la lealtà alla comunità ha sempre le migliori probabilità di sopravvivenza, a lungo termine, rispetto perfino al progresso tecnologico. Barbara Barcheski amava il Rifugio. Sosteneva Jennifer.
Dottor Raymond Toliveri, sessantun anni, il brillante capo ricercatore dei Laboratori Sharifi. Jennifer non aveva mai messo in dubbio il suo appoggio per quel progetto: lo aveva creato lui. Il difficile era stato riuscire a fare eleggere Toliveri nel Consiglio, perché la sua frenetica agenda di lavoro lo rendeva un virtuale recluso. A Jennifer era occorso molto tempo.
C’erano poi Will Sandaleros, Najla e suo marito Lars Johnson ed Hermione Sharifi. Tutti stavano eretti e fieri, conoscendo fino in fondo le conseguenze di quello che stavano per fare e accettando quelle conseguenze senza cercare di eluderle, senza debolezza, senza crearsi scusanti.
Soltanto Ricky stava in piedi sostenendosi alla parete opposta della cupola del Consiglio, lo sguardo fisso a terra, le braccia incrociate sul petto. Hermione, notò Jennifer, non guardava il marito. Dovevano avere discusso su quel fatto ed era Hermione, soltanto la nuora di Jennifer, non il figlio genetico, che sosteneva la parte della giustizia. Una complessa emozione si accese in Jennifer, rabbia, dolore e angosciante senso di colpa materno, ma la allontanò. Non c’era più tempo per i fallimenti di Ricky. Era arrivato il momento del Rifugio.
— Ora — disse Will — fuoco. — E attivò le reti di comunicazione di tutto il Rifugio, videotelefoni e olopalchi interni, altoparlanti esterni. Jennifer lisciò le pieghe della sua abbaya bianca e avanzò di un passo.
— Cittadini del Rifugio. Qui è Jennifer Sharifi che vi parla dalla cupola del Consiglio, dove il Consiglio del Rifugio è riunito in seduta di emergenza assoluta. Gli Stati Uniti hanno risposto alla nostra Dichiarazione di Indipendenza come ci aspettavamo, con l’annuncio di un’invasione da parte di Dormienti domani mattina. Non bisogna permettere che ciò accada. Concedere alla delegazione di attraccare al Rifugio significherebbe permettere un negoziato quando non esiste spazio per un negoziato, segnalerebbe una scarsa risoluzione quando noi siamo risoluti, consentirebbe la possibilità di una punizione economica e giuridica quando noi siamo nel giusto a livello morale ed evolutivo. La delegazione non deve attraccare al Rifugio.
"Ma cercare di fermare i mendicanti con la forza potrebbe metterli in pericolo e danneggiarli. Questo invierebbe agli Stati Uniti un’indicazione fallace. Gli Insonni non attaccano se non c’è stato prima un attacco. Comprendiamo l’autodifesa e ne accettiamo la necessità, ma non vogliamo la guerra. Vogliamo essere lasciati in pace, essere messi in condizione di realizzare, a nostro modo, le vite, la libertà e il conseguimento della felicità, cose dateci dal nostro lavoro che, fino a ora, ci sono state negate.
"No, il massimo che possiamo fare per fermare i mendicanti è dar loro una dimostrazione di forza che non useremo, a meno che non siamo costretti a farlo per nostra difesa. Per questo motivo, la seguente dimostrazione, voluta dall’autorità di tutti i membri del Consiglio del Rifugio, verrà trasmessa simultaneamente a tutti i più importanti olocanali degli Stati Uniti, sovrapponendosi alle loro trasmissioni in corso."
Caroline Renleigh digitò dei codici sulla propria console. Will Sandaleros parlò su una linea protetta alla sicurezza interna del Rifugio, un gruppo usato così di rado che la maggior parte delle persone ne aveva dimenticato l’esistenza e che aveva permesso a Will di avere carta bianca sul suo potenziamento. Su ogni linea di comunicazione del Rifugio e su ogni linea di comunicazione terrestre sintonizzata sui cinque canali attendibili dei Muli apparve l’immagine dell’habitat in rovina che il Rifugio aveva acquistato dai giapponesi, la stazione orbitale Kagura, nome che significava "musica divina".
La voce di Jennifer parlò sopra l’immagine. — È il Consiglio del Rifugio che parla. Il governo degli Stati Uniti ha annunciato un’invasione al Rifugio per domani mattina, sotto forma di una cosiddetta delegazione rappacificatrice. Ma non può esistere vera pace dove esista coercizione fisica ed economica. Non abbiamo accettato di accogliere la delegazione. Siamo persone che amano la pace, che desiderano essere lasciate in pace. Se gli Stati Uniti non onoreranno questo desiderio, lanceranno, di fatto, il primo attacco. Non permetteremo che il Rifugio venga attaccato.
"Allo scopo di effettuare un atto di deterrenza nei confronti di questo attacco, e come dimostrazione della strada che siamo disposti a percorrere per proteggere la nostra casa, il Rifugio offre la seguente dimostrazione. La stampa degli Stati Uniti ha speculato a lungo su quali armi il Rifugio avrebbe potuto creare per difendersi. Non vogliamo che resti una domanda speculativa. Non vogliamo che la nostra secessione dagli Stati Uniti sia imbrattata dall’accusa di avere mantenuto segrete informazioni vitali. Noi vogliamo evitare la guerra, mostrando quanto sarebbe terribile una simile guerra.
"Questa è la stazione orbitale Kagura, posseduta ora dal Rifugio. Non sono rimasti esseri umani sulla stazione. Vi sono restati alcuni animali: animali domestici, insetti usati per l’impollinazione, uccelli e rettili utilizzati per l’equilibrio ecologico e svariati roditori."
Ogni olopalco e ogni schermo mostrò l’interno di Kagura, prima con una lunga panoramica, quindi in primi piani di brucanti caprucche e bivacche. I giapponesi avevano minori restrizioni sull’ingegneria genetica rispetto agli Stati Uniti: il bestiame da carne era grosso, lento, polposo, tranquillo e stupido. Le telecamere robot seguirono il volo di un uccello, la corsa di un insetto su una foglia.