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C’era troppo lavoro da sbrigare. Gli eventi si stavano susseguendo con una velocità impressionante. Forse lo avrebbe rivisto prima di uscire la mattina seguente. No, lui doveva prendere un altro aereo per Bonn. Be’, allora magari più avanti in settimana. Se si fossero trovati nella stessa città, se tutti e due avessero avuto tempo. Non provava alcun impulso di urgenza nel rapporto sessuale con Kevin. In fondo, però, non lo aveva mai provato.

Un ricordo si insinuò in lei: le mani di Richard sul suo seno.

Si chinò più vicino al video, allargando la sua ricerca sui precedenti legali nella legge marina.

Leisha disse pacatamente: — Hai rubato le carte della ricerca di Adam Walcott da una cassetta di sicurezza alla First National Bank di Chicago.

Jennifer Sharifi sollevò gli occhi verso quelli di Leisha. Le due donne si trovavano alle estremità opposte del salotto di Jennifer, al Rifugio. Dietro al lucido ammasso dei capelli legati di Jennifer, il ritratto di Tony Indivino strizzò l’occhio e sorrise.

— Sì — rispose Jennifer. — L’ho fatto.

— Jennifer! — gridò Richard angosciato.

Leisha si voltò lentamente verso di lui. Ebbe l’impressione che l’angoscia dell’uomo non fosse tanto provocata dal fatto compiuto quanto dall’ammissione dello stesso. Richard sapeva.

Lui rimase in equilibrio sui talloni, con la testa dalle sopracciglia cespugliose abbassata. Aveva esattamente lo stesso aspetto di quando aveva avuto diciassette anni, il giorno in cui lei era andata a trovarlo nella piccola casa nei sobborghi a Evanstone. Quasi trent’anni prima. Richard aveva trovato qualcosa nel Rifugio, qualcosa di cui aveva bisogno, un certo senso della comunità: forse ne aveva sempre avuto bisogno. E il Rifugio era, era sempre stato, Jennifer. Jennifer e Tony. Indipendentemente da tutto, però, per avere una parte in quell’affare Richard doveva essere cambiato: per avere una parte in quest’atto criminale doveva essere cambiato al di là di quanto lei non immaginasse.

Disse con voce incerta: — Jennifer non dirà nulla se non in presenza del suo avvocato.

Leisha replicò in modo acido: — Be’, non dovrebbe essere troppo difficile. Quanti avvocati ha catturato ormai il Rifugio? Candace Holt. Will Sandaleros. Jonathan Cocchiara. Quanti altri ancora?

Jennifer si sedette sul sofà, aggiustandosi attorno le pieghe della abbaya. La parete a vetrata era stata resa opaca e vi fluttuavano sopra disegni verde-azzurro. Leisha ricordò improvvisamente che a Jennifer non erano mai piaciute le giornate nuvolose.

Jennifer contrattaccò: — Se stai sporgendo accuse, Leisha, consegnami il mandato.

— Sai che non sono un pubblico ministero. Io rappresento il dottor Walcott.

— Allora hai intenzione di comunicare questo presunto furto al Procuratore distrettuale?

Leisha esitò. Sapeva, e probabilmente lo sapeva anche Jennifer, che le prove erano insufficienti perfino per un’udienza col gran giurì. Le carte erano sparite, ma la documentazione della banca indicava che era stato il dottor Walcott a portarle via. Il massimo che lei poteva fare era stabilire che qualche nuovo impiegato, o altri alla First National, avevano accesso alle ricevute, sempre che ci fosse stato qualche nuovo impiegato. Quanto era accurato il Rifugio nella pianificazione? La loro rete informativa segreta era sufficientemente estesa da poter stare dietro a ricerche di secondaria importanza che lavoravano su biotecniche di terza categoria, se la ricerca di secondaria importanza riguardava gli Insonni. Leisha, inoltre, avrebbe potuto scommettere la testa che nessun nuovo impiegato alla First National era mai stato un vecchio impiegato alla Samplice. Non aveva altro che dicerie… e, ovviamente, la consapevolezza di che cosa Jennifer, un’Insonne, potesse fare, ma alla legge non interessava la sua consapevolezza interiore: anche quello faceva parte delle dicerie.

Venne sommersa dalla disperazione, terrorizzante perché era così rara, seguita dai ricordi: Richard a diciassette anni che correva dentro e fuori dalla risacca con lei, Tony, Carol e Jeanine, tutti ridenti, con la sabbia, l’acqua e il cielo che si aprivano tutto attorno in un’infinita luce sfuggente. Cercò lo sguardo di Richard.

Lui le voltò la schiena.

Jennifer riprese in modo composto: — Perché, esattamente, sei qui, Leisha? Se non hai alcun affare legale da trattare con me, Richard o il Rifugio, e se il tuo cliente non ha nulla a che fare con noi…

— Hai appena detto che hai preso tu le carte.

— Davvero? — Jennifer sorrise. — No, ti sbagli, Non farei né direi mai una cosa del genere.

— Capisco. Volevi solamente che io lo sapessi. E adesso vuoi solamente che me ne vada via.

— Sì — rispose Jennifer e, per un bizzarro istante, Leisha udì alcuni echi della cerimonia del matrimonio. La mente di Jennifer era opaca per lei. Lì, nel suo salotto, a guardare i turbini verdi formarsi, frangersi e riformarsi sulla finestra, osservando le spalle incurvate di Richard, Leisha comprese improvvisamente che non si sarebbe mai più avvicinata al Rifugio.

A Richard, non a Jennifer, disse: — La ricerca è ancora nelle menti di Walcott e Herlinger. Non puoi impedire che si completi, se è reale. Quando sarò tornata a Chicago, farò scrivere ai miei clienti tutto quanto in più copie che riporrò in posti realmente sicuri. Voglio che tu lo sappia, Richard.

Richard non si voltò. Lei osservò la sua spina dorsale incurvata.

Jennifer disse: — Buon viaggio.

Adam Walcott non reagì bene alla delusione. — Vuole dire che non possiamo fare niente? Niente?

— C’è un’insufficienza di prove. — Leisha si alzò da dietro la scrivania e le girò attorno per andarsi a sedere su una poltrona dirimpetto a Walcott. — Deve comprendere, dottore, che i tribunali stanno ancora combattendo sulle limitazioni della documentazione elettronica in qualità di prova. Hanno dibattuto sulla questione già da prima che io fossi nata. Inizialmente, i documenti originati dal computer venivano trattati come prove per sentito dire perché non erano originali. Poi, sono stati rigettati perché esistevano troppe persone che potevano superare il sistema di sicurezza. Adesso, dopo la causa "Sabino contro Lansing", sono trattati come una categoria di prove separata e intrinsecamente più debole. Le copie cartacee firmate sono ciò che conta, il che significa che truffatori e ladri in grado di manipolarle sono dei re perfino del crimine elettronico. Questo ci fa tornare esattamente al punto di partenza.

Walcott non sembrò interessato a quella informale storia giuridica. — Ma, signorina Camden…,

— Dottor Walcott, lei non sembra essersi focalizzato su quello che è il problema fondamentale. Lei ha l’intera ricerca nel suo cervello, una ricerca che potrebbe cambiare il mondo. Chiunque abbia sottratto i suoi documenti ne ha solamente nove decimi perché il pezzo finale si trova solamente nel suo cervello. È quello che mi ha detto, giusto?

— Giusto.

— E allora la scriva un’altra volta. Adesso. Qui.

— Adesso? — L’ometto inconsistente sembrò essere stato preso alla sprovvista dall’idea. — Perché?

E Jennifer pensava che Leisha fosse un’anima candida. Leisha parlò con estrema attenzione, scegliendo le parole. — Dottor Walcott, questa ricerca è potenzialmente una proprietà estremamente preziosa. Può valere miliardi, a lungo termine, per lei o per la Samplice o, più probabilmente, per tutti e due in una qualche percentuale concordata. Sono pronta a rappresentarla su questo punto, se lei deciderà…

— Oh, magnifico — fece Walcott. Leisha lo fissò con espressione dura, ma effettivamente lui non sembrò sarcastico. La sua mano sinistra gli si avvolse con fare distratto attorno alla nuca per andare a grattare l’orecchio destro.