— Jennifer, non darò gli esami per la libera professione che a luglio!
— Lui dice che aspetterà. Nel frattempo, sarà Bill ad agire in qualità di suo legale. Passerai l’esame?
— Certamente. Ma ho già un lavoro in attesa con Morehouse, Kennedy Anderson a New York… — Si interruppe. Richard la stava fissando con espressione dura, Jennifer imperscrutabile. Leisha disse pacatamente: — Come si dichiarerà?
— Colpevole — rispose Jennifer. — Con… come si dice legalmente? Circostanze attenuanti.
Leisha annuì. Aveva temuto che Tony si fosse voluto dichiarare innocente: altre bugie, sotterfugi, orride linee di condotta. La sua mente ripassò velocemente circostanze attenuanti, precedenti, sentenze precedenti. Avrebbero potuto usare Clements contro Voy.
— Adesso Bill è da lui, in prigione — disse Jennifer. — Vuoi che ti ci porti io? — Formulò la domanda come una sfida.
— Sì — rispose Leisha.
A Conewango, sede della contea, non fu loro concesso di vedere Tony. William Thaine, in qualità di suo avvocato, poteva entrare e uscire liberamente. Leisha, non ancora ufficialmente avvocato, non poteva andare da nessuna parte. Questo venne comunicato loro da un uomo che si trovava nell’ufficio del Procuratore distrettuale, il cui volto rimase immobile mentre parlava e che sputò a terra, dietro alle loro spalle, quando si voltarono per andarsene, anche se questo lo lasciò con un bello sputo sul pavimento del tribunale.
Richard e Leisha ritornarono all’aeroporto con l’automobile noleggiata per prendere il volo per Boston. Durante il tragitto, Richard disse a Leisha che sarebbe partito. Si sarebbe trasferito al Rifugio, subito, prima ancora che fosse del tutto in funzione, per dare una mano nella progettazione e nella costruzione degli edifici.
Leisha passò la maggior parte del tempo nell’appartamento in città, studiando ferocemente per gli esami di abilitazione o controllando i bambini Insonni tramite la rete del Gruppo. Non aveva assunto una nuova guardia del corpo per sostituire Bruce, il che la rendeva riluttante a uscire spesso: la riluttanza, a sua volta, la faceva infuriare con se stessa. Una o due volte al giorno analizzava gli stralci sulle notizie elettroniche di Kevin.
C’erano segni di speranza. Il "New York Times" pubblicò un editoriale, che ebbe ampia risonanza nel servizio di informazioni elettroniche:
Gli Stati Uniti non sono mai stati un paese che stima molto la calma, la logica e la razionalità. Abbiamo, in quanto popolo, la tendenza a etichettare queste cose come "fredde". Abbiamo, in quanto popolo, la tendenza ad ammirare sentimenti e azione: esaltiamo nelle nostre storie e nei nostri memoriali non tanto la creazione della Costituzione, quanto la sua difesa a Iwo Jima; non le realizzazioni intellettuali di un Linus Pauling ma la passione eroica di un Charles Lindbergh; non gli inventori delle monorotaie e dei computer che ci uniscono ma i compositori dei violenti canti di ribellione che ci dividono.
Un aspetto peculiare di questo fenomeno è che esso diventa più forte nei periodi di prosperità. Quanto meglio stanno i nostri concittadini, tanto più grande si fa il loro disprezzo per il calmo ragionamento che li ha portati fin lì e più appassionato il loro indulgere nelle emozioni. Considerate, nel secolo scorso, gli eccessi goderecci dei ruggenti anni Venti e lo sdegno contro la classe dirigente degli anni Sessanta. Considerate, nel nostro secolo, la prosperità senza precedenti fornitaci dall’energia-Y… e poi considerate che Kenzo Yagai, se si eccettuano i suoi seguaci, è stato visto come un avido e insensibile logico, mentre la nostra adulazione nazionale va allo scrittore neonichilista Stephen Castelli, all’attrice "sentimentale" Brenda Foss e al temerario tuffatore nel condotto a gravità Jim Morse Luter.
Ma soprattutto, mentre riflettete su questo fenomeno nelle vostre case a energia-Y, considerate l’attuale ondata di sentimenti irrazionali diretta contro gli "Insonni" dal momento della pubblicazione delle scoperte realizzate in collaborazione dall’Istituto Biotech e dalla Medical School di Chicago riguardanti la rigenerazione dei tessuti negli Insonni.
La maggior parte degli Insonni è intelligente. La maggior parte di essi è calma, se con quella parola molto bistrattata si definisce il dirigere le proprie energie sulla risoluzione dei problemi, piuttosto che sul reagire in modo eccessivamente emotivo rispetto agli stessi problemi. Perfino la vincitrice del premio Pulitzer, Carolyn Rizzolo, ci ha donato una sbalorditiva opera di idee, non di passionalità sanguinaria. Tutti loro mostrano un’inclinazione naturale verso le conquiste, un’inclinazione dovuta all’incontestabile spinta fornita dal terzo di tempo in più, durante le loro giornate, per poter conquistare. Le loro realizzazioni vengono effettuate, nella maggior parte dei casi, nei campi di tipo logico piuttosto che in quelli di tipo emotivo: computer, legge, finanza, fisica, ricerca medica. Sono razionali, metodici, calmi, intelligenti, allegri, giovanili e, potenzialmente, molto longevi.
E nei nostri Stati Uniti che godono di una prosperità senza precedenti sono sempre più odiati.
L’odio che abbiamo visto fiorire così ampiamente nel corso degli ultimi pochi mesi proviene realmente, come molti sostengono, "dall’ingiusto vantaggio" che hanno gli Insonni rispetto al resto di noi nell’assicurarsi posti di lavoro, promozioni, soldi e successo? Si tratta davvero di invidia per la fortuna degli Insonni? O si tratta piuttosto di qualcosa di più pernicioso, radicato nella nostra tradizione di azione americana stile colpo-in-canna: odio del logico, del tranquillo, del riflessivo? Odio, di fatto, della mente superiore?
Se così fosse, forse dovremmo riflettere profondamente sui fondatori di questo paese: Jefferson, Washington, Paine, Adams… cittadini dell’Era della Ragione, tutti. Questi uomini hanno creato il nostro equilibrato e ordinato sistema di leggi proprio per proteggere la proprietà e le conquiste prodotte dagli sforzi individuali di menti equilibrate e razionali. Gli Insonni potrebbero rappresentare il nostro test interno più severo sulla solidità del nostro credo nella legge e nell’ordine. No, gli Insonni non furono "creati uguali", ma il nostro atteggiamento nei loro confronti dovrebbe essere esaminato con un’attenzione uguale alla nostra più sobria giurisprudenza. Potrebbe non piacerci quello che scopriremo sulle nostre reali motivazioni, ma la nostra credibilità come popolo può dipendere dalla razionalità e dall’intelligenza dell’esame.
Tutt’e due queste qualità sono state piuttosto ridotte nella reazione pubblica alle scoperte della ricerca del mese scorso.
La legge non è teatro. Prima di scrivere leggi che riflettono sentimenti drammatici e appariscenti dobbiamo essere molto sicuri di comprendere la differenza.
Leisha rimase compiaciuta a fissare deliziala lo schermo, sorridendo. Chiamò il "New York Times" e chiese chi avesse scritto l’articolo. La centralinista, cordiale quando rispose al telefono, si fece scostante. Il "Times" non avrebbe fornito quell’informazione "senza previa investigazione interna".
Questo non poté abbattere il suo buon umore. Prese a turbinare nell’appartamento, dopo essere rimasta giorni interi seduta alla scrivania o davanti al video L’entusiasmo pretendeva azione fisica. Lavò i piatti, prese in mano libri. C’erano dei vuoti nel mobilio nei punti dai quali Richard aveva preso cose che gli appartenevano; tranquillizatasi un poco, spostò i mobili per colmare i buchi.
Susan Melling le telefonò per parlarle dell’articolo sul "Times": chiacchierarono con affetto per qualche minuto. Quando Susan riagganciò, il telefono squillò nuovamente,
— Leisha? La tua voce è sempre uguale. Sono Stewart Sutter.
— Stewart. — Lei non lo aveva più visto da quattro anni. La loro storia d’amore era durata per due anni poi si era dissolta, non tanto per qualche motivo doloroso quanto, piuttosto, per la pressione esercitata su tutti e due dagli studi. In piedi accanto al telefono, sentendo la sua voce, Leisha provò improvvisamente la sensazione delle mani di lui sul suo seno nel lettino del dormitorio: quanti anni erano passati prima che lei avesse trovato un buon uso per un letto. Le mani fantasma divennero quelle di Richard, e un dolore improvviso la trafisse.